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Carlo Improta – Un libro in mostra
Esposizione delle opere dell’artista Carlo Improta e presentazione del libro’L’essenzialista – edito da Thesan&Turan, Presente Ugo Piscopo.
Comunicato stampa
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“L’essenzialista” è un giallo filosofico ambientato nel mondo dell’arte, dove l’arte stessa diventa la risposta a quegli interrogativi morali che essa riesce a sollevare negli osservatori più sensibili qui rappresentati dal protagonista Sergio Sentori, un giornalista napoletano autore di una complessa inchiesta che si rivelerà l’esatta parabola di una più profonda ricerca spirituale delle verità esistenziali. La vicenda si muove, dunque, su due diversi livelli ermeneutici dei quali l’indagine, prima giornalistica poi anche poliziesca, è solo la dimensione tangibile di un’indagine filosofica volta a scoprire l’essenza umana.
Se lo spirito umano è composto di un’equilibrata mistura tra razionalità e irrazionalità, nell’artista la componente irrazionale sembra prevalere, o almeno la società civile, troppo impegnata nel soddisfacimento dei bisogni primari, sembra giudicare tale qualsiasi atteggiamento non finalizzato al consolidamento delle possibilità di sopravvivenza su questa terra, come può essere l’attività artistica. Ma il fine ultimo dell’artista è proprio di capovolgere questo concetto lasciando intendere, a chi viva l’utopia della ragione, quanto in realtà l’uomo si ponga obiettivi, e si circondi di beni effimeri, nell’irrazionale tentativo di sottrarsi alla destinazione comune.
La moderna civiltà occidentale ha rimosso l’idea della morte, forse perché incompatibile con il culto delle futilità sul quale l’apparato produttivo, per rigenerarsi nel tempo, ha dovuto fondare tutto il suo sistema di valori. Non così gli antichi che vivevano nel grande culto della morte specie per la sua capacità di manifestare l’essenza.
Questa precisa dicotomia è riprodotta nell’opera di Carlo Improta nella quale i colpevoli, prima ancora di macchiarsi di efferati delitti, lo sono già sul piano morale per la loro incapacità di cogliere l’essenza della vita, quella stessa che sembra, invece, aver individuato l’artista Rubi e che proprio attraverso le sue opere rivela a chi le osserva l’eternità dell’animo umano, virtù sulla quale anche la coscienza si plasma nel breve corso di un’esistenza terrena.
Pertanto il testo presenta anche alcune considerazioni a carattere psicologico, parimenti riconducibili all’idea della morte. Il solo acquisire consapevolezza della finitezza dell’umana esistenza già influisce profondamente sullo spirito di un individuo conducendolo ad operare una drastica selezione tra l’effimero della quotidianità e il sostanziale dell’eternità. Interprete di un simile stato d’animo risulta senz’altro il personaggio del professor Michelotti, una figura di collegamento tra le due opposte condotte umane, dell’irrazionale e del razionale, del futile e dell’essenziale, testimone di una transizione possibile, sia pure determinata proprio dall’avvertire ormai vicina la fine a causa di un male incurabile.
A supporto del concetto dell’essenzialità, che costituisce il leit motiv di questo giallo filosofico, un ruolo importante lo svolge anche il luogo nel quale la vicenda è ambientata. Le dettagliate descrizioni di Montepulciano, sotto il profilo storico, architettonico, paesaggistico e urbanistico rivelano, oltre un’ottima conoscenza dei posti, anche un profondo amore dell’autore per una località antica che proprio nel finale del testo Carlo Improta definisce “l’Essenziale”. L’antico borgo di origini etrusche e i suoi dintorni incontaminati divengono dunque la trasposizione geografica dello stesso concetto morale affermato dall’autore e che dà anche il titolo al libro. Montepulciano diviene, dunque, luogo simbolo di quell’humus che, forte dei suoi antichi valori, restituisce all’uomo un più naturale rapporto col suo ambiente. In altri termini, perché “l’essenzialista” possa esprimersi appieno è indispensabile che anche la realtà nella quale è calato lo sia. Il tempo si rivelerà il miglior filtro per uomini e cose, separerà l’utile dal futile, il bene dai beni, e “il bene non invecchia” perché appartiene all’essenziale, quello che il passare degli anni non riuscirà a scalfire, quando i beni saranno andati persi. Nell’essenziale è, quindi, anche quell’idea d’immortale tanto agognata dagli uomini, artisti in primis. Domenico Raio.
