Create an account
Welcome! Register for an account
La password verrà inviata via email.
Recupero della password
Recupera la tua password
La password verrà inviata via email.
-
- container colonna1
- Categorie
- #iorestoacasa
- Agenda
- Archeologia
- Architettura
- Arte antica
- Arte contemporanea
- Arte moderna
- Arti performative
- Attualità
- Bandi e concorsi
- Beni culturali
- Cinema
- Contest
- Danza
- Design
- Diritto
- Eventi
- Fiere e manifestazioni
- Film e serie tv
- Formazione
- Fotografia
- Libri ed editoria
- Mercato
- MIC Ministero della Cultura
- Moda
- Musei
- Musica
- Opening
- Personaggi
- Politica e opinioni
- Street Art
- Teatro
- Viaggi
- Categorie
- container colonna2
- container colonna1
Capsellae
Cassette-reliquiario e cofanetti della collezione fornaro gaggioli (Secoli XIII-XVI)
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Sabato 14 ottobre sarà inaugurata a Bologna, presso la Galleria Antichità all’Oratorio in Via de’ Giudei 3/d, l’esposizione “Capsellae. Cassette-reliquiario e cofanetti della collezione Fornaro Gaggioli (secoli XIII-XVI)”.
L’evento, che si pone in scia all’ampio successo di pubblico e di critica riscosso nel 2005 dalla mostra “Sculptores. Opere scelte della collezione Fornaro Gaggioli (secoli XIV-XVII)”, consentirà di ammirare sedici capolavori inediti suddivisi tra preziose cassette-reliquiario, cofanetti intarsiati “alla certosina” con complessi motivi geometrici in osso, corno e legni colorati, o rivestiti con eleganti scene di soggetto profano. Non ultimo è il piccolo gruppo delle scatole da gioco, molto rare e anch’esse ingentilite da ricchi ornamenti a ghiera o losanga, a cui si aggiunge quello di tre importanti cassette “veneto-ferraresi” di uso cortese.
Si tratta di una rassegna eterogenea e rappresentativa di uno dei capitoli più attraenti delle cosiddette Arti Minori, qui ripercorso attraverso significativi oggetti d’arte che vanno dall’età Tardo-romanica al pieno Rinascimento. La varietà geo-culturale della collezione è altresì garantita da una coppia di pregiati reliquiari di provenienza transalpina, rispettivamente una cassetta di atelier limosino - in lamina di rame con tipiche figure in smalto champlevé (XIII secolo, secondo quarto ca.) – ed eccezionalmente uno scrigno gotico della Francia centrale dedicato a Santo’Ambrogio - lavorato a sbalzo in lamina dorata su legno (XIII secolo, fine).
Due rimangono comunque i nuclei principali attorno ai quali si svilupperà l’esposizione: accanto a quello più numeroso dei cofanetti intagliati in osso - diffusi tipologicamente soprattutto verso gli ultimi decenni del XIV secolo con l’articolata Bottega fondata dal mercante fiorentino Baldassarre degli Embriachi e affidata allo scultore Giovanni di Jacopo -, si evidenzia il gruppo già menzionato degli esemplari di ambito veneto-ferrarese finemente realizzati con pastiglia dorata su anima di legno (XV secolo, fine - XVI secolo, inizio). Tra questi, una nota particolare va riservata a due prodotti ascrivibili alla raffinata Bottega conosciuta come dei “Trionfi Romani”, il cui repertorio iconografico prende spunto dall’omonimo ciclo eseguito da Andrea Mantegna per lo studiolo di Isabella d’Este, marchesa di Mantova. Le scene, gremite e all’insegna della riscoperta dell’Antico, rivelano infatti soluzioni figurative difficilmente possibili senza il magistrale impiego di un materiale duttile come la pastiglia. Esiti tecnici dunque distanti da quelli rappresentati dai cofanetti in osso o corno frutto della cultura umanistica italiana di fine Trecento.
