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Carlo Dell’Amico – Superfici in tensione
Il percorso espositivo si articola attraverso una selezione di opere su tela dalla meta’ degli anni Ottanta alla meta’ degli anni Novanta.
Comunicato stampa
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La personale Superfici in Tensione dell’artista Carlo Dell’Amico a cura di Lorenzo Fiorucci, inaugura sabato 16 settembre alle ore 18.00 presso Km0, Innsbruck.
Il percorso espositivo si articola attraverso una selezione di 10 opere, concentrando l’attenzione su quelle che vanno dalla metà anni ’80 al ’90 – questi i modelli che rimarranno lungo il percorso dell’artista sospesi nella dimensione potenziale ma ciclicamente presenti nella ricerca e nelle istallazioni recenti.
L’ente geometrico che delimita i corpi nelle SUPERFICI e la TENSIONE predisponente al raggiungimento di un fine per l’artista, sono atti combinatori in cui l’ora della conoscibilità deve diventare una “soglia”, il luogo di un esperienza immaginale tra sonno e veglia. Tali superfici dispiegano un alfabeto che ricompone le icone di un nuovo sentimento spirituale, dove si sovrappone percezione ottica e visione metafisica cogliendo spunti anticlassici legati all’antropologia centro-italica. Fra i temi di maggior rilievo di Dell’Amico sono queste architetture o strutture anonime e silenziose evocate attraverso elementi compositi di tele sagomate, dipinte con ossidi e terre. L’enigma del loro divenire e la geometria che le definisce, sostengono la visione di “stanze”, ricavate dall’osservazione in particolari con prospettive degli ipogei etruschi, matrici ma anche modulo formale generatore di spazio. Ad evidenziare il segnale simbolico di tipo misterico è il ricorrente contorno di una piramide schiacciata, sulla quale si sovrappongono le travature dei soffitti – ripetute una dietro l’altra come onde di energia solidificata nella materia. Con queste opere l’artista ci riconsegna l’antico spazio del mito, una narrazione dentro ad un percorso tipico, in cui il concetto di soglia è costantemente destituito e la messa in crisi del reale poggia sulla domanda radicale che è la pluralità frammentaria del mondo, un alternarsi tra opera e senso latente.
La mostra è accompagnata da un catalogo in Italiano e Inglese con testi critici, una cronologia illustrata e un ricco apparato di immagini.
Carlo Dell’Amico nasce a Perugia nel 1954, ha sempre elaborato un complesso universo di segni e simboli, nel quale la presenza ricorrente di frammenti o reperti concorrono alla ricerca di un senso vitale di un’origine; dagli esordi del suo lavoro, l’arcano nel suo abisso insondabile di semplicità, risulta essere per l’artista introvabile con il solo aiuto del raziocinio. Tra le numerose e più recenti mostre personali si segnalano: L’Anima che perse la memoria - Museo La Castellina, Norcia 2016; Liberata dal caos - Museo Archeologico, Terni 2012; L’Universo dell’opera - Palazzo Schifanoia, Ferrara 2009.
Il percorso espositivo si articola attraverso una selezione di 10 opere, concentrando l’attenzione su quelle che vanno dalla metà anni ’80 al ’90 – questi i modelli che rimarranno lungo il percorso dell’artista sospesi nella dimensione potenziale ma ciclicamente presenti nella ricerca e nelle istallazioni recenti.
L’ente geometrico che delimita i corpi nelle SUPERFICI e la TENSIONE predisponente al raggiungimento di un fine per l’artista, sono atti combinatori in cui l’ora della conoscibilità deve diventare una “soglia”, il luogo di un esperienza immaginale tra sonno e veglia. Tali superfici dispiegano un alfabeto che ricompone le icone di un nuovo sentimento spirituale, dove si sovrappone percezione ottica e visione metafisica cogliendo spunti anticlassici legati all’antropologia centro-italica. Fra i temi di maggior rilievo di Dell’Amico sono queste architetture o strutture anonime e silenziose evocate attraverso elementi compositi di tele sagomate, dipinte con ossidi e terre. L’enigma del loro divenire e la geometria che le definisce, sostengono la visione di “stanze”, ricavate dall’osservazione in particolari con prospettive degli ipogei etruschi, matrici ma anche modulo formale generatore di spazio. Ad evidenziare il segnale simbolico di tipo misterico è il ricorrente contorno di una piramide schiacciata, sulla quale si sovrappongono le travature dei soffitti – ripetute una dietro l’altra come onde di energia solidificata nella materia. Con queste opere l’artista ci riconsegna l’antico spazio del mito, una narrazione dentro ad un percorso tipico, in cui il concetto di soglia è costantemente destituito e la messa in crisi del reale poggia sulla domanda radicale che è la pluralità frammentaria del mondo, un alternarsi tra opera e senso latente.
La mostra è accompagnata da un catalogo in Italiano e Inglese con testi critici, una cronologia illustrata e un ricco apparato di immagini.
Carlo Dell’Amico nasce a Perugia nel 1954, ha sempre elaborato un complesso universo di segni e simboli, nel quale la presenza ricorrente di frammenti o reperti concorrono alla ricerca di un senso vitale di un’origine; dagli esordi del suo lavoro, l’arcano nel suo abisso insondabile di semplicità, risulta essere per l’artista introvabile con il solo aiuto del raziocinio. Tra le numerose e più recenti mostre personali si segnalano: L’Anima che perse la memoria - Museo La Castellina, Norcia 2016; Liberata dal caos - Museo Archeologico, Terni 2012; L’Universo dell’opera - Palazzo Schifanoia, Ferrara 2009.
16
settembre 2017
Carlo Dell’Amico – Superfici in tensione
Dal 16 settembre al 02 dicembre 2017
arte contemporanea
Location
KM0
Innsbruck, Bozner Platz, 2, (Innsbruck-stadt)
Innsbruck, Bozner Platz, 2, (Innsbruck-stadt)
Orario di apertura
lun-mart 10:00/18:00
Vernissage
16 Settembre 2017, h 18:00
Autore
Curatore