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Cecità #2
Si tratta della seconda parte della mostra “cecità” con altri artisti, e altri punti di vista in ogni opera. Utilizzando la vista trascendentale, si amplifica la percezione di sé, della propria mente, dei sentimenti, talvolta in contatto con l’esterno e talvolta nella fuga da esso o da se stessi.
Comunicato stampa
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Vedersi e guardare al di fuori del proprio corpo e della mente non è soltanto uno strumento di percezione degli spazi, oggetti, limiti o pericoli; non è soltanto una forma di rispetto verso altrui e una qualunque limitazione del proprio ego, quello funzionale e misurato.
Vedersi è anche preservarsi e comprendersi.
Cosa accade quando non si riesce più a vedersi nella propria mente, in uno specchio, negli occhi propri o di qualcun altro? E quando non si riesce più a vedere ciò che si ha intorno?
Pur mantenendo la funzione della vista reale si perde quella trascendentale, quella incorporea.
Nel senso metafisico, il corpo, come l’armatura dell’anima perde i propri contorni, crepandosi e frantumandosi, perde la sua investitura come garante e custode di ciò che è intimo, e come forma della presenza per sé e tra gli altri. Cosa accade a chiunque quando si perde la vista di se stessi?
Alex Kova
Cecità secondo Vadis Bertaglia nelle sue opere in mostra
- Per quanto io abbia pianto, sputato e ingoiato, ho compreso che questo ricordo non sarei mai più riuscito a cancellarlo dalla mia memoria.
Attraverso la sensazione fisica del tatto, un'immagine si lega alla mente, creando un ricordo.
Cecità secondo Anne Cécile Breuer nella sua opera in mostra
- Mi mostro come non vorrei essere vista...così … mi sporco di rosso..di rosso scuro...dentro...dentro di me fa buio...
Cecità secondo Marco Da Rold nelle sue opere in mostra
- I due ritratti sono uno spaccato del vuoto interiore che ognuno di noi si ritrova a vivere e ad affrontare, un vuoto che rende ciechi verso l’esterno:
verso l’amore degli altri, verso la passione e verso la speranza nel futuro.
Il mio concetto di cecità è rappresentato da due fotogrammi distinti pur comunicanti che conversano tra loro, mentre non si sentono in grado di farlo verso un mondo che riescono a vedere e ad apprezzare appieno.
E’ quel mondo, così veloce ed in rapida evoluzione, che stratifica colori ed emozioni (come sulle mie tele), ed è cieco verso le persone che vogliono comprenderlo ed assaporarlo.
Nei miei lavori spesso affronto il tema del ricordo, del tempo che passa, della malinconia e dell’incertezza della condizione umana… i volti sono poco riconoscibili, ma le emozioni di incertezza ed angoscia sono comuni a tutti noi.
La speranza verso il futuro è da cercare e da tenere ben salda, per affacciarsi al mondo in modo non più velato ma definito.
Cecità secondo Cecilia Gattullo nelle sue opere in mostra
- La cecità assoluta nei confronti dell'altro porta ad una lenta dissolvenza dell'essere umano. L'incapacità di accettare gli altri fa precipitare le anime in una caduta senza alcuna possibilità di salvezza.
Cecità secondo Gracia Leceta nella sua opera in mostra
- ...Viaggiare senza sapere quale sarà la destinazione lasciandosi trasportare soltanto dalle sensazioni insolite....
Cecità secondo Severino Magri nella sua opera in mostra
- L’artista deve essere un visionario, avere una visione per andare oltre la cecità e, se possibile, oltre l’incomunicabilità. La difficoltà di osservare la vera natura dell’essere umano ci porta ad una forma di cecità, di assopimento delle facoltà di percepire l’essenza più profonda del creato.
L’opera è finalizzata per risvegliare la memoria collettiva ancestrale e per permettere di vedere oltre l’involucro, superando l’apparenza del nostro essere.
Il vaso nero, come una pupilla, è un mezzo per raffigurare un tipo di osservazione avulsa dallo spazio e dal tempo.
La scultura nel vaso, con le sue sembianze umane, mi serve per dare una forma fisica a ciò che esiste dentro e fuori l’involucro, mentre la foto dei miei occhi non è altro che la rappresentazione contraddittoria di una cecità mentale che nessuna lente può correggere.
