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Carlo Gemignani – Le Stagioni e il Sentimento
Le stagioni e il sentimento di Carlo Gemignani, si svelano e rivelano nella loro completa semplicissima fluidità sia in tele, cartoni e tavole delicatamente ‘caricate’ di spicchi paesaggistici ben riconoscibili di Escheto, di Brancoli, di Segromigno.
Comunicato stampa
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Dallo scritto “Su Carlo Gemignani: le Stagioni e il Sentimento”: “Ripensavamo, giorni fa, scorrendo una serie di periodici locali presso la Biblioteca Statale di Lucca – nel corso di una nostra ricerca a carattere storico –, ad alcuni pittori che si sono particolarmente distinti, nel tempo, tratteggiando quelli che in linea complessiva abbiamo denominato proprio di recente “Spazi delle terre versiliane e lucchesi” (1).
Non mancano, in verità, i documenti che trattano quest’argomentazione vastissima, che dal lato territoriale si inserisce più volte nella situazione sia nazionale, sia internazionale, tant’è che qualsiasi ricercatore e studioso, o semplice appassionato di cose d’arte, a fronte della lettura dell’operato già espresso da ‘creativi’ entrati a far parte della Storia dell’arte, scopre felicità espressive d’un certo spessore talvolta dimenticate nel tempo, poco analizzate, ed altre – democraticamente in compagnia – le quali si sono particolarmente distinte in specifiche mostre pubbliche, o che stanno lavorando in una autonoma dimensione senza prefissarsi come mèta il dato espositivo (che può esserci o meno, ma questa è un’altra cosa).
Non vorremmo scivolare tuttavia in un argomento vasto, che ci porterebbe inevitabilmente a fare dei riferimenti che necessiterebbero di grande spazio. L’attività già consolidata è visibilmente concretata in tante pubblicazioni, tra le quali – non a caso, e lo spiegheremo subito – ci piace ricordare il volume curato da Umberto Sereni “The Enchanted Land / Puccini’s landscape lights and colours” (2) contenente le testimonianze pittoriche di tanti artisti quali Ferruccio Pagni, Plinio Nomellini, Galileo Chini, Lorenzo Viani, Mario Puccini, Alberto Magri, Bruno Cordati, Giovan Battista Santini ...
E’ sicuramente il rispetto e l’amore per il territorio della Provincia di Lucca, che lega con un filo sottile ma forte molti di questi artisti del passato (la cui opera sovente modificata non viene meno come intensità) ad altri che conosciamo, e dei quali seguiamo con attenzione l’iter espressivo.
Uno tra questi è Carlo Gemignani, inguaribile ‘innamorato del bello’, che pur non disdegnando ‘puntate’ in quel di Pietrasanta e di Seravezza, in Versilia, ha fatto della cosiddetta lucchesia un proprio feudo d’attività operosa.
Nascono così da vari anni, con grande onestà e passione, quadri soprattutto di piccole e di medie dimensioni (non ama eccessivamente l’uso di tele che vadano oltre i 50x70 centimetri).
I temi affrontati e risolti, si insinuano nella ‘paesaggistica’ e nella ‘natura morta’, quest’ultima collocata a volte accanto ad una finestra, su un tavolo vicino a un quadro appeso al muro, sempre in un ambiente, una stanza, in cui è quasi palpabile quel lirismo pieno, ancorato alle operose tradizioni genuine zonali, che vanno ormai scomparendo.
Le stagioni e il sentimento di Carlo Gemignani, si svelano e rivelano nella loro completa semplicissima fluidità sia in tele, cartoni e tavole delicatamente ‘caricate’ di spicchi paesaggistici ben riconoscibili di Escheto, di Brancoli, di Segromigno – per fare, casualmente, qualche esempio – come di palazzi e piazze e giardini posti all’interno della cinta muraria della Città di Lucca.
“Anfiteatro” e “Torre delle Ore” e “Piazza Verdi”, datati dal 1999 al 2004, ne sono tangibili esempi.
Sorge così spontaneamente un insieme lineare che trova rifugio e nota giusta in un sommesso racconto grafico-pittorico su cui il pittore s’insinua da attore/spettatore, lontanissimo da ‘ismi’, da ricerche stravaganti e via di seguito, cercando indiscutibilmente e unicamente un colloquio con se stesso, e pure con l’ambiente al quale decide di volta in volta di rendere omaggio.
