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Carmine Ciccarini – Windows on New York
La mostra riunisce oltre venti dipinti di questo singolare, nuovo e poliglotta artista italiano che intesse il percorso sul tema della città ormai megalopoli in tutto il mondo descrivendone le mutazioni interne ed esterne e i riflessi sociali che da essa si dipartono.
Comunicato stampa
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La mostra dal titolo “Windows on New York”, che rientra in un progetto artistico internazionale, “Perlustrazioni ”, ideato e diretto dal Prof. Carlo Franza per il Circolo della Stampa di Milano, focalizza l’attenzione su taluni artefici della ricerca artistica non solo italiana ma internazionale. L’esposizione curata dal Prof. Carlo Franza, illustre Storico dell’Arte di piano internazionale, che firma anche il testo in catalogo, riunisce oltre venti dipinti di Carmine Ciccarini, taluni provenienti da collezioni private e pubbliche, che illustrano il percorso di questo singolare, nuovo e poliglotta artista italiano, rappresentativo non solo del panorama nazionale, ma internazionale.
All’inaugurazione ci sarà una prolusione del Prof. Carlo Franza curatore della mostra, la presenza dell’artista che firmerà i cataloghi, unitamente alla partecipazione di intellettuali italiani e stranieri e di numerosi collezionisti. Si brinderà con vini italiani.
Scrive Carlo Franza nel testo: “Un ardente desiderio di pittura, di vocazione al colore, di naufragio nei toni caldi che generano quasi una tensione elettrica, fa vivere con determinazione ed estrema convinzione la poetica di Carmine Ciccarini, tutta tesa a segnare il nostro tempo, il vivere delle città colto come spettacolarità e drammaticità, un vagabondare da filosofo accorto che guarda, segna e registra, intanto un reale dove la tensione narrativa e pittorica pone inquietudini, dall’altra un tentativo di deformare, di leggere una visionarietà da esilio, da preambolo all’evasione. Dunque la città con i suoi angeli e demòni, capace di offrirsi in ispezione, di strada in strada, di stanza in stanza, ove tutto e tutte le cose “sembrano” e si porgono nella loro consistenza-assenza. Vale per il nostro Ciccarini l’affermazione di Domenico Gnoli: “Sono nato sapendo che sarei stato pittore” (in D.Gnoli, Letters, and writing, Abscondita, Milano,2004). Mai come nel Novecento la città contemporanea si è prestata alla ricerca delle Avanguardie e delle Neovanguardie, la città industriale, la città bohèmienne, la città vissuta, la città operaia, la città borghese e capitalista, la città della cultura e dei giornali, la città dell’editoria, la
città del teatro e della scenografia, la città dei piaceri. Basterebbe vedere il “Luna Park di Parigi” dipinto da Giacomo Balla nel 1905, e visibile oggi nelle Civiche Raccolte d’Arte di Milano. Renzo Dongiovanni Radice ha dipinto la Parigi degli anni Trenta attraverso i suoi muri e non i suoi abitanti. Alla fine degli anni Cinquanta del Novecento, Franco Uncini mette in scena la corporeità urbana con il cemento. Mimmo Rotella con i suoi dècollages lavora sulla pelle urbana, strappando stratificazioni di manifesti e ricomponendoli. E Sergio Dangelo mima sulla tela una pubblica affissione. Emilio Tadini in “Magasin reunis” coglie i manichini con addosso gli abiti in vetrina. Fortunato Depero aveva già nel 1928 elaborato la campagna pubblicitaria del Campari aperitivo milanese. L’esplosione delle metropoli la leggiamo oltre che in Ardengo Soffici e Umberto Boccioni, nel nuclearismo di Gianni Dova con “Sprazzi sulla città” del 1951, nel linguaggio informale di Arturo Carmassi con “Autostrada” (anni cinquanta) e Aldo Bergolli con “Metro” del 1960.
