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Carolina Franza
E’ autrice di sobrie, personali, colte interpretazioni dell’arte dell’icona, che compare nei primi secoli del Cristianesimo: è un termine che nella cultura bizantina designa l’immagine sacra dipinta, isolata, sul legno, a scopo di venerazione.
Comunicato stampa
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“Nata a Trieste, Carolina Franza inizia a dipingere fin da piccola, ancor prima di iniziare a scrivere, incoraggiata dal padre e apprendendo dalla madre il gusto per la bellezza. Nel periodo giovanile” scrive Accerboni “ama realizzare a china paesaggi dal vero, avvalendosi di uno stile nitido e calligrafico, e opere ispirate al manierismo fantastico, in cui compaiono elementi del paesaggio stesso e colori più tardi riconosciuti come peculiari dell’arte dell’icona. Inizia una personale ricerca, svolta in Italia e all’estero attraverso lo studio e l’analisi dal vero, per approfondire alla fonte la conoscenza e i segreti della pittura su tavola sotto il profilo estetico e scientifico, la filosofia ed il pensiero che ne sottendono le immagini. Segue a Firenze le lezioni della pittrice Luisa del Campana, allieva a suo tempo di Primo Conti, e intuisce la necessità di apprendere le peculiarità di tutti gli stili prima di sceglierne uno personale. Sperimenta olio e tempera, ritratti, paesaggi dal vero, lo stile figurativo e quello astratto, la conoscenza del simbolismo dei segni e dei colori. Nel 1989 inizia a creare le prime icone, scegliendo come maestro Andrei Rublev e la sua Scuola. Continua a realizzare delle copie fino a pervenire alla realizzazione di tavole con soggetti originali, sempre coerenti con la tradizione sia per quanto riguarda i materiali impiegati che per i temi trattati, le dimensioni ed il simbolismo dei colori.
E’ autrice di sobrie, personali, colte interpretazioni dell’arte dell’icona, che compare nei primi secoli del Cristianesimo: è un termine che nella cultura bizantina designa l’immagine sacra dipinta, isolata, sul legno, a scopo di venerazione. Quest’ultima si diffuse nelle province dell’Impero d’Oriente ed in particolare in Russia, nella Penisola Balcanica e nei conventi del Monte Athos.
La Franza espone dal 1995, partecipando a varie mostre collettive e personali in Italia e all’estero. Ha realizzato delle icone anche per sedi pubbliche: la “Madre di Dio del Silenzio” e “La Trasfigurazione” sono collocate nella casa di preghiera “Le beatitudini” di Trieste, mentre la “Madre di Dio del Perpetuo Soccorso o della Divina Provvidenza” si trova nella Chiesa di San Matteo a Zindis (Muggia) sopra Porto San Rocco.
Un elegante catalogo trilingue, redatto a cura della stessa autrice ed edito nel 2003, riassume le principali icone da lei realizzate fin dal 1991, offrendo un’interessante chiave di lettura simbolica ed interpretativa delle singole opere.
I numerosi viaggi e gli approfondimenti tematici e tecnici, ricercati dall’artista con serietà, tenacia e passione quasi alchemica negli anni della formazione, le hanno consentito di recuperare “in nuce” l’essenza culturale ed il significato religioso, trascendentale ed estetico, che concorrevano in origine alla realizzazione dell’antica arte dell’icona. Consentendole di rivisitarla, interpretarla e proporla con fedeltà e perfetta aderenza ai parametri tecnici, formali e di pensiero che la ispirarono in origine. Per questa ragione le icone contemporanee dell’artista risultano davvero uniche, perchè vi si respira quel sapore di autenticità che deriva da un’analisi approfondita ed attenta della civiltà e del contesto in cui esse furono create. Per altro, tale metodo filologico le rende nel contempo prive di quel senso poco gradevole di déjàvu, che di solito connota le copie moderne delle antiche icone, e quali fioriscono spesso un po’ ovunque. La tavolozza impiegata dalla Franza deriva per esempio da quella usata fin dalle origini e composta dall’ocra rossa e gialla, da lapislazzuli, malachite, nero di zanna di elefante calcinata, rosso tratto dalla pianta della robbia, blu tratto da quella dell’indigofera tintoria e via dicendo...mentre la tecnica pittorica consiste negli schiarimenti progressivi, che partono dal colore più scuro per giungere al più chiaro. La fedeltà al metodo antico, la sensibilità e la passione dell’artista traspaiono dall’uso scrupoloso delle materie prime originali, ma certamente sono coadiuvate da un sostanziale intuito personale, sul piano artistico e sacrale, che consente alla Franza di riorganizzare in chiave moderna il significato di solenne ed icastica autenticità dell’icona - che in greco significa immagine - senza approssimazioni o cadute di gusto. Scrive infatti la pittrice Luisa del Campana: ...l’artista triestina è capace di percorrere la meravigliosa avventura di far rifiorire il sentiero antico ed entusiasmante che consente di cercare un contatto con l’Assoluto attraverso l’immagine sacra”.