Dalla Garfagnana – in un ipotetico percorso – scendendo dalle balze dirupate di Arni, passando per la longobarda Terrinca verso l’olivata zona di Querceta, correndo dalle zone umide del Massaciuccoli all’austera Piana di Lucca, classica nei tracciati monumentali, e tornando poi tranquillamente nella Media Valle, a Borgo a Mozzano, Coreglia Antelminelli e Barga ... Carlo Gemignani ha saputo formare, nel corso degli anni, un proprio ‘diario pittorico’: imponenti castagni, case bianche immerse nel verde, e via via un sentiero cromaticamente suo, modulato da note d’azzurro, verdi chiari o intensi, marroni, gialli, come riquadri montuosi con particolari sfondi grigio-perlacei molto apprezzati da Niccolò Codino, che proprio in una lettera (3) – un bel po’ anni fa – ebbe così a scrivere: “Caro Gemignani, mi chiede un giudizio sulla sua pittura, ed eccomi ad accontentarla. I paesaggi e le nature morte, di non grandi dimensioni, suoi soggetti preferiti, si distinguono quasi sempre per un motivo centrale su diverse gamme cromatiche. Avrà sentito dire che “l’arte è lunga e la vita è breve”; ed io aggiungerò che il vero artista non troverà mai il momento in cui potrà dire di esser contento dei suoi risultati. Ubbidisca dunque, alla sua spinta interiore mantenendosi sempre lontano, come del resto fa, dall’imitazione di altri.
Fra i suoi dipinti preferisco i motivi in cui domina l’intonazione in grigio, ma vedo, in tutti, un serio impegno che fa bene sperare per la sua futura attività”.
Un dipingere, dunque, che se da un lato entra nei meandri del tempo trascorso, dall’altro – visitando la realtà – pare voler trattenere a sé un’espressione mai accentuata, talvolta un poco romantica, d’un amore completo per luoghi e cose, che è un corpo unico col suo carattere.
I “Momenti di vita nel cuore delle vecchie case” (4) costituiscono poi nel loro insieme, una tematica nella quale egli, anche lì, s’addentra agevolmente, e gli scorci d’interni oltrepassano talvolta le stagioni ...
E’ oggi? E’ ieri? Secondo noi è una dimensione, vale a dire una sorta di archetipo mentale col quale egli riflette sulle cose della vita.
Indiscutibilmente l’Uomo dei nostri giorni è preso da mille impegni. Ha fretta e vuol bruciare tutto in uno spazio temporale ristretto.
I dipinti di Carlo Gemignani, al contrario, ci conducono per mano in una psicologia esistenziale legata al rispetto per le piccole cose; ecco che la mimosa, in cui ovviamente il giallo la fa da padrone, è addolcita da contorni rossastri, e le calle poi, stese sopra un antico tavolo di legno, sono proposte nel loro virgineo candore.
Ne “Il giardino di Segromigno”, l’angolo della tranquillità è disegnato nella sua interezza, come ad affermare la frase ‘piccolo ma per me caro sopra ogni altra cosa’.
I suoi quadri, in ogni caso, si fanno conoscere da soli e non hanno necessità di eccessiva spiegazione. “Apuane”, “Ponte del diavolo”, “Melagrana” e, ancora, “Paesaggio lucchese” o “San Michele in Escheto” rappresentano in modo incisivo l’Io dell’autore, quietamente attivo ad un lavoro che merita senza ombra di dubbio il nostro rispetto per un’espressione sempre raggiunta.
Una stagione segue l’altra e l’anno scorre come il fiume nell’alveo: le rive di Gemignani abbondano di quella naturalezza che vorremmo ammirare anche in altri. Ma in taluni non è così. La forzatura, la mancanza di autonomia espressiva hanno spesso – o, almeno, in certi luoghi – la parola vincente.
Noi ci volgiamo da un’altra parte, e così è piacevole guardarlo mentre dipinge, o ascoltarlo allorché ricorda gli insegnamenti del padre Luigi, o dice delle conversazioni con familiari e amici con cui condivide l’amore per il bello e per l’arte, o legge una propria poesia.
