Create an account
Welcome! Register for an account
La password verrà inviata via email.
Recupero della password
Recupera la tua password
La password verrà inviata via email.
-
- container colonna1
- Categorie
- #iorestoacasa
- Agenda
- Archeologia
- Architettura
- Arte antica
- Arte contemporanea
- Arte moderna
- Arti performative
- Attualità
- Bandi e concorsi
- Beni culturali
- Cinema
- Contest
- Danza
- Design
- Diritto
- Eventi
- Fiere e manifestazioni
- Film e serie tv
- Formazione
- Fotografia
- Libri ed editoria
- Mercato
- MIC Ministero della Cultura
- Moda
- Musei
- Musica
- Opening
- Personaggi
- Politica e opinioni
- Street Art
- Teatro
- Viaggi
- Categorie
- container colonna2
- container colonna1
Carolina Franza – Immagini dell’eterno femminile
mostra di pittura di icone dell’artista triestina Carolina Franza, che sarà introdotta sul piano critico dall’architetto Marianna Accerboni.
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Lunedì 14 giugno alle ore 18.30 avrà luogo a Trieste allo storico Caffè Tommaseo (piazza Tommaseo 4/C) l’inaugurazione della mostra di pittura di icone dell’artista triestina Carolina Franza, che sarà introdotta sul piano critico dall’architetto Marianna Accerboni. L’esposizione, intitolata Immagini dell’eterno femminile, proporrà una serie di tavole per lo più inedite, realizzate secondo il metodo antico su legno rivestito di bisso di lino con alabastro di Volterra, oro zecchino, lapislazzuli, malachite, pigmenti, tempera all’uovo e colla di caseina lattea. Fino al 4 luglio (orario: tutti i giorni dalle ore 8.00 alle 24.00).
Dopo aver iniziato a dipingere fin da piccola - scrive Accerboni - ancor prima d’imparare a scrivere, incoraggiata dal padre e apprendendo dalla madre il gusto per la bellezza, dopo un periodo giovanile dedicato al paesaggio e al manierismo fantastico, la Franza ha iniziato una personale ricerca, svolta in Italia e all’estero attraverso lo studio e l’analisi dal vero, per approfondire alla fonte la conoscenza e i segreti della pittura su tavola sotto il profilo estetico e scientifico, la filosofia e il pensiero che ne sottendono le immagini. Ha quindi seguito a Firenze le lezioni della pittrice Luisa del Campana e nel 1989 ha iniziato a creare le prime icone, scegliendo come maestro Andrei Rublev e la sua Scuola: ha continuato a realizzare delle copie fino a pervenire alla creazione di tavole con soggetti originali, sempre coerenti con la tradizione sia per quanto riguarda i materiali impiegati che per i temi trattati, le dimensioni e il simbolismo dei colori. Nel 1995 inizia ad esporre, partecipando a numerose mostre collettive e personali in Italia e all’estero, realizzando icone anche per prestigiose sedi pubbliche e ricevendo premi e riconoscimenti.
I numerosi viaggi e gli approfondimenti tematici e tecnici, condotti con serietà, tenacia e passione quasi alchemica negli anni della formazione, le hanno consentito di recuperare in nuce l’essenza culturale e il significato religioso, trascendentale ed estetico, che concorrevano in origine alla realizzazione dell’icona. Consentendole di rivisitarla, interpretarla e riproporla con fedeltà e perfetta aderenza ai parametri tecnici, formali e di pensiero che la ispirarono nei tempi antichi.
Per questa ragione le sue opere sono davvero uniche e lo sono ancora di più dal 2000 in poi, quando l’approfondita e attenta analisi dei metodi, delle tecniche e della simbologia si tramuta in libera ispirazione e creatività, come accade nei lavori esposti in mostra. A questo punto l’artista, attraverso l’analisi teologica, filosofica e liturgia delle immagini e dei modi, ha in un certo senso “interiorizzato” l’icona. E questo fatto, assieme al contemporaneo e ininterrotto studio sul significato dei colori e sulle pratiche pittoriche, le consente ora di volare alto, con profondità e nel contempo leggerezza, e d’innestare sul percorso estetico, culturale e profondo di tale linguaggio, la propria creatività fantastica, educata dall’esperienza artistica e di studio a interpretare il bello, il divino e il recondito.