Esposizioni selezionate
Parigi opere in permanenza alle galleria Castiglione FinArt;
Opere in permanenza al Museo d’Arte Contemporanea di Arezzo:
Comune di Napoli, Assessorato alla Cultura, sede Castell dell’Ovo:
Opere acquisite in permanenza dai Musei Senesi sede di Montepulciano:
Mostra al Museo Antichi arsenali Amalfi Az. Sog. e Turismo:
Mostra internaz. Comune Di Firenze Pres. Marisa Russo:
Comune di Sorrento, Chiostro S.Francesco:
Arte Fiera Bari, Arte fiera Bologna; arte Fiera Verona: Arte Fiera Milano: Arte fiera Basilea:
Marina di carrara, Fiera internazionale:
Pinacoteca Curia Arcivecovile di Napoli, opera in permanenza:
Arte Fiera Padova, Arte fiera Barcellona:
S. Maria La Nova con la Provincia di Napoli Mostra e Presentazione del Libro" Tecla" Scritto dall’artista ed edito da Guida:
Comune Di Siena mostra e presentazione del Libro "Lettere da un artista" scritto dall’artista edizioni il Globo:
Studio ed esposizione permanente in Toscana Montepulciano con collezionisti affezionati stranieri.
xoomer.alice.it/carloimprota; carlo.improta@tin.it tel.0815595300, Carlo Improta.,via nuova delle brecce 44, 80147NA
Comunicato stampa. Città di S.Giorgio a Cremano (NA), Assessorato alle politiche giovanili,
Sede Biblioteca ed Emeroteca Comunale, Villa Bruno Via Cavalli di Bronzo 20.
Invito all’esposizione delle opere dell’artista Carlo Improta e presentazione del libro’L’essenzialista ‘ edito da Thesan&Turan, Dal 12/12 al 24/12/2009.
Inaugurazione 12/12 ore 17,30 Orari martedi-venerdi ore 9,30-13 e 14,30-18; sabato ore 9,30-13,30.
I volti dell’universo
Il volto è il punto d’incontro tra la natura fisica e la natura psichica dell’uomo, la sede in cui l’animo si ricongiunge con l’universo e si proietta verso l’infinito.
Quella svolta dall’artista Carlo Improta, attraverso la serie di “volti” di sua ultima produzione, non è da intendersi quale una ricerca incentrata sugli effetti di luce o sugli esiti estetici dei colori impiegati, ma come una ricerca del tutto concettuale tesa a cogliere le verità universali attraverso la verità dell’animo umano.
L’animo è un’entità preesistente all’essere umano che lo accoglie nella collegialità degli individui in una dimensione metastorica nella quale l’esperienza concreta e spirituale del singolo è solo l’evento minimale di un immenso disegno universale tutto da scoprire. I volti di Improta rappresentano dunque le manifestazioni individuali di un’unica condizione umana che accomuna quei visi, pur diversi nelle loro fattezze, in una medesima espressione, parti integranti e al tempo stesso variabili di quell’ unica superiore estrinsecazione che è l’universo. Sono espressioni d’attesa, che richiamano quell’ atmosfera di sospensione cosmica che caratterizza gli sfondi sui quali le figurazioni sono calata, e simboleggiano l’attesa di una verità sulla quale l’uomo è chiamato ad indagare attraverso un’analisi introspettiva che esuli dalla finitezza della sua stessa esistenza materiale per inserirsi in un discorso di più generale evoluzione del genere umano. E’allora che il tempo si annulla e l’animo diviene parte dell’infinito, un complesso percorso attraverso il quale l’uomo ritorna alle origini trovando la ragione del proprio essere, lo stesso percorso che, su un piano diverso, compie anche l’artista nel cercare i più profondi significati di una sua opera. In Carlo Improta il gesto creativo si suddivide, infatti, in due diverse fasi: la prima è puramente istintiva, segue i moti dell’animo, non risponde a codificazioni accademiche che mortificherebbero l’arte stessa la quale per sua natura, è trasgressiva; la seconda è razionale e consiste nel cercare di comprendere i motivi per i quali questi moti interiori l’hanno spinto a realizzare una determinata opera, a dare una certa forma alla raffigurazione, ad associare a quella creazione una precisa emozione. In mancanza di uno solo di questi due momenti l’arte si ridurrebbe ad un mero esercizio tecnico con finalità puramente contemplative, causando, di fatto, la sua negazione. E qui il cerchio concettuale di Carlo Improta si chiude giungendo ad ipotizzare una similitudine tra il significato del volto e quello dell’opera d’arte. Se il volto è il punto di confluenza tra la dimensione biologica e quella morale di un essere umano, l’opera d’arte è il mezzo attraverso il quale la materia si trasforma in spirito.
