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Carmine Calvanese – Libera-Mente Sopra
Carmine Calvanese è uno degli esponenti più rappresentativi di quell’area di
“concettualismo ironico” che in Italia sta ormai definitivamente
imponendosi, complice una diffusa stanchezza nei confronti dell’ininterrotta
sequela di trovate neoconcettuali.
Comunicato stampa
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Carmine Calvanese è uno degli esponenti più rappresentativi di quell¹area di
³concettualismo ironico² che in Italia sta ormai definitivamente
imponendosi, complice una diffusa stanchezza nei confronti dell¹ininterrotta
sequela di trovate neoconcettuali, tanto patinate ed estetizzanti quanto
vuote di significato al di là di una diligente ma pedestre citazione di
quanto abbondantemente già visto nel recente passato, che hanno qualificato
in negativo gli anni ¹90. Nell¹ambito di un lungo e non ancora concluso
³fine secolo², il cui inizio è posizionabile dopo la seconda metà degli anni
¹70, a conclusione del lungo e rivoluzionario ciclo dell¹avanguardia
novecentesca, segnato dalla citazione delle esperienze caratterizzanti quel
periodo storico, dapprima la pittura, in seguito vari altri ambiti di
ricerca, in un clima tuttora vigente di eclettismo stilistico, Calvanese e
vari suoi compagni di strada si connotano viceversa per una ampia dose di
irriverente e caustica irrisione di molti luoghi comuni dell¹immaginario
collettivo, in sintonia con quella parte dell¹area storica del Concettuale
in grado di rappresentare al meglio il ³genius loci² italiano, simboleggiata
da autori quali, tra gli altri, Piero Manzoni, Pino Pascali, Piero Gilardi,
Alighiero Boetti, Aldo Mondino. Da un punto di vista estetico le opere si
presentano caratterizzate da un estroso eclettismo, marcato è lo spazio
concesso alla decorazione, frequente l¹uso della pittura, espressa con
modalità analitiche e concettuali, oppure con intervento ³primario² su di un
ampio repertorio oggettuale. Nell¹ambito di un frequente utilizzo di forme
provenienti dall¹immaginario ludico dell¹infanzia assistiamo, inoltre, ad
una tipologia compositiva che prevede l¹impiego di materiali sintetici e
derivati plastici, idonei alla realizzazione di assemblaggi dalla
colorazione viva e squillante. Carmine Calvanese si pone su questa scia con
la peculiarità di un particolarissimo stile che dota i suoi lavori di un
fondamentale, di questi tempi, elemento di immediata riconoscibilità.
Calvanese opera rari prelievi dall¹esterno, perlopiù immagini disposte
sequenzialmente lungo l¹asse delle sue installazioni, intrecciate e scosse
da moti sussultori, in una sapiente alternanza di pieni e di vuoti ed un
equilibrio ottenuto tra ordine e disordine, con una vivacità compositiva
decisamente neobarocca. L¹artista in genere progetta e costruisce ³in toto²
il suo repertorio oggettuale, con rara dedizione e perizia artigianale, in
sintonia con quella rivalutazione della ³technè² che sta attraversando la
parte migliore dell¹arte contemporanea italiana ed internazionale, dopo anni
di scontati cerebralismi fuori tempo massimo. Conscio dell¹importanza e
sincerità della sua proposta Calvanese non teme di premere l¹acceleratore
sul versante della più sospinta decorazione, giungendo volutamente a
sfiorare e, talvolta, ad attraversare il territorio minato del kitsch. Le
opere di Calvanese si manifestano duttili da un punto di vista assemblativo,
possono essere disposte indifferentemente a suolo od a parete, nell¹angolo
di un appartamento, o in un più ampio sito ambientale od urbano.
L¹iconografia prevalente nei suoi lavori ci fa ricordare come, nella nostra
post modernità, si possono ritrovare insospettate sintonie, da un punto di
vista formale, con le stagioni premoderne. Infatti le immagini gioiose ed
irriverenti disseminate in sequenza paratattica sulla superficie, tra le
varie cose, possono senz¹altro farci venire alla mente i motivi parietali
tipici dell¹arte tardo antica, ad esempio pompeiana oppure, per rimanere in
ambito novecentesco, l¹iperdecorativismo, esteso anche alle arti applicate
del secondo futurismo, in particolare di Balla e Depero. Certamente la
produzione di Carmine Calvanese non lascia indifferenti, può suscitare di
pari innamoramenti e repulsioni, ed è lì a ricordarci che l¹arte è un
insieme complesso, non riconducibile ad interpretazioni monotematiche, ed è
fatta anche di stupore ed intenso coinvolgimento emotivo.