Il suo ‘sentimento’ è questo. Nient’altro”.
Lodovico Gierut
Scrittore e critico d’arte
Marina di Pietrasanta, 2 agosto 2004
Note al testo di presentazione:
(1) Lodovico Gierut, intervento di presentazione della mostra di Liliana Marsili, Saletta Neri, Marina di Pietrasanta 2004.
(2) Catalogo curato da U. Sereni. Testi di U. Sereni, G. Bruno, A. Serafini, edito da Maria Pacini Fazzi in Lucca, per la mostra tenutasi a Glasgow (Mitchell Library) nel 2004.
(3) Archivio Carlo Gemignani.
(4) Da “Fili di Ragno”, liriche di Bruna Nizzola, Edizioni Editografica, Seravezza 2001.
Carlo Gemignani
Nato il 9 luglio 1938 a Lucca dove ha Studio in Piazza San Matteo. Cell. 347-3795764. Ha partecipato a vari concorsi nazionali di pittura e di poesia, conseguendo primi premi o classificandosi egregiamente a Viareggio, San Marino, Parma, Lucca. Da citare significative ‘personali’ ad Altopascio (Sala della Peregrinatio, 2001), come a Lucca (Chiesa di Santa Giulia, 2002 e 2004), nonché la presenza in mostre di gruppo in Italia. Alcune pubblicazioni, quali “Arte Oggi ‘79”, “Il Quadrato”, “Il Chi è dei Pittori Toscani” hanno riprodotto sue opere; su di lui hanno scritto vari critici, giornalisti e artisti, come Walter Farnesi, Mario Marzocchi, Lodovico Gierut, Eliana Franceschi. Fa parte dell’U.C.A.I. (Associazione Cattolica Artisti Italiani).
Poeta, ha riportato il primo premio assoluto al 4° Concorso Regionale “Valleverde” (Monsagrati), con i versi “Olivi di Monsagrati”, e alcune sue liriche sono state pubblicate nella collana di poesia e narrativa “Fogli Sparsi”, diretta da Serenella Zottinis, edita da Silvia Editrice in Cologno Monzese. E’ attualmente attivo anche nel campo della narrativa. Documentazioni sulla sua attività sono inserite in vari Archivi, tra cui l’Archivio artistico-documentario Gierut in Marina di Pietrasanta (Lucca).
Non mancano, in verità, i documenti che trattano quest’argomentazione vastissima, che dal lato territoriale si inserisce più volte nella situazione sia nazionale, sia internazionale, tant’è che qualsiasi ricercatore e studioso, o semplice appassionato di cose d’arte, a fronte della lettura dell’operato già espresso da ‘creativi’ entrati a far parte della Storia dell’arte, scopre felicità espressive d’un certo spessore talvolta dimenticate nel tempo, poco analizzate, ed altre – democraticamente in compagnia – le quali si sono particolarmente distinte in specifiche mostre pubbliche, o che stanno lavorando in una autonoma dimensione senza prefissarsi come mèta il dato espositivo (che può esserci o meno, ma questa è un’altra cosa).
Non vorremmo scivolare tuttavia in un argomento vasto, che ci porterebbe inevitabilmente a fare dei riferimenti che necessiterebbero di grande spazio. L’attività già consolidata è visibilmente concretata in tante pubblicazioni, tra le quali – non a caso, e lo spiegheremo subito – ci piace ricordare il volume curato da Umberto Sereni “The Enchanted Land / Puccini’s landscape lights and colours” (2) contenente le testimonianze pittoriche di tanti artisti quali Ferruccio Pagni, Plinio Nomellini, Galileo Chini, Lorenzo Viani, Mario Puccini, Alberto Magri, Bruno Cordati, Giovan Battista Santini ...
E’ sicuramente il rispetto e l’amore per il territorio della Provincia di Lucca, che lega con un filo sottile ma forte molti di questi artisti del passato (la cui opera sovente modificata non viene meno come intensità) ad altri che conosciamo, e dei quali seguiamo con attenzione l’iter espressivo.
Uno tra questi è Carlo Gemignani, inguaribile ‘innamorato del bello’, che pur non disdegnando ‘puntate’ in quel di Pietrasanta e di Seravezza, in Versilia, ha fatto della cosiddetta lucchesia un proprio feudo d’attività operosa.
