Create an account
Welcome! Register for an account
La password verrà inviata via email.
Recupero della password
Recupera la tua password
La password verrà inviata via email.
-
- container colonna1
- Categorie
- #iorestoacasa
- Agenda
- Archeologia
- Architettura
- Arte antica
- Arte contemporanea
- Arte moderna
- Arti performative
- Attualità
- Bandi e concorsi
- Beni culturali
- Cinema
- Contest
- Danza
- Design
- Diritto
- Eventi
- Fiere e manifestazioni
- Film e serie tv
- Formazione
- Fotografia
- Libri ed editoria
- Mercato
- MIC Ministero della Cultura
- Moda
- Musei
- Musica
- Opening
- Personaggi
- Politica e opinioni
- Street Art
- Teatro
- Viaggi
- Categorie
- container colonna2
- container colonna1
Carola Spadoni – The Sudden Outpost
The Sudden Outpost segna una nuova fase nel percorso di lavoro di Carola Spadoni. Attraverso banners, coperte e stoffe ricamate, assemblaggi, foto, light bo, super 8 e video l’artista ci porta sulla pista di un percorso nella cultura popolare italiana, americana e indiana.
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Carola Spadoni
The Sudden Outpost
A cura di Laura Cherubini
Inaugurazione venerdì 30 gennaio 2009 h 18,30. Fino a sabato 14 marzo 2009.
La riflessione sul cinema attraversa tutto il lavoro di Carola Spadoni. In una prima fase come filmmaker realizza video e film come Al confine tra il Missouri e la Garbatella (1997) e Giravolte (2001), con le installazioni Dio è morto (2003), Live Trough This (2006), Ossi d’eco (2007) si afferma un’idea di mise en espace del cinema. The Sudden Outpost, la mostra presentata nella galleria di Cesare Manzo a Roma, segna una nuova fase nel percorso di lavoro di Carola Spadoni. Attraverso banners, coperte e stoffe ricamate, assemblaggi, foto, light box, super 8 e video l’artista ci porta sulla pista di un percorso nella cultura popolare italiana, americana e indiana. Si tratta di un unico grande assemblaggio narrativo, un lavoro basato sull’idea, tipicamente americana, di patchwork. Il riferimento è il contesto romano e newyorkese da cui proviene, i viaggi, le passioni culturali e il vissuto. Le adiacenze e le contraddizioni che questo percorso apre.
La carta da pacchi è da sfondo a questo avamposto improvviso dove i banners riprendono slogan, frasi emblematiche o banali, di recente memoria ed attuali, sempre dissacranti e pungenti. I veloci paesaggi americani delle light box sono stampe da fotogrammi Super 8 Kodakrome, un tipo di pellicola che la Kodak non fabbrica più: come molti artisti oggi Spadoni sente il fascino di tecnologie obsolete, provenienti da un passato prossimo. Un mandala fatto di stoffe (seta, shantung, cotone, tulle) e stampe da foto è montato a parete (al MART di Rovereto per la mostra Eurasia la stessa formazione concentrica, più grande e dai colori variegati era posata a terra): alcune delle foto sono state scattate nella capitale del Rajasthan, Jajpur, e presentano immagini di strumenti per la misurazione del tempo altre sono state scattate nel deserto del Thar. Una delle strategie di lavoro di Carola Spadoni consiste nel rimettere in contesto parti di lavoro già fatto, ne sono esempio le foto tratte da Dio è morto, un anti-western con una silenziosa ed incessante protagonista femminile. Cosi’ come l’intreccio di materiali commerciali, conservati e trovati.
Una chiave di lettura di questa ricca e complessa installazione multimediale è in Stay gold, foto scattata in Arizona che l’artista tiene con sé da quindici anni. Inquadra una sorta di backstage, il retro di un cartellone pubblicitario situato in un luogo marginale, un angolo periferico dallo squallido e fascinoso aspetto. Si tratta di uno dei tipici luoghi borderline scelti dall’artista, siti reali e mentali al tempo stesso. Stay gold è una frase idiomatica americana, un monito a non inaridirsi e a mantenere un’integrità, che si allarga dal singolare al plurale, dall’individuo alla collettività: “Resta così!”.
Laura Cherubini
Sarà edito un catalogo con un testo della curatrice, che verrà presentato in occasione del finissage della mostra.
Carola Spadoni è nata a Roma il 16 Febbraio 1969.
Filmmaker ed artista visiva formatasi a New York dove ha vissuto negli anni novanta, ha scritto e diretto un lungometraggio, documentari, music videos e cortometraggi selezionati in film festival e rassegne internazionali, tra cui la 52° Berlinale, il Chicago Int’l FF, il Torino FF. Dagli anni duemila la ricerca nel linguaggio cinematografico l’ha portata a realizzare installazioni film e video esposti in gallerie e musei. Nel 2003 è tra i vincitori del Premio Giovane Arte Italiana, espone alla 50° Biennale d’Arte di Venezia l’opera Dio è Morto che entra a far parte della collezione permanente del museo MaXXI di Roma.