La rigorosa selezione degli oggetti proposti testimonia con rigore filologico anche le vicende storico-funzionali di questa singolare categoria di opere: da un’antica destinazione soprattutto liturgica a una prevalentemente profana affermatasi con lo schiudersi del Rinascimento - per esempio come contenitori di doni nuziali.
Mostra e catalogo a cura di Francesca Gualandi con la collaborazione scientifica di Luca Mor.
Schede tecniche di Giuliano Gaggioli.
L’evento, che si pone in scia all’ampio successo di pubblico e di critica riscosso nel 2005 dalla mostra “Sculptores. Opere scelte della collezione Fornaro Gaggioli (secoli XIV-XVII)”, consentirà di ammirare sedici capolavori inediti suddivisi tra preziose cassette-reliquiario, cofanetti intarsiati “alla certosina” con complessi motivi geometrici in osso, corno e legni colorati, o rivestiti con eleganti scene di soggetto profano. Non ultimo è il piccolo gruppo delle scatole da gioco, molto rare e anch’esse ingentilite da ricchi ornamenti a ghiera o losanga, a cui si aggiunge quello di tre importanti cassette “veneto-ferraresi” di uso cortese.
Si tratta di una rassegna eterogenea e rappresentativa di uno dei capitoli più attraenti delle cosiddette Arti Minori, qui ripercorso attraverso significativi oggetti d’arte che vanno dall’età Tardo-romanica al pieno Rinascimento. La varietà geo-culturale della collezione è altresì garantita da una coppia di pregiati reliquiari di provenienza transalpina, rispettivamente una cassetta di atelier limosino - in lamina di rame con tipiche figure in smalto champlevé (XIII secolo, secondo quarto ca.) – ed eccezionalmente uno scrigno gotico della Francia centrale dedicato a Santo’Ambrogio - lavorato a sbalzo in lamina dorata su legno (XIII secolo, fine).
Due rimangono comunque i nuclei principali attorno ai quali si svilupperà l’esposizione: accanto a quello più numeroso dei cofanetti intagliati in osso - diffusi tipologicamente soprattutto verso gli ultimi decenni del XIV secolo con l’articolata Bottega fondata dal mercante fiorentino Baldassarre degli Embriachi e affidata allo scultore Giovanni di Jacopo -, si evidenzia il gruppo già menzionato degli esemplari di ambito veneto-ferrarese finemente realizzati con pastiglia dorata su anima di legno (XV secolo, fine - XVI secolo, inizio). Tra questi, una nota particolare va riservata a due prodotti ascrivibili alla raffinata Bottega conosciuta come dei “Trionfi Romani”, il cui repertorio iconografico prende spunto dall’omonimo ciclo eseguito da Andrea Mantegna per lo studiolo di Isabella d’Este, marchesa di Mantova. Le scene, gremite e all’insegna della riscoperta dell’Antico, rivelano infatti soluzioni figurative difficilmente possibili senza il magistrale impiego di un materiale duttile come la pastiglia. Esiti tecnici dunque distanti da quelli rappresentati dai cofanetti in osso o corno frutto della cultura umanistica italiana di fine Trecento.
La rigorosa selezione degli oggetti proposti testimonia con rigore filologico anche le vicende storico-funzionali di questa singolare categoria di opere: da un’antica destinazione soprattutto liturgica a una prevalentemente profana affermatasi con lo schiudersi del Rinascimento - per esempio come contenitori di doni nuziali.
Mostra e catalogo a cura di Francesca Gualandi con la collaborazione scientifica di Luca Mor.
Schede tecniche di Giuliano Gaggioli.
14
ottobre 2006
Capsellae
Dal 14 ottobre all'undici novembre 2006
arte antica
Location
GALLERIA ANTICHITA’ ALL’ORATORIO
Bologna, Via De' Giudei, 3d, (Bologna)
Bologna, Via De' Giudei, 3d, (Bologna)
Orario di apertura
lun-sab 10.00 - 13.00 / 16.00 – 19.30
Vernissage
14 Ottobre 2006, ore 17
Curatore