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Carlo Carrà – Studi per gli affreschi del Palazzo di Giustizia
La Banca Popolare di Milano e il Comune di Milano – Assessorato Cultura e Musei presentano la mostra Carlo Carrà. Studi per gli affreschi del Palazzo di Giustizia, secondo appuntamento di “La banca e i tesori dei Musei Civici del Comune di Milano”.
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Il ciclo di mostre, inaugurato lo scorso febbraio con l’esposizione dedicata a Cesare Andreoni, ha la finalità di far conoscere al pubblico milanese le più importanti donazioni di
> collezionisti
> e artisti del Novecento alle Civiche Raccolte d'Arte. Nella sede
> centrale
> della Banca Popolare di Milano, in piazza F. Meda 4, sono esposti i
> cartoni
> preparati da Carlo Carrà durante la realizzazione di due affreschi
> nelle
> aule del Palazzo di Giustizia di Milano nel 1938 e un buon numero di
> studi,
> schizzi e bozzetti illustranti il processo creativo che ha portato
> alla
> nascita delle opere stesse. In occasione della mostra la Banca Popolare
> di
> Milano ha finanziato il restauro dei cartoni di proprietà del Comune.
> I
> cartoni oggetto di questa esposizione sono stati preparati da Carlo
> Carrà
> per la commissione degli affreschi eseguiti nel Palazzo di Giustizia
> di
> Milano tra il 1938 e il 1939. Per una trasposizione più fedele delle
> figure
> sulla parete Carrà le ricalca con carta da lucido che appoggia
> direttamente
> sul muro e, seguendo la tecnica dello spolvero, esegue dei fori
> sulla
> carta, passa la polvere di carboncino lasciando così la
> traccia
> sull’intonaco fresco. I cartoni sono così intatti e lo stesso artista
> li
> considera opere autonome quando, dopo la guerra, li incolla su una
> tela
> leggera e li incornicia.
> La storia degli affreschi. Marcello Piacentini convoca nel 1936 i
> maggiori
> artisti del tempo, affidando a ognuno la decorazione di un’aula del
> Palazzo
> di Giustizia. Ambizione dell’architetto romano è far rivivere un
> cantiere
> in grado di rinnovare la grandezza dell’arte italiana nel
> complesso
> rapporto tra architettura, scultura e pittura. A fianco di
> bassorilievi,
> mosaici e tele, Carrà decide di partecipare con due prove ad affresco:
> Il
> Giudizio Universale e Giustiniano libera lo schiavo. Il compito non
> è
> facile. Anche se Carlo Carrà nasce come decoratore di interni, non
> sono
> molte le occasioni in cui riesce a sperimentare la tecnica ad
> affresco.
> Unico episodio noto è la realizzazione temporanea per la V Triennale
> di
> Milano del 1933, stesso anno in cui l’artista firma il Manifesto
> della
> pittura murale. L’incarico a Palazzo di Giustizia rappresenta
> per
> l’attività di Carrà un momento importante proprio per la
> destinazione
> dell’opera: si tratta di una commissione pubblica e permanente. La
> scelta
> del tema porta l’artista a compiere diversi studi intorno all’idea
> di
> Giustizia, divina e terrena, fino alla definizione dei due soggetti.
> Nel
> 1966, alla morte dell’artista, gli eredi decisero di donare sette
> dei
> tredici cartoni superstiti alle Civiche Raccolte d’Arte di Milano,
> come
> testimonianza del lungo e proficuo rapporto tra Carlo Carrà e la città.
> collezionisti
> e artisti del Novecento alle Civiche Raccolte d'Arte. Nella sede
> centrale
> della Banca Popolare di Milano, in piazza F. Meda 4, sono esposti i
> cartoni
> preparati da Carlo Carrà durante la realizzazione di due affreschi
> nelle
> aule del Palazzo di Giustizia di Milano nel 1938 e un buon numero di
> studi,
> schizzi e bozzetti illustranti il processo creativo che ha portato
> alla
> nascita delle opere stesse. In occasione della mostra la Banca Popolare
> di
> Milano ha finanziato il restauro dei cartoni di proprietà del Comune.
> I
> cartoni oggetto di questa esposizione sono stati preparati da Carlo
> Carrà
> per la commissione degli affreschi eseguiti nel Palazzo di Giustizia
> di
> Milano tra il 1938 e il 1939. Per una trasposizione più fedele delle
> figure
> sulla parete Carrà le ricalca con carta da lucido che appoggia
> direttamente
> sul muro e, seguendo la tecnica dello spolvero, esegue dei fori
> sulla
> carta, passa la polvere di carboncino lasciando così la
> traccia
> sull’intonaco fresco. I cartoni sono così intatti e lo stesso artista
> li
> considera opere autonome quando, dopo la guerra, li incolla su una
> tela
> leggera e li incornicia.
> La storia degli affreschi. Marcello Piacentini convoca nel 1936 i
> maggiori
> artisti del tempo, affidando a ognuno la decorazione di un’aula del
> Palazzo
> di Giustizia. Ambizione dell’architetto romano è far rivivere un
> cantiere
> in grado di rinnovare la grandezza dell’arte italiana nel
> complesso
> rapporto tra architettura, scultura e pittura. A fianco di
> bassorilievi,
> mosaici e tele, Carrà decide di partecipare con due prove ad affresco:
> Il
> Giudizio Universale e Giustiniano libera lo schiavo. Il compito non
> è
> facile. Anche se Carlo Carrà nasce come decoratore di interni, non
> sono
> molte le occasioni in cui riesce a sperimentare la tecnica ad
> affresco.
> Unico episodio noto è la realizzazione temporanea per la V Triennale
> di
> Milano del 1933, stesso anno in cui l’artista firma il Manifesto
> della
> pittura murale. L’incarico a Palazzo di Giustizia rappresenta
> per
> l’attività di Carrà un momento importante proprio per la
> destinazione
> dell’opera: si tratta di una commissione pubblica e permanente. La
> scelta
> del tema porta l’artista a compiere diversi studi intorno all’idea
> di
> Giustizia, divina e terrena, fino alla definizione dei due soggetti.
> Nel
> 1966, alla morte dell’artista, gli eredi decisero di donare sette
> dei
> tredici cartoni superstiti alle Civiche Raccolte d’Arte di Milano,
> come
> testimonianza del lungo e proficuo rapporto tra Carlo Carrà e la città.
01
ottobre 2004
Carlo Carrà – Studi per gli affreschi del Palazzo di Giustizia
Dal primo ottobre al primo novembre 2004
arte contemporanea
Location
BANCA POPOLARE DI MILANO
Milano, Via San Paolo, 12, (Milano)
Milano, Via San Paolo, 12, (Milano)
Vernissage
1 Ottobre 2004, ore 11.30
Ufficio stampa
COMUNE DI MILANO
Autore