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Carlos Garaicoa – El Palacio de las Tres Historias
La mostra “Carlos Garaicoa.cEl Palacio de las Tres Historias”, a cura di Claudia Gioia, è un progetto espositivo inedito, costituito da grandi installazioni, opere fotografiche e video, dedicato al tema della città quale spazio ideale, luogo di partecipazione e di crescita.
Comunicato stampa
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La Fondazione Merz presenta la mostra personale dell’artista cubano Carlos Garaicoa "El Palacio de las Tres Historias", a cura di Claudia Gioia, un progetto espositivo inedito, costituito da grandi installazioni, opere fotografiche e video, dedicato al tema della città quale spazio ideale, luogo di partecipazione e di crescita di storie e prospettive, con particolare riferimento alla città di Torino.
“Carlos Garaicoa guarda le città, le architetture e i sogni sottesi, quelli dismessi e quelli ancora realizzabili; ne legge le trame, le offese e i ricordi incancellabili e poi con instancabile creatività traccia altre prospettive, innesta vecchio e futuro, disegna nuove linee di fuga e cerca il comune e la moltitudine quali soggetti di un incessante divenire altro.
Come già l’Avana ha costituito un punto di partenza per indagare il senso e le possibilità di una stagione del vivere sociale, così Torino diviene metafora della contemporaneità attraverso le parole, le immagini e la storia di un’utopia industriale e politica che si è fatta tessuto connettivo, volto urbano, fare e soggettività fino a scomparire, trasformarsi e declinarsi in qualcosa ancora da capire.“ (Claudia Gioia)
Garaicoa è attratto da Torino, dalle trasformazioni economiche, sociali e politiche che ne hanno ridisegnato la fisionomia nel '900, fino alla crisi dell’industria e alle conseguenze sul paesaggio urbano. L’artista si sofferma sulle spinte differenti che caratterizzano la città: quella industriale, quella razionalista e quella del riuso di edifici abbandonati quale palestra di sperimentazione di nuova socialità e trasformazione. Le architetture, dunque, quale metafora di utopie, quelle consumate e quelle ancora da immaginare e costruire.
Il percorso espositivo si apre con grandi prismatici rotanti, gli stessi che possiamo vedere sui grattaceli delle metropoli. Garaicoa vi inserisce disegni - sedimentazioni di progettazione urbana e sociale - che si alternano a parole, stralci di frasi e incisi in una sequenza sincopata che ammicca al cinema e alla velocità delle pubblicità frammista all’informazione.
A questo cinetico ingresso fanno da controcanto un nucleo di lavori della serie "Edificios parlantes", disegni che giocano con la linea progettuale e l’architettura del pensiero e che ci conducono alla grande installazione che dà il titolo alla mostra: "El Palacio de las Tres Historias", un edificio destrutturato, pensato come uno spazio di passaggio e di osservazione, un punto di incontro della trama sociale, che si innesta sull’architettura interna della Fondazione Merz e suggerisce nuove strade percorribili, ascese di prospettive e l’annullamento della differenza tra il dentro e il fuori.
ll palazzo racconta dell’utopia del ‘900, delle architetture che ne hanno preservato le tracce, del vuoto industriale e dei luoghi abbandonati che prendono nuova vita; ma soprattutto ci offre uno spazio critico e di incantamento per allenare le inesplorate possibilità di futuro.
Il percorso espositivo prosegue con una serie di installazioni, tra le quali "Campus or the Babel of Knowledge", un’opera che ci parla di un luogo immaginario, un lavoro significativo della ricerca incessante di Garaicoa attraverso architetture trasformate e incontri del futuro nel passato.
La mostra si conclude con una video animazione inedita, "Abismo" ispirato al brano musicale "Quatuor pour la fin du temps" composto dal francese Olivier Messiaen in un campo di concentramento nel 1941. Protagoniste del video sono due mani che con movimenti delicati conducono la sinfonia. Garaicoa utilizza la gestualità tipica della propaganda fascista e la rimuove dal contesto originario, creando così una nuova narrazione storica.
La mostra sarà accompagnata da un catalogo in italiano e inglese con testi critici immagini e un racconto, realizzato per l’occasione, di Leonardo Padura, scrittore cubano di fama internazionale.
