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Carlo Mo
Mostra di opere grafiche dell’artista Carlo Mo
Comunicato stampa
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Pavia, 29/09/09. Non solo enogastronomia alla 57° edizione di Autunno Pavese DOC, quest’anno infatti, la Camera di Commercio di Pavia desidera ricordare l’opera grafica di Carlo Mo, artista vicentino di nascita e pavese di adozione, con una piccola mostra dei suoi manifesti più significativi.
A cinque anni dalla sua scomparsa, la città di Pavia e Autunno Pavese DOC desiderano ricordare l’opera del maestro ospitando alcuni suoi manifesti e opere grafiche. Alle pareti del rinnovato Salone Ristorante al primo piano, si potranno ammirare le opere del maestro Mo, che ha praticamente “inventato” e curato brillantemente e a lungo l’Autunno Pavese.
Carlo Mo nasce a Piovene Rocchette (VI) nel 1923, trascorse l’infanzia e la giovinezza a Genova, completando poi i suoi studi a Pavia città dove visse e produsse la maggior parte delle opere.
Carlo Mo si afferma sulla scena artistica internazionale fin dagli anni '60, quando cura le scenografie di concerti e opere teatrali alla Certosa di Pavia e collabora attivamente, in occasione della XV Triennale di Milano nel '68, alla realizzazione di Intervento in un centro antico, uno dei primi progetti di isola pedonale in Europa. Da qui in avanti si sono susseguite commissioni di grande rilievo, come quella per la scultura Equilibrio collocata di fronte al palazzo della Triennale di Milano e mostre personali e collettive in numerose città d'Italia, d'Europa e degli Stati Uniti.
Nel 1969 gli viene affidato dal governo del Madagascar l'incarico per la realizzazione del Monumento al Portatore Malgascio, collocato nel 1970 ad Andapa.
L'intensa attività artistica ed espositiva prosegue incessantemente negli anni successivi. Le sue opere entrano in molte collezioni pubbliche e private, tra cui il Museo Hirshon di Washington e la collezione privata Betty Parsons, mentre realizza alcune grandi sculture per le città di Pavia, tra cui Gerolamo Cardano, I Longobardi, L'Attesa, Il Sogno e Deposizione, quest'ultima posta nella piazza del Duomo.
Tra le ultime opere Do ut Des, per la sede della Camera di Commercio di Milano, e Verso Itaca, per l'Autostrada Milano Serravalle. Per 10 anni ha tenuto la Cattedra di Scultura presso la Nuova Accademia di Belle Arti di Milano.
Morto il 18 agosto del 2004 a Pavia, il suo nome, per volontà del Comune di Milano, è ora tra gli uomini illustri del Famedio del Cimitero Monumentale.
La manifestazione è organizzata da PAVIASVILUPPO, Azienda Speciale della Camera di Commercio di Pavia, con il patrocinio del Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali, della Regione Lombardia - Assessorato all’Agricoltura - e della Provincia di Pavia.
Si ringrazia l’Agenzia Eventi Senza Confini di Pavia per la collaborazione alla migliore riuscita della 57a edizione di Autunno Pavese DOC.
Autunno Pavese DOC rende Omaggio a Carlo Mo
In mostra alcuni suoi preziosi manifesti al primo piano del Salone Ristorante
Carlo Mo (1923/2004) pittore, scultore e poeta raffinato è ricordato ed è noto soprattutto come scultore. Artista dell’acciaio riusciva, anche grazie all’impiego di questo materiale, a imprigionare la luce.
“Non a caso Carlo Mo in tutte le sue sculture usa l’acciaio inossidabile – ricorda Guido Ballo – è un materiale che,.prodotto dalla nuova industria, risponde alle esigenze neo-costruttiviste, risultando essenziale nella sua nudità…”.
Ballo dà anche di Mo un bellissimo ritratto: “A vederlo, è massiccio, chiuso a prima vista come un gigantesco pugno.
