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Catodica
una kermesse dell’immagine elettronica, passata per il filtro dell’invenzione creativa, della video-art
Comunicato stampa
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“CATODICA” vuol essere una kermesse dell’immagine elettronica, passata per il filtro dell’invenzione creativa, della video-art dunque, giovane filone di ricerca espressiva, adiacente al mondo televisivo e cinematografico, ma con un suo percorso distinto ed autonomo.
Una prima esperienza, in questo senso, a Trieste - anche se singoli episodi di informazione e ricerca videoartistica vi si verifichino spesso -promossa ed organizzata dall’associazione culturale di Trieste FUCINE MUTE.
Si articolerà in 4 giornate nei seguenti spazi (come da calendario prodotto di seguito):
11 gennaio Teatro Miela, inizio ore 20.30;
12 gennaio Cineteca Regionale, inizio ore 17, Galleria LipanjePuntin
ore 21
13 gennaio Galleria LipanjePuntin, ore 17.30
14 gennaio Galleria LipanjePunon, ore 17.30
Si avvale della collaborazione della G.A.M. di Torino, di Care Of di Milano, della Galleria LipanjePuntin di Trieste, del Gruppo 78 di Trieste.
Con il contributo della Regione Autonoma F. V. G.
Nata in seno al movimento Fluxus, negli anni ’60, la video-art ha realizzato quel processo di mobilità vitalistica insito nella natura continuativa della sua potenzialità comunicativa, già individuato ed ambìto nei percorsi delle avanguardie storiche. È la vita stessa a farsi arte, il suo snodarsi spazio-temprale, catturato dal medium tecnologico, restituito però attraverso il filtro di una visione e di un procedimento estetico. La natura di “contenitore universale” riconosciuto alla TV contagia sin da subito gli artisti che già prima con il “Gruppo Spaziale” avevano intuito la potenza, l’estensione, la democraticità della comunicazione televisiva e l’abbattimento dei confini tradizionali dei prodotti artistici come oggetti. Il tedesco Vostell e il coreano Nam June Paik sono tra gli antesignani dell’impiego del linguaggio televisivo a fini artistici, in due versioni diverse, incidendo sui contenuti i primo, al fine di decostruire l’abituale linguaggio televisivo che condiziona il fruitore impedendogli la compartecipazione dialettica, intervenendo il secondo sulle sue peculiarità linguistiche, modificandole secondo “un’attitudine elettronica zen”, come a suo tempo è stato detto.
Dalle prime esperienze degli anni ’60, attuate con mezzi elettronici ben più limitati di quelli attuali, e di ben più costoso e difficile reperimento rispetto ad oggi, la video-art si è arricchita in modo vertiginoso, continuando ad interessare masse di artisti, come testimoniano i numerosi meeting internazionali, Biennale veneziana in testa. Una telecamera portatile è oggi di facile accesso, e i segnali che essa può catturare, veicolati dall’economia linguistica che l’autore intende darsi, - paradossali, ironici, provocatori, ambigui, poetici, futuribili - possono essere diffusi per via televisiva con straordinario allargamento di fruizione.
CATODICA intende proporre un percorso che spazia soprattutto sull’oggi, proponendo artisti più e meno affermati, italiani e stranieri, estendendosi anche a giovani che da poco si sono affacciati sull’immagine di sintesi per raccontare le loro riflessioni sul mondo che ci circonda, sullo stato delle cose, oppure per visualizzare i loro stati d’animo, far affiorare l’immaginario dell’inconscio. Il mezzo, analogico, digitale, con gli apporti del computer, consente metamorfosi strabilianti, effetti speciali altamente spettacolari, o anche la semplice registrazione dell’esistente coadiuvato comunque da una tecnologia perfezionistica. Il costante miglioramento della qualità dell’immagine rispetto ai sistemi PAL, BETAMAX, VHS, va in parallelo con la sofisticazione degli apparecchi di trasmissione.