Ecco come la città con i suoi caffè, teatri cinema, opera, concerti, neon e asfalti, rumori, spettacoli, e mille altre cose, ha dato corpo all’arte contemporanea, che ne ha tradotto, evocandone, atmosfere e relazioni, ma anche riti, costi, crudeltà e piaceri. Del mondo e delle città Carmine Ciccarini ci offre volumi e geometrie, spazi racchiusi da confini ma anche aperti alle atmosfere, e figure e oggetti che sono un’inquietante presenza, sicchè la visione tracima tra misura e perdita, la stessa che muove sensazioni e stati d’animo, quasi da stordimento. Viaggiatore incallito, scopritore di mondi nel mondo in cui nulla è veramente chiarito, Ciccarini accentua nei suoi dipinti quanto gli gira intorno, con giochi di macchie, tocchi di colore, portandosi verso una polisemia del simbolo, in quella sospensione logica che diventa un po’ il simbolo della sua pittura, sicchè se ne rimane colpiti come di un mistero, di un misterioso respiro che si pone tra il visibile e il visionario. Nella città ciccariana si accentua lo streben vale a dire la prospettiva straniante, deformata, e così pure le simmetrie sfalsate delle pareti, e il palcoscenico per il teatro della vita accoglie urli e tragedie, melting pot, angeli e diavoli, e ogni altra cosa, immagini che finiscono per declinare tutte le loro vertigini. E’ l’artista a fissare il punto prospettico della visione e della realtà, la ricerca di un soggetto, di un punto, di un sogno, di una follia, di una trappola, di un divieto, di una lussuria, di una assurdità; ma la trappola acchiappa sempre qualcosa, forsanche una luce in un mondo che scorre incessantemente. Carmine Ciccarini è un intellettuale che apparentemente vive una pittura a prima vista un po’ semplice, ma teoretica non solo dal punto di vista letterario, quanto dall’assimilabilità di quel crogiuolo postmodern cui è pregna tutta la giovane pittura dell’oggi, che ne vivacizza lo straniamento, il colore, la macchia, quel new realism capace di sconvolgere e di fare storia ”.
Biografia dell’artista
Carmine Ciccarini è nato a Chieti nel 1956. Oggi, laureato, vive e lavora a Perugia. Figlio di un restauratore, un fratello architetto allievo dello studio Gardella di Milano, una cognata restauratrice alla Fortezza da Basso di Firenze, e numerosi artisti amici di famiglia sono stati il terreno di cui si è nutrito l’artista. Avviato al disegno da uno zio pittore, imita giovanissimo i disegni di Leonardo, Rembrandt, Goya e altri. Poi conosce Omiccioli e in seguito Franco Angeli. Nell’81 alla galleria Mazzoli di Modena conosce Basquiat che lo stimola al graffitismo e alla pop art, artista che poi andrà a trovare al 57 di Great Jones Street di New York, e che lo introduce a Warhol e ad altri ragazzi della factory fra cui Dan O’Brien. Giramondo, scopre e visita il Ciccarini musei e mostre, sicchè arriva a svolgere una pittura modernissima, legata alla storia e alla contemporaneità. Nel 2005 stringe amicizia con il fotografo Edo Bertoglio della rivista “Interview” fondata da Warhol e realizza con lui il film undergraund “Downtown 81”. Ha tenuto mostre in più città italiane ed estere, da Milano a New York., e illustri critici, fra cui il Prof. Carlo Franza si interessano della sua pittura, e lo stesso Prof. Franza, gli consegna nel 2008 al Circolo della Stampa di Milano il Premio delle Arti Premio della Cultura come Artista dell’Anno. Oggi la sua pittura descrive megalopoli e città, carpendone il cuore e il movimento.
Biografia del curatore
Carlo Franza, nato nel 1949, è uno Storico dell’Arte Moderna e Contemporanea, italiano. Critico d’Arte. E’ vissuto a Roma dal 1959 al 1980 dove ha studiato e conseguito tre lauree all’Università Statale La Sapienza (Lettere, Filosofia e Sociologia). Si è laureato con Giulio Carlo Argan di cui è stato allievo e Assistente. Dal 1980 è a Milano dove tuttora risiede. Professore Straordinario di Storia dell’Arte Moderna e Contemporanea, Ordinario di Lingua e Letteratura Italiana. Visiting Professor nell’Accademia di Belle Arti di Brera a Milano e in altre numerose Università estere. Docente nel Master Universitario “Management e Valorizzazione dei Beni Culturali” allo IED di Milano. E’ stato indicato dal “Times” fra i dieci critici d’arte più importanti d’Europa. Giornalista, critico d’arte dal 1974 a Il Giornale di Indro Montanelli, oggi a Libero fondato e diretto da Vittorio Feltri. E’ fondatore e direttore del MIMAC della Fondazione Don Tonino Bello. Ha al suo attivo decine di libri fondamentali e migliaia di pubblicazioni e cataloghi con presentazioni di mostre. Si è interessato dei più importanti artisti del mondo dei quali ne ha curato prestigiosissime mostre. Dal 2001al 2007 è stato Consulente del Ministero per i Beni e le Attività Culturali. Ha vinto per il Giornalismo e la Critica d’Arte il Premio Cortina nel 1994, il Premio Saint Vincent nel 1995, il Premio Bormio nel 1996, il Premio Milano nel 1998, e il Premio delle Arti Premio della Cultura nel 2000, di cui è presidente di giuria dal 2001.
