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Cella. Strutture di emarginazione e disciplinamento
38 artisti di fama internazionale occupano con le loro opere le singole celle ed il refettorio, divisi rigorosamente per sesso in ottemperanza alle specifiche della struttura architettonica. Al centro del loro interesse non vi è la forma espressiva mediatica, bensì il contenuto. Vi sono video, filmati, fotografie ed istallazioni come pure opere scultoree, di pittura e di grafica.
Comunicato stampa
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CELLA
Strutture di emarginazione e disciplinamento
Mostra: Complesso Monumentale di San Michele a Ripa
Ex Casa di Correzione di Carlo Fontana, Via San Michele 25, Roma
6 novembre 2009 – 28 novembre 2009
martedì – domenica : 11.00 – 19.00
Giovedì, 5 novembre 2009, ore 18.00: inaugurazione
Ore 19.00: Performance di Tania Bruguera
Workshop: Facoltà di Teologia dell’Università di Innsbruck
Kaiser Leopold Saal, Universitätsstraße 25, Innsbruck
21 gennaio 2010 – 23 gennaio 2010
Apertura lavori: giovedì, 21 gennaio 2010, ore 15.30
Aggiornamento: settembre 2009
Institut für Kunstgeschichte, Universität Innsbruck
Innrain 52
A-6020 Innsbruck
Fax: 0043 512 5072887
www.uibk.ac.at/kunstgeschichte
Per ulteriori informazioni rivolgersi a: Pressestelle Universität Innsbruck (Ufficio stampa dell’Università di Innsbruck), Tel: 0043 512 50732001
Forum Austriaco di Cultura a Roma, Tel: 06 3608 371
CELLA
Strutture di emarginazione e disciplinamento
Artisti:
Ingmar Alge, Dornbirn; Angelo Aligia, Diamante/Roma; Matthew Barney, New York; Gottfried Bechtold, Bregenz; Fatima Bornemissza, Innsbruck; Tania Bruguera, L’Avana/Chicago; Lucilla Catania, Roma; Thomas Feuerstein, Wien; Flatz, Monaco; Rainer Ganahl, New York; Morto da Goffezza, Napoli; Morto da Goffezza Il Giovane, Palermo; Marcel Hiller, Münster; Zenita Komad, Vienna; Jannis Kounellis, Roma; Annja Krautgasser, Vienna; Maria Kristof, Roma; Carla Mattii, Ferno; Yves Netzhammer, Zurigo; Giuseppe Penone, Torino; Pietro Perrone, Roma; Alfredo Pirri, Roma; Platino, Stoccarda; Christine Prantauer, Innsbruck; Cloti Ricciardi, Roma; Daniel Richter, Berlino; Pipilotti Rist, Zurigo; Gerwald Rockenschaub, Vienna/Berlino; Heidrun Sandbichler, Innsbruck/Roma; Eva Schlegel, Vienna; Georg Schneider, Möchengladbach; Esther Stocker, Vienna; Milica Tomic, Belgrado; Christoph Wachter, Mathias Jud, Basilea/Berlino; Lois Weinberger, Vienna; Margret Wibmer, Amsterdam; Ingrid Wildi, Zurigo.
Esperti e teorici:
Christina Antenhofer, Innsbruck; Christoph Bertsch, Innsbruck; Gerd Blum, Münster; Giulia Dallapiccola, Roma; Monica De Sario, Roma; Edith Frank-Rieser, Innsbruck; Robert Gander, Innsbruck; Kurt Grünewald, Innsbruck/Vienna; Johan Frederik Hartle, Amsterdam; Silvia Höller, Innsbruck; Verena Konrad, Innsbruck; Bart Lootsma, Innsbruck; Gerald Matt, Vienna; Sybille Moser-Ernst, Innsbruck; Andreas Müller, Innsbruck; Paul Naredi-Rainer, Innsbruck; Andreas Oberprantacher, Innsbruck; Angela Maria Piga, Roma; Eveline Schöpfer-Mader, Innsbruck; Roman Siebenrock, Innsbruck; Karlheinz Töchterle, Innsbruck.
