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Cavaliere del cielo
Il mito di Francesco Baracca nel monumento di Rambelli e nei media. Mostra commemorativa nel centenario della Prima Guerra Mondiale
Comunicato stampa
Segnala l'evento
La mostra commemorativa, che ha avuto il patrocinio del Comune di Bologna, è stata organizzata
dalla Accademia di Belle Arti - Dipartimento di Progettazione ed Arti Applicate, nel centenario
della Prima Guerra Mondiale, e presenta un’ampia e inedita scelta di opere dedicate alla figura di
Francesco Baracca (Lugo, 9 maggio 1888 - Nervesa della Battaglia, 19 giugno 1918), asso del volo,
uno dei massimi protagonisti dell’aviazione nel Novecento. La mostra rientra nel Programma
ufficiale delle commemorazioni del Centenario della prima Guerra mondiale a cura della Presidenza
del Consiglio dei Ministri, fra gli eventi di interesse nazionale.
L’esposizione storica e artistica racconta per la prima volta il perpetuarsi della fama della sua
esperienza aeronautica attraverso una ricca raccolta di diverse tipologie di materiali, fra i quali un
prezioso nucleo di una cinquantina di disegni per l’imponente monumento - inaugurato il 21 giugno
del 1936 nella piazza di Lugo - eseguiti da Domenico Rambelli (Faenza, 21 febbraio 1886 - Roma,
1 settembre 1972), definito da Marinetti «animato da un suo ideale di forza e di sintesi» mutuato da
Rodin e da Michelangelo; fu poi riconosciuto da Ludovico Ragghianti fra i “grandi” della scultura
italiana tra le due Guerre e da Renato Barilli come «il principale autore monumentale degli Anni
Venti». I disegni, appartenenti alla Biblioteca comunale Manfrediana di Faenza, presentati per la
prima volta al pubblico dopo un accurato restauro che consentirà di recuperarne la piena leggibilità,
sono stati eseguiti tra il 1927 e il 1936 e testimoniano il percorso creativo dell’artista faentino,
attivo soprattutto nell’ambito della statuaria monumentale.
Francesco Baracca è già un mito in vita, immortalato da numerosi film Luce, in reportages
fotografici che ne inquadrano il fascino spavaldo unito a una studiata eleganza quasi da consumato
attore, assomigliante fra l’altro a Errol Flynn e ai suoi personaggi con fama di grandi seduttori e
dalla vita spericolata. Baracca è l’asso degli assi, il più grande pilota da guerra che ci sia mai stato -
decorato con una medaglia d’oro al valor militare, con due d’argento e con una di bronzo -, entra nella leggenda già da vivo ed è celebrato da Gabriele D’Annunzio, come lui aviatore e grande
amante del volo. Si è formato nell’Arma della Cavalleria perché durante la Prima Guerra ancora
non esisteva l’Arma aeronautica militare. E, probabilmente in ragione di ciò, sceglie come proprio
emblema un cavallino rampante dipinto sul suo aereo, che dopo la sua tragica morte (19 giugno
1918) viene offerto dalla madre a Enzo Ferrari che ne farà il simbolo della casa automobilistica. La
91a squadriglia, quella di Baracca, è la «Squadriglia degli assi», dove quasi tutti sono ufficiali di
Cavalleria. Sono i «cavalieri dell’aria», i Ruffo di Calabria, i Piccio, i Ranza e gli altri, al tempo
popolari quanto i divi televisivi di oggi.
Significativa è anche l’evocazione di questa figura nell’ambito musicale, dapprima nel periodo
futurista e poi nella produzione contemporanea. Proprio all’Asso del cielo è infatti ispirata l’opera
L’aviatore Dro con libretto e musica di Francesco Balilla Pratella (Lugo, 1880 - Ravenna, 1955). Il
fascino per il volo e il mito del concittadino ispirò il musicista futurista che portò sulle scene
l’opera, eseguita per la prima volta proprio al Teatro Rossini di Lugo il 4 novembre del 1920, con
un certo successo. Sempre Pratella per il suo illustre concittadino aveva musicato nella stesso anno
anche un Inno pubblicato in occasione del Grand Raid aviatorio di Lugo.
