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Caterina Prato – Io sono Qui, tu dove Sei?
La poetica della Prato di fatto è tutta incentrata sulla rarefazione, il silenzio, l’ambiguità del vuoto che non consente il raggiungimento di alcuna situazione definitiva.
Comunicato stampa
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Ormai sono circa trent’anni da che Giuliano Briganti, nel suo: I pittori dell’immaginario, un testo particolarmente acuto, indicava quel processo di metamorfosi pittorica conseguente allo “ spostarsi dell’attenzione dall’oggettivo al soggettivo”, spostamento che induce chi s’addentra nella via dell’arte a far affiorare dai meandri dell’interiorità un diverso sentire sino a farlo emergere ai livelli della coscienza.
Di questo tipo di sensibilità che dà luogo agli spazi e alle forme le quali prendono corpo sui fogli, sulle tavole e sulle tele, forme appena suggerite da un segno o da un’ombra, quasi a dire di una coscienza più profonda, è portatrice Caterina Prato.
Segni, forme e atmosfere improbabili le sue, figure immerse, senza centralità, in uno spazio che sa di tanino, quello usato per i restauri o tale sembra.
Spazi impensati del segno, quasi un color ruggine.
In definitiva è la mancanza di realtà.
Qui si tratta dunque di un rapporto spazio, tempo su cui ragionare, elementi su cui discutere.
Le immagini di questa artista, infatti, sembrano emergere alla percezione direttamente dall’inconscio quasi a giocare, con ironia, sull’inquietudine che agita l’osservatore il quale guardando queste opere si sente avvolto da tante piccole paure, i timori ancestrali che tutti ci portiamo dentro. Disagi e trepidazioni contro cui poco ha potuto il pensiero razionalista.
La Prato, allora, stanti così le cose, è portatrice, di là di ogni dubbio, di una nuova visionarietà che affonda le proprie radici in un ritrovato rapporto con la coscienza profonda. Una pittura la sua che non tiene più in conto, come accadeva negli anni passati, dell’imagerie mediale: fotografia, cinema, televisione, ecc. ma che si affida al libero compiersi dell’immaginario, alla fantasia creatrice, come scriveva Briganti nel saggio ricordato all’inizio.
Al centro della proposta e della riflessione di Caterina Prato si configura inevitabilmente, pertanto, la questione dell’indicibilità dell’essere, le sue derive, i vuoti, le lacune. Di qui ne consegue e ha origine, per l’artista, la rappresentazione di un macrocosmo in cui la rappresentazione dell’uomo sembra essere sostanzialmente irrealizzabile se non impensabile, e le sue figurine divengono fittizie come irreale è lo stesso spazio Per l’artista sentinate (sia pur d’adozione) non si tratta però di inficiare la validità del reale ma di proporre semmai tutto ciò che nell’opera non è contenibile o che difficilmente è controllabile. Il suo è un rimarcare quindi la coincidenza dell’essere con la totalità, con l’estensione dello spazio; è la rappresentazione di un altro mondo possibile.
La poetica della Prato di fatto è tutta incentrata sulla rarefazione, il silenzio, l’ambiguità del vuoto che non consente il raggiungimento di alcuna situazione definitiva.
Ciò che s’avverte in queste opere, o tale a me sembra di avvertire, è la continua contraddizione dell’essere e del suo esistere, resa attraverso il linguaggio dei segni, delle immagini che al contempo, però, diviene misura per riconoscersi, per affrontare la solitudine e non essere soli. Un fatto esistenziale dove, comunque, le contraddizioni non si mitigano ma conflagrano mettendo in evidenza il problema della nostra contemporaneità. __________________ Vitaliano Angelini
02
aprile 2015
Caterina Prato – Io sono Qui, tu dove Sei?
Dal 02 al 19 aprile 2015
arte moderna e contemporanea
Location
GALLERIA DEL CARBONE
Ferrara, Via Del Carbone, 18, (Ferrara)
Ferrara, Via Del Carbone, 18, (Ferrara)
Orario di apertura
dal lunedì al venerdì 17.00-20.00; sabato e festivi 11.00-12.30 17.00-20.00
Vernissage
2 Aprile 2015, ore 18.00
Autore
Curatore