Né manca un’incursione storica, degli esordi della video-art, inseguendo un percorso diacronico, in clima Fluxus appunto di ambito sperimentale che coinvolgeva il teatro, la danza, la musica, l’happening e la performance, in quell’aspirazione all’arte totale che contrassegnava le rivolte artistiche/culturali, adiacenti all’arte concettuale. Con la collaborazione della videoteca della G.A.M. saranno presentati dei video di Nam June Paik (Electronic Opera 1, 1969; Tribute to John Cage, di cui Paik era allievo, 1973/76), Vito Acconci (Undertone, 1972), John Baldessari (I’m making Art, 1971), Bruce Nauman (Resolving Upside Down, 1968) Gerry Schum (Identifications, 1971), Gary Hill (Ura Aru, 1985/86); Bill Viola, The space between the teeth, 1977), questi due ultimi artisti di seconda generazione. Video che hanno segnato un’epoca, nel nome dell’analisi e dell’autoanalisi ossessive, di estrazione concettuale, dell’analisi linguistica (Ura –aru di Hill) della documentazione di azioni e performances (v. l’omaggio a John Cage, dove compare anche una performance con la celebre violoncellista Charlotte Moorman)
Catodica, offrirà poi molti artisti dell’età di mezzo, nel senso che hanno conseguito già un’affermazione internazionale, come l’australiana Tracey Moffat, il russo Sergey Bratkov, e Robert Gligorov, Tim White, Gerald Van Kaap, Masbedo (video forniti dalla galleria LipanjePuntin), ciascuno con una sua diversa poetica, tra l’evocazione favolistica, l’istanza sociale, la riscoperta del mondo naturale.
Alessandro Amaducci, teorico e produttore di video-art, presenterà degli estratti da Spoon River e Che fine ha fatto Baby Love? Li farà precedere da un’introduzione in cui esporrà l suo punto di vista per una video-art del futuro, integralmente tecnologica.
Maria Campitelli invece, curatrice dell’intero evento, presenterà giovani autori sia locali (Paolo Comuzzi, Lucia Flego, Luca Gabrielli, Massimo Poldelmengo…) sia di diversa radice italiana e straniera (Alba D’urbano, Angelo Pretolani, Laura Malacart, Edith Dekindt, Angela Pietribiasi…)
E’ prevista pure una breve parentesi di video-performances, dove il confine tra video e performance non è poi così chiaramente definibile; vi si ingloba sia il video documentativo di un’azione svolta sia il prodotto in cui si fondono l’una e l’altra.
Concluderà un’ampia carellata di giovani autori, scelti dal fornitissimo archivio di Care of di Milano, con la presentazione da parte del suo demiurgo, Mario Gorni. (Botto&Bruno, Brigata Es, Eva Marisaldi, Marzia Migliora,Sabrina Mezzaqui, Francesco Lauretta, Davide Skerlj, Mariucia Pisani Alberto Guida, Jasa Mrevljie, Martin Zet, Italo Zuffi, Lucia Uni,Blue Noses, Nemanja Cvijanovic, Alessandra Spranzi…) Tra questi emergono veramente degli spunti creativi che fanno bene sperare per il futuro della video-art.
Una prima esperienza, in questo senso, a Trieste - anche se singoli episodi di informazione e ricerca videoartistica vi si verifichino spesso -promossa ed organizzata dall’associazione culturale di Trieste FUCINE MUTE.
Si articolerà in 4 giornate nei seguenti spazi (come da calendario prodotto di seguito):
11 gennaio Teatro Miela, inizio ore 20.30;
12 gennaio Cineteca Regionale, inizio ore 17, Galleria LipanjePuntin
ore 21
13 gennaio Galleria LipanjePuntin, ore 17.30
14 gennaio Galleria LipanjePunon, ore 17.30
Si avvale della collaborazione della G.A.M. di Torino, di Care Of di Milano, della Galleria LipanjePuntin di Trieste, del Gruppo 78 di Trieste.
Con il contributo della Regione Autonoma F. V. G.
Nata in seno al movimento Fluxus, negli anni ’60, la video-art ha realizzato quel processo di mobilità vitalistica insito nella natura continuativa della sua potenzialità comunicativa, già individuato ed ambìto nei percorsi delle avanguardie storiche. È la vita stessa a farsi arte, il suo snodarsi spazio-temprale, catturato dal medium tecnologico, restituito però attraverso il filtro di una visione e di un procedimento estetico. La natura di “contenitore universale” riconosciuto alla TV contagia sin da subito gli artisti che già prima con il “Gruppo Spaziale” avevano intuito la potenza, l’estensione, la democraticità della comunicazione televisiva e l’abbattimento dei confini tradizionali dei prodotti artistici come oggetti. Il tedesco Vostell e il coreano Nam June Paik sono tra gli antesignani dell’impiego del linguaggio televisivo a fini artistici, in due versioni diverse, incidendo sui contenuti i primo, al fine di decostruire l’abituale linguaggio televisivo che condiziona il fruitore impedendogli la compartecipazione dialettica, intervenendo il secondo sulle sue peculiarità linguistiche, modificandole secondo “un’attitudine elettronica zen”, come a suo tempo è stato detto.