Ma non si spegne la memoria del personaggio, e in tempi più recenti anche Sergio Endrigo
(Francesco Baracca nell'album Mari del sud,1982) e Francesco De Gregori, (Spad VII S489
nell’album Amore nel pomeriggio, 2001) gli hanno dedicato una loro composizione con una visione
poetica del tema storico-biografico piuttosto inusuale nel panorama della canzone italiana.
L’esposizione sarà inoltre accompagnata dal filmato “O Piave, o tutti accoppati!” prodotto per
l’occasione da Piero Deggiovanni, che documenterà alcune fasi delle operazioni belliche sui fronti
italiani, per poi focalizzarsi sulle figure di Baracca e D'Annunzio aviatori.
La mostra, studiata sia per il mondo scolastico sia per un ampio pubblico, proporrà attraverso la
figura di Baracca una ricognizione sulla fase pionieristica dell’aeronautica nella rappresentazione
artistica e nei media (in oggetti, nell’editoria, nella grafica e nella musica).
Un’ampia e originale messe documentaria di più di un centinaio fra disegni e volumi, fotografie,
cartoline, manifesti concessi in prestito dal Museo Francesco Baracca di Lugo, dalla Biblioteca
Manfrediana di Faenza, dalle Collezioni d’Arte e di Storia della Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna, oltre che oggetti di collezioni private, contestualizzeranno il tema nella temperie della
Grande Guerra e animeranno il percorso testimoniando il diffondersi e il perdurare della fama
dell’eroe dell’aria e delle sue gesta. E proprio questa parte di storia si giova di due cimeli
provenienti dalle Collezioni d'Arte e di Storia della Fondazione cassa di Risparmio in Bologna: il
famoso cavallino nero su fondo bianco simbolo personale di Francesco Baracca, dipinto sulla
fusoliera dell’aeroplano, e il Grifo Alato, l’emblema distintivo della 91a squadriglia da lui
capitanata; a questi si aggiunge la preziosa tempera di Mario Sironi preparatoria per il manifesto
della “Coppa Baracca” (1924).
Il catalogo della mostra contiene i contributi di Beatrice Buscaroli, Giorgio Cicognani, Piero
Deggiovanni, Alfonso Panzetta, Valeria Roncuzzi, Camilla Roversi Monaco, Daniele Serafini. È
curato graficamente da Danilo Danisi ed è pubblicato da Aska Edizioni di Firenze.
La mostra sarà inaugurata giovedì 28 maggio 2015, ore 18, nella monumentale Aula Magna
dell’Accademia di Belle Arti.
Tra le iniziative previste nel mese di apertura della mostra, si terrà in giugno un recital-spettacolo
ispirato a Baracca, alla musica e alla poesia dell’epoca, dal titolo “Il cielo di Francesco Baracca:
la musica, l'avanguardia, le visioni, la guerra”, condotto dal gruppo artistico “Il Ruggiero”
(Emanuela Marcante e Daniele Tonini).
L’apertura della mostra bolognese è stata programmata per il 28 maggio, a ridosso della
celebrazione del Centenario della Prima guerra mondiale e in sincronia con la riapertura del Museo
Francesco Baracca di Lugo - partner dell’iniziativa - che inaugurerà il 23 maggio, alle ore 15
con un allestimento rinnovato nella sede di via Baracca, 65.
Accademia di Belle Arti di Bologna, Aula Magna, via Belle Arti 54
Apertura della mostra: 28 maggio - 27 giugno 2015
Orari: lunedì-venerdì: 9-19; sabato: 9-13. Ingresso gratuito.