Organizzatore: Università di Innsbruck
In collaborazione con: Ministero per i Beni e le Attività Culturali – Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici del Lazio; Forum Austriaco di Cultura a Roma; Assessorato alle Politiche Culturali del Comune di Roma
Direzione scientifica e curatoriale generale: Christoph Bertsch, Silvia Höller
Direzione organizzativa: Christoph Bertsch, Silvia Höller, Silvia Scardocci
Sponsor principale: Hypo Tirol Bank AG
Altri sponsor: museumspartner. Die Kunstspedition; Casinos Austria AG; Ton + Bild Medientechnik GmbH; Stiftung Südtiroler Sparkasse - Fondazione Cassa di Risparmio
Con il sostegno di: Land Tirol; Ministero Federale austriaco per l’istruzione, l’arte e la cultura; Forum Austriaco di Cultura, Roma; Italienzentrum dell’Università di Innsbruck; Fondazione culturale svizzera pro helvetia; Land Vorarlberg; Ministero Federale di giustizia austriaco; Autorità del capoluogo del Land Innsbruck; Argomento principale della ricerca: Comunicazione politica e potere delle immagini: Università Innsbruck; Rettorato dell’Università di Innsbruck; Geschichte trifft Zukunft 1809 – 2009, Land Tirolo; Istituto di Storia dell’Arte, Università di Innsbruck;
Catalogo: Skarabæus/Studienverlag, Innsbruck, Wien. ISBN 978-3-7082-3268-3
CELLA
Strutture di emarginazione e disciplinamento
Le questioni connesse all’emarginazione caratterizzano qualsiasi società umana. Gli asili per i poveri e i lazzaretti per i lebbrosi nel medioevo, gli istituti di rieducazione e le case di reclusione dei tempi moderni, i lager, le caserme, gli insediamenti di containers, tutti sono finalizzati alla segregazione ed al controllo ravvicinato. Ma anche conventi ed eremi perseguono lo scopo di segregare dalla società e la cella ne è lo strumento spaziale. Ma anche conventi ed eremi perseguono lo scopo di isolare dalla società e la cella, quale unità spaziale più piccola, nel corso dei millenni ricorre sia negli edifici di culto che in quelli profani. Emarginazione significa in qualche modo anche inclusione. Alle forme di emarginazione sociale fanno riscontro forme architettoniche specifiche di reclusione, che nel corso dei secoli hanno subito mutamenti minimi. Il loro scopo è una sorveglianza più efficiente possibile data dal ritmo di elementi identici per forma, immancabilmente ordinati ad angolo retto. L’architettura dello sguardo coatto è da sempre un elemento imprescindibile delle strutture di cui trattasi, a partire dagli istituti di reclusione ai conventi, alle strutture militari, agli insediamenti per gli operai dell’industria del XIX secolo e, da ultimo, agli insediamenti di containers per profughi o immigrati dei nostri tempi. Michel Foucault nel 1975 nella sua opera “Sorvegliare e punire” ha richiamato l’attenzione sulla nascita della prigione moderna e, riferendosi alla società civile, ha parlato di una rete incipiente e imperversante di celle impenetrabili. A parere di Foucault la disciplina consiste nella certezza di essere osservati. In questo contesto un elemento pure essenziale è la separazione degli internati per sesso come lo sono anche l’idea della sorveglianza e del controllo. In tutto ciò il concetto di disciplinamento in ossequio alle virtù borghesi riveste un ruolo peculiare. Al contempo l’emarginazione sociale implica di volta in volta fenomeni culturali nuovi, diversi, che possono assumere una valenza e ripercussioni sulle forme espressive culturali della generalità.
Gli edifici del Complesso Monumentale di San Michele a Ripa Grande a Trastevere costituiscono un esempio ideale. Le diverse funzioni cui hanno assolto nel corso dei secoli sono sempre state finalizzate alla segregazione e alla sorveglianza, con inesorabile divisione per sesso: asilo per i poveri, ospedale, istituto riformatorio per i minori e carcere. Questo poderoso complesso architettonico di sorveglianza, realizzato nelle sue parti più significative da Carlo Fontana tra il 1686 e il 1715 sotto i Papi Innocenzo XI, Innocenzo XII e Clemente XI, è unico nel suo genere in Europa. La parte relativa all’ex Casa di correzione (1701 – 1704), eretta per essere destinata a carcere minorile, è il primo edificio con soluzione planimetrica a celle: una struttura pionieristica nella storia dell’architettura, che, grazie ad importanti pubblicazioni coeve, ha funto da prototipo ed ispirazione a livello europeo.