E’ autrice di sobrie, personali, colte interpretazioni dell’arte dell’icona, che compare nei primi secoli del Cristianesimo: è un termine che nella cultura bizantina designa l’immagine sacra dipinta, isolata, sul legno, a scopo di venerazione. Quest’ultima si diffuse nelle province dell’Impero d’Oriente ed in particolare in Russia, nella Penisola Balcanica e nei conventi del Monte Athos.
La Franza espone dal 1995, partecipando a varie mostre collettive e personali in Italia e all’estero. Ha realizzato delle icone anche per sedi pubbliche: la “Madre di Dio del Silenzio” e “La Trasfigurazione” sono collocate nella casa di preghiera “Le beatitudini” di Trieste, mentre la “Madre di Dio del Perpetuo Soccorso o della Divina Provvidenza” si trova nella Chiesa di San Matteo a Zindis (Muggia) sopra Porto San Rocco.
Un elegante catalogo trilingue, redatto a cura della stessa autrice ed edito nel 2003, riassume le principali icone da lei realizzate fin dal 1991, offrendo un’interessante chiave di lettura simbolica ed interpretativa delle singole opere.
I numerosi viaggi e gli approfondimenti tematici e tecnici, ricercati dall’artista con serietà, tenacia e passione quasi alchemica negli anni della formazione, le hanno consentito di recuperare “in nuce” l’essenza culturale ed il significato religioso, trascendentale ed estetico, che concorrevano in origine alla realizzazione dell’antica arte dell’icona. Consentendole di rivisitarla, interpretarla e proporla con fedeltà e perfetta aderenza ai parametri tecnici, formali e di pensiero che la ispirarono in origine. Per questa ragione le icone contemporanee dell’artista risultano davvero uniche, perchè vi si respira quel sapore di autenticità che deriva da un’analisi approfondita ed attenta della civiltà e del contesto in cui esse furono create. Per altro, tale metodo filologico le rende nel contempo prive di quel senso poco gradevole di déjàvu, che di solito connota le copie moderne delle antiche icone, e quali fioriscono spesso un po’ ovunque. La tavolozza impiegata dalla Franza deriva per esempio da quella usata fin dalle origini e composta dall’ocra rossa e gialla, da lapislazzuli, malachite, nero di zanna di elefante calcinata, rosso tratto dalla pianta della robbia, blu tratto da quella dell’indigofera tintoria e via dicendo...mentre la tecnica pittorica consiste negli schiarimenti progressivi, che partono dal colore più scuro per giungere al più chiaro. La fedeltà al metodo antico, la sensibilità e la passione dell’artista traspaiono dall’uso scrupoloso delle materie prime originali, ma certamente sono coadiuvate da un sostanziale intuito personale, sul piano artistico e sacrale, che consente alla Franza di riorganizzare in chiave moderna il significato di solenne ed icastica autenticità dell’icona - che in greco significa immagine - senza approssimazioni o cadute di gusto. Scrive infatti la pittrice Luisa del Campana: ...l’artista triestina è capace di percorrere la meravigliosa avventura di far rifiorire il sentiero antico ed entusiasmante che consente di cercare un contatto con l’Assoluto attraverso l’immagine sacra”.
26
marzo 2004
Carolina Franza
Dal 26 marzo al 02 aprile 2004
arte contemporanea
Location
SALA DEL CIRCOLO GENERALI
Trieste, Piazza Luigi Amedeo Duca Degli Abruzzi, 2, (Trieste)
Trieste, Piazza Luigi Amedeo Duca Degli Abruzzi, 2, (Trieste)
Orario di apertura
lunedì - venerdì: 9.00 -12.00 · 16.00 - 19.30
Vernissage
26 Marzo 2004, ore 18.00
Autore