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Cecilia Bertoni / Claire Guerrier – Camera #4 – Il Naufragio di
L’installazione “Camera #4 – Il Naufragio” indaga sull’imposizione, attraverso l’educazione, della dicotomia tradizionale tra maschile e femminile, sulle ferite che essa crea e che restano aperte e sulla manipolazione alla quale ognuno di noi è sottoposto, provando a sovvertire l’esperienza dell’impossibilità dell’uomo di superare ogni “situazione-limite”.
Comunicato stampa
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Inaugurazione sabato 28 gennaio 2017, dalle ore 10.30 | SPE - Spazio Performatico ed Espositivo della Tenuta Dello Scompiglio | Fino al 25 giugno 2017
Allestimento e tecnica: Paolo Morelli e Cipriano Menchini
con Alice Mollica, Daniele Ghilardi e Alfredo Dell'immagine
L'installazione "Camera #4 - Il Naufragio" indaga sull'imposizione, attraverso l'educazione, della dicotomia tradizionale tra maschile e femminile, sulle ferite che essa crea e che restano aperte e sulla manipolazione alla quale ognuno di noi è sottoposto, provando a sovvertire l'esperienza dell'impossibilità dell'uomo di superare ogni "situazione-limite". Situazioni intese come dei muri, nel pensiero di Karl Jaspers, contro cui l'uomo urta, sbatte e naufraga inevitabilmente senza possibilità di attuare un superamento, situazioni che non può modificare, ma solo portare a chiarezza.
Una grande installazione ambientale, in cui uno strato spesso di sabbia ricopre tutto il pavimento della stanza, si infiltra nelle stratigrafie e nelle fessure che si celano nel limite che divide le due categorie di maschile e femminile. I passi sono inevitabilmente rallentati e al visitatore si svelano alcuni elementi che mettono in discussione le certezze a cui la tradizione lo ha abituato. Strumenti chirurgici e oggetti di misurazione dilapidati e in disuso. Alcuni quaderni disposti su dei vetusti carrelli medici. Un grande lenzuolo ricamato e bruciato in cui i colori rosa e azzurro si dispongono come schiere ordinate, per poi dissolversi gradualmente in un paesaggio sconfinato. Una serie di video in cui una mano divarica e sutura, in modo reiterativo e alternato, le ferite di una tela. Tutti questi elementi vengono contenuti fra le pareti carbonizzate della sala, in netto contrasto con il soffitto azzurro che li sovrasta, creando un'atmosfera estraniante e sospesa in un tempo che non è quello che ci appartiene. Un naufragio in cui le prospettive si modificano attraverso oggetti sonori diramati sullo spazio. Un naufragio delle contrapposizioni radicate in cui le gradazioni si moltiplicano, si espandono e si diluiscono rovesciando ogni paradigma consolidato.
"Il genere deve essere costantemente riaffermato e pubblicamente esposto, attraverso l'interpretazione ripetuta di determinati atti in conformità con le norme culturali (essendo esse stesse costruzioni storiche e sociali e quindi variabili) che definiscono 'mascolinità' e 'femminilità'".
Deborah Cameron
L'installazione "Camera #4 - Il Naufragio" continua un percorso, iniziato nel 2011, con una seconda tappa realizzata nel 2012 e una terza nel 2014, in cui due donne si sono interrogate sulle loro identità, sulle loro paure e sulla loro solitudine.
L'installazione è accessibile a un visitatore alla volta. Si consiglia vivamente la prenotazione.
-------------------
Domenica 29 gennaio dalle ore 14.00
SPE - Spazio Performatico ed Espositivo
FINISSAGE
Afterall
Lacuna
progetto vincitore del Bando Assemblaggi Provvisori
Da sempre interessati agli sfasamenti di senso generati dalla traduzione di uno stesso segno in un differente linguaggio, il progetto Lacuna rappresenta un nuovo tessuto reale su cui applicare un dispositivo interpretativo da noi concepito mediante la reiterazione pedissequa della scrittura, attraverso la performance privata, lo spostamento della comprensione a un tempo e a un luogo differente rispetto al qui e ora, all'installazione finale fatta di piani sovrapposti e intersecanti, di rifrazioni, ostacoli. Lacuna nasce dall'interpretazione di un movente, pratico e simbolico, di attestazione dicotomica d'appartenenza a un genere, nel modo in cui lo è l'attribuzione del nome proprio di persona. Lo studio sull'edificazione dell'identità di genere scaturita dall'attribuzione del nome, inteso come fondamento a priori dell'individuo, si radica nel progetto Lacuna nell'analisi di un prodotto storico, sociale e culturale come lo è la Ruota degli esposti della Basilica della SS. Annunziata Maggiore di Napoli, luogo in cui i neonati venivano abbandonati. La nostra ricerca parte dall'azzeramento totale della concordanza a un genere, nella precisa volontà di ripensare a un annullamento assoluto della propria individualità, offrendo nuove definizioni possibili e nuove storie da scrivere. Lacuna, intesa come omissione intenzionale, desidera stabilire l'esistenza di una totalità più grande.
