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Carol Rama – Self-portrait
Mostra dedicata a Carol Rama, nel novantesimo compleanno della grande artista torinese. Quasi ottanta opere, alcune delle quali inedite, che illustrano in modo nuovo il lavoro e la personalità di una grande protagonista del Novecento
Comunicato stampa
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Al Castello di Legnano, dal 15 novembre al 1 febbraio 2009, è in programma una mostra dedicata a Carol Rama, nel novantesimo compleanno della grande artista torinese. Quasi ottanta opere, alcune delle quali inedite, che illustrano in modo nuovo il lavoro e la personalità di una grande protagonista del Novecento.
Curata da Flavio Arensi, direttore degli spazi espositivi legnanesi, e Alexandra Wetzel, in collaborazione con l’Associazione Art Motive X 24 di Torino, Self-portrait si costruisce intorno a sei nuclei tematici forti: 1. Autoritratti, 2. Altri, 3. Rane, 4. Teatrini, 5. Seduzioni, 6. Feticci. Da queste direttrici parte il viaggio nel mondo di Carol Rama, della sua poetica innovativa e travolgente. In una intervista del 2004 affermava: “Ho scoperto di essere un’artista quando avevo più o meno 15 anni. Per me ogni problema era uno spunto. Invece di essere come le altre donne, pettegola e rompiscatole, io disegnavo. È un’opportunità incredibile.” Questa opportunità è diventata una delle avventure artistiche più intriganti del Novecento, tanto da averle fatto guadagnare nel 2003 il Leone d'oro alla carriera in occasione della 50a Biennale di Venezia. Carol Rama è un’artista fortemente autobiografica, che non smette mai di raccontarsi e in questo racconto trascrive l’intero vissuto di un’epoca, con gli occhi lucidi della poesia. A differenza delle altre monografiche, quella legnanese non è una antologica che cerca di organizzare i differenti periodi creativi, piuttosto persegue l’intento di catturare lo spirito e le fascinazioni che ne hanno animato il lavoro, con un punto di vista nuovo che fa luce sulla sua lunga carriera.
“Immagino questa mostra dedicata a Carol Rama – afferma Flavio Arensi – come un proseguimento “sentimentale” della monografica di Kathe Kollwitz, del 2006. La città aveva allora preparato un omaggio al carattere forte di questa straordinaria artista tedesca, alle sue battaglie di civiltà. Oggi, presentare Carol Rama significa riprendere da dove avevamo lasciato, imparando da un’autrice che ha pagato a caro prezzo la libertà del suo gesto creativo, senza mai essere banale, anzi raccontando e raccontandosi con profonda verità. Due donne che hanno aperto e chiuso il Novecento con un coraggio quasi profetico e che in un certo senso segnano simbolicamente la strada culturale della mia collaborazione con la città di Legnano iniziata nel 2003”.
Il catalogo, edito da Umberto Allemandi & C., in edizione bilingue italiano/inglese, presenta due testi introduttivi di Giacinto Di Pietrantonio, direttore della Gamec di Bergamo, e Flavio Arensi.
In occasione del novantesimo compleanno di Carol Rama e per renderle il meritato omaggio, l’amministrazione di Legnano e i curatori hanno commissionato all’artista padovano Pierantonio Tanzola una serie di ritratti fotografici che saranno pubblicati in catalogo, e un video inedito intitolato CAROL RAMA - Novanta.
L’iniziativa, organizzata dalla città di Legnano e patrocinata dalla Regione Lombardia e dalla Provincia di Milano, fa parte della nuova edizione di SALe (Spazi Arte a Legnano), il progetto di riqualificazione degli spazi espositivi cittadini attraverso eventi di qualità. Si affianca alle mostre di Ipoustéguy (Palazzo Leone da Perego fino al 1° febbraio 2009) e a quella di Francesco Albano al Castello di Legnano, Spazio Dovevaccadere dedicato ai giovani artisti.
Cenni biografici
Carol Rama (Torino 1918) è un'artista autobiografica. Ogni personaggio, ogni oggetto che compare sulla scena dell'opera trova il suo riscontro nella storia e nella memoria di Carol. Corpi femminili troncati, dentiere, letti di contenzione, sedie a rotelle, animali, scarpe e altro, sono i soggetti dei primi acquerelli, che negli anni della loro esecuzione (1936-1946) furono talmente anacronistici da risultare inaccettabili (la sua prima personale nel 1945 fu bloccata, le opere sequestrate). Questi lavori riflettono le angosce e le fantasie di una giovane donna, che ha dovuto di colpo confrontarsi con gli aspetti più traumatici della vita, dopo un'infanzia piuttosto protetta nella casa paterna. È del 1948 la sua prima partecipazione alla Biennale di Venezia.