Sul piano tecnico i volti raffigurati da Improta sembrano dividersi in due emisferi a volte corrispondenti a due distinte gradazioni dello stesso colore, a volte contrastanti in un originale effetto di chiaroscuro più simbolico che non pittorico, ma è proprio la parte scura, quella che rimanda al vuoto cosmico del fondo, a voler rappresentare quell’ideale continuità tra l’animo umano e l’universo che è anche oggetto dell’indagine artistica del pittore partenopeo.
Sul piano tecnico i volti di Carlo Improta denotano un effetto tridimensionale che l’artista rende attraverso una pennellata impercettibile, realizzata grazie all’impiego di speciali pigmenti che annullano le striature, distribuendo il colore in maniera uniforme tuttavia intenso nei suoi esiti cromatici. L’estensione tonale è ridotta, l’artista non va mai oltre una tricromia che tuttavia garantisce all’opera una perfetta armonia anche nelle diverse gradazioni tonali, a volte ascendenti, a volte discendenti sulla stessa direttrice, che donano al dipinto un dinamismo intrinseco e una notevole varietà all’insieme della serie dei volti nella quale ogni singola tela si armonizza con le restanti. La decisa ricerca di un equilibrio compositivo realizzato attraverso l’armonia dei colori è un ulteriore conferma dell’arte quale strumento di ricerca di quella verità secondo la quale l’animo umano è espressione di universalità. E’ proprio l’armonia tra i più diversi elementi a sancire la loro complementarietà rispetto all’universo da cui tutto ha avuto origine e dove ogni cosa ritorna.
Domenico Raio
Esposizioni selezionate
Parigi opere in permanenza alle galleria Castiglione FinArt;
Opere in permanenza al Museo d’Arte Contemporanea di Arezzo:
Comune di Napoli, Assessorato alla Cultura, sede Castell dell’Ovo:
Opere acquisite in permanenza dai Musei Senesi sede di Montepulciano:
Mostra al Museo Antichi arsenali Amalfi Az. Sog. e Turismo:
Mostra internaz. Comune Di Firenze Pres. Marisa Russo:
Comune di Sorrento, Chiostro S.Francesco:
Arte Fiera Bari, Arte fiera Bologna; arte Fiera Verona: Arte Fiera Milano: Arte fiera Basilea:
Marina di carrara, Fiera internazionale:
Pinacoteca Curia Arcivecovile di Napoli, opera in permanenza:
Arte Fiera Padova, Arte fiera Barcellona:
S. Maria La Nova con la Provincia di Napoli Mostra e Presentazione del Libro" Tecla" Scritto dall’artista ed edito da Guida:
Comune Di Siena mostra e presentazione del Libro "Lettere da un artista" scritto dall’artista edizioni il Globo:
Studio ed esposizione permanente in Toscana Montepulciano con collezionisti affezionati stranieri.