Nascono così da vari anni, con grande onestà e passione, quadri soprattutto di piccole e di medie dimensioni (non ama eccessivamente l’uso di tele che vadano oltre i 50x70 centimetri).
I temi affrontati e risolti, si insinuano nella ‘paesaggistica’ e nella ‘natura morta’, quest’ultima collocata a volte accanto ad una finestra, su un tavolo vicino a un quadro appeso al muro, sempre in un ambiente, una stanza, in cui è quasi palpabile quel lirismo pieno, ancorato alle operose tradizioni genuine zonali, che vanno ormai scomparendo.
Le stagioni e il sentimento di Carlo Gemignani, si svelano e rivelano nella loro completa semplicissima fluidità sia in tele, cartoni e tavole delicatamente ‘caricate’ di spicchi paesaggistici ben riconoscibili di Escheto, di Brancoli, di Segromigno – per fare, casualmente, qualche esempio – come di palazzi e piazze e giardini posti all’interno della cinta muraria della Città di Lucca.
“Anfiteatro” e “Torre delle Ore” e “Piazza Verdi”, datati dal 1999 al 2004, ne sono tangibili esempi.
Sorge così spontaneamente un insieme lineare che trova rifugio e nota giusta in un sommesso racconto grafico-pittorico su cui il pittore s’insinua da attore/spettatore, lontanissimo da ‘ismi’, da ricerche stravaganti e via di seguito, cercando indiscutibilmente e unicamente un colloquio con se stesso, e pure con l’ambiente al quale decide di volta in volta di rendere omaggio.
Dalla Garfagnana – in un ipotetico percorso – scendendo dalle balze dirupate di Arni, passando per la longobarda Terrinca verso l’olivata zona di Querceta, correndo dalle zone umide del Massaciuccoli all’austera Piana di Lucca, classica nei tracciati monumentali, e tornando poi tranquillamente nella Media Valle, a Borgo a Mozzano, Coreglia Antelminelli e Barga ... Carlo Gemignani ha saputo formare, nel corso degli anni, un proprio ‘diario pittorico’: imponenti castagni, case bianche immerse nel verde, e via via un sentiero cromaticamente suo, modulato da note d’azzurro, verdi chiari o intensi, marroni, gialli, come riquadri montuosi con particolari sfondi grigio-perlacei molto apprezzati da Niccolò Codino, che proprio in una lettera (3) – un bel po’ anni fa – ebbe così a scrivere: “Caro Gemignani, mi chiede un giudizio sulla sua pittura, ed eccomi ad accontentarla. I paesaggi e le nature morte, di non grandi dimensioni, suoi soggetti preferiti, si distinguono quasi sempre per un motivo centrale su diverse gamme cromatiche. Avrà sentito dire che “l’arte è lunga e la vita è breve”; ed io aggiungerò che il vero artista non troverà mai il momento in cui potrà dire di esser contento dei suoi risultati. Ubbidisca dunque, alla sua spinta interiore mantenendosi sempre lontano, come del resto fa, dall’imitazione di altri.
Fra i suoi dipinti preferisco i motivi in cui domina l’intonazione in grigio, ma vedo, in tutti, un serio impegno che fa bene sperare per la sua futura attività”.
Un dipingere, dunque, che se da un lato entra nei meandri del tempo trascorso, dall’altro – visitando la realtà – pare voler trattenere a sé un’espressione mai accentuata, talvolta un poco romantica, d’un amore completo per luoghi e cose, che è un corpo unico col suo carattere.
I “Momenti di vita nel cuore delle vecchie case” (4) costituiscono poi nel loro insieme, una tematica nella quale egli, anche lì, s’addentra agevolmente, e gli scorci d’interni oltrepassano talvolta le stagioni ...
E’ oggi? E’ ieri? Secondo noi è una dimensione, vale a dire una sorta di archetipo mentale col quale egli riflette sulle cose della vita.
Indiscutibilmente l’Uomo dei nostri giorni è preso da mille impegni. Ha fretta e vuol bruciare tutto in uno spazio temporale ristretto.
