Create an account
Welcome! Register for an account
La password verrà inviata via email.
Recupero della password
Recupera la tua password
La password verrà inviata via email.
-
- container colonna1
- Categorie
- #iorestoacasa
- Agenda
- Archeologia
- Architettura
- Arte antica
- Arte contemporanea
- Arte moderna
- Arti performative
- Attualità
- Bandi e concorsi
- Beni culturali
- Cinema
- Contest
- Danza
- Design
- Diritto
- Eventi
- Fiere e manifestazioni
- Film e serie tv
- Formazione
- Fotografia
- Libri ed editoria
- Mercato
- MIC Ministero della Cultura
- Moda
- Musei
- Musica
- Opening
- Personaggi
- Politica e opinioni
- Street Art
- Teatro
- Viaggi
- Categorie
- container colonna2
- container colonna1
Carlos Casas / Phill Niblock – Avalanche
“Avalanche” fa parte di un ‘work in progress’ di Carlos Casas iniziato nel 2006 e dedicato al Pamir (in lingua persiana “tetto del mondo”), una regione dell’Asia fra Tajikistan, Kyrgyzstan, Cina, Pakistan e Afghanistan attraversata dalla Via della Seta, che ha un’altitudine media fra le più alte del pianeta.
Comunicato stampa
Segnala l'evento
carlos casas + phill niblock avalanche
“Avalanche” fa parte di un ‘work in progress’ di Carlos Casas iniziato nel 2006 e dedicato al Pamir (in lingua persiana “tetto del mondo”), una regione dell’Asia fra Tajikistan, Kyrgyzstan, Cina, Pakistan e Afghanistan attraversata dalla Via della Seta, che ha un’altitudine media fra le più alte del pianeta. Carlos, quando andò là l’ultima volta, nel 2009, girò molte riprese del paesaggio, soprattutto montagne e cielo, sempre ascoltando attraverso le cuffie “Stosspeng”, un brano del grande musicista e cineasta americano Phill Niblock, che glielo suggerì, insieme ad alcuni altri, perché lo utilizzasse per il suo video. Casas aveva così una sorta di colonna sonora ‘in diretta’, in grado di dare il giusto tono alle sue “esplorazioni visive”, conferendo alle immagini quello che gli appariva essere il suono stesso delle montagne. Quella musica è realmente diventata, per una sorta di destinazione naturale, la colonna sonora della prima parte di “Avalanche”, quella che possiamo definire come visionaria (ci sono chiari echi dell’immaginario romantico, soprattutto Friedrich), creando un tutt’uno osmotico con le immagini, che da essa apprendono la giusta temperatura emotiva, restituendole la stessa energia in una diversa forma. La seconda parte dell’opera non ha una colonna sonora musicale ma è fortemente sostenuta dai suoni registrati ‘sul campo’, anche qui stabilendo lo stesso tipo di rapporto fra questi e le immagini. Sono suoni prodotti da alcuni abitanti del villaggio di Hichigh (situato nella provincia del Badakshan a un’altitudine di circa 3800 metri slm) mentre compiono i loro gesti ancestrali, ripetendoli come ogni giorno, ma per una volta sotto l’occhio attento, e partecipe, della videocamera di Casas. Questa parte è più vicina al lavoro ‘etnografico’ di Casas, quello magistralmente rappresentato dalla sua trilogia sui luoghi estremi del pianeta, nota anche al pubblico del Torino Film Festival, di cui l’autore catalano è assiduo protagonista già da alcuni anni, a partire dal 2004, quando gli venne assegnato il Premio al Miglior Documentario, per “Aral. Fishing in an Invisibile Sea”.
La prima proiezione di “Avalanche” si terrà a blank sabato 27 novembre, a partire dalle 18.30, e una seconda proiezione è prevista per il sabato della settimana successiva, 4 dicembre 2010, a partire dalle 17.
“Avalanche” fa parte di un ‘work in progress’ di Carlos Casas iniziato nel 2006 e dedicato al Pamir (in lingua persiana “tetto del mondo”), una regione dell’Asia fra Tajikistan, Kyrgyzstan, Cina, Pakistan e Afghanistan attraversata dalla Via della Seta, che ha un’altitudine media fra le più alte del pianeta. Carlos, quando andò là l’ultima volta, nel 2009, girò molte riprese del paesaggio, soprattutto montagne e cielo, sempre ascoltando attraverso le cuffie “Stosspeng”, un brano del grande musicista e cineasta americano Phill Niblock, che glielo suggerì, insieme ad alcuni altri, perché lo utilizzasse per il suo video. Casas aveva così una sorta di colonna sonora ‘in diretta’, in grado di dare il giusto tono alle sue “esplorazioni visive”, conferendo alle immagini quello che gli appariva essere il suono stesso delle montagne. Quella musica è realmente diventata, per una sorta di destinazione naturale, la colonna sonora della prima parte di “Avalanche”, quella che possiamo definire come visionaria (ci sono chiari echi dell’immaginario romantico, soprattutto Friedrich), creando un tutt’uno osmotico con le immagini, che da essa apprendono la giusta temperatura emotiva, restituendole la stessa energia in una diversa forma. La seconda parte dell’opera non ha una colonna sonora musicale ma è fortemente sostenuta dai suoni registrati ‘sul campo’, anche qui stabilendo lo stesso tipo di rapporto fra questi e le immagini. Sono suoni prodotti da alcuni abitanti del villaggio di Hichigh (situato nella provincia del Badakshan a un’altitudine di circa 3800 metri slm) mentre compiono i loro gesti ancestrali, ripetendoli come ogni giorno, ma per una volta sotto l’occhio attento, e partecipe, della videocamera di Casas. Questa parte è più vicina al lavoro ‘etnografico’ di Casas, quello magistralmente rappresentato dalla sua trilogia sui luoghi estremi del pianeta, nota anche al pubblico del Torino Film Festival, di cui l’autore catalano è assiduo protagonista già da alcuni anni, a partire dal 2004, quando gli venne assegnato il Premio al Miglior Documentario, per “Aral. Fishing in an Invisibile Sea”.
La prima proiezione di “Avalanche” si terrà a blank sabato 27 novembre, a partire dalle 18.30, e una seconda proiezione è prevista per il sabato della settimana successiva, 4 dicembre 2010, a partire dalle 17.
04
dicembre 2010
Carlos Casas / Phill Niblock – Avalanche
04 dicembre 2010
performance - happening
presentazione
incontro - conferenza
serata - evento
presentazione
incontro - conferenza
serata - evento
Location
BLANK
Torino, Via Reggio, 27, (Torino)
Torino, Via Reggio, 27, (Torino)
Vernissage
4 Dicembre 2010, ore 17
Autore
Curatore