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Carla Maria Maggi – L’artista ritrovata
A 12 anni dalla mostra a Palazzo Reale di Milano, l’opera di Carla Maria Maggi torna a essere esposta in un’antologica a Villa Borromeo d’Adda. Un’occasione per riscoprire la produzione di questa talentuosa pittrice attiva negli anni ’30 del ‘900 e per riflettere sulla condizione femminile nelle arti
Comunicato stampa
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Gli spazi espositivi di Villa Borromeo d’Adda di Arcore ospitano una nuova importante mostra. Dopo il successo di Donne, Racconti al femminile nella pittura dell’Ottocento e dei primi del Novecento, è la volta di Carla Maria Maggi, l’artista ritrovata, esposizione dedicata alla straordinaria figura di Carla Maria Maggi, pittrice degli anni Trenta dalla struggente (e profondamente simbolica) storia personale.
Carla Maria Maggi (1913-2004) ha dipinto solo pochissimi anni, prima di decidere di abbandonare la strada dell’arte, nonostante le sue opere rivelassero già un talento promettente. Come molte altre artiste del suo tempo, Carla Maria Maggi, figlia della buona società milanese degli anni Trenta, dopo il matrimonio ha dovuto mettere da parte il proprio talento pittorico e vestire i panni della moglie e madre perfetta, nei canoni del benpensantismo borghese del tempo. Prima di dimenticare il suo essere artista, però, la Maggi ci ha lasciato una serie straordinaria di opere che raccontano un’epoca, ritraendo con grande talento e raffinata sensibilità il mondo che lei frequentava. Allieva di Palanti, Carla Maria Maggi ottiene successi pubblici e privati con i suoi dipinti. La sua arte è piena espressione di un momento storico complesso e variegato, ancora in buona parte da riscoprire.
Carla Maria Maggi smise di dipingere per seguire le regole sociali alle quali il marito le chiedeva di sottomettersi; le sue opere vennero riscoperte da suo figlio, per caso, nascoste sotto una spessa coltre di coperte nel solaio della casa di campagna. Sensibile all’arte, il figlio Vittorio volle provare a fare luce sul passato della madre. Da allora si sono interessati all’opera della Maggi storici e critici d’arte quali Rossana Bossaglia, Vittorio Sgarbi e Elena Pontiggia. Le opere della Maggi sono state esposte a Milano, a Londra e, con straordinario successo al National Museum of Women in the Arts di Washington (dove La Sigaretta, capolavoro della pittrice è rimasta esposta, in prestito temporaneo, per qualche anno) e sono diventate motivo di riflessione e studio della condizione delle donne artiste fino a tempi molto recenti ma anche ragione di riscoperta della poco nota, ma interessantissima, pittura borghese della Milano degli anni Trenta.
Incaricata dagli eredi della pittrice, nel 2007 Simona Bartolena ha scritto un volume dedicato alla Maggi, pubblicato dalla casa editrice Skira. L’anno successivo Palazzo Reale di Milano ha ospitato una mostra, curata dalla Pontiggia con un contributo della stessa Bartolena, interamente dedicata all’opera della pittrice messa in relazione con gli altri grandi ritrattisti del suo tempo.
Il corpus dell’opera della Maggi è composto da una quarantina di opere, tutte di altissimo livello, che comprendono ritratti, nature morte e – cosa ben rara per una donna artista – nudi femminili ritratti dal vero. Pittrice di grande talento, Carla Maria Maggi ha rappresentato magistralmente nella sua opera la società che frequentava e rappresentava: da una parte il bel mondo dell’alta borghesia milanese, divisa tra la città e i luoghi di villeggiatura, dall’altra la bohème degli ambienti di Brera e della Scala, liberi e pieni di stimoli per chi, come lei, volevano vivere nell’arte.
Quella di Carla Maria Maggi, artista interrotta, è una storia che vale la pena di essere raccontata, tanto quanto la sua pittura è degna di essere osservata con attenzione.
A dodici anni dalla mostra a Palazzo Reale di Milano, dunque, l’opera della Maggi torna a essere esposta pubblicamente, in un evento d’eccezione curato da Simona Bartolena. Un’occasione imperdibile per scoprire una talentuosa pittrice, ma anche per riflettere sulla condizione femminile nelle arti fino a tempi molto recenti.
La mostra, realizzata con la collaborazione con gli eredi dell’artista, è raccontata attraverso il corpus pressoché completo delle opere della pittrice e mediante pannelli didattici che ne narrano la vicenda personale.
Per l’occasione sarà esposta anche una tela inedita, recentemente trovata in una collezione privata.
Il catalogo dell’esposizione sarà disponibile in mostra.