Info: 051 4226411; www.ababo.it
dalla Accademia di Belle Arti - Dipartimento di Progettazione ed Arti Applicate, nel centenario
della Prima Guerra Mondiale, e presenta un’ampia e inedita scelta di opere dedicate alla figura di
Francesco Baracca (Lugo, 9 maggio 1888 - Nervesa della Battaglia, 19 giugno 1918), asso del volo,
uno dei massimi protagonisti dell’aviazione nel Novecento. La mostra rientra nel Programma
ufficiale delle commemorazioni del Centenario della prima Guerra mondiale a cura della Presidenza
del Consiglio dei Ministri, fra gli eventi di interesse nazionale.
L’esposizione storica e artistica racconta per la prima volta il perpetuarsi della fama della sua
esperienza aeronautica attraverso una ricca raccolta di diverse tipologie di materiali, fra i quali un
prezioso nucleo di una cinquantina di disegni per l’imponente monumento - inaugurato il 21 giugno
del 1936 nella piazza di Lugo - eseguiti da Domenico Rambelli (Faenza, 21 febbraio 1886 - Roma,
1 settembre 1972), definito da Marinetti «animato da un suo ideale di forza e di sintesi» mutuato da
Rodin e da Michelangelo; fu poi riconosciuto da Ludovico Ragghianti fra i “grandi” della scultura
italiana tra le due Guerre e da Renato Barilli come «il principale autore monumentale degli Anni
Venti». I disegni, appartenenti alla Biblioteca comunale Manfrediana di Faenza, presentati per la
prima volta al pubblico dopo un accurato restauro che consentirà di recuperarne la piena leggibilità,
sono stati eseguiti tra il 1927 e il 1936 e testimoniano il percorso creativo dell’artista faentino,
attivo soprattutto nell’ambito della statuaria monumentale.
Francesco Baracca è già un mito in vita, immortalato da numerosi film Luce, in reportages
fotografici che ne inquadrano il fascino spavaldo unito a una studiata eleganza quasi da consumato
attore, assomigliante fra l’altro a Errol Flynn e ai suoi personaggi con fama di grandi seduttori e
dalla vita spericolata. Baracca è l’asso degli assi, il più grande pilota da guerra che ci sia mai stato -
decorato con una medaglia d’oro al valor militare, con due d’argento e con una di bronzo -, entra nella leggenda già da vivo ed è celebrato da Gabriele D’Annunzio, come lui aviatore e grande
amante del volo. Si è formato nell’Arma della Cavalleria perché durante la Prima Guerra ancora
non esisteva l’Arma aeronautica militare. E, probabilmente in ragione di ciò, sceglie come proprio
emblema un cavallino rampante dipinto sul suo aereo, che dopo la sua tragica morte (19 giugno
1918) viene offerto dalla madre a Enzo Ferrari che ne farà il simbolo della casa automobilistica. La
91a squadriglia, quella di Baracca, è la «Squadriglia degli assi», dove quasi tutti sono ufficiali di
Cavalleria. Sono i «cavalieri dell’aria», i Ruffo di Calabria, i Piccio, i Ranza e gli altri, al tempo
popolari quanto i divi televisivi di oggi.
Significativa è anche l’evocazione di questa figura nell’ambito musicale, dapprima nel periodo
futurista e poi nella produzione contemporanea. Proprio all’Asso del cielo è infatti ispirata l’opera
L’aviatore Dro con libretto e musica di Francesco Balilla Pratella (Lugo, 1880 - Ravenna, 1955). Il
fascino per il volo e il mito del concittadino ispirò il musicista futurista che portò sulle scene
l’opera, eseguita per la prima volta proprio al Teatro Rossini di Lugo il 4 novembre del 1920, con
un certo successo. Sempre Pratella per il suo illustre concittadino aveva musicato nella stesso anno
anche un Inno pubblicato in occasione del Grand Raid aviatorio di Lugo.