Invece, quando si comincia a conoscerlo un poco, si nota una profonda gentilezza d’animo, sotto una scorza riservata.
L’origine ligure – del marinaio abituato a lottare contro le tempeste, in un lembo di terra avara, addossata alle montagne – persiste nell’abitudine a parlare pochissimo, e soprattutto nella tenacia che non gli fa mai abbandonare le cose a metà, anche quando possano sembrare inattuabili”.
Alla ricerca di grandi spazi per le sue opere possenti, Carlo Mo amava molto l’Africa, soprattutto l’Africa centrale che aveva conosciuto in gioventù.
Amava Genova, dove aveva compiuto gli studi universitari e amava soprattutto Pavia con i suoi silenzi e la sua bellezza segreta; con il Ticino, le torri, le basiliche (si era battuto per salvare il S. Michele); amava Pavia per la sua storia antica, per la sua dignità di capitale di regno, soprattutto del regno longobardo.
Aveva tenuto per dieci anni la cattedra di scultura presso la Nuova Accademia di Belle Arti a Milano, la cui Aula Magna è oggi intitolata a suo nome, e della scultura diceva “… non può essere solo forma o rappresentazione, è spirito, pensiero, desiderio e sentimento”.
Teneva in somma considerazione il valore dell’amicizia. Fra i suoi amici: il poeta Ungaretti, lo scultore Andrea Cascella, l’indimenticabille Gianni Brera, Ottavio Missoni, il fotografo Lorenzo Capellini, Mino Milani, Luigi Veronelli, Emilio Isgrò, Giulio Signori, Tullio Delbò.
Fra i suoi estimatori Ernest Hemingway, Giovanni Arpino, (che lo aveva definito lo scultore dei grandi spazi). Guido Ballo, titolare della cattedra di Storia dell’Arte all’Accademia di Brera, cui si devono importanti analisi dell’opera di Carlo Mo, Rossana Bossaglia e Filippo Tartaglia, Ettore Mo, lo scultore Kengiro Azuma (La scultura di Carlo Mo è sua poesia), Bob e Ornella Noorda (…le sue grandi sculture testimoniano un grande uomo), Riccardo Rodriguez y Baena (Carlo, gigante nel corpo e nello spirito).
Ma, oltre ad essere un valente scultore, Mo è anche altro: ad esempio un abile scenografo che inventava per Pavia, negli ani ’50, iniziative come l’arredo urbano di Piazza Grande, in un progetto antesignano di pedonalizzazione, o come il Palio, il l corteo storico, il gioco delle torri.
Nel suo laboratorio/officina a Pavia, nei pressi del Ticino, scriveva e soprattutto disegnava continuamente, come aveva cominciato a fare fin da bambino per dare forma alla sua immaginazione: cavalli, soprattutto, poi guerrieri, animali fantastici, forme geometriche, sequenze da sviluppare per un’idea di movimento e disegni preparatori di nuove sculture.
Il segno grafico di Mo è incisivo e suggestivo e si esprimerà al meglio in una serie di manifesti ideati per specifici eventi: musica alla Certosa, dove la famosa facciata del monumento si scompone nella musica di canne d’organo. Oppure quello dedicato alla basilica di S. Michele: splendore e degrado di un monumento oppure i bellissimi manifesti ideati per l’Autunno Pavese.
L’Autunno Pavese, vetrina dell’economia locale, è stato proprio ideato da Lui con il placet di quelle che venivano chiamate le “3R”: Ricevuti (Presidente della Camera di Commercio), Ruffino (Segretario Generale) e Roncarolo (Dirigente del settore agricoltura).
E così pure erano create da lui le scenografie che ogni anno vestivano il Palazzo Esposizioni di nuove luci e colori, contribuendo non poco al successo dell’iniziativa, a cominciare dalla prima: quello straordinario grappolo d’uva formato da damigiane che dominava il Palazzo Esposizioni.
