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Carte Scoperte
In questa mostra la carta è dunque protagonista di opere dove la tradizione dei maestri sposa modi e motivi odierni, frutto della riflessione di autori che ne hanno valorizzato il linguaggio specifico, regalando a pagine fragili storie parallele alla loro ricerca abituale.
Comunicato stampa
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Nel celebre saggio de Il Paragone delle arti, Leonardo ricordava quanto fosse importante il primato del disegno, padre putativo di tutte le altre arti, grazie al quale si misurava la capacità, l'estro, l'intuizione, la grandezza d'ogni maestro. Lo sapeva bene lui che, al disegno, dedicò ricerche inesauste, votandosi alla carta non solo in vista di opere maggiori, ma come strumento privilegiato d'indagine della realtà che lo circondava. Ripercorrendo la storia dell'arte, la sua lezione lasciò un segno fra le mani di autori che, allo stesso modo, amarono carte e disegni, senza mai considerarli tecniche di minore importanza, come talvolta oggi accade, in un sistema dell'arte spesso viziato dalla troppa spettacolarità e dalle sperimentazioni tecniche. Ma, come diceva Dalì, «Cominciate a disegnare e a dipingere come gli antichi maestri, poi fate come volete − sarete sempre rispettati» (Diario di un genio, 1964). Non è un caso che mostri sacri del passato ci abbiano lasciato carte perfette, ideate come opere d'arte autonome e non in funzione preparatoria, nel rispetto del linguaggio stesso della carta, come medium espressivo. Basti pensare a Pellizza da Volpedo, ai suoi appunti sparsi, pagine di diario dal sapore intimo e indipendente. Oppure ad Alberto Giacometti, che disegnava ossessivamente sui margini bianchi dei volumi d'arte antica, ma anche su carte grandi come lenzuoli dove distendeva le sue donne sottilissime. La scelta delle carte, sottili come quelle di riso, materiche come quelle impastate a mano, composite come nei collage che mescolavano pagine di giornali ad altre carte di riciclo, nei ready made di inizio secolo, dai futuristi ai dadaisti, è stata fondamentale anche nella ricerca di autori contemporanei, dai mobiles di carta di Calder alle sculture di carta di Kiefer. Per non parlare dei progetti su carta millimetrata di Sol LeWitt. In questa mostra la carta è dunque protagonista di opere dove la tradizione dei maestri sposa modi e motivi odierni, frutto della riflessione di autori che ne hanno valorizzato il linguaggio specifico, regalando a pagine fragili storie parallele alla loro ricerca abituale. Un lato intimo da rivelare, togliendo veli e scoprendo Carte.
Nelle opere di Gianfranco Ferroni, altarini laici e instabili equilibri testimoniano una “superiore, tragica coscienza” (con Testori) in attesa di adorazione, mentre la polvere sottile attende una epifania.
Delicate armonie coloristiche di “acque” su carta - lavori per le illustrazioni del volume “ Nel ventre” di Sergio Claudio Perroni, Bompiani editore - nella lieve trasparenza dei tratti contengono tutta la forza del loro autore, Velasco Vitali.
La ricerca della luce dell’anima è alla base delle opere di Valentino Vago, che in queste carte come nei suoi ultimi lavori procede “per levare”, rarefazione del tratto ed esaltazione della spiritualità, intima porta della psiche.
Le ironie sottili di Paolo Guidotti caratterizzano i lavori su carte di antichi registri, opere concepite con abile mano e intelletto sagace.
I paesaggi sono sospesi e il vissuto si mescola con il sogno in Alfredo Casali.
Intimi rifugi per l’anima, ombre e velature che scolorano come vita che ci passa davanti, i lavori di Gaetano Fracassio.
Alfredo Casali
Alfredo Casali nasce a Piacenza nel 1955. Dopo varie esperienze artistiche fra pittura, poesia visiva e studi filosofici, approda a un linguaggio fondato su elementi archetipici ricorrenti all’interno di veri e propri cicli. Tra i primi ad accorgersi e a valorizzare la sua arte è Giovanni Fumagalli che lo vuole fra gli artisti nella storica Galleria delle Ore di Milano. Nel 1993 è invitato alla XXXII Biennale d’Arte Città di Milano e alla III Biennale di Cremona, dove torna nel 1999 per la VI edizione. Reduce da una mostra personale alla Galleria San Fedele di Milano, quest’autunno parteciperà alla mostra, in programma al Museo d’arte di Mendrisio, dedicata a Imre Reiner e all’astrazione internazionale.
