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Caterina Saban – Fantastiche molecole
un nucleo di fotografie di grande formato, in cui frammenti di elementi vegetali o di fibre di tessuto suggeriscono imprevedibili figurazioni pittoriche, dalle quali emerge l’enigma della vita biologica
Comunicato stampa
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Caterina Saban presenta alla galleria Studio Gariboldi un nucleo di fotografie di grande formato, in cui frammenti di elementi vegetali o di fibre di tessuto suggeriscono imprevedibili figurazioni pittoriche, dalle quali emerge l’enigma della vita biologica.
Grandi mondi trasparenti, sembrano muoversi e gonfiarsi in cumuli luminosi, che da un lato evocano il profilo di una fantastica molecola organica, dall’altro richiamano un’anomala struttura plastica. Tutto questo succede riprendendo ad esempio una foglia di cavolo molto da vicino.
Materiali umili o provocatoriamente banali si prestano ad un processo di lenta e mai completa rivelazione, di sfida ad un’interpretazione scontata della realtà.
Le immagini sono al ‘naturale’, non c’è nessuna elaborazione al computer e non provengono da un ingrandimento al microscopio, eppure creano una visionaria dilatazione. Come dice Caterina Saban: ‘Nella materia organica ho scoperto scenari inaspettati, che soddisfano sia la mia esigenza analitica, sia il tentativo di ‘disegnare’ i movimenti interni della natura. Ciò che vorrei esprimere è una necessità di pulizia, di radicalità, che tenga conto di un approccio ecologico dove la sensibilità estetica si coniughi al desiderio di rivalutare l’esistente’
Quando lo sguardo fotografico si concentra su una piccola porzione di tessuto, le fibre si scompongono in un astratto paesaggio, allusivo di cieli ed oceani o di incantati equilibri di luce.
Una drastica semplificazione che ricorda le campiture di colore di Marc Rothko.
Lo spaesamento e il senso di sospensione delle fotografie è sottolineato da una serie di carte bianche che ricoprono il pavimento della galleria, creando una sottile instabilità.
Nata a Milano, dove frequenta la facoltà di Filosofia all’Università Statale, Caterina Saban indirizza in seguito i suoi interessi al reportage fotografico, alla programmazione e alla critica cinematografica collaborando con la rivista ‘Scena’, a ricerche sulla decorazione con lo Studio Alchimia, all’approfondimento del legame tra immagine, cibo e cultura con la Società della Festa. Nell’89 si trasferisce a Londra dove frequenta prima il Chelsea College of Art e si laurea poi in Belle Arti alla Middlesex University. Sempre a Londra realizza a partire dal ’95 le sue prime installazioni spesso caratterizzate dalla selezione di spazi non necessariamente istituzionali. Nel ’98 si stabilisce nuovamente a Milano, pur con frequenti intervalli londinesi.
Grandi mondi trasparenti, sembrano muoversi e gonfiarsi in cumuli luminosi, che da un lato evocano il profilo di una fantastica molecola organica, dall’altro richiamano un’anomala struttura plastica. Tutto questo succede riprendendo ad esempio una foglia di cavolo molto da vicino.
Materiali umili o provocatoriamente banali si prestano ad un processo di lenta e mai completa rivelazione, di sfida ad un’interpretazione scontata della realtà.
Le immagini sono al ‘naturale’, non c’è nessuna elaborazione al computer e non provengono da un ingrandimento al microscopio, eppure creano una visionaria dilatazione. Come dice Caterina Saban: ‘Nella materia organica ho scoperto scenari inaspettati, che soddisfano sia la mia esigenza analitica, sia il tentativo di ‘disegnare’ i movimenti interni della natura. Ciò che vorrei esprimere è una necessità di pulizia, di radicalità, che tenga conto di un approccio ecologico dove la sensibilità estetica si coniughi al desiderio di rivalutare l’esistente’
Quando lo sguardo fotografico si concentra su una piccola porzione di tessuto, le fibre si scompongono in un astratto paesaggio, allusivo di cieli ed oceani o di incantati equilibri di luce.
Una drastica semplificazione che ricorda le campiture di colore di Marc Rothko.
Lo spaesamento e il senso di sospensione delle fotografie è sottolineato da una serie di carte bianche che ricoprono il pavimento della galleria, creando una sottile instabilità.
Nata a Milano, dove frequenta la facoltà di Filosofia all’Università Statale, Caterina Saban indirizza in seguito i suoi interessi al reportage fotografico, alla programmazione e alla critica cinematografica collaborando con la rivista ‘Scena’, a ricerche sulla decorazione con lo Studio Alchimia, all’approfondimento del legame tra immagine, cibo e cultura con la Società della Festa. Nell’89 si trasferisce a Londra dove frequenta prima il Chelsea College of Art e si laurea poi in Belle Arti alla Middlesex University. Sempre a Londra realizza a partire dal ’95 le sue prime installazioni spesso caratterizzate dalla selezione di spazi non necessariamente istituzionali. Nel ’98 si stabilisce nuovamente a Milano, pur con frequenti intervalli londinesi.
12
maggio 2005
Caterina Saban – Fantastiche molecole
Dal 12 maggio al 12 giugno 2005
fotografia
Location
STUDIO GARIBOLDI
Milano, Via Giovanni Ventura, 5, (Milano)
Milano, Via Giovanni Ventura, 5, (Milano)
Orario di apertura
da martedì a sabato 10.30– 12.30 e 15.30-19.30
Vernissage
12 Maggio 2005, ore 18-21
Autore