xoomer.alice.it/carloimprota; xoomer.alice.it/arteimprota;carloimprota2@alice.it; carlo.improta@tin.it
tel.0815595300,cell.3334546246. Carlo Improta., via nuova delle brecce 44, 80147 Napoli
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Se lo spirito umano è composto di un’equilibrata mistura tra razionalità e irrazionalità, nell’artista la componente irrazionale sembra prevalere, o almeno la società civile, troppo impegnata nel soddisfacimento dei bisogni primari, sembra giudicare tale qualsiasi atteggiamento non finalizzato al consolidamento delle possibilità di sopravvivenza su questa terra, come può essere l’attività artistica. Ma il fine ultimo dell’artista è proprio di capovolgere questo concetto lasciando intendere, a chi viva l’utopia della ragione, quanto in realtà l’uomo si ponga obiettivi, e si circondi di beni effimeri, nell’irrazionale tentativo di sottrarsi alla destinazione comune.
La moderna civiltà occidentale ha rimosso l’idea della morte, forse perché incompatibile con il culto delle futilità sul quale l’apparato produttivo, per rigenerarsi nel tempo, ha dovuto fondare tutto il suo sistema di valori. Non così gli antichi che vivevano nel grande culto della morte specie per la sua capacità di manifestare l’essenza.
Questa precisa dicotomia è riprodotta nell’opera di Carlo Improta nella quale i colpevoli, prima ancora di macchiarsi di efferati delitti, lo sono già sul piano morale per la loro incapacità di cogliere l’essenza della vita, quella stessa che sembra, invece, aver individuato l’artista Rubi e che proprio attraverso le sue opere rivela a chi le osserva l’eternità dell’animo umano, virtù sulla quale anche la coscienza si plasma nel breve corso di un’esistenza terrena.
Pertanto il testo presenta anche alcune considerazioni a carattere psicologico, parimenti riconducibili all’idea della morte. Il solo acquisire consapevolezza della finitezza dell’umana esistenza già influisce profondamente sullo spirito di un individuo conducendolo ad operare una drastica selezione tra l’effimero della quotidianità e il sostanziale dell’eternità. Interprete di un simile stato d’animo risulta senz’altro il personaggio del professor Michelotti, una figura di collegamento tra le due opposte condotte umane, dell’irrazionale e del razionale, del futile e dell’essenziale, testimone di una transizione possibile, sia pure determinata proprio dall’avvertire ormai vicina la fine a causa di un male incurabile.
A supporto del concetto dell’essenzialità, che costituisce il leit motiv di questo giallo filosofico, un ruolo importante lo svolge anche il luogo nel quale la vicenda è ambientata. Le dettagliate descrizioni di Montepulciano, sotto il profilo storico, architettonico, paesaggistico e urbanistico rivelano, oltre un’ottima conoscenza dei posti, anche un profondo amore dell’autore per una località antica che proprio nel finale del testo Carlo Improta definisce “l’Essenziale”. L’antico borgo di origini etrusche e i suoi dintorni incontaminati divengono dunque la trasposizione geografica dello stesso concetto morale affermato dall’autore e che dà anche il titolo al libro. Montepulciano diviene, dunque, luogo simbolo di quell’humus che, forte dei suoi antichi valori, restituisce all’uomo un più naturale rapporto col suo ambiente. In altri termini, perché “l’essenzialista” possa esprimersi appieno è indispensabile che anche la realtà nella quale è calato lo sia. Il tempo si rivelerà il miglior filtro per uomini e cose, separerà l’utile dal futile, il bene dai beni, e “il bene non invecchia” perché appartiene all’essenziale, quello che il passare degli anni non riuscirà a scalfire, quando i beni saranno andati persi. Nell’essenziale è, quindi, anche quell’idea d’immortale tanto agognata dagli uomini, artisti in primis. Domenico Raio.