Gianfranco Ferroni
Gianfranco Ferroni nasce a Livorno il 22 febbraio del 1927 e trascorre l’infanzia nelle Marche passando poi a Tradate, nei pressi di Varese, dove riparò con la famiglia negli anni del conflitto. Nel 1946 comincia a frequentare l’ambiente di Brera e del bar Giamaica dove ha occasione di incontrare artisti come Dova, Crippa, Meloni, Ajmone, Morlotti, Francese e Chighine, le cui ricerche rappresentano per lui uno stimolo per la formazione di una poetica personale. Nel 1949 si iscrive al Partito Comunista del quale straccerà, nel 1956, la tessera come gesto di protesta in seguito alla rivolta di Ungheria. A cavallo fra anni Cinquanta e Sessanta animerà le file del Realismo Esistenziale milanese, accantoa d amici e colleghi come Romagnoni, Vaglieri, Guerreschi, Cazzaniga, Ceretti. Dal 1968 al 1972, Ferroni abita a Viareggio, in una sorta di isolamento che preannuncia un nuovo stadio della sua pittura, sempre più focalizzata sull’interno, fisico e psicologico, dello studio, dove gli oggetti presi a modello divengo “alibi”, come spiegherà più tardi in una lettera scritta a Fagiolo Dell’Arco; «alibi per indagare e valorizzare lo spazio e la luce». Gianfranco Ferroni muore a Bergamo il 12 maggio del 2001.
Gaetano Fracassio
Gaetano Fracassio nasce a Bitonto (Ba.) nel 1962, vive e lavora a Milano. Fin da giovane scopre l’arte come “esigenza psicofisica di sopravvivenza”. Dopo aver esercitato le professioni di regista e autore collaborando con importanti network, ha ampliato la propria ricerca in pittura, scultura, fotografia e comunicazione audiovisiva. Dal 1996 si dedica a quella che definisce “la più antica delle arti”, la pittura, recuperando la scultura a tutto tondo. Ha partecipato a numerose mostre e rassegne museali ed è presente nelle più importanti fiere d’arte internazionali.
Paolo Guidotti
Paolo Guidotti è nato a Firenze e ha lavorato con diverse case editrici nel campo dell'illustrazione. Classe 1938, arrivato a Milano nei primi anni Sessanta per lavorare nei “servizi artistici” della Mondadori e passare, tempo un decennio, a direttore artistico della divisione libri Rizzoli, ha disegnato copertine (da tutti i classici di Pirandello a La fattoria degli animali di Orwell) fino all'81. Dopodiché il suo talento ha giovato alla Longanesi, a De Agostini e Rusconi, per altre infinite copertine entrate nella leggenda dei classici. Innumerevoli le sue opere e pubblicazioni. Sue illustrazioni compaiono anche sul prestigioso New Yorker e sulla Book Review del New York Times.
Valentino Vago
Valentino Vago è nato a Barlassina (Milano) nel 1931, vive e lavora a Milano. Appena terminati gli studi all'Accademia di Belle Arti di Brera, espone alla VI Quadriennale d'Arte di Roma. Nel 1960 tiene la sua prima personale al Salone Annunciata di Milano, presentato da Guido Ballo. Da quel momento il suo lavoro si andrà affermando come uno dei più significativi della pittura italiana in questi ultimi decenni. Inconfondibile per la qualità della luce e la liricità del segno, è stato fino a oggi presentato in oltre novanta mostre personali e importanti collettive in Italia e all'estero. Si ricordano, tra le altre, le partecipazioni a rassegne realizzate dalla Biennale di San Paolo, al Kunstmuseum di Colonia, alla Hayward Gallery di Londra, al Grand Palais di Parigi e, ancora, nei musei di Francoforte, Berlino, Hannover, Vienna. Negli ultimi quindici anni si è dedicato, con continuità, anche alla pittura murale, affrescando ambienti pubblici e privati, sia in Italia che all'estero.