Sono cieco o visionario?
Vedersi è anche preservarsi e comprendersi.
Cosa accade quando non si riesce più a vedersi nella propria mente, in uno specchio, negli occhi propri o di qualcun altro? E quando non si riesce più a vedere ciò che si ha intorno?
Pur mantenendo la funzione della vista reale si perde quella trascendentale, quella incorporea.
Nel senso metafisico, il corpo, come l’armatura dell’anima perde i propri contorni, crepandosi e frantumandosi, perde la sua investitura come garante e custode di ciò che è intimo, e come forma della presenza per sé e tra gli altri. Cosa accade a chiunque quando si perde la vista di se stessi?
Alex Kova
Cecità secondo Vadis Bertaglia nelle sue opere in mostra
- Per quanto io abbia pianto, sputato e ingoiato, ho compreso che questo ricordo non sarei mai più riuscito a cancellarlo dalla mia memoria.
Attraverso la sensazione fisica del tatto, un'immagine si lega alla mente, creando un ricordo.
Cecità secondo Anne Cécile Breuer nella sua opera in mostra
- Mi mostro come non vorrei essere vista...così … mi sporco di rosso..di rosso scuro...dentro...dentro di me fa buio...
Cecità secondo Marco Da Rold nelle sue opere in mostra
- I due ritratti sono uno spaccato del vuoto interiore che ognuno di noi si ritrova a vivere e ad affrontare, un vuoto che rende ciechi verso l’esterno:
verso l’amore degli altri, verso la passione e verso la speranza nel futuro.
Il mio concetto di cecità è rappresentato da due fotogrammi distinti pur comunicanti che conversano tra loro, mentre non si sentono in grado di farlo verso un mondo che riescono a vedere e ad apprezzare appieno.
E’ quel mondo, così veloce ed in rapida evoluzione, che stratifica colori ed emozioni (come sulle mie tele), ed è cieco verso le persone che vogliono comprenderlo ed assaporarlo.
Nei miei lavori spesso affronto il tema del ricordo, del tempo che passa, della malinconia e dell’incertezza della condizione umana… i volti sono poco riconoscibili, ma le emozioni di incertezza ed angoscia sono comuni a tutti noi.
La speranza verso il futuro è da cercare e da tenere ben salda, per affacciarsi al mondo in modo non più velato ma definito.
Cecità secondo Cecilia Gattullo nelle sue opere in mostra
- La cecità assoluta nei confronti dell'altro porta ad una lenta dissolvenza dell'essere umano. L'incapacità di accettare gli altri fa precipitare le anime in una caduta senza alcuna possibilità di salvezza.
Cecità secondo Gracia Leceta nella sua opera in mostra
- ...Viaggiare senza sapere quale sarà la destinazione lasciandosi trasportare soltanto dalle sensazioni insolite....
Cecità secondo Severino Magri nella sua opera in mostra
- L’artista deve essere un visionario, avere una visione per andare oltre la cecità e, se possibile, oltre l’incomunicabilità. La difficoltà di osservare la vera natura dell’essere umano ci porta ad una forma di cecità, di assopimento delle facoltà di percepire l’essenza più profonda del creato.
L’opera è finalizzata per risvegliare la memoria collettiva ancestrale e per permettere di vedere oltre l’involucro, superando l’apparenza del nostro essere.
Il vaso nero, come una pupilla, è un mezzo per raffigurare un tipo di osservazione avulsa dallo spazio e dal tempo.
La scultura nel vaso, con le sue sembianze umane, mi serve per dare una forma fisica a ciò che esiste dentro e fuori l’involucro, mentre la foto dei miei occhi non è altro che la rappresentazione contraddittoria di una cecità mentale che nessuna lente può correggere.
Sono cieco o visionario?
11
gennaio 2020
Cecità #2
Dall'undici al 25 gennaio 2020
arte contemporanea
Location
LABGALLERY THIS IS MY CHURCH
Torino, Via Principe Tommaso, 52a, (Torino)
Torino, Via Principe Tommaso, 52a, (Torino)
Orario di apertura
martedì e giovedì ore 17:30-20:30,
venerdì e sabato ore 17:00-20:30
Vernissage
11 Gennaio 2020, dalle ore 18:30 alle ore 22:00
Sito web
Autore
Curatore
Allestimento
AlexKova
Progetto grafico