Esposizioni selezionate
Parigi opere in permanenza alle galleria Castiglione FinArt;
Opere in permanenza al Museo d’Arte Contemporanea di Arezzo:
Comune di Napoli, Assessorato alla Cultura, sede Castell dell’Ovo:
Opere acquisite in permanenza dai Musei Senesi sede di Montepulciano:
Mostra al Museo Antichi arsenali Amalfi Az. Sog. e Turismo:
Mostra internaz. Comune Di Firenze Pres. Marisa Russo:
Comune di Sorrento, Chiostro S.Francesco:
Arte Fiera Bari, Arte fiera Bologna; arte Fiera Verona: Arte Fiera Milano: Arte fiera Basilea:
Marina di carrara, Fiera internazionale:
Pinacoteca Curia Arcivecovile di Napoli, opera in permanenza:
Arte Fiera Padova, Arte fiera Barcellona:
S. Maria La Nova con la Provincia di Napoli Mostra e Presentazione del Libro" Tecla" Scritto dall’artista ed edito da Guida:
Comune Di Siena mostra e presentazione del Libro "Lettere da un artista" scritto dall’artista edizioni il Globo:
Studio ed esposizione permanente in Toscana Montepulciano con collezionisti affezionati stranieri.
xoomer.alice.it/carloimprota; carlo.improta@tin.it tel.0815595300, Carlo Improta.,via nuova delle brecce 44, 80147NA
Comunicato stampa. Città di S.Giorgio a Cremano (NA), Assessorato alle politiche giovanili,
Sede Biblioteca ed Emeroteca Comunale, Villa Bruno Via Cavalli di Bronzo 20.
Invito all’esposizione delle opere dell’artista Carlo Improta e presentazione del libro’L’essenzialista ‘ edito da Thesan&Turan, Dal 12/12 al 24/12/2009.
Inaugurazione 12/12 ore 17,30 Orari martedi-venerdi ore 9,30-13 e 14,30-18; sabato ore 9,30-13,30.
I volti dell’universo
Il volto è il punto d’incontro tra la natura fisica e la natura psichica dell’uomo, la sede in cui l’animo si ricongiunge con l’universo e si proietta verso l’infinito.
Quella svolta dall’artista Carlo Improta, attraverso la serie di “volti” di sua ultima produzione, non è da intendersi quale una ricerca incentrata sugli effetti di luce o sugli esiti estetici dei colori impiegati, ma come una ricerca del tutto concettuale tesa a cogliere le verità universali attraverso la verità dell’animo umano.
L’animo è un’entità preesistente all’essere umano che lo accoglie nella collegialità degli individui in una dimensione metastorica nella quale l’esperienza concreta e spirituale del singolo è solo l’evento minimale di un immenso disegno universale tutto da scoprire. I volti di Improta rappresentano dunque le manifestazioni individuali di un’unica condizione umana che accomuna quei visi, pur diversi nelle loro fattezze, in una medesima espressione, parti integranti e al tempo stesso variabili di quell’ unica superiore estrinsecazione che è l’universo. Sono espressioni d’attesa, che richiamano quell’ atmosfera di sospensione cosmica che caratterizza gli sfondi sui quali le figurazioni sono calata, e simboleggiano l’attesa di una verità sulla quale l’uomo è chiamato ad indagare attraverso un’analisi introspettiva che esuli dalla finitezza della sua stessa esistenza materiale per inserirsi in un discorso di più generale evoluzione del genere umano. E’allora che il tempo si annulla e l’animo diviene parte dell’infinito, un complesso percorso attraverso il quale l’uomo ritorna alle origini trovando la ragione del proprio essere, lo stesso percorso che, su un piano diverso, compie anche l’artista nel cercare i più profondi significati di una sua opera. In Carlo Improta il gesto creativo si suddivide, infatti, in due diverse fasi: la prima è puramente istintiva, segue i moti dell’animo, non risponde a codificazioni accademiche che mortificherebbero l’arte stessa la quale per sua natura, è trasgressiva; la seconda è razionale e consiste nel cercare di comprendere i motivi per i quali questi moti interiori l’hanno spinto a realizzare una determinata opera, a dare una certa forma alla raffigurazione, ad associare a quella creazione una precisa emozione. In mancanza di uno solo di questi due momenti l’arte si ridurrebbe ad un mero esercizio tecnico con finalità puramente contemplative, causando, di fatto, la sua negazione. E qui il cerchio concettuale di Carlo Improta si chiude giungendo ad ipotizzare una similitudine tra il significato del volto e quello dell’opera d’arte. Se il volto è il punto di confluenza tra la dimensione biologica e quella morale di un essere umano, l’opera d’arte è il mezzo attraverso il quale la materia si trasforma in spirito.