Velasco Vitali
Velasco Vitali nasce a Bellano nel 1960. Il suo inizio è segnato dall’incontro con Giovanni Testori e la partecipazione alla mostra Artisti e Scrittori alla Rotonda della Besana di Milano. Nel 2004 Electa pubblica Velasco 20, monografia sui primi vent’anni di lavoro con un testo di Giulio Giorello. Extramoenia è un’esposizione voluta dalla Regione Sicilia a Palermo, Palazzo Belmonte Riso, e a Milano a Palazzo della Ragione. Nel 2005 entra a far parte della collezione del Macro. Realizza, con la cura di Danilo Eccher, Immagini, forme e natura delle Alpi (2007) e LATO4 (2008). A cura di Fernando Mazzocca e Francesco Poli è Sbarco (2010), allestito in piazza Duomo e in Sant’Agostino a Pietrasanta poi a Milano in Piazza Duca D'Aosta e Palazzo Reale. Nel 2011 è invitato alla Biennale di Venezia. Nel 2012 realizza Foresta Rossa, intervento sull’Isola Madre e a Verbania, a cura di Luca Molinari. Nel 2013 presenta Foresta Rossa: 416 città fantasma nel mondo alla Triennale di Milano, a cura di Luca Molinari e Francesco Clerici.
Nelle opere di Gianfranco Ferroni, altarini laici e instabili equilibri testimoniano una “superiore, tragica coscienza” (con Testori) in attesa di adorazione, mentre la polvere sottile attende una epifania.
Delicate armonie coloristiche di “acque” su carta - lavori per le illustrazioni del volume “ Nel ventre” di Sergio Claudio Perroni, Bompiani editore - nella lieve trasparenza dei tratti contengono tutta la forza del loro autore, Velasco Vitali.
La ricerca della luce dell’anima è alla base delle opere di Valentino Vago, che in queste carte come nei suoi ultimi lavori procede “per levare”, rarefazione del tratto ed esaltazione della spiritualità, intima porta della psiche.
Le ironie sottili di Paolo Guidotti caratterizzano i lavori su carte di antichi registri, opere concepite con abile mano e intelletto sagace.
I paesaggi sono sospesi e il vissuto si mescola con il sogno in Alfredo Casali.
Intimi rifugi per l’anima, ombre e velature che scolorano come vita che ci passa davanti, i lavori di Gaetano Fracassio.
Alfredo Casali
Alfredo Casali nasce a Piacenza nel 1955. Dopo varie esperienze artistiche fra pittura, poesia visiva e studi filosofici, approda a un linguaggio fondato su elementi archetipici ricorrenti all’interno di veri e propri cicli. Tra i primi ad accorgersi e a valorizzare la sua arte è Giovanni Fumagalli che lo vuole fra gli artisti nella storica Galleria delle Ore di Milano. Nel 1993 è invitato alla XXXII Biennale d’Arte Città di Milano e alla III Biennale di Cremona, dove torna nel 1999 per la VI edizione. Reduce da una mostra personale alla Galleria San Fedele di Milano, quest’autunno parteciperà alla mostra, in programma al Museo d’arte di Mendrisio, dedicata a Imre Reiner e all’astrazione internazionale.
Gianfranco Ferroni
Gianfranco Ferroni nasce a Livorno il 22 febbraio del 1927 e trascorre l’infanzia nelle Marche passando poi a Tradate, nei pressi di Varese, dove riparò con la famiglia negli anni del conflitto. Nel 1946 comincia a frequentare l’ambiente di Brera e del bar Giamaica dove ha occasione di incontrare artisti come Dova, Crippa, Meloni, Ajmone, Morlotti, Francese e Chighine, le cui ricerche rappresentano per lui uno stimolo per la formazione di una poetica personale. Nel 1949 si iscrive al Partito Comunista del quale straccerà, nel 1956, la tessera come gesto di protesta in seguito alla rivolta di Ungheria. A cavallo fra anni Cinquanta e Sessanta animerà le file del Realismo Esistenziale milanese, accantoa d amici e colleghi come Romagnoni, Vaglieri, Guerreschi, Cazzaniga, Ceretti. Dal 1968 al 1972, Ferroni abita a Viareggio, in una sorta di isolamento che preannuncia un nuovo stadio della sua pittura, sempre più focalizzata sull’interno, fisico e psicologico, dello studio, dove gli oggetti presi a modello divengo “alibi”, come spiegherà più tardi in una lettera scritta a Fagiolo Dell’Arco; «alibi per indagare e valorizzare lo spazio e la luce». Gianfranco Ferroni muore a Bergamo il 12 maggio del 2001.