“Carlos Garaicoa guarda le città, le architetture e i sogni sottesi, quelli dismessi e quelli ancora realizzabili; ne legge le trame, le offese e i ricordi incancellabili e poi con instancabile creatività traccia altre prospettive, innesta vecchio e futuro, disegna nuove linee di fuga e cerca il comune e la moltitudine quali soggetti di un incessante divenire altro.
Come già l’Avana ha costituito un punto di partenza per indagare il senso e le possibilità di una stagione del vivere sociale, così Torino diviene metafora della contemporaneità attraverso le parole, le immagini e la storia di un’utopia industriale e politica che si è fatta tessuto connettivo, volto urbano, fare e soggettività fino a scomparire, trasformarsi e declinarsi in qualcosa ancora da capire.“ (Claudia Gioia)
Garaicoa è attratto da Torino, dalle trasformazioni economiche, sociali e politiche che ne hanno ridisegnato la fisionomia nel '900, fino alla crisi dell’industria e alle conseguenze sul paesaggio urbano. L’artista si sofferma sulle spinte differenti che caratterizzano la città: quella industriale, quella razionalista e quella del riuso di edifici abbandonati quale palestra di sperimentazione di nuova socialità e trasformazione. Le architetture, dunque, quale metafora di utopie, quelle consumate e quelle ancora da immaginare e costruire.
Il percorso espositivo si apre con grandi prismatici rotanti, gli stessi che possiamo vedere sui grattaceli delle metropoli. Garaicoa vi inserisce disegni - sedimentazioni di progettazione urbana e sociale - che si alternano a parole, stralci di frasi e incisi in una sequenza sincopata che ammicca al cinema e alla velocità delle pubblicità frammista all’informazione.
A questo cinetico ingresso fanno da controcanto un nucleo di lavori della serie "Edificios parlantes", disegni che giocano con la linea progettuale e l’architettura del pensiero e che ci conducono alla grande installazione che dà il titolo alla mostra: "El Palacio de las Tres Historias", un edificio destrutturato, pensato come uno spazio di passaggio e di osservazione, un punto di incontro della trama sociale, che si innesta sull’architettura interna della Fondazione Merz e suggerisce nuove strade percorribili, ascese di prospettive e l’annullamento della differenza tra il dentro e il fuori.
ll palazzo racconta dell’utopia del ‘900, delle architetture che ne hanno preservato le tracce, del vuoto industriale e dei luoghi abbandonati che prendono nuova vita; ma soprattutto ci offre uno spazio critico e di incantamento per allenare le inesplorate possibilità di futuro.
Il percorso espositivo prosegue con una serie di installazioni, tra le quali "Campus or the Babel of Knowledge", un’opera che ci parla di un luogo immaginario, un lavoro significativo della ricerca incessante di Garaicoa attraverso architetture trasformate e incontri del futuro nel passato.
La mostra si conclude con una video animazione inedita, "Abismo" ispirato al brano musicale "Quatuor pour la fin du temps" composto dal francese Olivier Messiaen in un campo di concentramento nel 1941. Protagoniste del video sono due mani che con movimenti delicati conducono la sinfonia. Garaicoa utilizza la gestualità tipica della propaganda fascista e la rimuove dal contesto originario, creando così una nuova narrazione storica.
La mostra sarà accompagnata da un catalogo in italiano e inglese con testi critici immagini e un racconto, realizzato per l’occasione, di Leonardo Padura, scrittore cubano di fama internazionale.
30
ottobre 2017
Carlos Garaicoa – El Palacio de las Tres Historias
Dal 30 ottobre 2017 al 04 febbraio 2018
arte contemporanea
Location
FONDAZIONE MERZ
Torino, Via Limone, 24, (Torino)
Torino, Via Limone, 24, (Torino)
Biglietti
ingresso
€ 6,00 intero
€ 3,50 ridotto (visitatori di età compresa tra i 10 e i 26 anni, maggiori di 65 anni, gruppi organizzati min. 10 persone, possessori di Pyou Card)
gratuito (bambini fino a 10 anni, disabili e accompagnatori, possessori tessera Abbonamento Musei e Torino + Piemonte Card, membri ICOM, giornalisti con tessera in corso di validità o accreditati, amici Fondazione Merz e ogni prima domenica del mese)
Orario di apertura
da martedì a domenica ore 11-19
Vernissage
30 Ottobre 2017, ore 19
Autore
Curatore