Appunto nell’ex casa di correzione dal 5 al 28 novembre 2009 si tiene il progetto di mostra “cella”, nel quale 38 artisti di fama internazionale occupano con le loro opere le singole celle ed il refettorio, divisi rigorosamente per sesso in ottemperanza alle specifiche della struttura architettonica. Al centro del loro interesse non vi è la forma espressiva mediatica, bensì il contenuto. Vi sono video, filmati, fotografie ed istallazioni come pure opere scultoree, di pittura e di grafica. I cardini sono la cella, intesa come luogo più piccolo possibile per l’esistenza umana, e i possibili mondi artistici contrapposti. Artisti di significato centrale nel panorama artistico contemporaneo quali Pipilotti Rist, Matthew Barney, Jannis Kounellis, Giuseppe Penone, Gerwald Rockenschaub, Lois e Franziska Weinberger, Milica Tomic, Lucilla Catania, Daniel Richter, Flatz o Gregor Schneider sono rappresentati con opere di grande suggestione. Oltre a questi, ancora molti altri artisti, altrettanto significativi, concorrono a formare un consesso d’eccezione. La sinergia luogo-opera d’arte consente al visitatore di sperimentare convergenze e fratture. Il concetto informatore della mostra opera inducendo un’incertezza calcolata, rinuncia ad allestimenti esosi e confida nella forza e nel potenziale del luogo e delle opere concepite ad hoc per esso. In parallelo all’attività degli artisti, scienziati ed esperti di diverse discipline (storia dell’arte, teologia, filosofia, sociologia, teoria dell’architettura, storia, medicina e teoria della mediazione artistica ed espositiva) si occupano del tema “cella”.
Il catalogo consta di due parti in quanto, oltre alla documentazione delle opere esposte, contiene dei testi scientifici sulle singole opere nonché venti contributi scientifici interdisciplinari sul tema emarginazione e sorveglianza. Nell’ambito del workshop artistico scientifico, aperto al pubblico che si terrà all’Università di Innsbruck quale seguito naturale della mostra in Roma gli artisti sono chiamati a presentare le opere che hanno realizzato per il Complesso Monumentale di San Michele e a fornire, assieme agli scienziati autori dei testi, istanze fondamentali ai fini del tema principale che è la società, la nostra società. Le posizioni di partenza rispettivamente di arte e scienza, diverse tra loro, promettono contrasti, disarmonie ovvero punti di comunione appassionanti
Trafiletto/breve comunicato stampa
La mostra “cella” nel Complesso Monumentale di San Michele a Trastevere riunisce importanti artisti di grande fama internazionale in un progetto entusiasmante. Le opere di Pipilotti Rist, Matthew Barney, Jannis Kounellis, Giuseppe Penone, Gerwald Rockenschaub, Lois Weinberger, Milica Tomic, Lucilla Catania, Daniel Richter, Flatz e Gregor Schneider sono solo alcune delle tante create appunto per “cella”. Da diversi decenni a questa parte a Roma non era dato di vedere tanti nomi di prestigio riuniti in una sola mostra. L’ex casa di correzione di Carlo Fontana è la sede ideale per occuparsi delle questioni relative al disciplinamento, all’emarginazione sociale ed alle strategie di sorveglianza. L’organizzatore della mostra che si tiene dal 6 al 28 novembre 2009 (martedì-domenica, dalle 11,00 alle 19,00 con ingresso gratuito) è l’Istituto di Storia dell’Arte dell’Università di Innsbruck.
Cella – Progetto di allestimento
Foyer: opera audio-video di Ingrid Wildi. Monitor a sé stante/autonomo, diverse casse per l’audio – va montato.
Fila sinistra:
Prima finestra: libera
Seconda finestra: installazione di Fatima Bornemissza, la parete non viene toccata, proiettore autonomo
Terza finestra: parete di legno autoportante, pittura di Daniel Richter
Quarta finestra: installazione di Marcel Hiller, la parete non viene toccata
Quinta finestra: installazione di Maria Kristof, la parete non viene toccata, proiettore autonomo.