Negli anni cinquanta, Carol sente il bisogno di uscire dai confini dell'autobiografia e entra a far parte del gruppo del MAC (Movimento Arte Concreta) torinese, elaborando un suo personale concetto di astrazione. A partire dagli anni sessanta la sua ricerca torna a scavare nel repertorio intimo, unendo la realtà di oggetti usati al suo intrinseco estro pittorico. Nascono dei dipinti definiti "bricolages" dall'amico Edoardo Sanguineti, il quale accompagna Carol e la sua opera fin dagli anni sessanta. Gli amici hanno un grande ruolo nella vita di Carol, a cominciare da quelli che frequenta a Torino, come Felice Casorati, Albino Galvano, Italo Calvino, Massimo Mila, Carlo Mollino e altri ancora. Durante i soggiorni del 1970 e 1971 con il suo gallerista Luciano Anselmino a Parigi e a New York, conosce Andy Warhol, Orson Welles e soprattutto Man Ray, che continua a frequentare fino alla morte di lui.
Il lavoro degli anni settanta è insieme intimo e di ampio respiro. Su formati spesso considerevoli, Carol Rama appende o stende e incolla camere d'aria che le ricordano la fabbrica di biciclette del padre imprenditore. Le camere d'aria, spesso usurate riparate rattoppate, creano una materia viva, pittorica, con un effetto visivo e tattile che ricorda l'anatomia umana.
In seguito all'incontro con Lea Vergine, il 1980 la vede presente con numerosi lavori degli anni trenta e quaranta nella mostra itinerante sulle grandi artiste del Novecento, intitolata "L'altra metà dell'avanguardia". Curata da Lea Vergine, le viene allestita nel 1985 la prima mostra antologica nel sagrato del Duomo di Milano. Ora inizia a essere apprezzato il lavoro dei primi anni, e questa è forse una delle ragioni per cui Carol torna alla figurazione, dall'inizio degli anni ottanta, con opere piene di fantasia, di bizzarrie, di racconti accennati e di allusioni privatissime. Carol Rama non ha più abbandonato il figurativo, ma col tempo le figure e i personaggi, legati sempre alla sua storia personale, si sono fatti più essenziali, quasi emblematici.
Mostre pubbliche, come la sala personale alla XLV Biennale di Venezia nel 1993, la collettiva del 1996 Inside the Visibile all'ICA di Boston (poi a Washington, Boston, Perth) o l'antologica allo Stedelijk Museum di Amsterdam (1998, poi a Boston) la portano all'attenzione del pubblico internazionale.
Carol Rama è ormai conosciuta dalla cerchia degli estimatori dell'arte contemporanea, ma il grande riconoscimento pubblico le arriva soltanto nel 2003, quando le viene conferito il Leone d'oro alla carriera in occasione della 50. Biennale di Venezia. Nel 2004 le viene allestita un'ampia antologica presso la Fondazione Sandretto Re Rebaudengo a Torino, che in seguito viene presentata al Mart di Rovereto e al Baltic Museum di Gateshead (GB). Il Museo cittadino di Ulm (D) e la Galerie im Taxispalais a Innsbruck (A) organizzano anch'essi nel 2004-2005 una grande mostra retrospettiva. L'estate del 2006 vede l'esposizione "Trama doppia" ad Alghero in Sardegna, con una personale di Carol Rama interpretata dallo stilista Antonio Marras. Nell'autunno dello stesso anno esce il Catalogo ragionato dell'opera incisa di Carol Rama, presentato in occasione di una mostra antologica di incisioni al Museo di Arte Moderna Ca' Pesaro di Venezia. La mostra "La passione secondo ABO", curata da Achille Bonito Oliva in occasione del Ravello Festival 2007, è incentrata sull'opera figurativa di Carol Rama. Sempre nel 2007, Gillo Dorfles presenta una rassegna di opere su carta al Museo Materiali Minimi d'Arte Contemporanea di Paestum. Nell’estate del 2008 Marco Vallora cura una grande mostra antologica di Carol Rama al Palazzo Ducale di Genova, in occasione del novantesimo anniversario della nascita.
