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Carpe Diem
doppia personale
Comunicato stampa
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Modica (RG), una città forse poco conosciuta sotto il punto di vista artistico ma caratterizzata da giovani talenti emergenti tra cui Massimo Cataldi e Rafael Vindigni, con le loro opere che pian piano assumono grande importanza ed uno studio centrato sull’influenza dell’arte contemporanea - pur contando un esiguo numero di gallerie operanti nel settore del contemporaneo e della promozione di giovani artisti, mette in luce una realtà artistica che si confronta anche con linguaggi di respiro europeo.
Massimo Cataldi crea i suoi lavori traendo ispirazione da fotografie da lui scattate, da immagini riprese da varie riviste ma ogni sua opera è soprattutto frutto di un percorso che racchiude i suoi più bei ricordi della vita.
Lo definirei la “Rotativa dell’arte”: è veramente coinvolgente vederlo lavorare, tutto tra le sue mani prende forma e tutte le sue forme hanno la capacità di svincolarsi da ogni tipo di regola prestabilita dall’arte: non per mancanza di conoscenza o di consapevolezza ma per la vitale necessità del fare, del vivere e del giocare con le mani in pasta, affrontando il quotidiano, le sue molteplici sfaccettature, i suoi spigoli. Soprattutto spia quello che succede lì a due passi dal suo naso. E’ come se ripetesse che non è importante cosa fare…ma come farlo. Questo sembrano dire i suoi lavori. Alcune tematiche che egli ha prediletto sono: i volti di persone come sembianze di maschere grottesche, il lavoro dell’uomo, la pubblicità, il teatro ma soprattutto egli è affascinato da qualsiasi oggetto o soggetto che “cade” ai suoi occhi o anche dal semplice scambio di pettegolezzi tra le passanti. Nei suoi dipinti si evidenzia un senso ironico con un segno veloce ed incisivo che cattura e diverte lo spettatore. Le linee di contorno sono quasi sempre doppie e non nitide per dare all’immagine un movimento vibrante reso ancora più accattivante da colori brillanti e dalla cosiddetta tecnica “a foglia d’oro”.
image
Interessanti sono anche i volumi creati e introdotti nelle immagini, che svelano una dote innata per la scultura nella quale Massimo Cataldi si cimenta con successo, cercando di perseguire sin da piccolo un sogno: trovare attraverso la modellatura della materia, la realizzazione di forme che soddisfino l’amore per il disegno anatomico ma anche l’espressione di ricerca introspettiva e di libertà quali solo l’Astrattismo fino alla Pop Art possono dare. Essendo ancora legato al mondo dei giochi e delle favole, a volte riesce e vuole trasformare tramite la scultura alcuni personaggi in soggetti “reali” tra cui “Pinocchio”, perché in fondo lui è così che ancora un po’ si sente, non per il fatto di essere bugiardo ma semplicemente perché come Pinocchio egli ha voglia di scoprire cose nuove, uscire fuori ed evadere dalla realtà. Tra le realizzazioni a matita, a carboncino, ad acquerello, a tempera e la creazione di sculture ed oggetti attraverso diversi materiali, si riassumono dunque le tappe fondamentali della formazione dell’artista, dagli esordi figurativi nell’ambito dell’istruzione superiore, allo studio dell’antico, alle sintesi lineari e alla rilettura del cubismo che caratterizzano i primi anni ’40 fino alle soglie dell’astrazione.
