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Carla Sanguineti – Donne di Terra, d’Acqua e di Vento
Mostra Personale di Carla Sanguineti a cura di Claudio Ruggieri Pintapiuma (Galleria Pinta) presso Galata – Museo del Mare. Interventi critici di Maria Paola Profumo (Presidente del MU.MA), Giovanna Rotondi Terminiello, Chiara Cardini, Ivan Fassio, Claudio Ruggieri.
Comunicato stampa
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Inaugura venerdì 20 novembre alle 17 la Mostra Personale “Donne di Terra, Acqua e Vento” di Carla Sanguineti a cura di Claudio Ruggieri Pintapiuma (Galleria Pinta) presso Galata – Museo del Mare. Interventi critici di Maria Paola Profumo (Presidente del MU.MA), Giovanna Rotondi Terminiello, Chiara Cardini, Claudio Ruggieri, Ivan Fassio. Canale Arte presenta qui un testo critico dedicato all’artista ligure
Nostalgia dei Sensi. L’Arte di Carla Sanguineti
Testo critico creativo per la mostra Donne di Terra, Acqua, Vento
La strada della memoria collettiva è lastricata di nostalgia, più di qualsiasi esistenza individuale. Ci appare come una contraddizione il fatto che noi la frequentiamo spontaneamente, continuamente. Siamo spaesati quando comprendiamo che questo non è un percorso facoltativo piuttosto che obbligato, ma un’effettiva parte di noi. Sul cammino, attingiamo immagini e strutture che già ci appartengono. Eccole: basta sporgersi ai bordi del sentiero, chinarsi su una pozzanghera, sostare sotto un pergolato o semplicemente procedere con gli occhi rivolti al cielo. Dove passa il maestrale, sulla mulattiera che sale al santuario, crescono fiori immortali e una donna sola canta la propria malinconia. È a partire da qui che la vegetazione riveste i nostri simboli nello stesso modo in cui le foglie d’acanto ornano il capitello corinzio. La decorazione ricompone l’elemento femminile necessario e, tuttavia, occultato. Tutto ciò che rivediamo rappresenta ciò che abbiamo perso da accecati. Perché non è possibile ricostruire la stratigrafia di questo sogno, ma soltanto avvertirne escrescenze residue in superficie? Il problema è racchiuso alla radice della nostra storia, nell’abitudine che ci ha battuti come ferro, forgiati paradossalmente a freddo. Teorie di simulazioni, come tante schiere di convenzioni e consuetudini, hanno nascosto o adombrato il nostro sentire nelle sue innumerevoli sfumature. Per tornare indietro, alla natura, non è sufficiente guardarsi allo specchio: troveremmo la nostra effigie impigliata nelle precedenti, a creare forme, spire su spire, astratte composizioni. Gli elementi devono essere interrogati, plasmati e, finalmente, riconosciuti: le acque e le rocce, la pioggia e i fulmini, il sole e la luna. Affinché ciò che indichiamo col dito possa essere materia e nutrimento per i nostri cinque sensi e non soltanto per l’intelletto…
Carla Sanguineti ha scelto questo terreno impervio, in salita. La sua esperienza si traspone sui supporti che seleziona come l’infinito resoconto di un unico viaggio: risposta senza domanda, in cui la scienza, la geografia e le tradizioni entrano ed escono arbitrariamente dall’estetica, a creare un inedito linguaggio: auscultazione lenta dei battiti del mondo.
(Ivan Fassio)
Vengono riproposte al Galata Museo del Mare opere di Carla Sanguineti sulla Dea di terra nera di Oropa, un ciclo del 2000 a cura di Angela Vettese, esposto anche a Villa Croce a Genova nel 2002 e alla Galleria San Fedele di Milano; sulla Dea del mare che accorre e soccorre nelle Cinque Terre in Liguria; sulla Vergine che il vento solleva dalle acque verso il cielo, come nelle sculture di Filippo Parodi e di Pierre Puget citate nello specchio Donne d’acqua e di vento del 2008 da cui il titolo alla mostra. Una serie di opere recenti, Aleph, cerca il corpo della madre in frammenti di visioni che affiorano dall’inconscio e traspaiono negli specchi, squarci su pienezza di gioia o lacerazioni che sono all’origine dell’arte e della letteratura.
Gli ultimi lavori di Carla Sanguineti sono ritratti di donne associate con il sole, la luna, l’acqua e il vento, immagini tratte dall’archivio della memoria e proposte quasi giocosamente, come le ultime piccole sculture, o l’autoritratto di se stessa percorsa dai fiumi (della storia – il Danubio- e dell’infanzia – il Ventarola dell’Appennino ligure) o la favola dedicata a Borgo Incrociati. Sono infine consultabili cataloghi e alcune sue opere di scrittura nate contestualmente e quasi trasposizione in parole dell’attività figurativa.
Scriveva Germano Beringheli “La riflessione lunga di Carla Sanguineti sugli specchi ci rimanda a Cassirer, alla filosofia delle forme simboliche e al pensiero mitico”: era il 1992, anno della sua prima personale a Genova, a Santa Maria di Castello e Giovanna Rotondi Terminiello, che ne aveva scoperto l’attività e organizzato la mostra, presentava i suoi specchi come “mezzi per scoprire una volontà occulta che trascende le apparenze”.