Sul piano tecnico i volti raffigurati da Improta sembrano dividersi in due emisferi a volte corrispondenti a due distinte gradazioni dello stesso colore, a volte contrastanti in un originale effetto di chiaroscuro più simbolico che non pittorico, ma è proprio la parte scura, quella che rimanda al vuoto cosmico del fondo, a voler rappresentare quell’ideale continuità tra l’animo umano e l’universo che è anche oggetto dell’indagine artistica del pittore partenopeo.
Sul piano tecnico i volti di Carlo Improta denotano un effetto tridimensionale che l’artista rende attraverso una pennellata impercettibile, realizzata grazie all’impiego di speciali pigmenti che annullano le striature, distribuendo il colore in maniera uniforme tuttavia intenso nei suoi esiti cromatici. L’estensione tonale è ridotta, l’artista non va mai oltre una tricromia che tuttavia garantisce all’opera una perfetta armonia anche nelle diverse gradazioni tonali, a volte ascendenti, a volte discendenti sulla stessa direttrice, che donano al dipinto un dinamismo intrinseco e una notevole varietà all’insieme della serie dei volti nella quale ogni singola tela si armonizza con le restanti. La decisa ricerca di un equilibrio compositivo realizzato attraverso l’armonia dei colori è un ulteriore conferma dell’arte quale strumento di ricerca di quella verità secondo la quale l’animo umano è espressione di universalità. E’ proprio l’armonia tra i più diversi elementi a sancire la loro complementarietà rispetto all’universo da cui tutto ha avuto origine e dove ogni cosa ritorna.
Domenico Raio
Esposizioni selezionate
Parigi opere in permanenza alle galleria Castiglione FinArt;
Opere in permanenza al Museo d’Arte Contemporanea di Arezzo:
Comune di Napoli, Assessorato alla Cultura, sede Castell dell’Ovo:
Opere acquisite in permanenza dai Musei Senesi sede di Montepulciano:
Mostra al Museo Antichi arsenali Amalfi Az. Sog. e Turismo:
Mostra internaz. Comune Di Firenze Pres. Marisa Russo:
Comune di Sorrento, Chiostro S.Francesco:
Arte Fiera Bari, Arte fiera Bologna; arte Fiera Verona: Arte Fiera Milano: Arte fiera Basilea:
Marina di carrara, Fiera internazionale:
Pinacoteca Curia Arcivecovile di Napoli, opera in permanenza:
Arte Fiera Padova, Arte fiera Barcellona:
S. Maria La Nova con la Provincia di Napoli Mostra e Presentazione del Libro" Tecla" Scritto dall’artista ed edito da Guida:
Comune Di Siena mostra e presentazione del Libro "Lettere da un artista" scritto dall’artista edizioni il Globo:
Studio ed esposizione permanente in Toscana Montepulciano con collezionisti affezionati stranieri.
xoomer.alice.it/carloimprota; xoomer.alice.it/arteimprota;carloimprota2@alice.it; carlo.improta@tin.it
tel.0815595300,cell.3334546246. Carlo Improta., via nuova delle brecce 44, 80147 Napoli
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12
dicembre 2009
Carlo Improta – Un libro in mostra
Dal 12 al 24 dicembre 2009
arte contemporanea
Location
VILLA BRUNO
San Giorgio A Cremano, Via Cavalli Di Bronzo, 22, (Napoli)
San Giorgio A Cremano, Via Cavalli Di Bronzo, 22, (Napoli)
Orario di apertura
martedi-venerdi ore 9,30-13 e 14,30-18; sabato ore 9,30-13,30.
Vernissage
12 Dicembre 2009, ore 17.30
Sito web
xoomer.alice.it/carloimprota
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