Tra le ultime mostre si ricorda la personale echo’s bones/ossi d’eco per il ciclo Artist’s Corner, Auditorium Parco della Musica, Roma 2007. Le collettive Collateral: Quando l’Arte guarda il Cinema, Hangar Bicocca 2007 e Collateral: Quando l’Arte olha o Cinema, Sao Paulo 2008, Eurasia, dissolvenze geografiche dell’arte, con il site specific Local & Craft, Museo Mart di Trento e Rovereto 2008. Tra le rassegne la monografia ‘Carola Spadoni: un artista totale’, a cura della Cineteca Nazionale, Sala Trevi Roma 2007.
The Sudden Outpost
A cura di Laura Cherubini
Inaugurazione venerdì 30 gennaio 2009 h 18,30. Fino a sabato 14 marzo 2009.
La riflessione sul cinema attraversa tutto il lavoro di Carola Spadoni. In una prima fase come filmmaker realizza video e film come Al confine tra il Missouri e la Garbatella (1997) e Giravolte (2001), con le installazioni Dio è morto (2003), Live Trough This (2006), Ossi d’eco (2007) si afferma un’idea di mise en espace del cinema. The Sudden Outpost, la mostra presentata nella galleria di Cesare Manzo a Roma, segna una nuova fase nel percorso di lavoro di Carola Spadoni. Attraverso banners, coperte e stoffe ricamate, assemblaggi, foto, light box, super 8 e video l’artista ci porta sulla pista di un percorso nella cultura popolare italiana, americana e indiana. Si tratta di un unico grande assemblaggio narrativo, un lavoro basato sull’idea, tipicamente americana, di patchwork. Il riferimento è il contesto romano e newyorkese da cui proviene, i viaggi, le passioni culturali e il vissuto. Le adiacenze e le contraddizioni che questo percorso apre.
La carta da pacchi è da sfondo a questo avamposto improvviso dove i banners riprendono slogan, frasi emblematiche o banali, di recente memoria ed attuali, sempre dissacranti e pungenti. I veloci paesaggi americani delle light box sono stampe da fotogrammi Super 8 Kodakrome, un tipo di pellicola che la Kodak non fabbrica più: come molti artisti oggi Spadoni sente il fascino di tecnologie obsolete, provenienti da un passato prossimo. Un mandala fatto di stoffe (seta, shantung, cotone, tulle) e stampe da foto è montato a parete (al MART di Rovereto per la mostra Eurasia la stessa formazione concentrica, più grande e dai colori variegati era posata a terra): alcune delle foto sono state scattate nella capitale del Rajasthan, Jajpur, e presentano immagini di strumenti per la misurazione del tempo altre sono state scattate nel deserto del Thar. Una delle strategie di lavoro di Carola Spadoni consiste nel rimettere in contesto parti di lavoro già fatto, ne sono esempio le foto tratte da Dio è morto, un anti-western con una silenziosa ed incessante protagonista femminile. Cosi’ come l’intreccio di materiali commerciali, conservati e trovati.
Una chiave di lettura di questa ricca e complessa installazione multimediale è in Stay gold, foto scattata in Arizona che l’artista tiene con sé da quindici anni. Inquadra una sorta di backstage, il retro di un cartellone pubblicitario situato in un luogo marginale, un angolo periferico dallo squallido e fascinoso aspetto. Si tratta di uno dei tipici luoghi borderline scelti dall’artista, siti reali e mentali al tempo stesso. Stay gold è una frase idiomatica americana, un monito a non inaridirsi e a mantenere un’integrità, che si allarga dal singolare al plurale, dall’individuo alla collettività: “Resta così!”.
Laura Cherubini
Sarà edito un catalogo con un testo della curatrice, che verrà presentato in occasione del finissage della mostra.
Carola Spadoni è nata a Roma il 16 Febbraio 1969.
Filmmaker ed artista visiva formatasi a New York dove ha vissuto negli anni novanta, ha scritto e diretto un lungometraggio, documentari, music videos e cortometraggi selezionati in film festival e rassegne internazionali, tra cui la 52° Berlinale, il Chicago Int’l FF, il Torino FF. Dagli anni duemila la ricerca nel linguaggio cinematografico l’ha portata a realizzare installazioni film e video esposti in gallerie e musei. Nel 2003 è tra i vincitori del Premio Giovane Arte Italiana, espone alla 50° Biennale d’Arte di Venezia l’opera Dio è Morto che entra a far parte della collezione permanente del museo MaXXI di Roma.
Tra le ultime mostre si ricorda la personale echo’s bones/ossi d’eco per il ciclo Artist’s Corner, Auditorium Parco della Musica, Roma 2007. Le collettive Collateral: Quando l’Arte guarda il Cinema, Hangar Bicocca 2007 e Collateral: Quando l’Arte olha o Cinema, Sao Paulo 2008, Eurasia, dissolvenze geografiche dell’arte, con il site specific Local & Craft, Museo Mart di Trento e Rovereto 2008. Tra le rassegne la monografia ‘Carola Spadoni: un artista totale’, a cura della Cineteca Nazionale, Sala Trevi Roma 2007.
30
gennaio 2009
Carola Spadoni – The Sudden Outpost
Dal 30 gennaio al 14 marzo 2009
arte contemporanea
Location
GALLERIA CESARE MANZO
Roma, Vicolo del Governo Vecchio, 8, (Roma)
Roma, Vicolo del Governo Vecchio, 8, (Roma)
Orario di apertura
dal martedì al venerdì 16-20; sabato 15,30-19
Vernissage
30 Gennaio 2009, ore 18:30
Autore
Curatore