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Carbonio. Fucina 5
Quinto Festival di ricerca sulla scultura
Comunicato stampa
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Al carbonio, elemento della vita, era rivolto il mio primo sogno letterario, insistentemente sognato in un'ora e in un luogo nei quali la mia vita non valeva molto: ecco, volevo raccontare la storia di un atomo di carbonio.
Ma appunto per la fortuna di chi racconta il banco calcareo di cui questo atomo fa parte giace in superficie. Giace alla portata dell'uomo e del suo piccone (onore al piccone e ai suoi piu' moderni equivalenti: essi sono tutt'ora i piu' importanti intermediari nel millenario dialogo fra gli elementi e l'uomo).
Se comprendere vale farsi un'immagine, non ci faremo mai un'immagine di uno happening la cui scala e' il milionesimo di millimetro, il cui ritmo e' il milionesimo di secondo, ed i cui attori sono per loro essenza invisibili.
Ora il nostro atomo e' inserito: fa parte di una struttura, nel senso degli architetti; si e' imparentato e legato con cinque compagni, talmente identici a lui che solo la finzione del racconto mi permette di distinguerli. E' una bella struttura ad anello, un esagono quasi regolare, che pero' va soggetto a complicati scambi ed equilibri con l'acqua in cui sta sciolto; perche' ormai sta sciolto in acqua, anzi, nella linfa della vita, e questo, di stare sciolti, e' obbligo e privilegio di tutte le sostanza che sono destinate a (stavo per dire -desiderano-) trasformarsi.
Si puo' dimostrare che questa storia, del tutto arbitraria, e' tuttavia vera. Potrei raccontare innumerevoli storie diverse, e sarebbero tutte vere: tutte letteralmente vere, nella natura dei trapassi, nel loro ordine e nella loro data. Il numero degli atomi e' tanto grande che se ne troverebbe sempre uno la cui storia coincida con una qualsiasi storia inventata a capriccio.
Uno, quello che ci sta a cuore, varca la soglia intestinale ed entra nel torrente sanguigno: migra, bussa alla porta di una cellula nervosa, entra e soppianta un altro carbonio che ne faceva parte. Questa cellula appartiene a un cervello, e questo e' il mio cervello, di me che scrivo, e la cellula in questione, ed in essa l'atomo in questione, e' addetta al mio scrivere, in un gigantesco minuscolo gioco che nessuno ha ancora descritto. E' quella che in questo istante, fuori da un labirintico intreccio di si' e di no, fa si' che la mia mano corra in un certo cammino sulla carta, la segni di queste volute che sono segni; un doppio scatto, in su e in giu', fra due livelli d'energia guida questa mia mano ad imprimere sulla carta questo punto: questo.
Liberamente tratto da: Primo Levi, Il Sistema Periodico, Einaudi, Torino, 2005
Ma appunto per la fortuna di chi racconta il banco calcareo di cui questo atomo fa parte giace in superficie. Giace alla portata dell'uomo e del suo piccone (onore al piccone e ai suoi piu' moderni equivalenti: essi sono tutt'ora i piu' importanti intermediari nel millenario dialogo fra gli elementi e l'uomo).
Se comprendere vale farsi un'immagine, non ci faremo mai un'immagine di uno happening la cui scala e' il milionesimo di millimetro, il cui ritmo e' il milionesimo di secondo, ed i cui attori sono per loro essenza invisibili.
Ora il nostro atomo e' inserito: fa parte di una struttura, nel senso degli architetti; si e' imparentato e legato con cinque compagni, talmente identici a lui che solo la finzione del racconto mi permette di distinguerli. E' una bella struttura ad anello, un esagono quasi regolare, che pero' va soggetto a complicati scambi ed equilibri con l'acqua in cui sta sciolto; perche' ormai sta sciolto in acqua, anzi, nella linfa della vita, e questo, di stare sciolti, e' obbligo e privilegio di tutte le sostanza che sono destinate a (stavo per dire -desiderano-) trasformarsi.
Si puo' dimostrare che questa storia, del tutto arbitraria, e' tuttavia vera. Potrei raccontare innumerevoli storie diverse, e sarebbero tutte vere: tutte letteralmente vere, nella natura dei trapassi, nel loro ordine e nella loro data. Il numero degli atomi e' tanto grande che se ne troverebbe sempre uno la cui storia coincida con una qualsiasi storia inventata a capriccio.
Uno, quello che ci sta a cuore, varca la soglia intestinale ed entra nel torrente sanguigno: migra, bussa alla porta di una cellula nervosa, entra e soppianta un altro carbonio che ne faceva parte. Questa cellula appartiene a un cervello, e questo e' il mio cervello, di me che scrivo, e la cellula in questione, ed in essa l'atomo in questione, e' addetta al mio scrivere, in un gigantesco minuscolo gioco che nessuno ha ancora descritto. E' quella che in questo istante, fuori da un labirintico intreccio di si' e di no, fa si' che la mia mano corra in un certo cammino sulla carta, la segni di queste volute che sono segni; un doppio scatto, in su e in giu', fra due livelli d'energia guida questa mia mano ad imprimere sulla carta questo punto: questo.
Liberamente tratto da: Primo Levi, Il Sistema Periodico, Einaudi, Torino, 2005
02
agosto 2008
Carbonio. Fucina 5
Dal 02 agosto al 13 settembre 2008
arte contemporanea
Location
STUDI D’ARTE CAVE MICHELANGELO
Carrara, Via Piave, 32, (Massa-carrara)
Carrara, Via Piave, 32, (Massa-carrara)
Vernissage
2 Agosto 2008, ore 18
Autore
Curatore