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Carlo Volpicella – Theorein….e il Principio della forma dinamica fu l’ameba
Mostra personale
Comunicato stampa
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Theorein…. e il Principio della forma dinamica fu l’ameba.
di Antonio Gasbarrini
“Le amebe sono organismi unicellulari caratterizzati dalla variabilità della forma. Si muovono emettendo dal corpo dei prolungamenti chiamati pseudopodi: questo tipo di movimento, con continuo cambiamento della forma del corpo, viene detto movimento ameboide” (da Wikipedia).
Cosa è stata l’arte moderna e contemporanea (inclusa l'"arte d’oggi”) se non una continua trasmigrazione di forme su forme? Forme de/formate con l’Espressionismo, velocizzate con il Futurismo, purificate con l’Astrattismo, dissacrate con il Dadaismo, imbrogliate con il Surrealismo e… via di questo passo sino ad arrivare alla loro attuale esasperata ed esasperante digitalizzazione. Basta ora un semplice clic per metamorfizzare a piacere, di ogni immagine in-forma-tica (anche testuale), un'instabile, effimera forma camaleontica riempita, anzi stivata, di pixel su pixel “ciecamente” obbedienti a questo o quel software.
L’archetipo delle tante forme cangianti sino a qui chiamate in causa, può essere rintracciato in quel minuscolo organismo unicellulare, l’ameba, il cui perimetro corporale (ancora la forma, cioè) varia non solo continuamente, ma è strettamente connesso al movimento.
Non so spiegarmi per quale istintiva associazione simbolica, nel vedere i sagomati Theorein antropomorfi di Carlo Volpicella, ho pensato subito al mutevole profilo corporale di un’ameba. Cercherò di tratteggiare qualche plausibile risposta. Iniziando subito a riflettere sull’attrazione empatica suscitata dalle radiografie diagnostiche manipolate dall’artista abruzzese con interventi computerizzati. Sicché quelle diafane tracce fotoniche (i raggi x) riproducenti in negativo questa o quella parte dello scheletro umano o di altri organi “potenzialmente malati”, sprizza adesso una salubre aura estetica, grazie a scritte e ritornanti perimetri amebici tatuati, sempre in negativo con il medium del computer, sulla scannerizzata pellicola-matrice originaria.
di Antonio Gasbarrini
“Le amebe sono organismi unicellulari caratterizzati dalla variabilità della forma. Si muovono emettendo dal corpo dei prolungamenti chiamati pseudopodi: questo tipo di movimento, con continuo cambiamento della forma del corpo, viene detto movimento ameboide” (da Wikipedia).
Cosa è stata l’arte moderna e contemporanea (inclusa l'"arte d’oggi”) se non una continua trasmigrazione di forme su forme? Forme de/formate con l’Espressionismo, velocizzate con il Futurismo, purificate con l’Astrattismo, dissacrate con il Dadaismo, imbrogliate con il Surrealismo e… via di questo passo sino ad arrivare alla loro attuale esasperata ed esasperante digitalizzazione. Basta ora un semplice clic per metamorfizzare a piacere, di ogni immagine in-forma-tica (anche testuale), un'instabile, effimera forma camaleontica riempita, anzi stivata, di pixel su pixel “ciecamente” obbedienti a questo o quel software.
L’archetipo delle tante forme cangianti sino a qui chiamate in causa, può essere rintracciato in quel minuscolo organismo unicellulare, l’ameba, il cui perimetro corporale (ancora la forma, cioè) varia non solo continuamente, ma è strettamente connesso al movimento.
Non so spiegarmi per quale istintiva associazione simbolica, nel vedere i sagomati Theorein antropomorfi di Carlo Volpicella, ho pensato subito al mutevole profilo corporale di un’ameba. Cercherò di tratteggiare qualche plausibile risposta. Iniziando subito a riflettere sull’attrazione empatica suscitata dalle radiografie diagnostiche manipolate dall’artista abruzzese con interventi computerizzati. Sicché quelle diafane tracce fotoniche (i raggi x) riproducenti in negativo questa o quella parte dello scheletro umano o di altri organi “potenzialmente malati”, sprizza adesso una salubre aura estetica, grazie a scritte e ritornanti perimetri amebici tatuati, sempre in negativo con il medium del computer, sulla scannerizzata pellicola-matrice originaria.
23
maggio 2015
Carlo Volpicella – Theorein….e il Principio della forma dinamica fu l’ameba
Dal 23 maggio al 06 giugno 2015
arte contemporanea
Location
CENTRO PACETTI
Monteprandone, Via San Giacomo, 107, (Ascoli Piceno)
Monteprandone, Via San Giacomo, 107, (Ascoli Piceno)
Vernissage
23 Maggio 2015, ore 17.30
Autore
Curatore