Ma non si spegne la memoria del personaggio, e in tempi più recenti anche Sergio Endrigo
(Francesco Baracca nell'album Mari del sud,1982) e Francesco De Gregori, (Spad VII S489
nell’album Amore nel pomeriggio, 2001) gli hanno dedicato una loro composizione con una visione
poetica del tema storico-biografico piuttosto inusuale nel panorama della canzone italiana.
L’esposizione sarà inoltre accompagnata dal filmato “O Piave, o tutti accoppati!” prodotto per
l’occasione da Piero Deggiovanni, che documenterà alcune fasi delle operazioni belliche sui fronti
italiani, per poi focalizzarsi sulle figure di Baracca e D'Annunzio aviatori.
La mostra, studiata sia per il mondo scolastico sia per un ampio pubblico, proporrà attraverso la
figura di Baracca una ricognizione sulla fase pionieristica dell’aeronautica nella rappresentazione
artistica e nei media (in oggetti, nell’editoria, nella grafica e nella musica).
Un’ampia e originale messe documentaria di più di un centinaio fra disegni e volumi, fotografie,
cartoline, manifesti concessi in prestito dal Museo Francesco Baracca di Lugo, dalla Biblioteca
Manfrediana di Faenza, dalle Collezioni d’Arte e di Storia della Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna, oltre che oggetti di collezioni private, contestualizzeranno il tema nella temperie della
Grande Guerra e animeranno il percorso testimoniando il diffondersi e il perdurare della fama
dell’eroe dell’aria e delle sue gesta. E proprio questa parte di storia si giova di due cimeli
provenienti dalle Collezioni d'Arte e di Storia della Fondazione cassa di Risparmio in Bologna: il
famoso cavallino nero su fondo bianco simbolo personale di Francesco Baracca, dipinto sulla
fusoliera dell’aeroplano, e il Grifo Alato, l’emblema distintivo della 91a squadriglia da lui
capitanata; a questi si aggiunge la preziosa tempera di Mario Sironi preparatoria per il manifesto
della “Coppa Baracca” (1924).
Il catalogo della mostra contiene i contributi di Beatrice Buscaroli, Giorgio Cicognani, Piero
Deggiovanni, Alfonso Panzetta, Valeria Roncuzzi, Camilla Roversi Monaco, Daniele Serafini. È
curato graficamente da Danilo Danisi ed è pubblicato da Aska Edizioni di Firenze.
La mostra sarà inaugurata giovedì 28 maggio 2015, ore 18, nella monumentale Aula Magna
dell’Accademia di Belle Arti.
Tra le iniziative previste nel mese di apertura della mostra, si terrà in giugno un recital-spettacolo
ispirato a Baracca, alla musica e alla poesia dell’epoca, dal titolo “Il cielo di Francesco Baracca:
la musica, l'avanguardia, le visioni, la guerra”, condotto dal gruppo artistico “Il Ruggiero”
(Emanuela Marcante e Daniele Tonini).
L’apertura della mostra bolognese è stata programmata per il 28 maggio, a ridosso della
celebrazione del Centenario della Prima guerra mondiale e in sincronia con la riapertura del Museo
Francesco Baracca di Lugo - partner dell’iniziativa - che inaugurerà il 23 maggio, alle ore 15
con un allestimento rinnovato nella sede di via Baracca, 65.
Accademia di Belle Arti di Bologna, Aula Magna, via Belle Arti 54
Apertura della mostra: 28 maggio - 27 giugno 2015
Orari: lunedì-venerdì: 9-19; sabato: 9-13. Ingresso gratuito.
Info: 051 4226411; www.ababo.it
28
maggio 2015
Cavaliere del cielo
Dal 28 maggio al 27 giugno 2015
disegno e grafica
arte moderna
arte moderna
Location
ACCADEMIA DI BELLE ARTI
Bologna, Via Delle Belle Arti, 54, (Bologna)
Bologna, Via Delle Belle Arti, 54, (Bologna)
Orario di apertura
lunedì-venerdì: 9-19; sabato: 9-13
Vernissage
28 Maggio 2015, ore 18
Sito web
www.ababo.it
Curatore