Sue l’invenzione del tratradeo mentre il piatto d’oro costituiva il premio del geniale campionato gastronomico lombardo, progettato da Brera, Veronelli, Mo e Roncarolo, per effettuare un censimento della cucina lombarda con l’ambizioso obiettivo di unire ulteriormente la Lombardia alle soglie della creazione delle Regioni.
Poi altre gare gastronomiche in seno all’Autunno Pavese, con l’abbinamento vini/cibo, allargate a tutta l’Italia, alla presenza di personaggi famosi: Gianni Brera, Andrea Cascella, Enzo Tortora, Rosita e Tai Missoni, Luigi Veronelli, Wilma De Angelis, Betty Curtis, nonché il fior fiore del giornalismo specializzato in enogastronomia e in agricoltura.
L’Autunno Pavese era un appuntamento irrinunciabile, le serate memorabili; dietro le quinte era tutto un fervore di iniziative: il decoratore Retus era in prima linea con Mo, elettricisti, falegnami, cuochi, personale della Camera di Commercio, si prodigavano per la buona riuscita.
È quindi giusto che in questa edizione della rassegna Carlo Mo venga ricordato con alcuni dei suoi più bei manifesti che verranno esposti nel saloncino dei congressi, ulteriore motivo di interesse per una Mostra che si prospetta densa di novità.
Vale la pena di ricordare che tutte le iniziative camerali – specie quelle agricole - per un lungo, brillante periodo di tempo portano il segno grafico di Carlo Mo: invito, cataloghi, depliant, pubblicazioni, incontri, convegni eventi.
Mo ha curato per anni l’impaginazione, e la grafica della rivista della Camera di Commercio “PAVIA ECONOMICA”, per la quale ha ideato una copertina molto suggestiva: sullo sfondo dei principali monumenti di Pavia – il Duomo, la Torre Civica, le altre torri, il S. Michele - una cascata di monete antiche, fra cui spiccano quelle con il Regisole, simbolo della città nonché dell’Ente Camerale.
La pubblicazione sui Vini dell’Oltrepò Pavese (1963) curata da Mo, è risultata una splendida antologia di tutte le produzioni di vino tipiche e pregiata della zona. L’originale copertina, e l’introduzione fatta da “un certo sig. Noé”, invenzione grafica di Mo, hanno contribuito non poco al successo del volume e alla scoperta e rilancio del buon vino dell’Oltrepo Pavese.
È suo il prototipo del marchio depositato del Consorzio Tutela Vini dei Colli della Provincia di Pavia, che diventerà il Consorzio Vini tipici e pregiati Oltrepo Pavese, ente che festeggia quest’anno il cinquantenario con un Convegno in seno all’Autunno Pavese 2009.
Per l’Enoteca Lombarda della Certosa Mo ha creato il simbolo del vignaiolo con il grappolo d’uva, riproduzione di una sua opera in metallo che donerà alla Camera di Commercio.
Con tre rapidi movimenti grafici Mo indica, insieme a Roncarolo, in un prezioso, introvabile libretto la via “per bere bene”: usando gli occhi, l’olfatto, il gusto.
Un’altra pubblicazione - “Notizie, storia, indicazioni di Pavia e Provincia” di Merlo e Mazza - deve l’impaginazione a Carlo Mo e, ripubblicata più volte, è un fiore all’occhiello della Camera di Commercio.
***
Nel 1989 la Camera di Commercio attribuì a Calo Mo il suo premio più importante - il Sigillo d’Oro - “per la sua prestigiosa presenza nel campo dell’Arte”.
Anche la rassegna dei manifesti di Mo quest’anno vuole essere un segno di riconoscimento per quanto Carlo Mo ha fatto per la Camera, e non solo; riconoscimento che trae rilievo dalla gratitudine che lo anima, dal luogo che lo ha visto operare e dal collegamento con un passato tanto prestigioso.