Italian Committee del National Museum of Women in the Arts di Washington
La fondatrice del NMWA, Wilhelmina Cole Holladay iniziò a collezionare arte insieme al marito Wallace F. Holladay negli anni ’60, quando storici dell’arte e ricercatori cominciavano a discutere la significativa minor presenza di donne artiste nei musei e nelle collezioni. Tra i primi ad applicare un simile approccio revisionista, per più di 20 anni si dedicarono a raccogliere arte delle donne, creando un museo che le rappresentasse in una collezione permanente, che è tutt’oggi il cuore del Museo di Washington DC. Con più di tremila opere realizzate dal Rinascimento a oggi, il NMWA è uno dei principali interlocutori privati nel circuito artistico americano e internazionale, unica istituzione al mondo dedicata al riconoscimento dell’opera delle artiste di ogni epoca e nazionalità attraverso l’esposizione, la conservazione, l’acquisizione dell’arte femminile, e che promuove al contempo la ricerca e la didattica in campo artistico. I comitati nazionali e internazionali del NMWA sono organizzazioni di volontariato che supportano gli obiettivi del NMWA nei loro rispettivi paesi, e permettono al NMWA di essere un’istituzione davvero globale. L’Associazione italiana Amici del National Museum of Women in the Arts è stata costituita a Milano nel 2004, grazie all’impegno del fondatore e primo presidente Vittorio Mosca, con lo scopo di sostenere la mission del NMWA sul territorio italiano: valorizzazione e promozione della creatività femminile, supporto formativo, comunicazione degli aspetti sinergici tra il National Museum of Women in the Arts e la realtà museale italiana.
Negli intenti dell’Associazione figurano iniziative di ricerca che mettano in luce i talenti femminili nell’ambito del patrimonio artistico, sia storico che contemporaneo, attraverso l’organizzazione di incontri d’arte, visite guidate a mostre ed esposizioni, conferenze, conversazioni con artiste, storici dell’arte e rappresentanti del mondo dello spettacolo e dell’editoria, ma anche serate conviviali all’insegna della creatività femminile.
Per promuovere e sostenere la formazione femminile nelle arti e nei mestieri d’arte, vi sono progetti di sostegno per le artiste, oltre alla comunicazione, tutela e conservazione della loro opera.
Carla Maria Maggi (1913-2004) ha dipinto solo pochissimi anni, prima di decidere di abbandonare la strada dell’arte, nonostante le sue opere rivelassero già un talento promettente. Come molte altre artiste del suo tempo, Carla Maria Maggi, figlia della buona società milanese degli anni Trenta, dopo il matrimonio ha dovuto mettere da parte il proprio talento pittorico e vestire i panni della moglie e madre perfetta, nei canoni del benpensantismo borghese del tempo. Prima di dimenticare il suo essere artista, però, la Maggi ci ha lasciato una serie straordinaria di opere che raccontano un’epoca, ritraendo con grande talento e raffinata sensibilità il mondo che lei frequentava. Allieva di Palanti, Carla Maria Maggi ottiene successi pubblici e privati con i suoi dipinti. La sua arte è piena espressione di un momento storico complesso e variegato, ancora in buona parte da riscoprire.
Carla Maria Maggi smise di dipingere per seguire le regole sociali alle quali il marito le chiedeva di sottomettersi; le sue opere vennero riscoperte da suo figlio, per caso, nascoste sotto una spessa coltre di coperte nel solaio della casa di campagna. Sensibile all’arte, il figlio Vittorio volle provare a fare luce sul passato della madre. Da allora si sono interessati all’opera della Maggi storici e critici d’arte quali Rossana Bossaglia, Vittorio Sgarbi e Elena Pontiggia. Le opere della Maggi sono state esposte a Milano, a Londra e, con straordinario successo al National Museum of Women in the Arts di Washington (dove La Sigaretta, capolavoro della pittrice è rimasta esposta, in prestito temporaneo, per qualche anno) e sono diventate motivo di riflessione e studio della condizione delle donne artiste fino a tempi molto recenti ma anche ragione di riscoperta della poco nota, ma interessantissima, pittura borghese della Milano degli anni Trenta.
Incaricata dagli eredi della pittrice, nel 2007 Simona Bartolena ha scritto un volume dedicato alla Maggi, pubblicato dalla casa editrice Skira. L’anno successivo Palazzo Reale di Milano ha ospitato una mostra, curata dalla Pontiggia con un contributo della stessa Bartolena, interamente dedicata all’opera della pittrice messa in relazione con gli altri grandi ritrattisti del suo tempo.