I dipinti di Carlo Gemignani, al contrario, ci conducono per mano in una psicologia esistenziale legata al rispetto per le piccole cose; ecco che la mimosa, in cui ovviamente il giallo la fa da padrone, è addolcita da contorni rossastri, e le calle poi, stese sopra un antico tavolo di legno, sono proposte nel loro virgineo candore.
Ne “Il giardino di Segromigno”, l’angolo della tranquillità è disegnato nella sua interezza, come ad affermare la frase ‘piccolo ma per me caro sopra ogni altra cosa’.
I suoi quadri, in ogni caso, si fanno conoscere da soli e non hanno necessità di eccessiva spiegazione. “Apuane”, “Ponte del diavolo”, “Melagrana” e, ancora, “Paesaggio lucchese” o “San Michele in Escheto” rappresentano in modo incisivo l’Io dell’autore, quietamente attivo ad un lavoro che merita senza ombra di dubbio il nostro rispetto per un’espressione sempre raggiunta.
Una stagione segue l’altra e l’anno scorre come il fiume nell’alveo: le rive di Gemignani abbondano di quella naturalezza che vorremmo ammirare anche in altri. Ma in taluni non è così. La forzatura, la mancanza di autonomia espressiva hanno spesso – o, almeno, in certi luoghi – la parola vincente.
Noi ci volgiamo da un’altra parte, e così è piacevole guardarlo mentre dipinge, o ascoltarlo allorché ricorda gli insegnamenti del padre Luigi, o dice delle conversazioni con familiari e amici con cui condivide l’amore per il bello e per l’arte, o legge una propria poesia.
Il suo ‘sentimento’ è questo. Nient’altro”.
Lodovico Gierut
Scrittore e critico d’arte
Marina di Pietrasanta, 2 agosto 2004
Note al testo di presentazione:
(1) Lodovico Gierut, intervento di presentazione della mostra di Liliana Marsili, Saletta Neri, Marina di Pietrasanta 2004.
(2) Catalogo curato da U. Sereni. Testi di U. Sereni, G. Bruno, A. Serafini, edito da Maria Pacini Fazzi in Lucca, per la mostra tenutasi a Glasgow (Mitchell Library) nel 2004.
(3) Archivio Carlo Gemignani.
(4) Da “Fili di Ragno”, liriche di Bruna Nizzola, Edizioni Editografica, Seravezza 2001.
Carlo Gemignani
Nato il 9 luglio 1938 a Lucca dove ha Studio in Piazza San Matteo. Cell. 347-3795764. Ha partecipato a vari concorsi nazionali di pittura e di poesia, conseguendo primi premi o classificandosi egregiamente a Viareggio, San Marino, Parma, Lucca. Da citare significative ‘personali’ ad Altopascio (Sala della Peregrinatio, 2001), come a Lucca (Chiesa di Santa Giulia, 2002 e 2004), nonché la presenza in mostre di gruppo in Italia. Alcune pubblicazioni, quali “Arte Oggi ‘79”, “Il Quadrato”, “Il Chi è dei Pittori Toscani” hanno riprodotto sue opere; su di lui hanno scritto vari critici, giornalisti e artisti, come Walter Farnesi, Mario Marzocchi, Lodovico Gierut, Eliana Franceschi. Fa parte dell’U.C.A.I. (Associazione Cattolica Artisti Italiani).
Poeta, ha riportato il primo premio assoluto al 4° Concorso Regionale “Valleverde” (Monsagrati), con i versi “Olivi di Monsagrati”, e alcune sue liriche sono state pubblicate nella collana di poesia e narrativa “Fogli Sparsi”, diretta da Serenella Zottinis, edita da Silvia Editrice in Cologno Monzese. E’ attualmente attivo anche nel campo della narrativa. Documentazioni sulla sua attività sono inserite in vari Archivi, tra cui l’Archivio artistico-documentario Gierut in Marina di Pietrasanta (Lucca).
18
settembre 2004
Carlo Gemignani – Le Stagioni e il Sentimento
Dal 18 al 30 settembre 2004
arte contemporanea
Location
CHIESA DI SANTA GIULIA
Lucca, Piazza Del Suffragio, (Lucca)
Lucca, Piazza Del Suffragio, (Lucca)
Orario di apertura
10,30 – 12,30 / 15,30 – 19,30
Vernissage
18 Settembre 2004, Ore 18,30
Autore
Curatore