Ed ecco allora in mostra, tra le altre, le tavole dedicate alla Madonna della Speranza, a Giovanna d’Arco, alla Fede, alla Carità, alla Vergine Sofia, a Iside Regina, alla Madre di Dio Stella Maris, realizzata quest’ultima con un fondo oro, punzonato con gli stessi motivi con cui è decorato il mantello e con polvere di lapislazzuli e raffigurata con i capelli originalmente biondi. Accanto ad altre opere, riunite in una rassegna, in cui la poetica mistica e la gioia per l’esegesi s’intrecciano nei fini dettagli, mentre la modernità dell’antico messaggio delle origini stupisce per l’icastica e ricca essenzialità dell’interpretazione, che caratterizza in particolare l’icona dedicata a Notre Dame de Rocamadour, punta di diamante - conclude Accerboni - della rassegna, che l’artista ha tratto da un’antica statua lignea dal fascino arcano, oggetto dal 1100 di culto e di pellegrinaggio.
Dopo aver iniziato a dipingere fin da piccola - scrive Accerboni - ancor prima d’imparare a scrivere, incoraggiata dal padre e apprendendo dalla madre il gusto per la bellezza, dopo un periodo giovanile dedicato al paesaggio e al manierismo fantastico, la Franza ha iniziato una personale ricerca, svolta in Italia e all’estero attraverso lo studio e l’analisi dal vero, per approfondire alla fonte la conoscenza e i segreti della pittura su tavola sotto il profilo estetico e scientifico, la filosofia e il pensiero che ne sottendono le immagini. Ha quindi seguito a Firenze le lezioni della pittrice Luisa del Campana e nel 1989 ha iniziato a creare le prime icone, scegliendo come maestro Andrei Rublev e la sua Scuola: ha continuato a realizzare delle copie fino a pervenire alla creazione di tavole con soggetti originali, sempre coerenti con la tradizione sia per quanto riguarda i materiali impiegati che per i temi trattati, le dimensioni e il simbolismo dei colori. Nel 1995 inizia ad esporre, partecipando a numerose mostre collettive e personali in Italia e all’estero, realizzando icone anche per prestigiose sedi pubbliche e ricevendo premi e riconoscimenti.
I numerosi viaggi e gli approfondimenti tematici e tecnici, condotti con serietà, tenacia e passione quasi alchemica negli anni della formazione, le hanno consentito di recuperare in nuce l’essenza culturale e il significato religioso, trascendentale ed estetico, che concorrevano in origine alla realizzazione dell’icona. Consentendole di rivisitarla, interpretarla e riproporla con fedeltà e perfetta aderenza ai parametri tecnici, formali e di pensiero che la ispirarono nei tempi antichi.
Per questa ragione le sue opere sono davvero uniche e lo sono ancora di più dal 2000 in poi, quando l’approfondita e attenta analisi dei metodi, delle tecniche e della simbologia si tramuta in libera ispirazione e creatività, come accade nei lavori esposti in mostra. A questo punto l’artista, attraverso l’analisi teologica, filosofica e liturgia delle immagini e dei modi, ha in un certo senso “interiorizzato” l’icona. E questo fatto, assieme al contemporaneo e ininterrotto studio sul significato dei colori e sulle pratiche pittoriche, le consente ora di volare alto, con profondità e nel contempo leggerezza, e d’innestare sul percorso estetico, culturale e profondo di tale linguaggio, la propria creatività fantastica, educata dall’esperienza artistica e di studio a interpretare il bello, il divino e il recondito.
Ed ecco allora in mostra, tra le altre, le tavole dedicate alla Madonna della Speranza, a Giovanna d’Arco, alla Fede, alla Carità, alla Vergine Sofia, a Iside Regina, alla Madre di Dio Stella Maris, realizzata quest’ultima con un fondo oro, punzonato con gli stessi motivi con cui è decorato il mantello e con polvere di lapislazzuli e raffigurata con i capelli originalmente biondi. Accanto ad altre opere, riunite in una rassegna, in cui la poetica mistica e la gioia per l’esegesi s’intrecciano nei fini dettagli, mentre la modernità dell’antico messaggio delle origini stupisce per l’icastica e ricca essenzialità dell’interpretazione, che caratterizza in particolare l’icona dedicata a Notre Dame de Rocamadour, punta di diamante - conclude Accerboni - della rassegna, che l’artista ha tratto da un’antica statua lignea dal fascino arcano, oggetto dal 1100 di culto e di pellegrinaggio.
14
giugno 2010
Carolina Franza – Immagini dell’eterno femminile
Dal 14 giugno al 04 luglio 2010
arte contemporanea
Location
ANTICO CAFFE’ TOMMASEO
Trieste, Piazza Nicolò Tommaseo, 4C, (Trieste)
Trieste, Piazza Nicolò Tommaseo, 4C, (Trieste)
Orario di apertura
tutti i giorni dalle ore 8.00 alle 24.00
Vernissage
14 Giugno 2010, ore 18.30
Autore
Curatore