Curata da Flavio Arensi, direttore degli spazi espositivi legnanesi, e Alexandra Wetzel, in collaborazione con l’Associazione Art Motive X 24 di Torino, Self-portrait si costruisce intorno a sei nuclei tematici forti: 1. Autoritratti, 2. Altri, 3. Rane, 4. Teatrini, 5. Seduzioni, 6. Feticci. Da queste direttrici parte il viaggio nel mondo di Carol Rama, della sua poetica innovativa e travolgente. In una intervista del 2004 affermava: “Ho scoperto di essere un’artista quando avevo più o meno 15 anni. Per me ogni problema era uno spunto. Invece di essere come le altre donne, pettegola e rompiscatole, io disegnavo. È un’opportunità incredibile.” Questa opportunità è diventata una delle avventure artistiche più intriganti del Novecento, tanto da averle fatto guadagnare nel 2003 il Leone d'oro alla carriera in occasione della 50a Biennale di Venezia. Carol Rama è un’artista fortemente autobiografica, che non smette mai di raccontarsi e in questo racconto trascrive l’intero vissuto di un’epoca, con gli occhi lucidi della poesia. A differenza delle altre monografiche, quella legnanese non è una antologica che cerca di organizzare i differenti periodi creativi, piuttosto persegue l’intento di catturare lo spirito e le fascinazioni che ne hanno animato il lavoro, con un punto di vista nuovo che fa luce sulla sua lunga carriera.
“Immagino questa mostra dedicata a Carol Rama – afferma Flavio Arensi – come un proseguimento “sentimentale” della monografica di Kathe Kollwitz, del 2006. La città aveva allora preparato un omaggio al carattere forte di questa straordinaria artista tedesca, alle sue battaglie di civiltà. Oggi, presentare Carol Rama significa riprendere da dove avevamo lasciato, imparando da un’autrice che ha pagato a caro prezzo la libertà del suo gesto creativo, senza mai essere banale, anzi raccontando e raccontandosi con profonda verità. Due donne che hanno aperto e chiuso il Novecento con un coraggio quasi profetico e che in un certo senso segnano simbolicamente la strada culturale della mia collaborazione con la città di Legnano iniziata nel 2003”.
Il catalogo, edito da Umberto Allemandi & C., in edizione bilingue italiano/inglese, presenta due testi introduttivi di Giacinto Di Pietrantonio, direttore della Gamec di Bergamo, e Flavio Arensi.
In occasione del novantesimo compleanno di Carol Rama e per renderle il meritato omaggio, l’amministrazione di Legnano e i curatori hanno commissionato all’artista padovano Pierantonio Tanzola una serie di ritratti fotografici che saranno pubblicati in catalogo, e un video inedito intitolato CAROL RAMA - Novanta.
L’iniziativa, organizzata dalla città di Legnano e patrocinata dalla Regione Lombardia e dalla Provincia di Milano, fa parte della nuova edizione di SALe (Spazi Arte a Legnano), il progetto di riqualificazione degli spazi espositivi cittadini attraverso eventi di qualità. Si affianca alle mostre di Ipoustéguy (Palazzo Leone da Perego fino al 1° febbraio 2009) e a quella di Francesco Albano al Castello di Legnano, Spazio Dovevaccadere dedicato ai giovani artisti.
Cenni biografici
Carol Rama (Torino 1918) è un'artista autobiografica. Ogni personaggio, ogni oggetto che compare sulla scena dell'opera trova il suo riscontro nella storia e nella memoria di Carol. Corpi femminili troncati, dentiere, letti di contenzione, sedie a rotelle, animali, scarpe e altro, sono i soggetti dei primi acquerelli, che negli anni della loro esecuzione (1936-1946) furono talmente anacronistici da risultare inaccettabili (la sua prima personale nel 1945 fu bloccata, le opere sequestrate). Questi lavori riflettono le angosce e le fantasie di una giovane donna, che ha dovuto di colpo confrontarsi con gli aspetti più traumatici della vita, dopo un'infanzia piuttosto protetta nella casa paterna. È del 1948 la sua prima partecipazione alla Biennale di Venezia.