Ritratti o nudi femminili quasi sempre troviamo tra le pareti dello studio di Rafael Vindigni. Egli riesce ad esprimere diverse emozioni attraverso i vari volti realizzati tramite pennellate sciolte, nitide e sui suoi volti distinti da questi enormi “occhioni”, trapela più luce come se tra quelle mura iniziasse ad infiltrarsi l’aria. Il contrasto nei suoi dipinti è molto forte perché dato dal colore molto intenso, acceso e brillante su uno sfondo totalmente bianco come simbolo di purezza e castità. Ed è proprio la “violenza” del colore che attribuisce una maggiore esistenza agli sguardi ritratti, sempre in prospettiva di qualcosa, rimanendo come “appesi ad un filo” tra immobilità e movimento – e – ci consente di captare una delle sue doti istintive: la creatività espressiva molto accattivante. Colore su colore quindi, il contrasto è forte e forte è la sensazione che ne scaturisce e che inghiotte lo spettatore trasferendogli la tematica del “Reset”: il grado zero della creatività come costante stato di deflagrazione. Notiamo come i metodi del suo linguaggio variano ma in ogni caso resta sempre proteso a rilevare e ad individuare in ogni lineamento una differente tensione e allo stesso tempo una nuova luce sotto cui indirizzare la sua geografia dell’anima. Rafael Vindigni inoltre, presenterà una sua video – installazione inerente alle tematiche dei suoi dipinti. Una performance dunque davvero particolare che riuscirà a catturare e a coinvolgere lo spettatore. La sua mostra all’insegna dell’arte e del colore, testimonia molteplici fasi dell’artista ripercorrendo in una decina di opere gli aspetti più caratterizzanti di una nota artista inglese contemporanea Jenni Saville, fino ad arrivare a riprodurre lo stile e la pittura di Egon Schiele. Opere nelle quali quasi sempre troviamo la fissità di una ricerca rigidamente programmatica.
Il richiamo iconografico nei loro dipinti ci induce alla riflessione; riflessione che li accompagna sempre nel momento in cui lavorano; riflessione che contagia le loro opere con felici risultati, divertenti e accattivanti quanto basta per rimanere impresse nella memoria, perché è difficile, una volta visto il loro segno dimenticarlo o confonderlo con altri. Vi auguro di continuare in questo faticoso ma soddisfacente cammino e Vi invito a visitare questa loro mostra osservando attentamente ogni quadro per cercare di leggere cosa ognuno di esso nasconde…CARPE DIEM!!!
Massimo Cataldi crea i suoi lavori traendo ispirazione da fotografie da lui scattate, da immagini riprese da varie riviste ma ogni sua opera è soprattutto frutto di un percorso che racchiude i suoi più bei ricordi della vita.
Lo definirei la “Rotativa dell’arte”: è veramente coinvolgente vederlo lavorare, tutto tra le sue mani prende forma e tutte le sue forme hanno la capacità di svincolarsi da ogni tipo di regola prestabilita dall’arte: non per mancanza di conoscenza o di consapevolezza ma per la vitale necessità del fare, del vivere e del giocare con le mani in pasta, affrontando il quotidiano, le sue molteplici sfaccettature, i suoi spigoli. Soprattutto spia quello che succede lì a due passi dal suo naso. E’ come se ripetesse che non è importante cosa fare…ma come farlo. Questo sembrano dire i suoi lavori. Alcune tematiche che egli ha prediletto sono: i volti di persone come sembianze di maschere grottesche, il lavoro dell’uomo, la pubblicità, il teatro ma soprattutto egli è affascinato da qualsiasi oggetto o soggetto che “cade” ai suoi occhi o anche dal semplice scambio di pettegolezzi tra le passanti. Nei suoi dipinti si evidenzia un senso ironico con un segno veloce ed incisivo che cattura e diverte lo spettatore. Le linee di contorno sono quasi sempre doppie e non nitide per dare all’immagine un movimento vibrante reso ancora più accattivante da colori brillanti e dalla cosiddetta tecnica “a foglia d’oro”.