Si ringrazia il Servizio Archivi Storici e Biblioteche Comunali. Comune di Napoli. In particolare il dott. Tommaso Lomonaco e la dott.ssa Giuliana Buonaurio, Comune di Napoli, Archivio Storico Municipale (ASMuN) - Archivio della Real Casa Santa dell'Annunziata, Napoli.
Marcello Bonfanti
Beautiful Men
progetto vincitore del Bando Assemblaggi Provvisori
Maschio o femmina? Natura o cultura? Scelta o destino? Il confine tra maschile e femminile è un dato certo, un bisogno intimo o una convenzione sociale? Sono queste le domande sollevate da Beautiful Men. Un racconto visivo di un viaggio in quattro Paesi di tre continenti diversi, Cuba, Cina, Tonga e Indonesia, alla scoperta intima di una dinamica universale: l'affermazione di un'identità di genere diversa da quella biologica. Il viaggio comincia a Cuba, nelle stanze segrete di San Isidro, un quartiere popolare di L'Avana dove gli uomini, come crisalidi, si trasformano in donne. Il percorso prosegue in Cina, nei backstage dei cabaret gay di Pechino. Lo sguardo dell'autore indaga, inoltre, la secolare tradizione dei Fakaleiti polinesiani, considerati il terzo sesso delle Isole Tonga. Infine Marcello Bonfanti racconta le ultime Bissu dell'isola di Sulawesi, in Indonesia, dove l'etnia dei Bugis ha mantenuto viva la tradizione dei 5 sessi. Il peso delle convenzioni vacilla nel progetto fotografico, che ci traghetta nell'inconscio dei protagonisti, dove la psiche prevale sulla biologia e trasforma il maschile in femminile. In questo processo, l'abito non ha solo un senso pratico ed estetico, ma diventa simbolo di affermazione identitaria. Un processo che stride rispetto all'idea di una norma biologica, messa in dubbio da queste immagini che la fanno apparire come una semplice aspettativa e non come qualcosa di universalmente valido.
consigliato a un pubblico adulto
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Gli appuntamenti fanno parte di "Assemblaggi Provvisori", manifestazione dell'Associazione Culturale Dello Scompiglio, diretta da Cecilia Bertoni, con concerti, incontri, installazioni, laboratori, mostre, performance, teatro ragazzi e residenze, incentrati sull'individualità in relazione e/o in conflitto con il genere e più specificamente con l'assenza di causalità e coincidenza tra il sesso biologico, il genere (mascolinità-femminilità) e l'orientamento sessuale.
Allestimento e tecnica: Paolo Morelli e Cipriano Menchini
con Alice Mollica, Daniele Ghilardi e Alfredo Dell'immagine
L'installazione "Camera #4 - Il Naufragio" indaga sull'imposizione, attraverso l'educazione, della dicotomia tradizionale tra maschile e femminile, sulle ferite che essa crea e che restano aperte e sulla manipolazione alla quale ognuno di noi è sottoposto, provando a sovvertire l'esperienza dell'impossibilità dell'uomo di superare ogni "situazione-limite". Situazioni intese come dei muri, nel pensiero di Karl Jaspers, contro cui l'uomo urta, sbatte e naufraga inevitabilmente senza possibilità di attuare un superamento, situazioni che non può modificare, ma solo portare a chiarezza.
Una grande installazione ambientale, in cui uno strato spesso di sabbia ricopre tutto il pavimento della stanza, si infiltra nelle stratigrafie e nelle fessure che si celano nel limite che divide le due categorie di maschile e femminile. I passi sono inevitabilmente rallentati e al visitatore si svelano alcuni elementi che mettono in discussione le certezze a cui la tradizione lo ha abituato. Strumenti chirurgici e oggetti di misurazione dilapidati e in disuso. Alcuni quaderni disposti su dei vetusti carrelli medici. Un grande lenzuolo ricamato e bruciato in cui i colori rosa e azzurro si dispongono come schiere ordinate, per poi dissolversi gradualmente in un paesaggio sconfinato. Una serie di video in cui una mano divarica e sutura, in modo reiterativo e alternato, le ferite di una tela. Tutti questi elementi vengono contenuti fra le pareti carbonizzate della sala, in netto contrasto con il soffitto azzurro che li sovrasta, creando un'atmosfera estraniante e sospesa in un tempo che non è quello che ci appartiene. Un naufragio in cui le prospettive si modificano attraverso oggetti sonori diramati sullo spazio. Un naufragio delle contrapposizioni radicate in cui le gradazioni si moltiplicano, si espandono e si diluiscono rovesciando ogni paradigma consolidato.
"Il genere deve essere costantemente riaffermato e pubblicamente esposto, attraverso l'interpretazione ripetuta di determinati atti in conformità con le norme culturali (essendo esse stesse costruzioni storiche e sociali e quindi variabili) che definiscono 'mascolinità' e 'femminilità'".
