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Carlo Cego / Giorgio Griffa – Il segno e la luce
La Costantini Art Gallery inaugura la stagione espositiva del 2013 con una bipersonale dedicata alla ricerca tecnico-pittorica dell’Arte Astratta, selezionando due esponenti del panorama italiano, apparentemente e stilisticamente similari, ma con caratteristiche concettuali completamente diverse.
Comunicato stampa
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La Costantini Art Gallery inaugura la stagione espositiva del 2013 con una bipersonale dedicata alla ricerca tecnico-pittorica dell’Arte Astratta, selezionando due esponenti del panorama italiano, apparentemente e stilisticamente similari, ma con caratteristiche concettuali completamente diverse.
L’aspetto minimale, unisce e caratterizza le opere di Carlo Cego e Giorgio Griffa, ma i lavori dei due autori si discostano per interpretazione e ricerca artistica. I due artisti fanno parte di quella generazione di Astrattisti Italiani che hanno cercato d’unire ai rigori dell’astrazione geometrica, una segreta essenza poetica o concettuale, le opere di Carlo Cego, infatti, sono contestualizzate al luogo in cui sono state concepite e create; mentre per Giorgio Griffa, la sintassi gestuale del segno è sinonimo di rigore mentale imposto alla libertà grafica.
In esposizione solo opere degli anni ‘80 di Carlo Cego, tipiche per la sua ricerca sulla rifrazione prismatica della luce, in cui la pulizia del segno diviene un'unica linea di colore e dove si evince l’approfondito studio che l’autore ha eseguito sulle Compenetrazioni Iridiscenti di Giacomo Balla e sulle opere di Adolf Richard Fleischmann.
Nelle opere di Giorgio Griffa il segno è equilibrio, volume, piano e colore, in una ricerca basata sul recupero dell’essenzialità e soprattutto sul recupero ancestrale della scrittura, dove forma e colore divengono espressione del pensiero meditato dell’artista. La perfetta sinergia fra supporto e segno, rendono le opere di Giorgio Griffa libere da ogni contestualizzazione, permettendo così di poter completare quella ricerca sull’origine della grafia.
L’aspetto minimale, unisce e caratterizza le opere di Carlo Cego e Giorgio Griffa, ma i lavori dei due autori si discostano per interpretazione e ricerca artistica. I due artisti fanno parte di quella generazione di Astrattisti Italiani che hanno cercato d’unire ai rigori dell’astrazione geometrica, una segreta essenza poetica o concettuale, le opere di Carlo Cego, infatti, sono contestualizzate al luogo in cui sono state concepite e create; mentre per Giorgio Griffa, la sintassi gestuale del segno è sinonimo di rigore mentale imposto alla libertà grafica.
In esposizione solo opere degli anni ‘80 di Carlo Cego, tipiche per la sua ricerca sulla rifrazione prismatica della luce, in cui la pulizia del segno diviene un'unica linea di colore e dove si evince l’approfondito studio che l’autore ha eseguito sulle Compenetrazioni Iridiscenti di Giacomo Balla e sulle opere di Adolf Richard Fleischmann.
Nelle opere di Giorgio Griffa il segno è equilibrio, volume, piano e colore, in una ricerca basata sul recupero dell’essenzialità e soprattutto sul recupero ancestrale della scrittura, dove forma e colore divengono espressione del pensiero meditato dell’artista. La perfetta sinergia fra supporto e segno, rendono le opere di Giorgio Griffa libere da ogni contestualizzazione, permettendo così di poter completare quella ricerca sull’origine della grafia.
13
febbraio 2013
Carlo Cego / Giorgio Griffa – Il segno e la luce
Dal 13 febbraio al 16 marzo 2013
arte moderna e contemporanea
Location
COSTANTINI ART GALLERY
Milano, Via Crema, 8, (Milano)
Milano, Via Crema, 8, (Milano)
Orario di apertura
10,00 - 12,30; 15,30 - 19,30; chiuso lunedì mattina e festivi
Vernissage
13 Febbraio 2013, ore 18.00
Autore