Per informazioni sulla mostra di Carla Sanguineti
Galleria d’arte Pinta, Borgo Incrociati 99/101 R, Genova
Cell. Direttore Claudio Ruggeri 3393674930
Ufficio stampa Galata Museo del Mare
Eleonora Errico
Tel. 0102345322
stampa@costaedutainment.it
http://www.muma.genova.it/
Nostalgia dei Sensi. L’Arte di Carla Sanguineti
Testo critico creativo per la mostra Donne di Terra, Acqua, Vento
La strada della memoria collettiva è lastricata di nostalgia, più di qualsiasi esistenza individuale. Ci appare come una contraddizione il fatto che noi la frequentiamo spontaneamente, continuamente. Siamo spaesati quando comprendiamo che questo non è un percorso facoltativo piuttosto che obbligato, ma un’effettiva parte di noi. Sul cammino, attingiamo immagini e strutture che già ci appartengono. Eccole: basta sporgersi ai bordi del sentiero, chinarsi su una pozzanghera, sostare sotto un pergolato o semplicemente procedere con gli occhi rivolti al cielo. Dove passa il maestrale, sulla mulattiera che sale al santuario, crescono fiori immortali e una donna sola canta la propria malinconia. È a partire da qui che la vegetazione riveste i nostri simboli nello stesso modo in cui le foglie d’acanto ornano il capitello corinzio. La decorazione ricompone l’elemento femminile necessario e, tuttavia, occultato. Tutto ciò che rivediamo rappresenta ciò che abbiamo perso da accecati. Perché non è possibile ricostruire la stratigrafia di questo sogno, ma soltanto avvertirne escrescenze residue in superficie? Il problema è racchiuso alla radice della nostra storia, nell’abitudine che ci ha battuti come ferro, forgiati paradossalmente a freddo. Teorie di simulazioni, come tante schiere di convenzioni e consuetudini, hanno nascosto o adombrato il nostro sentire nelle sue innumerevoli sfumature. Per tornare indietro, alla natura, non è sufficiente guardarsi allo specchio: troveremmo la nostra effigie impigliata nelle precedenti, a creare forme, spire su spire, astratte composizioni. Gli elementi devono essere interrogati, plasmati e, finalmente, riconosciuti: le acque e le rocce, la pioggia e i fulmini, il sole e la luna. Affinché ciò che indichiamo col dito possa essere materia e nutrimento per i nostri cinque sensi e non soltanto per l’intelletto…
Carla Sanguineti ha scelto questo terreno impervio, in salita. La sua esperienza si traspone sui supporti che seleziona come l’infinito resoconto di un unico viaggio: risposta senza domanda, in cui la scienza, la geografia e le tradizioni entrano ed escono arbitrariamente dall’estetica, a creare un inedito linguaggio: auscultazione lenta dei battiti del mondo.
(Ivan Fassio)
Vengono riproposte al Galata Museo del Mare opere di Carla Sanguineti sulla Dea di terra nera di Oropa, un ciclo del 2000 a cura di Angela Vettese, esposto anche a Villa Croce a Genova nel 2002 e alla Galleria San Fedele di Milano; sulla Dea del mare che accorre e soccorre nelle Cinque Terre in Liguria; sulla Vergine che il vento solleva dalle acque verso il cielo, come nelle sculture di Filippo Parodi e di Pierre Puget citate nello specchio Donne d’acqua e di vento del 2008 da cui il titolo alla mostra. Una serie di opere recenti, Aleph, cerca il corpo della madre in frammenti di visioni che affiorano dall’inconscio e traspaiono negli specchi, squarci su pienezza di gioia o lacerazioni che sono all’origine dell’arte e della letteratura.
Gli ultimi lavori di Carla Sanguineti sono ritratti di donne associate con il sole, la luna, l’acqua e il vento, immagini tratte dall’archivio della memoria e proposte quasi giocosamente, come le ultime piccole sculture, o l’autoritratto di se stessa percorsa dai fiumi (della storia – il Danubio- e dell’infanzia – il Ventarola dell’Appennino ligure) o la favola dedicata a Borgo Incrociati. Sono infine consultabili cataloghi e alcune sue opere di scrittura nate contestualmente e quasi trasposizione in parole dell’attività figurativa.
Scriveva Germano Beringheli “La riflessione lunga di Carla Sanguineti sugli specchi ci rimanda a Cassirer, alla filosofia delle forme simboliche e al pensiero mitico”: era il 1992, anno della sua prima personale a Genova, a Santa Maria di Castello e Giovanna Rotondi Terminiello, che ne aveva scoperto l’attività e organizzato la mostra, presentava i suoi specchi come “mezzi per scoprire una volontà occulta che trascende le apparenze”.
Per informazioni sulla mostra di Carla Sanguineti
Galleria d’arte Pinta, Borgo Incrociati 99/101 R, Genova
Cell. Direttore Claudio Ruggeri 3393674930
Ufficio stampa Galata Museo del Mare
Eleonora Errico
Tel. 0102345322
stampa@costaedutainment.it
http://www.muma.genova.it/
20
novembre 2015
Carla Sanguineti – Donne di Terra, d’Acqua e di Vento
Dal 20 novembre al 13 dicembre 2015
arte contemporanea
disegno e grafica
disegno e grafica
Location
GALATA MUSEO DEL MARE
Genova, Calata De Mari, 1, (Genova)
Genova, Calata De Mari, 1, (Genova)
Orario di apertura
dal martedì al venerdì dalle 10 alle 18.30; sabato, domenica e festivi dalle 10 alle 19.30.
Vernissage
20 Novembre 2015, ore 17.00
Autore
Curatore