A cinque anni dalla sua scomparsa, la città di Pavia e Autunno Pavese DOC desiderano ricordare l’opera del maestro ospitando alcuni suoi manifesti e opere grafiche. Alle pareti del rinnovato Salone Ristorante al primo piano, si potranno ammirare le opere del maestro Mo, che ha praticamente “inventato” e curato brillantemente e a lungo l’Autunno Pavese.
Carlo Mo nasce a Piovene Rocchette (VI) nel 1923, trascorse l’infanzia e la giovinezza a Genova, completando poi i suoi studi a Pavia città dove visse e produsse la maggior parte delle opere.
Carlo Mo si afferma sulla scena artistica internazionale fin dagli anni '60, quando cura le scenografie di concerti e opere teatrali alla Certosa di Pavia e collabora attivamente, in occasione della XV Triennale di Milano nel '68, alla realizzazione di Intervento in un centro antico, uno dei primi progetti di isola pedonale in Europa. Da qui in avanti si sono susseguite commissioni di grande rilievo, come quella per la scultura Equilibrio collocata di fronte al palazzo della Triennale di Milano e mostre personali e collettive in numerose città d'Italia, d'Europa e degli Stati Uniti.
Nel 1969 gli viene affidato dal governo del Madagascar l'incarico per la realizzazione del Monumento al Portatore Malgascio, collocato nel 1970 ad Andapa.
L'intensa attività artistica ed espositiva prosegue incessantemente negli anni successivi. Le sue opere entrano in molte collezioni pubbliche e private, tra cui il Museo Hirshon di Washington e la collezione privata Betty Parsons, mentre realizza alcune grandi sculture per le città di Pavia, tra cui Gerolamo Cardano, I Longobardi, L'Attesa, Il Sogno e Deposizione, quest'ultima posta nella piazza del Duomo.
Tra le ultime opere Do ut Des, per la sede della Camera di Commercio di Milano, e Verso Itaca, per l'Autostrada Milano Serravalle. Per 10 anni ha tenuto la Cattedra di Scultura presso la Nuova Accademia di Belle Arti di Milano.
Morto il 18 agosto del 2004 a Pavia, il suo nome, per volontà del Comune di Milano, è ora tra gli uomini illustri del Famedio del Cimitero Monumentale.
La manifestazione è organizzata da PAVIASVILUPPO, Azienda Speciale della Camera di Commercio di Pavia, con il patrocinio del Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali, della Regione Lombardia - Assessorato all’Agricoltura - e della Provincia di Pavia.
Si ringrazia l’Agenzia Eventi Senza Confini di Pavia per la collaborazione alla migliore riuscita della 57a edizione di Autunno Pavese DOC.
Autunno Pavese DOC rende Omaggio a Carlo Mo
In mostra alcuni suoi preziosi manifesti al primo piano del Salone Ristorante
Carlo Mo (1923/2004) pittore, scultore e poeta raffinato è ricordato ed è noto soprattutto come scultore. Artista dell’acciaio riusciva, anche grazie all’impiego di questo materiale, a imprigionare la luce.
“Non a caso Carlo Mo in tutte le sue sculture usa l’acciaio inossidabile – ricorda Guido Ballo – è un materiale che,.prodotto dalla nuova industria, risponde alle esigenze neo-costruttiviste, risultando essenziale nella sua nudità…”.
Ballo dà anche di Mo un bellissimo ritratto: “A vederlo, è massiccio, chiuso a prima vista come un gigantesco pugno.
Invece, quando si comincia a conoscerlo un poco, si nota una profonda gentilezza d’animo, sotto una scorza riservata.
L’origine ligure – del marinaio abituato a lottare contro le tempeste, in un lembo di terra avara, addossata alle montagne – persiste nell’abitudine a parlare pochissimo, e soprattutto nella tenacia che non gli fa mai abbandonare le cose a metà, anche quando possano sembrare inattuabili”.
Alla ricerca di grandi spazi per le sue opere possenti, Carlo Mo amava molto l’Africa, soprattutto l’Africa centrale che aveva conosciuto in gioventù.