Navata centrale o atrio centrale:
Videoproiezione di Milica Tomic, installazione di parete di legno senza che le pareti ne siano interessate
Installazione di Morto da Goffezza il giovane, autonoma, la parete non ne viene toccata
Installazione di Gottfried Bechtold, la parete non ne viene toccata
Modello di cella di Alfredo Pirri, la parete non ne viene toccata
Fila destra:
Prima finestra: oggetto di Zenita Komad, teso tra i pilastri
Seconda finestra: installazione di Angelo Aligia, la parete non ne viene interessata, l’uscita d’emergenza rimane libera
Terza finestra: parete di legno autoportante, autonoma, pittura di Ingmar Alge
Quarta finestra: installazione internet di Wachter/Jud, allestimento a base di cubi di legno, la parete non ne viene toccata
Quinta finestra: video di Rainer Ganahl, proiettore autonomo.
Alcune finestre vengono oscurate con appositi teloni oscuranti da museo.
L’opera audio di Ingrid Wildi accompagna il visitatore al primo piano.
Atrio: vessillo dello sponsor principale
Sala Clementina:
Fila sinistra:
Cella 1: installazione di Pietro Perrone, pigmenti di colore, oggetto, la parete non ne viene interessata
Cella 2: installazione di Morto da Goffezza, oggetti, alla parete vengono fissate cartoline a mezzo di puntine
Cella 3: Installazione di Gerwald Rockenschaub: la parete non ne viene interessata
Cella 4: Installazione di Platino: la parete non ne viene interessata
Cella 5: Installazione di Giuseppe Penone, pittura parietale su foglio, va fissata in due soli punti.
Transetto: due video di Schneider e Barney: monitor autonomo, coro: video di Pipilotti Rist
Cella 6: opera audio di Margret Wibmer, la parete non ne viene interessata
Cella 7: installazione di Yoonsook, la parete non ne viene interessata
Cella 8: video di Annja Krautgasser, proiettore autonomo
Cella 9: installazione di Christine Prantauer, la parete non ne viene interessata
Cella 10: installazione di Esther Stocker, la parete non ne viene interessata
Fila destra:
Cella 1: installazione di Yves Netzhammer, la parete non ne viene interessata, proiettore autonomo
Cella 2: oggetto di Lois Weinberger, la parete non ne viene interessata
Cella 3: oggetto di Thomas Feuerstein, la parete non ne viene interessata
Cella 4: performance di Flatz, letto e tavolo, vive nella cella cella, la parete non ne viene interessata
Cella 5: installazione di Jannis Kounellis, non sono ancora disponibili dati
Cella 6: installazione di Lucilla Catania, la parete non ne viene interessata
Cella 7: libera
Cella 8: installazione di Carla Mattii, la parete non ne viene interessata
Cella 9: oggetto di Heidrun Sandbichler, fogli fissati alla parete a mezzo di puntine
Cella 10: installazione di Cloti Riccardi, la parete non ne viene interessata
2 celle al secondo livello, non accessibili al pubblico:
Flatz: opera audio; video di Eva Schlagen con proiezione nello spazio.
Strutture di emarginazione e disciplinamento
Mostra: Complesso Monumentale di San Michele a Ripa
Ex Casa di Correzione di Carlo Fontana, Via San Michele 25, Roma
6 novembre 2009 – 28 novembre 2009
martedì – domenica : 11.00 – 19.00
Giovedì, 5 novembre 2009, ore 18.00: inaugurazione
Ore 19.00: Performance di Tania Bruguera
Workshop: Facoltà di Teologia dell’Università di Innsbruck
Kaiser Leopold Saal, Universitätsstraße 25, Innsbruck
21 gennaio 2010 – 23 gennaio 2010
Apertura lavori: giovedì, 21 gennaio 2010, ore 15.30
Aggiornamento: settembre 2009
Institut für Kunstgeschichte, Universität Innsbruck
Innrain 52
A-6020 Innsbruck
Fax: 0043 512 5072887
www.uibk.ac.at/kunstgeschichte
Per ulteriori informazioni rivolgersi a: Pressestelle Universität Innsbruck (Ufficio stampa dell’Università di Innsbruck), Tel: 0043 512 50732001
Forum Austriaco di Cultura a Roma, Tel: 06 3608 371
CELLA
Strutture di emarginazione e disciplinamento
Artisti:
Ingmar Alge, Dornbirn; Angelo Aligia, Diamante/Roma; Matthew Barney, New York; Gottfried Bechtold, Bregenz; Fatima Bornemissza, Innsbruck; Tania Bruguera, L’Avana/Chicago; Lucilla Catania, Roma; Thomas Feuerstein, Wien; Flatz, Monaco; Rainer Ganahl, New York; Morto da Goffezza, Napoli; Morto da Goffezza Il Giovane, Palermo; Marcel Hiller, Münster; Zenita Komad, Vienna; Jannis Kounellis, Roma; Annja Krautgasser, Vienna; Maria Kristof, Roma; Carla Mattii, Ferno; Yves Netzhammer, Zurigo; Giuseppe Penone, Torino; Pietro Perrone, Roma; Alfredo Pirri, Roma; Platino, Stoccarda; Christine Prantauer, Innsbruck; Cloti Ricciardi, Roma; Daniel Richter, Berlino; Pipilotti Rist, Zurigo; Gerwald Rockenschaub, Vienna/Berlino; Heidrun Sandbichler, Innsbruck/Roma; Eva Schlegel, Vienna; Georg Schneider, Möchengladbach; Esther Stocker, Vienna; Milica Tomic, Belgrado; Christoph Wachter, Mathias Jud, Basilea/Berlino; Lois Weinberger, Vienna; Margret Wibmer, Amsterdam; Ingrid Wildi, Zurigo.