All’inaugurazione ci sarà una prolusione del Prof. Carlo Franza curatore della mostra, la presenza dell’artista che firmerà i cataloghi, unitamente alla partecipazione di intellettuali italiani e stranieri e di numerosi collezionisti. Si brinderà con vini italiani.
Scrive Carlo Franza nel testo: “Un ardente desiderio di pittura, di vocazione al colore, di naufragio nei toni caldi che generano quasi una tensione elettrica, fa vivere con determinazione ed estrema convinzione la poetica di Carmine Ciccarini, tutta tesa a segnare il nostro tempo, il vivere delle città colto come spettacolarità e drammaticità, un vagabondare da filosofo accorto che guarda, segna e registra, intanto un reale dove la tensione narrativa e pittorica pone inquietudini, dall’altra un tentativo di deformare, di leggere una visionarietà da esilio, da preambolo all’evasione. Dunque la città con i suoi angeli e demòni, capace di offrirsi in ispezione, di strada in strada, di stanza in stanza, ove tutto e tutte le cose “sembrano” e si porgono nella loro consistenza-assenza. Vale per il nostro Ciccarini l’affermazione di Domenico Gnoli: “Sono nato sapendo che sarei stato pittore” (in D.Gnoli, Letters, and writing, Abscondita, Milano,2004). Mai come nel Novecento la città contemporanea si è prestata alla ricerca delle Avanguardie e delle Neovanguardie, la città industriale, la città bohèmienne, la città vissuta, la città operaia, la città borghese e capitalista, la città della cultura e dei giornali, la città dell’editoria, la
città del teatro e della scenografia, la città dei piaceri. Basterebbe vedere il “Luna Park di Parigi” dipinto da Giacomo Balla nel 1905, e visibile oggi nelle Civiche Raccolte d’Arte di Milano. Renzo Dongiovanni Radice ha dipinto la Parigi degli anni Trenta attraverso i suoi muri e non i suoi abitanti. Alla fine degli anni Cinquanta del Novecento, Franco Uncini mette in scena la corporeità urbana con il cemento. Mimmo Rotella con i suoi dècollages lavora sulla pelle urbana, strappando stratificazioni di manifesti e ricomponendoli. E Sergio Dangelo mima sulla tela una pubblica affissione. Emilio Tadini in “Magasin reunis” coglie i manichini con addosso gli abiti in vetrina. Fortunato Depero aveva già nel 1928 elaborato la campagna pubblicitaria del Campari aperitivo milanese. L’esplosione delle metropoli la leggiamo oltre che in Ardengo Soffici e Umberto Boccioni, nel nuclearismo di Gianni Dova con “Sprazzi sulla città” del 1951, nel linguaggio informale di Arturo Carmassi con “Autostrada” (anni cinquanta) e Aldo Bergolli con “Metro” del 1960.
Ecco come la città con i suoi caffè, teatri cinema, opera, concerti, neon e asfalti, rumori, spettacoli, e mille altre cose, ha dato corpo all’arte contemporanea, che ne ha tradotto, evocandone, atmosfere e relazioni, ma anche riti, costi, crudeltà e piaceri. Del mondo e delle città Carmine Ciccarini ci offre volumi e geometrie, spazi racchiusi da confini ma anche aperti alle atmosfere, e figure e oggetti che sono un’inquietante presenza, sicchè la visione tracima tra misura e perdita, la stessa che muove sensazioni e stati d’animo, quasi da stordimento. Viaggiatore incallito, scopritore di mondi nel mondo in cui nulla è veramente chiarito, Ciccarini accentua nei suoi dipinti quanto gli gira intorno, con giochi di macchie, tocchi di colore, portandosi verso una polisemia del simbolo, in quella sospensione logica che diventa un po’ il simbolo della sua pittura, sicchè se ne rimane colpiti come di un mistero, di un misterioso respiro che si pone tra il visibile e il visionario. Nella città ciccariana si accentua lo streben vale a dire la prospettiva straniante, deformata, e così pure le simmetrie sfalsate delle pareti, e il palcoscenico per il teatro della vita accoglie urli e tragedie, melting pot, angeli e diavoli, e ogni altra cosa, immagini che finiscono per declinare tutte le loro vertigini. E’ l’artista a fissare il punto prospettico della visione e della realtà, la ricerca di un soggetto, di un punto, di un sogno, di una follia, di una trappola, di un divieto, di una lussuria, di una assurdità; ma la trappola acchiappa sempre qualcosa, forsanche una luce in un mondo che scorre incessantemente. Carmine Ciccarini è un intellettuale che apparentemente vive una pittura a prima vista un po’ semplice, ma teoretica non solo dal punto di vista letterario, quanto dall’assimilabilità di quel crogiuolo postmodern cui è pregna tutta la giovane pittura dell’oggi, che ne vivacizza lo straniamento, il colore, la macchia, quel new realism capace di sconvolgere e di fare storia ”.