Amava Genova, dove aveva compiuto gli studi universitari e amava soprattutto Pavia con i suoi silenzi e la sua bellezza segreta; con il Ticino, le torri, le basiliche (si era battuto per salvare il S. Michele); amava Pavia per la sua storia antica, per la sua dignità di capitale di regno, soprattutto del regno longobardo.
Aveva tenuto per dieci anni la cattedra di scultura presso la Nuova Accademia di Belle Arti a Milano, la cui Aula Magna è oggi intitolata a suo nome, e della scultura diceva “… non può essere solo forma o rappresentazione, è spirito, pensiero, desiderio e sentimento”.
Teneva in somma considerazione il valore dell’amicizia. Fra i suoi amici: il poeta Ungaretti, lo scultore Andrea Cascella, l’indimenticabille Gianni Brera, Ottavio Missoni, il fotografo Lorenzo Capellini, Mino Milani, Luigi Veronelli, Emilio Isgrò, Giulio Signori, Tullio Delbò.
Fra i suoi estimatori Ernest Hemingway, Giovanni Arpino, (che lo aveva definito lo scultore dei grandi spazi). Guido Ballo, titolare della cattedra di Storia dell’Arte all’Accademia di Brera, cui si devono importanti analisi dell’opera di Carlo Mo, Rossana Bossaglia e Filippo Tartaglia, Ettore Mo, lo scultore Kengiro Azuma (La scultura di Carlo Mo è sua poesia), Bob e Ornella Noorda (…le sue grandi sculture testimoniano un grande uomo), Riccardo Rodriguez y Baena (Carlo, gigante nel corpo e nello spirito).
Ma, oltre ad essere un valente scultore, Mo è anche altro: ad esempio un abile scenografo che inventava per Pavia, negli ani ’50, iniziative come l’arredo urbano di Piazza Grande, in un progetto antesignano di pedonalizzazione, o come il Palio, il l corteo storico, il gioco delle torri.
Nel suo laboratorio/officina a Pavia, nei pressi del Ticino, scriveva e soprattutto disegnava continuamente, come aveva cominciato a fare fin da bambino per dare forma alla sua immaginazione: cavalli, soprattutto, poi guerrieri, animali fantastici, forme geometriche, sequenze da sviluppare per un’idea di movimento e disegni preparatori di nuove sculture.
Il segno grafico di Mo è incisivo e suggestivo e si esprimerà al meglio in una serie di manifesti ideati per specifici eventi: musica alla Certosa, dove la famosa facciata del monumento si scompone nella musica di canne d’organo. Oppure quello dedicato alla basilica di S. Michele: splendore e degrado di un monumento oppure i bellissimi manifesti ideati per l’Autunno Pavese.
L’Autunno Pavese, vetrina dell’economia locale, è stato proprio ideato da Lui con il placet di quelle che venivano chiamate le “3R”: Ricevuti (Presidente della Camera di Commercio), Ruffino (Segretario Generale) e Roncarolo (Dirigente del settore agricoltura).
E così pure erano create da lui le scenografie che ogni anno vestivano il Palazzo Esposizioni di nuove luci e colori, contribuendo non poco al successo dell’iniziativa, a cominciare dalla prima: quello straordinario grappolo d’uva formato da damigiane che dominava il Palazzo Esposizioni.
Sue l’invenzione del tratradeo mentre il piatto d’oro costituiva il premio del geniale campionato gastronomico lombardo, progettato da Brera, Veronelli, Mo e Roncarolo, per effettuare un censimento della cucina lombarda con l’ambizioso obiettivo di unire ulteriormente la Lombardia alle soglie della creazione delle Regioni.
Poi altre gare gastronomiche in seno all’Autunno Pavese, con l’abbinamento vini/cibo, allargate a tutta l’Italia, alla presenza di personaggi famosi: Gianni Brera, Andrea Cascella, Enzo Tortora, Rosita e Tai Missoni, Luigi Veronelli, Wilma De Angelis, Betty Curtis, nonché il fior fiore del giornalismo specializzato in enogastronomia e in agricoltura.
