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Carne-vale-zero
Col gioco di parole si vuole evidenziare l’atmosfera allegorica di questi giorni, in contrasto con una realtà sociale dove si avverte il malessere di una politica litigiosa e l’incertezza di un vicino elettorato
Comunicato stampa
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In Via Dei Sabelli, 17 (San Lorenzo) Roma, si inaugura Giovedì 16 Febbraio alle ore 18.30 la mostra collettiva "Carne-vale-zero" con Mario Carrese, Elise Desserne, Isabella Nurigiani, e Serge Uberti.
Col gioco di parole si vuole evidenziare l’atmosfera allegorica di questi giorni, in contrasto con una realtà sociale dove si avverte il malessere di una politica litigiosa e l’incertezza di un vicino elettorato. La festa del Carnevale viene proposta da “i-dea” contemporary art, secondo la tradizione carnascialesca, anche se, facendo proprio il significato letterario di Carnevale, togliere la carne, si allude ad una vera e propria deformazione antropologica della ca rne che viene sempre più deprezzata. In questa atmosfera nasce il nostro “Carne-vale zero”, col protagonismo dell’arte e dei suoi interpreti: Mario Carrese, Elise Desserne, Isabella Nurigiani e Serge Uberti. Abbiamo privilegiato la scultura di quattro artisti di generazione e cultura diverse che, in questi ultimi anni, si sono distinti per ricerca plastica e coerenza di linguaggio.
Mario Carrese, napoletano, è il più conosciuto; l’opera esposta, pur essendo stata realizzata negli anni 80, è di una attualità incredibile; allude all’uomo manipolato, deformato nelle parti pensanti e sensibili del suo corpo. E’ una via di mezzo tra un essere naturalmente concepito ed uno progettato, strutturato, prototipo di una macchina, di una volontà impropria.
Il busto di Elise Desserne, francese, non è di meno dell’opera di Carrese. Privo di braccia e di testa, ha la pelle colorata, graffiata, esaltata dalla poesia del colore e del segno. Ad osservarlo con attenzione, si ha la sensazione che perda la sua naturale staticità e che, dinamico ed aggressivo, si muova; è un’ope ra che calza a perfezione l’atmosfera mascherata di questi giorni, dove la carne perde il suo valore funzionale ed umano.
L’istallazione delle piccole sculture di Isabella Nurigiani, romana, ci suggerisce un percorso della memoria, uno dei tanti possibili; silenzioso, conturbante come può esserla una massa attonita, come un affollarsi di pensieri, di ricordi.La Nurigiani è un artista che denuncia subito le sue grandi qualità plastiche esternate nel contesto linguistico in continua sperimentazione.
Infine il Cristo di Serge Uberti, francese, ci strilla con concretezza storica e spirituale “Carne-vale zero”. La povertà della composizione, esalta la ricchezza del messaggio. Nulla di più drammatico se l’immagine crocefissa la si accosti alle crocifissioni del quotidiano che si perpetuano, giorno dopo giorno, col sacrificio di tanti poveri “cristi”che vivono la loro innocenza nella miseria e nella colpa degli altri. Carne-vale zero...può valere di più?
Il nostro paese è decisamente festaiolo; preferisce rinunciare a dieci giorni di paga, piuttosto che ad uno di festa.
E la festa c’è, con la gioiosità di chi “vuol dimenticare”, di chi vuole allontanarsi dalle “ripetizioni” del quotidiano, alle quali si abitua a suon di orari e ritmi doverosi. Il senso del Carnevale potrebbe essere questo e, in tal senso, è forse difficile vederne l’inizio e la fine, difficile togliersi la maschera e tornale alla normalità. Questa esposizione esalta la mortificata condizione di una umanità gestita da troppi burattinai che, dietro le quinte, predicando democrazia e libertà, muovono i fili dei nostri gesti, delle nostre azioni, della nostra vita.
Michele Greco
Col gioco di parole si vuole evidenziare l’atmosfera allegorica di questi giorni, in contrasto con una realtà sociale dove si avverte il malessere di una politica litigiosa e l’incertezza di un vicino elettorato. La festa del Carnevale viene proposta da “i-dea” contemporary art, secondo la tradizione carnascialesca, anche se, facendo proprio il significato letterario di Carnevale, togliere la carne, si allude ad una vera e propria deformazione antropologica della ca rne che viene sempre più deprezzata. In questa atmosfera nasce il nostro “Carne-vale zero”, col protagonismo dell’arte e dei suoi interpreti: Mario Carrese, Elise Desserne, Isabella Nurigiani e Serge Uberti. Abbiamo privilegiato la scultura di quattro artisti di generazione e cultura diverse che, in questi ultimi anni, si sono distinti per ricerca plastica e coerenza di linguaggio.
Mario Carrese, napoletano, è il più conosciuto; l’opera esposta, pur essendo stata realizzata negli anni 80, è di una attualità incredibile; allude all’uomo manipolato, deformato nelle parti pensanti e sensibili del suo corpo. E’ una via di mezzo tra un essere naturalmente concepito ed uno progettato, strutturato, prototipo di una macchina, di una volontà impropria.
Il busto di Elise Desserne, francese, non è di meno dell’opera di Carrese. Privo di braccia e di testa, ha la pelle colorata, graffiata, esaltata dalla poesia del colore e del segno. Ad osservarlo con attenzione, si ha la sensazione che perda la sua naturale staticità e che, dinamico ed aggressivo, si muova; è un’ope ra che calza a perfezione l’atmosfera mascherata di questi giorni, dove la carne perde il suo valore funzionale ed umano.
L’istallazione delle piccole sculture di Isabella Nurigiani, romana, ci suggerisce un percorso della memoria, uno dei tanti possibili; silenzioso, conturbante come può esserla una massa attonita, come un affollarsi di pensieri, di ricordi.La Nurigiani è un artista che denuncia subito le sue grandi qualità plastiche esternate nel contesto linguistico in continua sperimentazione.
Infine il Cristo di Serge Uberti, francese, ci strilla con concretezza storica e spirituale “Carne-vale zero”. La povertà della composizione, esalta la ricchezza del messaggio. Nulla di più drammatico se l’immagine crocefissa la si accosti alle crocifissioni del quotidiano che si perpetuano, giorno dopo giorno, col sacrificio di tanti poveri “cristi”che vivono la loro innocenza nella miseria e nella colpa degli altri. Carne-vale zero...può valere di più?
Il nostro paese è decisamente festaiolo; preferisce rinunciare a dieci giorni di paga, piuttosto che ad uno di festa.
E la festa c’è, con la gioiosità di chi “vuol dimenticare”, di chi vuole allontanarsi dalle “ripetizioni” del quotidiano, alle quali si abitua a suon di orari e ritmi doverosi. Il senso del Carnevale potrebbe essere questo e, in tal senso, è forse difficile vederne l’inizio e la fine, difficile togliersi la maschera e tornale alla normalità. Questa esposizione esalta la mortificata condizione di una umanità gestita da troppi burattinai che, dietro le quinte, predicando democrazia e libertà, muovono i fili dei nostri gesti, delle nostre azioni, della nostra vita.
Michele Greco
16
febbraio 2006
Carne-vale-zero
Dal 16 febbraio al 03 marzo 2006
arte contemporanea
Location
TUMA’S BOOK BAR CONTEMPORARY ART
Roma, Via Dei Sabelli, 17, (Roma)
Roma, Via Dei Sabelli, 17, (Roma)
Orario di apertura
dalle 17 alle 24 dal martedì alla domenica
Vernissage
16 Febbraio 2006, ore 18.30
Autore