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Carlo Maria Mariani – Le stanze del mito
30 opere recenti di Carlo Maria Mariani, un protagonista della scena artistica internazionale
Comunicato stampa
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Dal 3 settembre al 9 ottobre 2005 è in programma nel Palazzo Te di Mantova la mostra “Le stanze del mito”, curata da Carol Lane e Alessandro Riva, che presenta 30 opere recenti di Carlo Maria Mariani, un protagonista della scena artistica internazionale.
Sottolinea Alessandro Riva “… dagli anni Ottanta in avanti il lavoro di Mariani diventa se possibile ancora più sofisticato e nello stesso tempo anche più enigmatico; e i rimandi da un lavoro all’altro, i travestimenti, i giochi di specchi e di citazioni diventano sempre più complessi, più stratificati, spesso anche più difficilmente decifrabili: giochi e rimandi che non solo coinvolgono l’intero arco della nostra storia culturale, dalla classicità greca e romana fino a Picasso, Beuys, de Chirico, Andy Warhol e molti maestri delle avanguardie storiche, ma anche i topoi appartenenti ai quadri precedenti di Mariani, i cui riferimenti iconografici continuano a tornare, mutati, da un quadro all’altro, da una composizione all’altra, in una sottile e inestricabile catena di rimandi incrociati e di autocitazioni e autoibridazioni pittoriche. Ecco allora tornare, nel corso degli anni, come abbiamo già accennato in precedenza, le lastre tombali con cui aveva iniziato il suo excursus pittorico, i frammenti archeologici, i megafoni, i microfoni, persino i dettagli di bocche e labbra femminili, nuovamente dipinti con tecnica impeccabilmente iperrealista, a fare da contraltare alla immobilità della statuaria antica. E soprattutto le famose tessere di lego, che contraddistinguevano il lavoro iniziale dell’artista, e che tornano a simboleggiare un presente drammaticamente fragile, insicuro, dai tratti infantili e tuttavia sempre pervaso da un vago senso di minaccia. Lavoro che, dopo anni, tornerà infatti a caricarsi di una sempre maggiore drammaticità, seppure non più, come agli esordi, di taglio baconiano, ma tuttavia ancora più sottilmente e inquietantemente destabilizzante. Nel suo mondo perfetto e immutabile comincia così ad entrare, piano piano, un senso sempre crescente di minaccia, di inquieta consapevolezza della fragilità del presente”. “Quelli di oggi”, mi diceva l’artista un paio d’anni fa, “sono quadri drammatici, attraversati da una corrente di tensione che finora era quasi sconosciuta al mio lavoro. Quadri da cui emergono tutti gli incubi del contemporaneo”.
Accompagna la mostra un catalogo in italiano e in inglese (edito da Publi Paolini) con testo di Alessandro Riva.
Carlo Maria Mariani rappresenta un aspetto dell’attuale clima post-moderno. Da alcuni anni vive a New York, e la sua pittura sta conoscendo una notevole affermazione anche nella cultura artistica americana, divenendo punto di riferimento per numerosi giovani artisti, sia europei sia americani.
Sue opere sono conservate, tra l’altro, al Guggenheim Museum di New York; al Philadelphia Museum of Art, Philadelphia; al Lincoln Center di New York; al Los Angeles County Museum, alla Tate Gallery di Londra.
In Italia sui lavori sono state acquisiti dal Museo Civico d’Arte Moderna di Milano, dall’Università degli Studi di Parma, dal Flash Art Museum di Trevi, dalla Galleria d’Arte Moderna di Roma, dalla Collezione Borghese di Roma, dalla Bulgari Collection di Roma, dalla Banca d’Italia di Roma, dal Museo di Palazzo Forti di Verona, dalla Mikado Film di Roma, dalla Fondazione Maramotti di Reggio Emilia.
Sottolinea Alessandro Riva “… dagli anni Ottanta in avanti il lavoro di Mariani diventa se possibile ancora più sofisticato e nello stesso tempo anche più enigmatico; e i rimandi da un lavoro all’altro, i travestimenti, i giochi di specchi e di citazioni diventano sempre più complessi, più stratificati, spesso anche più difficilmente decifrabili: giochi e rimandi che non solo coinvolgono l’intero arco della nostra storia culturale, dalla classicità greca e romana fino a Picasso, Beuys, de Chirico, Andy Warhol e molti maestri delle avanguardie storiche, ma anche i topoi appartenenti ai quadri precedenti di Mariani, i cui riferimenti iconografici continuano a tornare, mutati, da un quadro all’altro, da una composizione all’altra, in una sottile e inestricabile catena di rimandi incrociati e di autocitazioni e autoibridazioni pittoriche. Ecco allora tornare, nel corso degli anni, come abbiamo già accennato in precedenza, le lastre tombali con cui aveva iniziato il suo excursus pittorico, i frammenti archeologici, i megafoni, i microfoni, persino i dettagli di bocche e labbra femminili, nuovamente dipinti con tecnica impeccabilmente iperrealista, a fare da contraltare alla immobilità della statuaria antica. E soprattutto le famose tessere di lego, che contraddistinguevano il lavoro iniziale dell’artista, e che tornano a simboleggiare un presente drammaticamente fragile, insicuro, dai tratti infantili e tuttavia sempre pervaso da un vago senso di minaccia. Lavoro che, dopo anni, tornerà infatti a caricarsi di una sempre maggiore drammaticità, seppure non più, come agli esordi, di taglio baconiano, ma tuttavia ancora più sottilmente e inquietantemente destabilizzante. Nel suo mondo perfetto e immutabile comincia così ad entrare, piano piano, un senso sempre crescente di minaccia, di inquieta consapevolezza della fragilità del presente”. “Quelli di oggi”, mi diceva l’artista un paio d’anni fa, “sono quadri drammatici, attraversati da una corrente di tensione che finora era quasi sconosciuta al mio lavoro. Quadri da cui emergono tutti gli incubi del contemporaneo”.
Accompagna la mostra un catalogo in italiano e in inglese (edito da Publi Paolini) con testo di Alessandro Riva.
Carlo Maria Mariani rappresenta un aspetto dell’attuale clima post-moderno. Da alcuni anni vive a New York, e la sua pittura sta conoscendo una notevole affermazione anche nella cultura artistica americana, divenendo punto di riferimento per numerosi giovani artisti, sia europei sia americani.
Sue opere sono conservate, tra l’altro, al Guggenheim Museum di New York; al Philadelphia Museum of Art, Philadelphia; al Lincoln Center di New York; al Los Angeles County Museum, alla Tate Gallery di Londra.
In Italia sui lavori sono state acquisiti dal Museo Civico d’Arte Moderna di Milano, dall’Università degli Studi di Parma, dal Flash Art Museum di Trevi, dalla Galleria d’Arte Moderna di Roma, dalla Collezione Borghese di Roma, dalla Bulgari Collection di Roma, dalla Banca d’Italia di Roma, dal Museo di Palazzo Forti di Verona, dalla Mikado Film di Roma, dalla Fondazione Maramotti di Reggio Emilia.
02
settembre 2005
Carlo Maria Mariani – Le stanze del mito
Dal 02 settembre al 09 ottobre 2005
arte contemporanea
Location
PALAZZO TE
Mantova, Viale Te, 19, (Mantova)
Mantova, Viale Te, 19, (Mantova)
Biglietti
(ingresso a Palazzo Te € 8)
Orario di apertura
lunedì 13–18; dal martedì alla domenica 9-18
Vernissage
2 Settembre 2005, ore 19
Editore
PUBLI PAOLINI
Ufficio stampa
CLP
Autore
Curatore