³concettualismo ironico² che in Italia sta ormai definitivamente
imponendosi, complice una diffusa stanchezza nei confronti dell¹ininterrotta
sequela di trovate neoconcettuali, tanto patinate ed estetizzanti quanto
vuote di significato al di là di una diligente ma pedestre citazione di
quanto abbondantemente già visto nel recente passato, che hanno qualificato
in negativo gli anni ¹90. Nell¹ambito di un lungo e non ancora concluso
³fine secolo², il cui inizio è posizionabile dopo la seconda metà degli anni
¹70, a conclusione del lungo e rivoluzionario ciclo dell¹avanguardia
novecentesca, segnato dalla citazione delle esperienze caratterizzanti quel
periodo storico, dapprima la pittura, in seguito vari altri ambiti di
ricerca, in un clima tuttora vigente di eclettismo stilistico, Calvanese e
vari suoi compagni di strada si connotano viceversa per una ampia dose di
irriverente e caustica irrisione di molti luoghi comuni dell¹immaginario
collettivo, in sintonia con quella parte dell¹area storica del Concettuale
in grado di rappresentare al meglio il ³genius loci² italiano, simboleggiata
da autori quali, tra gli altri, Piero Manzoni, Pino Pascali, Piero Gilardi,
Alighiero Boetti, Aldo Mondino. Da un punto di vista estetico le opere si
presentano caratterizzate da un estroso eclettismo, marcato è lo spazio
concesso alla decorazione, frequente l¹uso della pittura, espressa con
modalità analitiche e concettuali, oppure con intervento ³primario² su di un
ampio repertorio oggettuale. Nell¹ambito di un frequente utilizzo di forme
provenienti dall¹immaginario ludico dell¹infanzia assistiamo, inoltre, ad
una tipologia compositiva che prevede l¹impiego di materiali sintetici e
derivati plastici, idonei alla realizzazione di assemblaggi dalla
colorazione viva e squillante. Carmine Calvanese si pone su questa scia con
la peculiarità di un particolarissimo stile che dota i suoi lavori di un
fondamentale, di questi tempi, elemento di immediata riconoscibilità.
Calvanese opera rari prelievi dall¹esterno, perlopiù immagini disposte
sequenzialmente lungo l¹asse delle sue installazioni, intrecciate e scosse
da moti sussultori, in una sapiente alternanza di pieni e di vuoti ed un
equilibrio ottenuto tra ordine e disordine, con una vivacità compositiva
decisamente neobarocca. L¹artista in genere progetta e costruisce ³in toto²
il suo repertorio oggettuale, con rara dedizione e perizia artigianale, in
sintonia con quella rivalutazione della ³technè² che sta attraversando la
parte migliore dell¹arte contemporanea italiana ed internazionale, dopo anni
di scontati cerebralismi fuori tempo massimo. Conscio dell¹importanza e
sincerità della sua proposta Calvanese non teme di premere l¹acceleratore
sul versante della più sospinta decorazione, giungendo volutamente a
sfiorare e, talvolta, ad attraversare il territorio minato del kitsch. Le
opere di Calvanese si manifestano duttili da un punto di vista assemblativo,
possono essere disposte indifferentemente a suolo od a parete, nell¹angolo
di un appartamento, o in un più ampio sito ambientale od urbano.
L¹iconografia prevalente nei suoi lavori ci fa ricordare come, nella nostra
post modernità, si possono ritrovare insospettate sintonie, da un punto di
vista formale, con le stagioni premoderne. Infatti le immagini gioiose ed
irriverenti disseminate in sequenza paratattica sulla superficie, tra le
varie cose, possono senz¹altro farci venire alla mente i motivi parietali
tipici dell¹arte tardo antica, ad esempio pompeiana oppure, per rimanere in
ambito novecentesco, l¹iperdecorativismo, esteso anche alle arti applicate
del secondo futurismo, in particolare di Balla e Depero. Certamente la
produzione di Carmine Calvanese non lascia indifferenti, può suscitare di
pari innamoramenti e repulsioni, ed è lì a ricordarci che l¹arte è un
insieme complesso, non riconducibile ad interpretazioni monotematiche, ed è
fatta anche di stupore ed intenso coinvolgimento emotivo.
06
marzo 2004
Carmine Calvanese – Libera-Mente Sopra
Dal 06 marzo al 17 aprile 2004
arte contemporanea
Location
LA GIARINA ARTE CONTEMPORANEA
Verona, Interrato Acqua Morta, 82, (Verona)
Verona, Interrato Acqua Morta, 82, (Verona)
Orario di apertura
dal martedì al sabato 15.30-19.30, mattino, lunedì e festivi su appuntamento
Vernissage
6 Marzo 2004, ore 18.30