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Carnalità
La mostra è centrata sul lavoro di quattro artisti che elaborano discorsi estetici diversi tra loro, ma il cui comune denominatore è la ricerca sul tema della carnalità vista attraverso le diverse sfumature che la sensualità contiene.
Comunicato stampa
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La mostra è centrata sul lavoro di quattro artisti che elaborano discorsi estetici diversi tra loro, ma il cui comune denominatore è la ricerca sul tema della carnalità vista attraverso le diverse sfumature che la sensualità contiene.
Norma Ascencio, pittrice messicana, collega il suo lavoro alla grande scuola espressionista, ma ciò che decide di esprimere non è l’ansia, l’angoscia del vivere, ma la gioia, collegandosi ad alcune esperienze di Cezanne e di Matisse. I colori, forti e contrastanti, creano visioni di nudi rossi, gialli, viola che emergono da pennellate forti e decise attraverso le quali l’artista racconta il suo amore per l’umano, esaltandone la bellezza, l’armonia, il vigore, nei quali echeggia una visione del corpo quasi michelangiolesca.
Anche Francesca De Angelis utilizza la pennellata dell’espressionismo giocoso, ma mentre la Ascencio crea un racconto di forti contrasti di colore e di forme michelangiolesche, la De Angelis inserisce le sue figure, realizzate con toni naturali, su fondi quasi uniti, ricercando un annullamento della prospettiva che esalta la figura ponendola in una centralità da palcoscenico. In quest’ottica nel lavoro di quest’artista possiamo scorgere un filo sottile, un tenue cordone ombelicale, che la lega ad un’idea della figura trecentesca, immaginata nitida su un fondo, che allora era d’oro ed oggi nel lavoro della pittrice diviene azzurro, ma che è comunque un modo per far emergere la corporeità.
Le donne dipinte da Massimo Matteucci sembrano figure provenienti da altri mondi, universi romantici con atmosfere medievali. Le figure invadono lo spazio della tela, quasi a debordare oltre lo spazio definito, in pose drammatiche sottolineate da sguardi anneriti da ombre che ne rimarcano, celandola, l’intensità. Del suo lavoro Livia Ravallese scrive: “Massimo Matteucci realizza una pittura composta, espressa in toni bruni, ocrati. Anche nella corposità della stesura le opere dell’artista manifestano una sottile malinconia, soffuse di un colore denso che pure sembra essere il tramite della manifestazione d’un mondo di emozioni, dove le figure rappresentate sono le interpreti piene di commozione”.
Agatino Raciti è strettamente collegato alla “sfigurazione” della scuola di Francis Bacon. La sua narrazione sull’uomo ci parla di vite sofferte, corpi legati, avvinghiati, martoriati come quelli dei santi, bocche spalancate che gridano l’orrore ed il piacere contemporaneamente. La visione della carnalità di Raciti non è quella di un piacere legato alla bellezza ed all’estasi, ma al tormento, all’eterno contrapporsi/fondersi del gioco sadomaso ed al suo scambio continuo di ruoli. E’ per questo che davanti alle opere di quest’artista nessuno riesce a rimanere indifferente, perché il nucleo centrale del racconto si fonda su tematiche ancestrali, sulle eterne perversioni dell’animo umano narrate nelle tragedie greche molto prima che fossero attentamente analizzate da Freud.
Norma Ascencio, pittrice messicana, collega il suo lavoro alla grande scuola espressionista, ma ciò che decide di esprimere non è l’ansia, l’angoscia del vivere, ma la gioia, collegandosi ad alcune esperienze di Cezanne e di Matisse. I colori, forti e contrastanti, creano visioni di nudi rossi, gialli, viola che emergono da pennellate forti e decise attraverso le quali l’artista racconta il suo amore per l’umano, esaltandone la bellezza, l’armonia, il vigore, nei quali echeggia una visione del corpo quasi michelangiolesca.
Anche Francesca De Angelis utilizza la pennellata dell’espressionismo giocoso, ma mentre la Ascencio crea un racconto di forti contrasti di colore e di forme michelangiolesche, la De Angelis inserisce le sue figure, realizzate con toni naturali, su fondi quasi uniti, ricercando un annullamento della prospettiva che esalta la figura ponendola in una centralità da palcoscenico. In quest’ottica nel lavoro di quest’artista possiamo scorgere un filo sottile, un tenue cordone ombelicale, che la lega ad un’idea della figura trecentesca, immaginata nitida su un fondo, che allora era d’oro ed oggi nel lavoro della pittrice diviene azzurro, ma che è comunque un modo per far emergere la corporeità.
Le donne dipinte da Massimo Matteucci sembrano figure provenienti da altri mondi, universi romantici con atmosfere medievali. Le figure invadono lo spazio della tela, quasi a debordare oltre lo spazio definito, in pose drammatiche sottolineate da sguardi anneriti da ombre che ne rimarcano, celandola, l’intensità. Del suo lavoro Livia Ravallese scrive: “Massimo Matteucci realizza una pittura composta, espressa in toni bruni, ocrati. Anche nella corposità della stesura le opere dell’artista manifestano una sottile malinconia, soffuse di un colore denso che pure sembra essere il tramite della manifestazione d’un mondo di emozioni, dove le figure rappresentate sono le interpreti piene di commozione”.
Agatino Raciti è strettamente collegato alla “sfigurazione” della scuola di Francis Bacon. La sua narrazione sull’uomo ci parla di vite sofferte, corpi legati, avvinghiati, martoriati come quelli dei santi, bocche spalancate che gridano l’orrore ed il piacere contemporaneamente. La visione della carnalità di Raciti non è quella di un piacere legato alla bellezza ed all’estasi, ma al tormento, all’eterno contrapporsi/fondersi del gioco sadomaso ed al suo scambio continuo di ruoli. E’ per questo che davanti alle opere di quest’artista nessuno riesce a rimanere indifferente, perché il nucleo centrale del racconto si fonda su tematiche ancestrali, sulle eterne perversioni dell’animo umano narrate nelle tragedie greche molto prima che fossero attentamente analizzate da Freud.
15
gennaio 2005
Carnalità
Dal 15 al 31 gennaio 2005
arte contemporanea
Location
GALLERIA GARD
Roma, Via Dei Conciatori, 3/I, (Roma)
Roma, Via Dei Conciatori, 3/I, (Roma)
Orario di apertura
dal martedì al sabato 16-20
Vernissage
15 Gennaio 2005, ore 18,30
Autore