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Caravaggio – Capolavori nelle collezioni private
esposto per la prima volta al mondo il Caravaggio riscoperto della Regina Elisabetta, tela da poco restaurata ed attribuita al genio di Michelangelo Merisi
Comunicato stampa
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In anteprima mondiale, per desiderio e volontà del grandissimo storico dell’arte inglese Sir Denis Mahon, uno dei massimi esperti e studiosi dell’arte del Seicento, verrà esposta per la prima volta a Roma, proprio nella città che ne vide la luce e dopo un accurato restauro di oltre due anni, la tela raffigurante la “Chiamata dei Santi Pietro e Andrea”, definitivamente attribuita a Michelangelo Merisi, detto il Caravaggio.
La mostra “Caravaggio. Capolavori nelle collezioni private”, all’interno della quale verrà esposto il dipinto “ritrovato”, si terrà presso il GATE Termini Art Gallery a Roma dal 22 novembre 2006 al 31 gennaio 2007. L’esposizione, a cura di Sir Denis Mahon e Mina Gregori, sarà un’occasione unica ed irripetibile per studiosi e grande pubblico di poter ammirare “il più bel Caravaggio” (Horace Walpole). La realizzazione della mostra è a cura di RomArtificio.
Prestigioso il Comitato Scientifico composto da Sir Denis Mahon, Mina Gregori, Sergio Benedetti, Maurizio Marini, Claudio Strinati, Vittorio Sgarbi, Rossella Vodret, Alessandro Zuccari.
La Mostra nasce sotto l’Alto Patronato di Sua Maestà la Regina Elisabetta II d’Inghilterra e la Presidenza della Repubblica Italiana con il Patrocinio di Senato della Repubblica, Presidenza della Camera dei Deputati, Presidenza del Consiglio dei Ministri, Ministero per i Beni e le Attività Culturali, Ministero degli Affari Esteri, Ministero delle Comunicazioni, Regione Lazio - Presidenza, Assessorato Cultura, Spettacolo, Sport - Provincia di Roma – Assessorato alle Politiche Culturali, della Comunicazione e dei Sistemi Informativi - Comune di Roma - Assessorato alle Politiche Culturali, Assessorato all’Urbanistica -, Istituto Nazionale per il Commercio Estero, Associazione Bancaria Italiana.
L’opera la “Chiamata dei Santi Pietro e Andrea”
Era il 2004 quando il grande storico dell’arte Sir Denis Mahon concluse l’ultimo capitolo di una storia di vita a dir poco eccezionale: nei magazzini della Royal Gallery di Hampton Court era conservato il quadro di un seguace di Caravaggio raffigurante la “Chiamata dei Santi Pietro e Andrea”, ingiallito dalla vernice, sporco e poco leggibile. Ma lo straordinario occhio di Sir Denis seppe vedere qualcosa in più al di là degli ostacoli di lettura e, dopo aver fatto eseguire alcuni tasselli di pulitura, diede inizio a questa incredibile favola conclusasi con l’attribuzione al grande Caravaggio.
“Coperta da uno strato di nero per cui era impossibile fare una valutazione dell’autografia che oggi risulta invece indiscutibile”, spiega Maurizio Marini che ha avallato da subito la teoria di Sir Denis Mahon; entrambi in occasione della mostra hanno preparato un accurato e dotto saggio che illustra puntualmente i motivi per cui la “Chiamata dei Santi Pietro e Andrea” va ascritta alla mano di Caravaggio.
Sir Denis Mahon ha potuto contare sul supporto, la disponibilità e la competenza di RomArtificio perché questo percorso, spesso difficile, portasse definitivamente ad una serie di scoperte sensazionali: non c’è solo un capolavoro ritrovato ma al centro di questi studi c’è la continua verifica, insieme a RomArtificio, della teoria della ripetizione dei soggetti di Caravaggio: “perché ora conosciamo assai più sui modi con cui dipingeva; perché si capisce che ripeteva più volte il medesimo soggetto; perché abbiamo cominciato a trovare i bozzetti: che esistessero si sapeva, ma finora non ne era saltato fuori nessuno”.
