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Carlo Braschi – Un fiore… per sempre
In occasione delle festività del Giugno sangiovannese, il Fotoclub Il Palazzaccio propone la personale di Carlo Braschi, un’installazione collocata sotto il loggiato di Palazzo d’Arnolfo ed una presentazione dei lavori più recenti del fotografo valdarnese
Comunicato stampa
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In occasione delle festività del Giugno sangiovannese, il Fotoclub Il Palazzaccio propone la personale di Carlo Braschi, un’installazione collocata sotto il loggiato di Palazzo d’Arnolfo ed una presentazione dei lavori più recenti del fotografo valdarnese.
Carlo Braschi, fotografo artista, come lo ha chiamato Ando Gilardi, lavora da anni con la polaroid, mezzo con il quale può permettersi di esaltare una caratteristica tipicamente legata all’immagine fotografica: l’istantanea. Nel caso di Carlo, forse, sarebbe più opportuno parlare di “immediatezza della visione”, spostando l’accento sul ruolo del fotografo e, al contempo, sul procedimento utilizzato. Le sue immagini ricordano gli esperimenti pionieristici dell’Ottocento ed affrontano una problematica ampiamente discussa, se la fotografia possa considerarsi registrazione della realtà o, forse, un strumento attraverso il quale il fotografo restituisce la sua visione - illusione del mondo. Carlo ha chiamato questi scatti Polagrammi, cercando di accostarsi alla sintesi tipica della grafica orientale ed ha scelto di fissare lo sguardo sulla natura, avvicinandosi ad essa secondo i precetti dello Zen. Le sue immagini, così, non risultano “fedeli” alla realtà, se mai questo termine possa utilizzarsi per una fotografia, ma piuttosto si dissolvono pian piano; la precisione e la rivelazione fotografica vengono meno per concedere spazio allo sguardo e alla combinazione chimica del procedimento utilizzato. I tulipani e gli iris, esposti in questa occasione, divengono macchie di colore, i contorni si slabbrano e si dissolvono nella luminosità dello sfondo; sono immagini sognanti, o forse cercano di restituire quella infinità del mondo che inutilmente cerchiamo di raggiungere in uno scatto? Paradossalmente Carlo, giocando con l’immediatezza della visione, sottolinea la finitezza umana e la sua difficoltà di porsi di fronte al mondo: è nel Fiore che stanno tutti i fiori.
Carlo Braschi, fotografo ed ingegnere, lavora da molti anni con la polaroid. Ha esposto in numerose mostre, personali e collettive. I Polagrammi sono stati mostrati al pubblico per la prima volta nell’esposizione Foiano Fotografia 2001 – Il corpo lo spazio; successivamente le immagini sono state ingrandite digitalmente ed esposte in una personale presso il Caffè Giubbe Rosse di Firenze (2006). Papaveri è stato premiato con una menzione onorevole al PItaPA-2005 (edizione italiana del premio Polaroid International Photograpy Awards).
(P. Bertoncini)
Carlo Braschi, fotografo artista, come lo ha chiamato Ando Gilardi, lavora da anni con la polaroid, mezzo con il quale può permettersi di esaltare una caratteristica tipicamente legata all’immagine fotografica: l’istantanea. Nel caso di Carlo, forse, sarebbe più opportuno parlare di “immediatezza della visione”, spostando l’accento sul ruolo del fotografo e, al contempo, sul procedimento utilizzato. Le sue immagini ricordano gli esperimenti pionieristici dell’Ottocento ed affrontano una problematica ampiamente discussa, se la fotografia possa considerarsi registrazione della realtà o, forse, un strumento attraverso il quale il fotografo restituisce la sua visione - illusione del mondo. Carlo ha chiamato questi scatti Polagrammi, cercando di accostarsi alla sintesi tipica della grafica orientale ed ha scelto di fissare lo sguardo sulla natura, avvicinandosi ad essa secondo i precetti dello Zen. Le sue immagini, così, non risultano “fedeli” alla realtà, se mai questo termine possa utilizzarsi per una fotografia, ma piuttosto si dissolvono pian piano; la precisione e la rivelazione fotografica vengono meno per concedere spazio allo sguardo e alla combinazione chimica del procedimento utilizzato. I tulipani e gli iris, esposti in questa occasione, divengono macchie di colore, i contorni si slabbrano e si dissolvono nella luminosità dello sfondo; sono immagini sognanti, o forse cercano di restituire quella infinità del mondo che inutilmente cerchiamo di raggiungere in uno scatto? Paradossalmente Carlo, giocando con l’immediatezza della visione, sottolinea la finitezza umana e la sua difficoltà di porsi di fronte al mondo: è nel Fiore che stanno tutti i fiori.
Carlo Braschi, fotografo ed ingegnere, lavora da molti anni con la polaroid. Ha esposto in numerose mostre, personali e collettive. I Polagrammi sono stati mostrati al pubblico per la prima volta nell’esposizione Foiano Fotografia 2001 – Il corpo lo spazio; successivamente le immagini sono state ingrandite digitalmente ed esposte in una personale presso il Caffè Giubbe Rosse di Firenze (2006). Papaveri è stato premiato con una menzione onorevole al PItaPA-2005 (edizione italiana del premio Polaroid International Photograpy Awards).
(P. Bertoncini)
23
giugno 2007
Carlo Braschi – Un fiore… per sempre
Dal 23 al 30 giugno 2007
arte contemporanea
Location
PALAZZO D’ARNOLFO
San Giovanni Valdarno, Corso Italia, 83, (Arezzo)
San Giovanni Valdarno, Corso Italia, 83, (Arezzo)
Vernissage
23 Giugno 2007, ore 21
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