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Interessanti sono anche i volumi creati e introdotti nelle immagini, che svelano una dote innata per la scultura nella quale Massimo Cataldi si cimenta con successo, cercando di perseguire sin da piccolo un sogno: trovare attraverso la modellatura della materia, la realizzazione di forme che soddisfino l’amore per il disegno anatomico ma anche l’espressione di ricerca introspettiva e di libertà quali solo l’Astrattismo fino alla Pop Art possono dare. Essendo ancora legato al mondo dei giochi e delle favole, a volte riesce e vuole trasformare tramite la scultura alcuni personaggi in soggetti “reali” tra cui “Pinocchio”, perché in fondo lui è così che ancora un po’ si sente, non per il fatto di essere bugiardo ma semplicemente perché come Pinocchio egli ha voglia di scoprire cose nuove, uscire fuori ed evadere dalla realtà. Tra le realizzazioni a matita, a carboncino, ad acquerello, a tempera e la creazione di sculture ed oggetti attraverso diversi materiali, si riassumono dunque le tappe fondamentali della formazione dell’artista, dagli esordi figurativi nell’ambito dell’istruzione superiore, allo studio dell’antico, alle sintesi lineari e alla rilettura del cubismo che caratterizzano i primi anni ’40 fino alle soglie dell’astrazione.
Ritratti o nudi femminili quasi sempre troviamo tra le pareti dello studio di Rafael Vindigni. Egli riesce ad esprimere diverse emozioni attraverso i vari volti realizzati tramite pennellate sciolte, nitide e sui suoi volti distinti da questi enormi “occhioni”, trapela più luce come se tra quelle mura iniziasse ad infiltrarsi l’aria. Il contrasto nei suoi dipinti è molto forte perché dato dal colore molto intenso, acceso e brillante su uno sfondo totalmente bianco come simbolo di purezza e castità. Ed è proprio la “violenza” del colore che attribuisce una maggiore esistenza agli sguardi ritratti, sempre in prospettiva di qualcosa, rimanendo come “appesi ad un filo” tra immobilità e movimento – e – ci consente di captare una delle sue doti istintive: la creatività espressiva molto accattivante. Colore su colore quindi, il contrasto è forte e forte è la sensazione che ne scaturisce e che inghiotte lo spettatore trasferendogli la tematica del “Reset”: il grado zero della creatività come costante stato di deflagrazione. Notiamo come i metodi del suo linguaggio variano ma in ogni caso resta sempre proteso a rilevare e ad individuare in ogni lineamento una differente tensione e allo stesso tempo una nuova luce sotto cui indirizzare la sua geografia dell’anima. Rafael Vindigni inoltre, presenterà una sua video – installazione inerente alle tematiche dei suoi dipinti. Una performance dunque davvero particolare che riuscirà a catturare e a coinvolgere lo spettatore. La sua mostra all’insegna dell’arte e del colore, testimonia molteplici fasi dell’artista ripercorrendo in una decina di opere gli aspetti più caratterizzanti di una nota artista inglese contemporanea Jenni Saville, fino ad arrivare a riprodurre lo stile e la pittura di Egon Schiele. Opere nelle quali quasi sempre troviamo la fissità di una ricerca rigidamente programmatica.
Il richiamo iconografico nei loro dipinti ci induce alla riflessione; riflessione che li accompagna sempre nel momento in cui lavorano; riflessione che contagia le loro opere con felici risultati, divertenti e accattivanti quanto basta per rimanere impresse nella memoria, perché è difficile, una volta visto il loro segno dimenticarlo o confonderlo con altri. Vi auguro di continuare in questo faticoso ma soddisfacente cammino e Vi invito a visitare questa loro mostra osservando attentamente ogni quadro per cercare di leggere cosa ognuno di esso nasconde…CARPE DIEM!!!
10
dicembre 2006
Carpe Diem
Dal 10 dicembre 2006 al 10 gennaio 2007
arte contemporanea
Location
RISTORANTE FATTORIA DELLE TORRI
Modica, Vicolo Napolitano, 14, (Ragusa)
Modica, Vicolo Napolitano, 14, (Ragusa)
Orario di apertura
11-15 e 20-24
Vernissage
10 Dicembre 2006, ore 20
Autore
Curatore