RomArtificio ha agito con passione ed impegno giornaliero avvertendo la responsabilità di affiancare e proteggere Sir Denis Mahon, così come devono essere protetti tutti i grandi uomini, che hanno forti passioni e sono capaci di mettersi in discussione fino ad ispirare le menti dei fortunati a loro vicini, per realizzare quanto dichiarato nel 2004: “vorrei che il quadro, per la prima volta, fosse mostrato proprio a Roma, dove è stato sicuramente dipinto”.
In oltre 30 mesi di lavoro, RomArtificio, con costanza e rigore, ha instaurato un rapporto di straordinaria fiducia con la Royal Collection, ed in particolare con Desmond Shawe-Taylor Esq, Sovrintendente dei quadri della Regina, che, riconoscendo il significato straordinario di questo progetto, ha scelto di concedere in prestito il capolavoro, ancora prima che si concludesse il restauro, a RomArtificio perché fosse presentato in anteprima mondiale a Roma, nello spazio del GATE – TerminiArt Gallery di eccezionale impatto mediatico e culturale, anziché Dusserdolf e Tokyo, per poi tornare a Buckingham Palace, esposto in una mostra alla Queen’s Gallery dal 30 marzo 2007 fino al gennaio 2008.
Questa mostra è la sintesi, straordinariamente fortunata, della capacità e del coraggio di perseguire un obiettivo così difficile, con l’unico intento di poter emozionare il pubblico, grazie alla visione di questi eccezionali capolavori, che sapranno meravigliare, stupire, scardinare i meccanismi dell’ovvietà.
Il restauro
Nell’avvincente racconto della “rinascita” dell’opera la “Chiamata dei Santi Pietro e Andrea” attraverso il restauro, Rupert Featherstone, Senior Painting Conservator della Royal Collection Trust, racconta di come il pesante strato di sporco e le vecchie aggiunte di superficie avessero reso opaca e alterata la tela.
Tuttavia, non appena iniziata la pulitura, fu immediatamente chiaro anche a Featherstone “che il dipinto fosse di una qualità di gran lunga superiore di quanto la gran parte di noi avesse fino ad allora creduto”. A questo punto sono state scoperte per la prima volta sulla superficie le incisioni che delineavano le sopracciglia del Cristo e più in basso la linea del naso.
“Pentimenti” e riprese “in corso d’opera” caratterizzano la tela della “Chiamata dei Santi Pietro e Andrea”; scrivono Marini e Mahon: le incisioni nella materia non del tutto rappresa costituiscono un altro, significativo, espediente della tecnica caravaggesca oltre al dettaglio molto interessante che la qualità del supporto adottato sia una pregiata e raffinata canapa.
I capolavori in mostra
Nell’ambito di questo appassionante percorso espositivo, il capolavoro non è solo il quadro dei Santi Pietro e Andrea, ma anche le altre eccezionali tele provenienti da collezioni italiane e straniere. Accanto, quindi, alla recente scoperta autografa del quadro della Regina, verranno esposti capolavori come il Cavadenti della Galleria Palatina di Palazzo Pitti e quadri meno visti sia per problemi logistici dei luoghi ove sono conservati sia perché in collezioni private e quindi non accessibili al grande pubblico. Al primo caso fanno riferimento le meravigliose tele siciliane della Resurrezione di Lazzaro e l’Adorazione dei pastori dal Museo Regionale di Messina (che permettono di analizzare il periodo tardo del maestro lombardo), normalmente poco visti anche perché prestati con difficoltà alle esposizioni, mentre delle collezioni private non accessibili fanno parte tele come il San Giovannino alla sorgente e il Sacrificio di Isacco della Collezione Barbara Piasecka Johnson.