Negli anni cinquanta, Carol sente il bisogno di uscire dai confini dell'autobiografia e entra a far parte del gruppo del MAC (Movimento Arte Concreta) torinese, elaborando un suo personale concetto di astrazione. A partire dagli anni sessanta la sua ricerca torna a scavare nel repertorio intimo, unendo la realtà di oggetti usati al suo intrinseco estro pittorico. Nascono dei dipinti definiti "bricolages" dall'amico Edoardo Sanguineti, il quale accompagna Carol e la sua opera fin dagli anni sessanta. Gli amici hanno un grande ruolo nella vita di Carol, a cominciare da quelli che frequenta a Torino, come Felice Casorati, Albino Galvano, Italo Calvino, Massimo Mila, Carlo Mollino e altri ancora. Durante i soggiorni del 1970 e 1971 con il suo gallerista Luciano Anselmino a Parigi e a New York, conosce Andy Warhol, Orson Welles e soprattutto Man Ray, che continua a frequentare fino alla morte di lui.
Il lavoro degli anni settanta è insieme intimo e di ampio respiro. Su formati spesso considerevoli, Carol Rama appende o stende e incolla camere d'aria che le ricordano la fabbrica di biciclette del padre imprenditore. Le camere d'aria, spesso usurate riparate rattoppate, creano una materia viva, pittorica, con un effetto visivo e tattile che ricorda l'anatomia umana.
In seguito all'incontro con Lea Vergine, il 1980 la vede presente con numerosi lavori degli anni trenta e quaranta nella mostra itinerante sulle grandi artiste del Novecento, intitolata "L'altra metà dell'avanguardia". Curata da Lea Vergine, le viene allestita nel 1985 la prima mostra antologica nel sagrato del Duomo di Milano. Ora inizia a essere apprezzato il lavoro dei primi anni, e questa è forse una delle ragioni per cui Carol torna alla figurazione, dall'inizio degli anni ottanta, con opere piene di fantasia, di bizzarrie, di racconti accennati e di allusioni privatissime. Carol Rama non ha più abbandonato il figurativo, ma col tempo le figure e i personaggi, legati sempre alla sua storia personale, si sono fatti più essenziali, quasi emblematici.
Mostre pubbliche, come la sala personale alla XLV Biennale di Venezia nel 1993, la collettiva del 1996 Inside the Visibile all'ICA di Boston (poi a Washington, Boston, Perth) o l'antologica allo Stedelijk Museum di Amsterdam (1998, poi a Boston) la portano all'attenzione del pubblico internazionale.
Carol Rama è ormai conosciuta dalla cerchia degli estimatori dell'arte contemporanea, ma il grande riconoscimento pubblico le arriva soltanto nel 2003, quando le viene conferito il Leone d'oro alla carriera in occasione della 50. Biennale di Venezia. Nel 2004 le viene allestita un'ampia antologica presso la Fondazione Sandretto Re Rebaudengo a Torino, che in seguito viene presentata al Mart di Rovereto e al Baltic Museum di Gateshead (GB). Il Museo cittadino di Ulm (D) e la Galerie im Taxispalais a Innsbruck (A) organizzano anch'essi nel 2004-2005 una grande mostra retrospettiva. L'estate del 2006 vede l'esposizione "Trama doppia" ad Alghero in Sardegna, con una personale di Carol Rama interpretata dallo stilista Antonio Marras. Nell'autunno dello stesso anno esce il Catalogo ragionato dell'opera incisa di Carol Rama, presentato in occasione di una mostra antologica di incisioni al Museo di Arte Moderna Ca' Pesaro di Venezia. La mostra "La passione secondo ABO", curata da Achille Bonito Oliva in occasione del Ravello Festival 2007, è incentrata sull'opera figurativa di Carol Rama. Sempre nel 2007, Gillo Dorfles presenta una rassegna di opere su carta al Museo Materiali Minimi d'Arte Contemporanea di Paestum. Nell’estate del 2008 Marco Vallora cura una grande mostra antologica di Carol Rama al Palazzo Ducale di Genova, in occasione del novantesimo anniversario della nascita.
15
novembre 2008
Carol Rama – Self-portrait
Dal 15 novembre 2008 al primo febbraio 2009
arte contemporanea
Location
CASTELLO VISCONTEO
Legnano, Viale Pietro Toselli, (MILANO)
Legnano, Viale Pietro Toselli, (MILANO)
Orario di apertura
da martedì a venerdì 16.30-19.00; sabato 16.00-19.30; domenica e festivi 10.00-13.00/15.30-19.30; chiuso lunedì
Sito web
www.legnano.org
Editore
ALLEMANDI
Ufficio stampa
CLP
Autore
Curatore