Esperti e teorici:
Christina Antenhofer, Innsbruck; Christoph Bertsch, Innsbruck; Gerd Blum, Münster; Giulia Dallapiccola, Roma; Monica De Sario, Roma; Edith Frank-Rieser, Innsbruck; Robert Gander, Innsbruck; Kurt Grünewald, Innsbruck/Vienna; Johan Frederik Hartle, Amsterdam; Silvia Höller, Innsbruck; Verena Konrad, Innsbruck; Bart Lootsma, Innsbruck; Gerald Matt, Vienna; Sybille Moser-Ernst, Innsbruck; Andreas Müller, Innsbruck; Paul Naredi-Rainer, Innsbruck; Andreas Oberprantacher, Innsbruck; Angela Maria Piga, Roma; Eveline Schöpfer-Mader, Innsbruck; Roman Siebenrock, Innsbruck; Karlheinz Töchterle, Innsbruck.
Organizzatore: Università di Innsbruck
In collaborazione con: Ministero per i Beni e le Attività Culturali – Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici del Lazio; Forum Austriaco di Cultura a Roma; Assessorato alle Politiche Culturali del Comune di Roma
Direzione scientifica e curatoriale generale: Christoph Bertsch, Silvia Höller
Direzione organizzativa: Christoph Bertsch, Silvia Höller, Silvia Scardocci
Sponsor principale: Hypo Tirol Bank AG
Altri sponsor: museumspartner. Die Kunstspedition; Casinos Austria AG; Ton + Bild Medientechnik GmbH; Stiftung Südtiroler Sparkasse - Fondazione Cassa di Risparmio
Con il sostegno di: Land Tirol; Ministero Federale austriaco per l’istruzione, l’arte e la cultura; Forum Austriaco di Cultura, Roma; Italienzentrum dell’Università di Innsbruck; Fondazione culturale svizzera pro helvetia; Land Vorarlberg; Ministero Federale di giustizia austriaco; Autorità del capoluogo del Land Innsbruck; Argomento principale della ricerca: Comunicazione politica e potere delle immagini: Università Innsbruck; Rettorato dell’Università di Innsbruck; Geschichte trifft Zukunft 1809 – 2009, Land Tirolo; Istituto di Storia dell’Arte, Università di Innsbruck;
Catalogo: Skarabæus/Studienverlag, Innsbruck, Wien. ISBN 978-3-7082-3268-3
CELLA
Strutture di emarginazione e disciplinamento
Le questioni connesse all’emarginazione caratterizzano qualsiasi società umana. Gli asili per i poveri e i lazzaretti per i lebbrosi nel medioevo, gli istituti di rieducazione e le case di reclusione dei tempi moderni, i lager, le caserme, gli insediamenti di containers, tutti sono finalizzati alla segregazione ed al controllo ravvicinato. Ma anche conventi ed eremi perseguono lo scopo di segregare dalla società e la cella ne è lo strumento spaziale. Ma anche conventi ed eremi perseguono lo scopo di isolare dalla società e la cella, quale unità spaziale più piccola, nel corso dei millenni ricorre sia negli edifici di culto che in quelli profani. Emarginazione significa in qualche modo anche inclusione. Alle forme di emarginazione sociale fanno riscontro forme architettoniche specifiche di reclusione, che nel corso dei secoli hanno subito mutamenti minimi. Il loro scopo è una sorveglianza più efficiente possibile data dal ritmo di elementi identici per forma, immancabilmente ordinati ad angolo retto. L’architettura dello sguardo coatto è da sempre un elemento imprescindibile delle strutture di cui trattasi, a partire dagli istituti di reclusione ai conventi, alle strutture militari, agli insediamenti per gli operai dell’industria del XIX secolo e, da ultimo, agli insediamenti di containers per profughi o immigrati dei nostri tempi. Michel Foucault nel 1975 nella sua opera “Sorvegliare e punire” ha richiamato l’attenzione sulla nascita della prigione moderna e, riferendosi alla società civile, ha