Il corpus dell’opera della Maggi è composto da una quarantina di opere, tutte di altissimo livello, che comprendono ritratti, nature morte e – cosa ben rara per una donna artista – nudi femminili ritratti dal vero. Pittrice di grande talento, Carla Maria Maggi ha rappresentato magistralmente nella sua opera la società che frequentava e rappresentava: da una parte il bel mondo dell’alta borghesia milanese, divisa tra la città e i luoghi di villeggiatura, dall’altra la bohème degli ambienti di Brera e della Scala, liberi e pieni di stimoli per chi, come lei, volevano vivere nell’arte.
Quella di Carla Maria Maggi, artista interrotta, è una storia che vale la pena di essere raccontata, tanto quanto la sua pittura è degna di essere osservata con attenzione.
A dodici anni dalla mostra a Palazzo Reale di Milano, dunque, l’opera della Maggi torna a essere esposta pubblicamente, in un evento d’eccezione curato da Simona Bartolena. Un’occasione imperdibile per scoprire una talentuosa pittrice, ma anche per riflettere sulla condizione femminile nelle arti fino a tempi molto recenti.
La mostra, realizzata con la collaborazione con gli eredi dell’artista, è raccontata attraverso il corpus pressoché completo delle opere della pittrice e mediante pannelli didattici che ne narrano la vicenda personale.
Per l’occasione sarà esposta anche una tela inedita, recentemente trovata in una collezione privata.
Il catalogo dell’esposizione sarà disponibile in mostra.
Italian Committee del National Museum of Women in the Arts di Washington
La fondatrice del NMWA, Wilhelmina Cole Holladay iniziò a collezionare arte insieme al marito Wallace F. Holladay negli anni ’60, quando storici dell’arte e ricercatori cominciavano a discutere la significativa minor presenza di donne artiste nei musei e nelle collezioni. Tra i primi ad applicare un simile approccio revisionista, per più di 20 anni si dedicarono a raccogliere arte delle donne, creando un museo che le rappresentasse in una collezione permanente, che è tutt’oggi il cuore del Museo di Washington DC. Con più di tremila opere realizzate dal Rinascimento a oggi, il NMWA è uno dei principali interlocutori privati nel circuito artistico americano e internazionale, unica istituzione al mondo dedicata al riconoscimento dell’opera delle artiste di ogni epoca e nazionalità attraverso l’esposizione, la conservazione, l’acquisizione dell’arte femminile, e che promuove al contempo la ricerca e la didattica in campo artistico. I comitati nazionali e internazionali del NMWA sono organizzazioni di volontariato che supportano gli obiettivi del NMWA nei loro rispettivi paesi, e permettono al NMWA di essere un’istituzione davvero globale. L’Associazione italiana Amici del National Museum of Women in the Arts è stata costituita a Milano nel 2004, grazie all’impegno del fondatore e primo presidente Vittorio Mosca, con lo scopo di sostenere la mission del NMWA sul territorio italiano: valorizzazione e promozione della creatività femminile, supporto formativo, comunicazione degli aspetti sinergici tra il National Museum of Women in the Arts e la realtà museale italiana.
Negli intenti dell’Associazione figurano iniziative di ricerca che mettano in luce i talenti femminili nell’ambito del patrimonio artistico, sia storico che contemporaneo, attraverso l’organizzazione di incontri d’arte, visite guidate a mostre ed esposizioni, conferenze, conversazioni con artiste, storici dell’arte e rappresentanti del mondo dello spettacolo e dell’editoria, ma anche serate conviviali all’insegna della creatività femminile.
Per promuovere e sostenere la formazione femminile nelle arti e nei mestieri d’arte, vi sono progetti di sostegno per le artiste, oltre alla comunicazione, tutela e conservazione della loro opera.
30
maggio 2020
Carla Maria Maggi – L’artista ritrovata
Dal 30 maggio al 26 luglio 2020
arte moderna e contemporanea
Location
VILLA BORROMEO D’ADDA
Arcore, Largo Vincenzo Vela, (Monza E Brianza)
Arcore, Largo Vincenzo Vela, (Monza E Brianza)
Biglietti
ingresso intero: € 7,00
Orario di apertura
La mostra aprirà sabato 14 marzo, a partire dalle ore 15.00, senza inaugurazione al pubblico, e si potrà visitare fino al 3 maggio 2020.
Nel rispetto dell'ordinanza della Regione Lombardia sulle norme di contenimento del Coronavirus, da sabato 14 marzo sarà aperta solo il sabato e la domenica, dalle ore 15.00 alle ore 18.30
Vernissage
30 Maggio 2020, no
Sito web
Ufficio stampa
Sara Zolla | Ufficio stampa e comunicazione
Autore
Curatore
Produzione organizzazione
Patrocini