Deborah Cameron
L'installazione "Camera #4 - Il Naufragio" continua un percorso, iniziato nel 2011, con una seconda tappa realizzata nel 2012 e una terza nel 2014, in cui due donne si sono interrogate sulle loro identità, sulle loro paure e sulla loro solitudine.
L'installazione è accessibile a un visitatore alla volta. Si consiglia vivamente la prenotazione.
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Domenica 29 gennaio dalle ore 14.00
SPE - Spazio Performatico ed Espositivo
FINISSAGE
Afterall
Lacuna
progetto vincitore del Bando Assemblaggi Provvisori
Da sempre interessati agli sfasamenti di senso generati dalla traduzione di uno stesso segno in un differente linguaggio, il progetto Lacuna rappresenta un nuovo tessuto reale su cui applicare un dispositivo interpretativo da noi concepito mediante la reiterazione pedissequa della scrittura, attraverso la performance privata, lo spostamento della comprensione a un tempo e a un luogo differente rispetto al qui e ora, all'installazione finale fatta di piani sovrapposti e intersecanti, di rifrazioni, ostacoli. Lacuna nasce dall'interpretazione di un movente, pratico e simbolico, di attestazione dicotomica d'appartenenza a un genere, nel modo in cui lo è l'attribuzione del nome proprio di persona. Lo studio sull'edificazione dell'identità di genere scaturita dall'attribuzione del nome, inteso come fondamento a priori dell'individuo, si radica nel progetto Lacuna nell'analisi di un prodotto storico, sociale e culturale come lo è la Ruota degli esposti della Basilica della SS. Annunziata Maggiore di Napoli, luogo in cui i neonati venivano abbandonati. La nostra ricerca parte dall'azzeramento totale della concordanza a un genere, nella precisa volontà di ripensare a un annullamento assoluto della propria individualità, offrendo nuove definizioni possibili e nuove storie da scrivere. Lacuna, intesa come omissione intenzionale, desidera stabilire l'esistenza di una totalità più grande.
Si ringrazia il Servizio Archivi Storici e Biblioteche Comunali. Comune di Napoli. In particolare il dott. Tommaso Lomonaco e la dott.ssa Giuliana Buonaurio, Comune di Napoli, Archivio Storico Municipale (ASMuN) - Archivio della Real Casa Santa dell'Annunziata, Napoli.
Marcello Bonfanti
Beautiful Men
progetto vincitore del Bando Assemblaggi Provvisori
Maschio o femmina? Natura o cultura? Scelta o destino? Il confine tra maschile e femminile è un dato certo, un bisogno intimo o una convenzione sociale? Sono queste le domande sollevate da Beautiful Men. Un racconto visivo di un viaggio in quattro Paesi di tre continenti diversi, Cuba, Cina, Tonga e Indonesia, alla scoperta intima di una dinamica universale: l'affermazione di un'identità di genere diversa da quella biologica. Il viaggio comincia a Cuba, nelle stanze segrete di San Isidro, un quartiere popolare di L'Avana dove gli uomini, come crisalidi, si trasformano in donne. Il percorso prosegue in Cina, nei backstage dei cabaret gay di Pechino. Lo sguardo dell'autore indaga, inoltre, la secolare tradizione dei Fakaleiti polinesiani, considerati il terzo sesso delle Isole Tonga. Infine Marcello Bonfanti racconta le ultime Bissu dell'isola di Sulawesi, in Indonesia, dove l'etnia dei Bugis ha mantenuto viva la tradizione dei 5 sessi. Il peso delle convenzioni vacilla nel progetto fotografico, che ci traghetta nell'inconscio dei protagonisti, dove la psiche prevale sulla biologia e trasforma il maschile in femminile. In questo processo, l'abito non ha solo un senso pratico ed estetico, ma diventa simbolo di affermazione identitaria. Un processo che stride rispetto all'idea di una norma biologica, messa in dubbio da queste immagini che la fanno apparire come una semplice aspettativa e non come qualcosa di universalmente valido.
consigliato a un pubblico adulto
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Gli appuntamenti fanno parte di "Assemblaggi Provvisori", manifestazione dell'Associazione Culturale Dello Scompiglio, diretta da Cecilia Bertoni, con concerti, incontri, installazioni, laboratori, mostre, performance, teatro ragazzi e residenze, incentrati sull'individualità in relazione e/o in conflitto con il genere e più specificamente con l'assenza di causalità e coincidenza tra il sesso biologico, il genere (mascolinità-femminilità) e l'orientamento sessuale.
28
gennaio 2017
Cecilia Bertoni / Claire Guerrier – Camera #4 – Il Naufragio di
Dal 28 gennaio al 25 giugno 2017
arte contemporanea
Location
TENUTA DELLO SCOMPIGLIO
Capannori, Via Di Vorno, 67, (Lucca)
Capannori, Via Di Vorno, 67, (Lucca)
Biglietti
inaugurazione installazione e finissage: ingresso gratuito
Vernissage
28 Gennaio 2017, ore 10.30
Autore