La mostra “Caravaggio. Capolavori nelle collezioni private”, all’interno della quale verrà esposto il dipinto “ritrovato”, si terrà presso il GATE Termini Art Gallery a Roma dal 22 novembre 2006 al 31 gennaio 2007. L’esposizione, a cura di Sir Denis Mahon e Mina Gregori, sarà un’occasione unica ed irripetibile per studiosi e grande pubblico di poter ammirare “il più bel Caravaggio” (Horace Walpole). La realizzazione della mostra è a cura di RomArtificio.
Prestigioso il Comitato Scientifico composto da Sir Denis Mahon, Mina Gregori, Sergio Benedetti, Maurizio Marini, Claudio Strinati, Vittorio Sgarbi, Rossella Vodret, Alessandro Zuccari.
La Mostra nasce sotto l’Alto Patronato di Sua Maestà la Regina Elisabetta II d’Inghilterra e la Presidenza della Repubblica Italiana con il Patrocinio di Senato della Repubblica, Presidenza della Camera dei Deputati, Presidenza del Consiglio dei Ministri, Ministero per i Beni e le Attività Culturali, Ministero degli Affari Esteri, Ministero delle Comunicazioni, Regione Lazio - Presidenza, Assessorato Cultura, Spettacolo, Sport - Provincia di Roma – Assessorato alle Politiche Culturali, della Comunicazione e dei Sistemi Informativi - Comune di Roma - Assessorato alle Politiche Culturali, Assessorato all’Urbanistica -, Istituto Nazionale per il Commercio Estero, Associazione Bancaria Italiana.
L’opera la “Chiamata dei Santi Pietro e Andrea”
Era il 2004 quando il grande storico dell’arte Sir Denis Mahon concluse l’ultimo capitolo di una storia di vita a dir poco eccezionale: nei magazzini della Royal Gallery di Hampton Court era conservato il quadro di un seguace di Caravaggio raffigurante la “Chiamata dei Santi Pietro e Andrea”, ingiallito dalla vernice, sporco e poco leggibile. Ma lo straordinario occhio di Sir Denis seppe vedere qualcosa in più al di là degli ostacoli di lettura e, dopo aver fatto eseguire alcuni tasselli di pulitura, diede inizio a questa incredibile favola conclusasi con l’attribuzione al grande Caravaggio.
“Coperta da uno strato di nero per cui era impossibile fare una valutazione dell’autografia che oggi risulta invece indiscutibile”, spiega Maurizio Marini che ha avallato da subito la teoria di Sir Denis Mahon; entrambi in occasione della mostra hanno preparato un accurato e dotto saggio che illustra puntualmente i motivi per cui la “Chiamata dei Santi Pietro e Andrea” va ascritta alla mano di Caravaggio.
Sir Denis Mahon ha potuto contare sul supporto, la disponibilità e la competenza di RomArtificio perché questo percorso, spesso difficile, portasse definitivamente ad una serie di scoperte sensazionali: non c’è solo un capolavoro ritrovato ma al centro di questi studi c’è la continua verifica, insieme a RomArtificio, della teoria della ripetizione dei soggetti di Caravaggio: “perché ora conosciamo assai più sui modi con cui dipingeva; perché si capisce che ripeteva più volte il medesimo soggetto; perché abbiamo cominciato a trovare i bozzetti: che esistessero si sapeva, ma finora non ne era saltato fuori nessuno”.
RomArtificio ha agito con passione ed impegno giornaliero avvertendo la responsabilità di affiancare e proteggere Sir Denis Mahon, così come devono essere protetti tutti i grandi uomini, che hanno forti passioni e sono capaci di mettersi in discussione fino ad ispirare le menti dei fortunati a loro vicini, per realizzare quanto dichiarato nel 2004: “vorrei che il quadro, per la prima volta, fosse mostrato proprio a Roma, dove è stato sicuramente dipinto”.
