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Caroline Peyron – Ai margini
Le opere presentate, formate da testi e immagini sono intrise dalle sue ossessioni, di quelle che escono dalla mano senza che ci si pensa, scarabocchiando mentre parla, ascolta o guarda.
Comunicato stampa
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Ai margini
Lo spunto della mostra di Caroline Peyron sono i testi miniati della biblioteca degli Aragonesi.
Da anni produce testi miniati a modo suo. Intreccia su quaderni, pezzi di carta, matrici di rame, fotografie incise, su rottoli di letture poetiche, su libri di poesie, disegni e scritture in vari modi. Questi disegni/scritture diventano testi, tessuti, disegni.
Le opere presentate, formate da testi e immagini sono intrise dalle sue ossessioni, di quelle che escono dalla mano senza che ci si pensa, scarabocchiando mentre parla, ascolta o guarda.
Non ha pazienza e ama i lavori che richiedono pazienza,
i lavori che si possono fare in mezzo agli altri o nei momenti persi.
Piccoli lavori minuti che col tempo diventano opere grandi: ricamare, orlare, disegnare con una penna sottilissima mettendo insieme pezzi di mondo, libri d’ore interrotte. Come una scriba o una miniatrice riempie quaderni di frasi prese dai libri in una summa disordinata, una storia naturale casuale.
Spesso ammirando i testi miniati si è chiesto qual’era la libertà dello scriba, monaco o laico. Si è fatta l’idea che fosse annidata nei ghirigori: questa idea è venuta particolarmente quando ha visto le pagine interne della Summa teologica di San Tommaso. Lungo il testo ci sono piccoli disegni, una linea sottile, come i fiori di piselli sul ciglio delle strade in primavera. Dai fiori che ricamava da piccola con la nonna alle grotte di Lascaux che fu il primo museo frequentato ne trae le sue due tensioni,due estremi dell’arte. Tra i vari simboli degli Aragonesi, due l'hanno subito attratta per il legame con queste sue due tensioni : il libro aperto, miniato e il monte.
“margini di libertà”.
Il testo nei lavori sarà vuoto, o quasi e i margini pieni. Mette in mostra ciò che ha fatto e fa nei margini di tempo, nei momenti persi, solo per il piacere, fuori dai progetti, ai margini delle mostre, ciò che disegna tracciando quotidianamente una sismografia del mondo, ciò che fa per combattere la noia, la sensazione dell’inutilità, l’horror vacui e l’horror pieni. Ha sempre lavorato meglio nei margini dei libri, dei quaderni, del tempo, ai margini delle istituzioni, del suo paese, della sua vita.
L’istallazione nel Castel Nuovo nella sala Carlo V dove c’era una volta la biblioteca.
Si istalla nel castello con i suoi mezzi. Ai margini. Le cose le più importante, nel corso dei suoi tanti traslochi si sono rivelati i tessuti e i libri. I tessuti trasformano un luogo anonimo in una casa. Arriva sul luogo della mostra con qualche borsa. Si istalla nel Castel Nuovo come i miniatori si istallano sulla pagina con i loro disegni tessuti di fiori. La leggerezza dei tessuti contrasta la “fortezza” del Castel ed equivale a quella delle miniature che contrasta il peso dei testi. Ha staccato la tela dal telaio. Ha abolito la distanza tra tela, lenzuolo e tovaglia. Poi ha abolito la distanza tra tessuto e carta. La materia prima è la stessa. Scrive, incolla, cuce sul lenzuolo, ama, muore sulla carta..Tessuto, testo.
Lo spunto della mostra di Caroline Peyron sono i testi miniati della biblioteca degli Aragonesi.
Da anni produce testi miniati a modo suo. Intreccia su quaderni, pezzi di carta, matrici di rame, fotografie incise, su rottoli di letture poetiche, su libri di poesie, disegni e scritture in vari modi. Questi disegni/scritture diventano testi, tessuti, disegni.
Le opere presentate, formate da testi e immagini sono intrise dalle sue ossessioni, di quelle che escono dalla mano senza che ci si pensa, scarabocchiando mentre parla, ascolta o guarda.
Non ha pazienza e ama i lavori che richiedono pazienza,
i lavori che si possono fare in mezzo agli altri o nei momenti persi.
Piccoli lavori minuti che col tempo diventano opere grandi: ricamare, orlare, disegnare con una penna sottilissima mettendo insieme pezzi di mondo, libri d’ore interrotte. Come una scriba o una miniatrice riempie quaderni di frasi prese dai libri in una summa disordinata, una storia naturale casuale.
Spesso ammirando i testi miniati si è chiesto qual’era la libertà dello scriba, monaco o laico. Si è fatta l’idea che fosse annidata nei ghirigori: questa idea è venuta particolarmente quando ha visto le pagine interne della Summa teologica di San Tommaso. Lungo il testo ci sono piccoli disegni, una linea sottile, come i fiori di piselli sul ciglio delle strade in primavera. Dai fiori che ricamava da piccola con la nonna alle grotte di Lascaux che fu il primo museo frequentato ne trae le sue due tensioni,due estremi dell’arte. Tra i vari simboli degli Aragonesi, due l'hanno subito attratta per il legame con queste sue due tensioni : il libro aperto, miniato e il monte.
“margini di libertà”.
Il testo nei lavori sarà vuoto, o quasi e i margini pieni. Mette in mostra ciò che ha fatto e fa nei margini di tempo, nei momenti persi, solo per il piacere, fuori dai progetti, ai margini delle mostre, ciò che disegna tracciando quotidianamente una sismografia del mondo, ciò che fa per combattere la noia, la sensazione dell’inutilità, l’horror vacui e l’horror pieni. Ha sempre lavorato meglio nei margini dei libri, dei quaderni, del tempo, ai margini delle istituzioni, del suo paese, della sua vita.
L’istallazione nel Castel Nuovo nella sala Carlo V dove c’era una volta la biblioteca.
Si istalla nel castello con i suoi mezzi. Ai margini. Le cose le più importante, nel corso dei suoi tanti traslochi si sono rivelati i tessuti e i libri. I tessuti trasformano un luogo anonimo in una casa. Arriva sul luogo della mostra con qualche borsa. Si istalla nel Castel Nuovo come i miniatori si istallano sulla pagina con i loro disegni tessuti di fiori. La leggerezza dei tessuti contrasta la “fortezza” del Castel ed equivale a quella delle miniature che contrasta il peso dei testi. Ha staccato la tela dal telaio. Ha abolito la distanza tra tela, lenzuolo e tovaglia. Poi ha abolito la distanza tra tessuto e carta. La materia prima è la stessa. Scrive, incolla, cuce sul lenzuolo, ama, muore sulla carta..Tessuto, testo.
15
gennaio 2011
Caroline Peyron – Ai margini
Dal 15 gennaio al 15 febbraio 2011
arte contemporanea
Location
CASTEL NUOVO – MASCHIO ANGIOINO
Napoli, Piazza Municipio, (Napoli)
Napoli, Piazza Municipio, (Napoli)
Orario di apertura
tutti i giorni ore: 9,00 -19,00; chiuso la domenica
Vernissage
15 Gennaio 2011, ore 16.30
Autore