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Cecità
Cosa ne sarebbe di un mondo devastato dal morbo della cecità?
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Cecità
Il corpo ha un'anima? E l'occhio ha intera consapevolezza dell'anima
delle cose?
Cosa ne sarebbe di un mondo devastato dal morbo della cecità?
Scotomizzato di quel salto ineffabile che lega la registrazione analitica
del visibile al non-dicibile del corpus artistico? In un universo orbo
l'infezione epistemologica condurrebbe al ritorno delle esigenze
primarie: alla mera sopravvivenza. Pretesto di questa riflessione la
letteratura, ma anche l'esperienza di un pubblico curioso quanto
insensibile agli stimoli poco perspiqui dell'arte contemporanea. José
Saramango - premio Nobel per la Letteratura 1998 - con il suo romanzo
morale Cecità intraprende un viaggio feroce, dentro l'Uomo oscurato
della capacità di leggere il reale attraverso lo sguardo. Ablati della vista
a
causa di un contagioso "mal bianco" i protagonisti di questo percorso ai
confini con il dicibile si confrontano con la vacanza dell'etica da
salotto di cui i paesi industrializzati si nutrono quotidianamente;
costretti loro malgrado a sondare la segregazione, l'avidità, i precetti
di una sapienza dell'ovvio e del proverbiale che, come in tutte le pesti
narrative, viene travolta e ribaltata. Quale arte potrebbe sopravvivere
in un universo caduto in disgrazia del suo strumento primo: la vista? Il
bell'accessorio culturale indispensabile a saziare gli appetiti
secondari dell'individuo senziente?
Questo micro progetto nasce dalla volontà di 6 artisti di scorrere
storie invisibili, di procedere a tentoni settorialmente, in direzione degli
angoli oscuri delle più comuni percezioni. La pittura, il disegno-segno,
la fotografia, la cancellatura, la performance. Tutti sintomi
inequivocabili di un'osservazione viscerale, magica, divinatoria.
Un'attitudine venefica rubricata sotto l'etichetta ambigua dell'epidemia
creativa: non un enunciato, ma un'eccedenza.
Il nuovo spettatore della vecchia ossessione rappresentativa è chiamato
a interrogarsi non solo su quel che "vede", ma su come funziona il suo
individuale modus osservandi. Delocalizzare, desoggettivizzare, scoprire
interstizi di senso per approdare a equilibri di consapevolezza
insospettabili: nelle arti, nelle geografie, negli esigui territori
della nostra svogliata attenzione alle variazioni della "Morte negli occhi".
Questa curatela chiama a sé due architetti coadiuvati da una ditta
d'arredi - Maurizio Militello e Vincenzo Busà - a sentire
strutturalmente il cono d'ombra delle opere, un fotografo a testimoniarne
lo "scandalo"
e un corpo vivo "manipolato" da una performer a commentare
l'esistenza fisica di una bellezza che continua a vivere autonomamente dopo
ogni
fruizione materiale dell'arte.
con il patrocinio di:
Regione Sicilia
Comune di Taormina
Ass. Cult. Cavalieri di Federico II di Acireale
concept e comunicazione a|tratti
allestimenti e design Vincenzo Busà, Maurizio Militello
traduzioni in lingua inglese Mariagrazia Pisano
http:// www.cecita.org
in collaborazione con: Finservizi, Panacea, Valtessile
Il corpo ha un'anima? E l'occhio ha intera consapevolezza dell'anima
delle cose?
Cosa ne sarebbe di un mondo devastato dal morbo della cecità?
Scotomizzato di quel salto ineffabile che lega la registrazione analitica
del visibile al non-dicibile del corpus artistico? In un universo orbo
l'infezione epistemologica condurrebbe al ritorno delle esigenze
primarie: alla mera sopravvivenza. Pretesto di questa riflessione la
letteratura, ma anche l'esperienza di un pubblico curioso quanto
insensibile agli stimoli poco perspiqui dell'arte contemporanea. José
Saramango - premio Nobel per la Letteratura 1998 - con il suo romanzo
morale Cecità intraprende un viaggio feroce, dentro l'Uomo oscurato
della capacità di leggere il reale attraverso lo sguardo. Ablati della vista
a
causa di un contagioso "mal bianco" i protagonisti di questo percorso ai
confini con il dicibile si confrontano con la vacanza dell'etica da
salotto di cui i paesi industrializzati si nutrono quotidianamente;
costretti loro malgrado a sondare la segregazione, l'avidità, i precetti
di una sapienza dell'ovvio e del proverbiale che, come in tutte le pesti
narrative, viene travolta e ribaltata. Quale arte potrebbe sopravvivere
in un universo caduto in disgrazia del suo strumento primo: la vista? Il
bell'accessorio culturale indispensabile a saziare gli appetiti
secondari dell'individuo senziente?
Questo micro progetto nasce dalla volontà di 6 artisti di scorrere
storie invisibili, di procedere a tentoni settorialmente, in direzione degli
angoli oscuri delle più comuni percezioni. La pittura, il disegno-segno,
la fotografia, la cancellatura, la performance. Tutti sintomi
inequivocabili di un'osservazione viscerale, magica, divinatoria.
Un'attitudine venefica rubricata sotto l'etichetta ambigua dell'epidemia
creativa: non un enunciato, ma un'eccedenza.
Il nuovo spettatore della vecchia ossessione rappresentativa è chiamato
a interrogarsi non solo su quel che "vede", ma su come funziona il suo
individuale modus osservandi. Delocalizzare, desoggettivizzare, scoprire
interstizi di senso per approdare a equilibri di consapevolezza
insospettabili: nelle arti, nelle geografie, negli esigui territori
della nostra svogliata attenzione alle variazioni della "Morte negli occhi".
Questa curatela chiama a sé due architetti coadiuvati da una ditta
d'arredi - Maurizio Militello e Vincenzo Busà - a sentire
strutturalmente il cono d'ombra delle opere, un fotografo a testimoniarne
lo "scandalo"
e un corpo vivo "manipolato" da una performer a commentare
l'esistenza fisica di una bellezza che continua a vivere autonomamente dopo
ogni
fruizione materiale dell'arte.
con il patrocinio di:
Regione Sicilia
Comune di Taormina
Ass. Cult. Cavalieri di Federico II di Acireale
concept e comunicazione a|tratti
allestimenti e design Vincenzo Busà, Maurizio Militello
traduzioni in lingua inglese Mariagrazia Pisano
http:// www.cecita.org
in collaborazione con: Finservizi, Panacea, Valtessile
22
luglio 2005
Cecità
Dal 22 al 24 luglio 2005
arte contemporanea
performance - happening
performance - happening
Location
MUSEO MAZZULLO – PALAZZO DUCHI DI SANTO STEFANO
Taormina, Vico De Spuches, 1, (Messina)
Taormina, Vico De Spuches, 1, (Messina)
Orario di apertura
dalle 9.30 alle 13.00 e dalle 16.00 alle 19.00 tutti i giorni
Vernissage
22 Luglio 2005, ore 19.30 con la performance ‘plasmare e svelare’ di Daniela Riccioli
Sito web
www.cecita.org
Autore
Curatore