Dalle prime esperienze degli anni ’60, attuate con mezzi elettronici ben più limitati di quelli attuali, e di ben più costoso e difficile reperimento rispetto ad oggi, la video-art si è arricchita in modo vertiginoso, continuando ad interessare masse di artisti, come testimoniano i numerosi meeting internazionali, Biennale veneziana in testa. Una telecamera portatile è oggi di facile accesso, e i segnali che essa può catturare, veicolati dall’economia linguistica che l’autore intende darsi, - paradossali, ironici, provocatori, ambigui, poetici, futuribili - possono essere diffusi per via televisiva con straordinario allargamento di fruizione.
CATODICA intende proporre un percorso che spazia soprattutto sull’oggi, proponendo artisti più e meno affermati, italiani e stranieri, estendendosi anche a giovani che da poco si sono affacciati sull’immagine di sintesi per raccontare le loro riflessioni sul mondo che ci circonda, sullo stato delle cose, oppure per visualizzare i loro stati d’animo, far affiorare l’immaginario dell’inconscio. Il mezzo, analogico, digitale, con gli apporti del computer, consente metamorfosi strabilianti, effetti speciali altamente spettacolari, o anche la semplice registrazione dell’esistente coadiuvato comunque da una tecnologia perfezionistica. Il costante miglioramento della qualità dell’immagine rispetto ai sistemi PAL, BETAMAX, VHS, va in parallelo con la sofisticazione degli apparecchi di trasmissione.
Né manca un’incursione storica, degli esordi della video-art, inseguendo un percorso diacronico, in clima Fluxus appunto di ambito sperimentale che coinvolgeva il teatro, la danza, la musica, l’happening e la performance, in quell’aspirazione all’arte totale che contrassegnava le rivolte artistiche/culturali, adiacenti all’arte concettuale. Con la collaborazione della videoteca della G.A.M. saranno presentati dei video di Nam June Paik (Electronic Opera 1, 1969; Tribute to John Cage, di cui Paik era allievo, 1973/76), Vito Acconci (Undertone, 1972), John Baldessari (I’m making Art, 1971), Bruce Nauman (Resolving Upside Down, 1968) Gerry Schum (Identifications, 1971), Gary Hill (Ura Aru, 1985/86); Bill Viola, The space between the teeth, 1977), questi due ultimi artisti di seconda generazione. Video che hanno segnato un’epoca, nel nome dell’analisi e dell’autoanalisi ossessive, di estrazione concettuale, dell’analisi linguistica (Ura –aru di Hill) della documentazione di azioni e performances (v. l’omaggio a John Cage, dove compare anche una performance con la celebre violoncellista Charlotte Moorman)
Catodica, offrirà poi molti artisti dell’età di mezzo, nel senso che hanno conseguito già un’affermazione internazionale, come l’australiana Tracey Moffat, il russo Sergey Bratkov, e Robert Gligorov, Tim White, Gerald Van Kaap, Masbedo (video forniti dalla galleria LipanjePuntin), ciascuno con una sua diversa poetica, tra l’evocazione favolistica, l’istanza sociale, la riscoperta del mondo naturale.
Alessandro Amaducci, teorico e produttore di video-art, presenterà degli estratti da Spoon River e Che fine ha fatto Baby Love? Li farà precedere da un’introduzione in cui esporrà l suo punto di vista per una video-art del futuro, integralmente tecnologica.
Maria Campitelli invece, curatrice dell’intero evento, presenterà giovani autori sia locali (Paolo Comuzzi, Lucia Flego, Luca Gabrielli, Massimo Poldelmengo…) sia di diversa radice italiana e straniera (Alba D’urbano, Angelo Pretolani, Laura Malacart, Edith Dekindt, Angela Pietribiasi…)
E’ prevista pure una breve parentesi di video-performances, dove il confine tra video e performance non è poi così chiaramente definibile; vi si ingloba sia il video documentativo di un’azione svolta sia il prodotto in cui si fondono l’una e l’altra.
Concluderà un’ampia carellata di giovani autori, scelti dal fornitissimo archivio di Care of di Milano, con la presentazione da parte del suo demiurgo, Mario Gorni. (Botto&Bruno, Brigata Es, Eva Marisaldi, Marzia Migliora,Sabrina Mezzaqui, Francesco Lauretta, Davide Skerlj, Mariucia Pisani Alberto Guida, Jasa Mrevljie, Martin Zet, Italo Zuffi, Lucia Uni,Blue Noses, Nemanja Cvijanovic, Alessandra Spranzi…) Tra questi emergono veramente degli spunti creativi che fanno bene sperare per il futuro della video-art.
11
gennaio 2006
Catodica
Dall'undici al 14 gennaio 2006
arte contemporanea
Location
SEDI VARIE – Trieste
Trieste, (Trieste)
Trieste, (Trieste)
Vernissage
11 Gennaio 2006, ore 20.30 al Teatro Miela
Autore
Curatore