L’Autunno Pavese era un appuntamento irrinunciabile, le serate memorabili; dietro le quinte era tutto un fervore di iniziative: il decoratore Retus era in prima linea con Mo, elettricisti, falegnami, cuochi, personale della Camera di Commercio, si prodigavano per la buona riuscita.
È quindi giusto che in questa edizione della rassegna Carlo Mo venga ricordato con alcuni dei suoi più bei manifesti che verranno esposti nel saloncino dei congressi, ulteriore motivo di interesse per una Mostra che si prospetta densa di novità.
Vale la pena di ricordare che tutte le iniziative camerali – specie quelle agricole - per un lungo, brillante periodo di tempo portano il segno grafico di Carlo Mo: invito, cataloghi, depliant, pubblicazioni, incontri, convegni eventi.
Mo ha curato per anni l’impaginazione, e la grafica della rivista della Camera di Commercio “PAVIA ECONOMICA”, per la quale ha ideato una copertina molto suggestiva: sullo sfondo dei principali monumenti di Pavia – il Duomo, la Torre Civica, le altre torri, il S. Michele - una cascata di monete antiche, fra cui spiccano quelle con il Regisole, simbolo della città nonché dell’Ente Camerale.
La pubblicazione sui Vini dell’Oltrepò Pavese (1963) curata da Mo, è risultata una splendida antologia di tutte le produzioni di vino tipiche e pregiata della zona. L’originale copertina, e l’introduzione fatta da “un certo sig. Noé”, invenzione grafica di Mo, hanno contribuito non poco al successo del volume e alla scoperta e rilancio del buon vino dell’Oltrepo Pavese.
È suo il prototipo del marchio depositato del Consorzio Tutela Vini dei Colli della Provincia di Pavia, che diventerà il Consorzio Vini tipici e pregiati Oltrepo Pavese, ente che festeggia quest’anno il cinquantenario con un Convegno in seno all’Autunno Pavese 2009.
Per l’Enoteca Lombarda della Certosa Mo ha creato il simbolo del vignaiolo con il grappolo d’uva, riproduzione di una sua opera in metallo che donerà alla Camera di Commercio.
Con tre rapidi movimenti grafici Mo indica, insieme a Roncarolo, in un prezioso, introvabile libretto la via “per bere bene”: usando gli occhi, l’olfatto, il gusto.
Un’altra pubblicazione - “Notizie, storia, indicazioni di Pavia e Provincia” di Merlo e Mazza - deve l’impaginazione a Carlo Mo e, ripubblicata più volte, è un fiore all’occhiello della Camera di Commercio.
***
Nel 1989 la Camera di Commercio attribuì a Calo Mo il suo premio più importante - il Sigillo d’Oro - “per la sua prestigiosa presenza nel campo dell’Arte”.
Anche la rassegna dei manifesti di Mo quest’anno vuole essere un segno di riconoscimento per quanto Carlo Mo ha fatto per la Camera, e non solo; riconoscimento che trae rilievo dalla gratitudine che lo anima, dal luogo che lo ha visto operare e dal collegamento con un passato tanto prestigioso.
02
ottobre 2009
Carlo Mo
Dal 02 al 05 ottobre 2009
disegno e grafica
Location
PALAZZO DELLE ESPOSIZIONI
Pavia, Viale Europa, 12, (Pavia)
Pavia, Viale Europa, 12, (Pavia)
Biglietti
intero € 4,00 - ridotto € 2,00 gratuito fino ai 12 anni. Chiusura biglietteria ore 23.30.
Orario di apertura
Venerdì e Lunedì 17.00/24.00; Sabato 15.00/24.00; Domenica 10.00/24.00.
Vernissage
2 Ottobre 2009, ore 17
Ufficio stampa
SILVIA TROVATO
Autore