Biografia dell’artista
Carmine Ciccarini è nato a Chieti nel 1956. Oggi, laureato, vive e lavora a Perugia. Figlio di un restauratore, un fratello architetto allievo dello studio Gardella di Milano, una cognata restauratrice alla Fortezza da Basso di Firenze, e numerosi artisti amici di famiglia sono stati il terreno di cui si è nutrito l’artista. Avviato al disegno da uno zio pittore, imita giovanissimo i disegni di Leonardo, Rembrandt, Goya e altri. Poi conosce Omiccioli e in seguito Franco Angeli. Nell’81 alla galleria Mazzoli di Modena conosce Basquiat che lo stimola al graffitismo e alla pop art, artista che poi andrà a trovare al 57 di Great Jones Street di New York, e che lo introduce a Warhol e ad altri ragazzi della factory fra cui Dan O’Brien. Giramondo, scopre e visita il Ciccarini musei e mostre, sicchè arriva a svolgere una pittura modernissima, legata alla storia e alla contemporaneità. Nel 2005 stringe amicizia con il fotografo Edo Bertoglio della rivista “Interview” fondata da Warhol e realizza con lui il film undergraund “Downtown 81”. Ha tenuto mostre in più città italiane ed estere, da Milano a New York., e illustri critici, fra cui il Prof. Carlo Franza si interessano della sua pittura, e lo stesso Prof. Franza, gli consegna nel 2008 al Circolo della Stampa di Milano il Premio delle Arti Premio della Cultura come Artista dell’Anno. Oggi la sua pittura descrive megalopoli e città, carpendone il cuore e il movimento.
Biografia del curatore
Carlo Franza, nato nel 1949, è uno Storico dell’Arte Moderna e Contemporanea, italiano. Critico d’Arte. E’ vissuto a Roma dal 1959 al 1980 dove ha studiato e conseguito tre lauree all’Università Statale La Sapienza (Lettere, Filosofia e Sociologia). Si è laureato con Giulio Carlo Argan di cui è stato allievo e Assistente. Dal 1980 è a Milano dove tuttora risiede. Professore Straordinario di Storia dell’Arte Moderna e Contemporanea, Ordinario di Lingua e Letteratura Italiana. Visiting Professor nell’Accademia di Belle Arti di Brera a Milano e in altre numerose Università estere. Docente nel Master Universitario “Management e Valorizzazione dei Beni Culturali” allo IED di Milano. E’ stato indicato dal “Times” fra i dieci critici d’arte più importanti d’Europa. Giornalista, critico d’arte dal 1974 a Il Giornale di Indro Montanelli, oggi a Libero fondato e diretto da Vittorio Feltri. E’ fondatore e direttore del MIMAC della Fondazione Don Tonino Bello. Ha al suo attivo decine di libri fondamentali e migliaia di pubblicazioni e cataloghi con presentazioni di mostre. Si è interessato dei più importanti artisti del mondo dei quali ne ha curato prestigiosissime mostre. Dal 2001al 2007 è stato Consulente del Ministero per i Beni e le Attività Culturali. Ha vinto per il Giornalismo e la Critica d’Arte il Premio Cortina nel 1994, il Premio Saint Vincent nel 1995, il Premio Bormio nel 1996, il Premio Milano nel 1998, e il Premio delle Arti Premio della Cultura nel 2000, di cui è presidente di giuria dal 2001.
11
novembre 2008
Carmine Ciccarini – Windows on New York
Dall'undici novembre al 13 dicembre 2008
arte contemporanea
Location
CIRCOLO DELLA STAMPA – PALAZZO BOCCONI
Milano, Corso Venezia, 48, (Milano)
Milano, Corso Venezia, 48, (Milano)
Orario di apertura
da lunedì a sabato ore 9-19
Vernissage
11 Novembre 2008, ore 17.00
Autore
Curatore