Gaetano Fracassio
Gaetano Fracassio nasce a Bitonto (Ba.) nel 1962, vive e lavora a Milano. Fin da giovane scopre l’arte come “esigenza psicofisica di sopravvivenza”. Dopo aver esercitato le professioni di regista e autore collaborando con importanti network, ha ampliato la propria ricerca in pittura, scultura, fotografia e comunicazione audiovisiva. Dal 1996 si dedica a quella che definisce “la più antica delle arti”, la pittura, recuperando la scultura a tutto tondo. Ha partecipato a numerose mostre e rassegne museali ed è presente nelle più importanti fiere d’arte internazionali.
Paolo Guidotti
Paolo Guidotti è nato a Firenze e ha lavorato con diverse case editrici nel campo dell'illustrazione. Classe 1938, arrivato a Milano nei primi anni Sessanta per lavorare nei “servizi artistici” della Mondadori e passare, tempo un decennio, a direttore artistico della divisione libri Rizzoli, ha disegnato copertine (da tutti i classici di Pirandello a La fattoria degli animali di Orwell) fino all'81. Dopodiché il suo talento ha giovato alla Longanesi, a De Agostini e Rusconi, per altre infinite copertine entrate nella leggenda dei classici. Innumerevoli le sue opere e pubblicazioni. Sue illustrazioni compaiono anche sul prestigioso New Yorker e sulla Book Review del New York Times.
Valentino Vago
Valentino Vago è nato a Barlassina (Milano) nel 1931, vive e lavora a Milano. Appena terminati gli studi all'Accademia di Belle Arti di Brera, espone alla VI Quadriennale d'Arte di Roma. Nel 1960 tiene la sua prima personale al Salone Annunciata di Milano, presentato da Guido Ballo. Da quel momento il suo lavoro si andrà affermando come uno dei più significativi della pittura italiana in questi ultimi decenni. Inconfondibile per la qualità della luce e la liricità del segno, è stato fino a oggi presentato in oltre novanta mostre personali e importanti collettive in Italia e all'estero. Si ricordano, tra le altre, le partecipazioni a rassegne realizzate dalla Biennale di San Paolo, al Kunstmuseum di Colonia, alla Hayward Gallery di Londra, al Grand Palais di Parigi e, ancora, nei musei di Francoforte, Berlino, Hannover, Vienna. Negli ultimi quindici anni si è dedicato, con continuità, anche alla pittura murale, affrescando ambienti pubblici e privati, sia in Italia che all'estero.
Velasco Vitali
Velasco Vitali nasce a Bellano nel 1960. Il suo inizio è segnato dall’incontro con Giovanni Testori e la partecipazione alla mostra Artisti e Scrittori alla Rotonda della Besana di Milano. Nel 2004 Electa pubblica Velasco 20, monografia sui primi vent’anni di lavoro con un testo di Giulio Giorello. Extramoenia è un’esposizione voluta dalla Regione Sicilia a Palermo, Palazzo Belmonte Riso, e a Milano a Palazzo della Ragione. Nel 2005 entra a far parte della collezione del Macro. Realizza, con la cura di Danilo Eccher, Immagini, forme e natura delle Alpi (2007) e LATO4 (2008). A cura di Fernando Mazzocca e Francesco Poli è Sbarco (2010), allestito in piazza Duomo e in Sant’Agostino a Pietrasanta poi a Milano in Piazza Duca D'Aosta e Palazzo Reale. Nel 2011 è invitato alla Biennale di Venezia. Nel 2012 realizza Foresta Rossa, intervento sull’Isola Madre e a Verbania, a cura di Luca Molinari. Nel 2013 presenta Foresta Rossa: 416 città fantasma nel mondo alla Triennale di Milano, a cura di Luca Molinari e Francesco Clerici.
20
novembre 2013
Carte Scoperte
Dal 20 novembre 2013 all'otto febbraio 2014
arte moderna e contemporanea
Location
GLI EROICI FURORI
Milano, Via Melzo, 30, (Milano)
Milano, Via Melzo, 30, (Milano)
Orario di apertura
mar-ven 15.30 – 19.00; sab 15.00 -18.00
Mattina su appuntamento
Vernissage
20 Novembre 2013, ore 18:30
Autore
Curatore