In oltre 30 mesi di lavoro, RomArtificio, con costanza e rigore, ha instaurato un rapporto di straordinaria fiducia con la Royal Collection, ed in particolare con Desmond Shawe-Taylor Esq, Sovrintendente dei quadri della Regina, che, riconoscendo il significato straordinario di questo progetto, ha scelto di concedere in prestito il capolavoro, ancora prima che si concludesse il restauro, a RomArtificio perché fosse presentato in anteprima mondiale a Roma, nello spazio del GATE – TerminiArt Gallery di eccezionale impatto mediatico e culturale, anziché Dusserdolf e Tokyo, per poi tornare a Buckingham Palace, esposto in una mostra alla Queen’s Gallery dal 30 marzo 2007 fino al gennaio 2008.
Questa mostra è la sintesi, straordinariamente fortunata, della capacità e del coraggio di perseguire un obiettivo così difficile, con l’unico intento di poter emozionare il pubblico, grazie alla visione di questi eccezionali capolavori, che sapranno meravigliare, stupire, scardinare i meccanismi dell’ovvietà.
Il restauro
Nell’avvincente racconto della “rinascita” dell’opera la “Chiamata dei Santi Pietro e Andrea” attraverso il restauro, Rupert Featherstone, Senior Painting Conservator della Royal Collection Trust, racconta di come il pesante strato di sporco e le vecchie aggiunte di superficie avessero reso opaca e alterata la tela.
Tuttavia, non appena iniziata la pulitura, fu immediatamente chiaro anche a Featherstone “che il dipinto fosse di una qualità di gran lunga superiore di quanto la gran parte di noi avesse fino ad allora creduto”. A questo punto sono state scoperte per la prima volta sulla superficie le incisioni che delineavano le sopracciglia del Cristo e più in basso la linea del naso.
“Pentimenti” e riprese “in corso d’opera” caratterizzano la tela della “Chiamata dei Santi Pietro e Andrea”; scrivono Marini e Mahon: le incisioni nella materia non del tutto rappresa costituiscono un altro, significativo, espediente della tecnica caravaggesca oltre al dettaglio molto interessante che la qualità del supporto adottato sia una pregiata e raffinata canapa.
I capolavori in mostra
Nell’ambito di questo appassionante percorso espositivo, il capolavoro non è solo il quadro dei Santi Pietro e Andrea, ma anche le altre eccezionali tele provenienti da collezioni italiane e straniere. Accanto, quindi, alla recente scoperta autografa del quadro della Regina, verranno esposti capolavori come il Cavadenti della Galleria Palatina di Palazzo Pitti e quadri meno visti sia per problemi logistici dei luoghi ove sono conservati sia perché in collezioni private e quindi non accessibili al grande pubblico. Al primo caso fanno riferimento le meravigliose tele siciliane della Resurrezione di Lazzaro e l’Adorazione dei pastori dal Museo Regionale di Messina (che permettono di analizzare il periodo tardo del maestro lombardo), normalmente poco visti anche perché prestati con difficoltà alle esposizioni, mentre delle collezioni private non accessibili fanno parte tele come il San Giovannino alla sorgente e il Sacrificio di Isacco della Collezione Barbara Piasecka Johnson.
20
novembre 2006
Caravaggio – Capolavori nelle collezioni private
Dal 20 novembre 2006 al 04 marzo 2007
arte antica
Location
STAZIONE TERMINI
Roma, Piazza Dei Cinquecento, (Roma)
Roma, Piazza Dei Cinquecento, (Roma)
Biglietti
€ 8,00 intero; € 5,00 ridotto
Orario di apertura
tutti i giorni dalle 10 alle 20
Vernissage
20 Novembre 2006, ore 18.30
Ufficio stampa
NOVELLA MIRRI
Ufficio stampa
ROMARTIFICIO
Autore
Curatore