parlato di una rete incipiente e imperversante di celle impenetrabili. A parere di Foucault la disciplina consiste nella certezza di essere osservati. In questo contesto un elemento pure essenziale è la separazione degli internati per sesso come lo sono anche l’idea della sorveglianza e del controllo. In tutto ciò il concetto di disciplinamento in ossequio alle virtù borghesi riveste un ruolo peculiare. Al contempo l’emarginazione sociale implica di volta in volta fenomeni culturali nuovi, diversi, che possono assumere una valenza e ripercussioni sulle forme espressive culturali della generalità.
Gli edifici del Complesso Monumentale di San Michele a Ripa Grande a Trastevere costituiscono un esempio ideale. Le diverse funzioni cui hanno assolto nel corso dei secoli sono sempre state finalizzate alla segregazione e alla sorveglianza, con inesorabile divisione per sesso: asilo per i poveri, ospedale, istituto riformatorio per i minori e carcere. Questo poderoso complesso architettonico di sorveglianza, realizzato nelle sue parti più significative da Carlo Fontana tra il 1686 e il 1715 sotto i Papi Innocenzo XI, Innocenzo XII e Clemente XI, è unico nel suo genere in Europa. La parte relativa all’ex Casa di correzione (1701 – 1704), eretta per essere destinata a carcere minorile, è il primo edificio con soluzione planimetrica a celle: una struttura pionieristica nella storia dell’architettura, che, grazie ad importanti pubblicazioni coeve, ha funto da prototipo ed ispirazione a livello europeo.
Appunto nell’ex casa di correzione dal 5 al 28 novembre 2009 si tiene il progetto di mostra “cella”, nel quale 38 artisti di fama internazionale occupano con le loro opere le singole celle ed il refettorio, divisi rigorosamente per sesso in ottemperanza alle specifiche della struttura architettonica. Al centro del loro interesse non vi è la forma espressiva mediatica, bensì il contenuto. Vi sono video, filmati, fotografie ed istallazioni come pure opere scultoree, di pittura e di grafica. I cardini sono la cella, intesa come luogo più piccolo possibile per l’esistenza umana, e i possibili mondi artistici contrapposti. Artisti di significato centrale nel panorama artistico contemporaneo quali Pipilotti Rist, Matthew Barney, Jannis Kounellis, Giuseppe Penone, Gerwald Rockenschaub, Lois e Franziska Weinberger, Milica Tomic, Lucilla Catania, Daniel Richter, Flatz o Gregor Schneider sono rappresentati con opere di grande suggestione. Oltre a questi, ancora molti altri artisti, altrettanto significativi, concorrono a formare un consesso d’eccezione. La sinergia luogo-opera d’arte consente al visitatore di sperimentare convergenze e fratture. Il concetto informatore della mostra opera inducendo un’incertezza calcolata, rinuncia ad allestimenti esosi e confida nella forza e nel potenziale del luogo e delle opere concepite ad hoc per esso. In parallelo all’attività degli artisti, scienziati ed esperti di diverse discipline (storia dell’arte, teologia, filosofia, sociologia, teoria dell’architettura, storia, medicina e teoria della mediazione artistica ed espositiva) si occupano del tema “cella”.
Il catalogo consta di due parti in quanto, oltre alla documentazione delle opere esposte, contiene dei testi scientifici sulle singole opere nonché venti contributi scientifici interdisciplinari sul tema emarginazione e sorveglianza. Nell’ambito del workshop artistico scientifico, aperto al pubblico che si terrà all’Università di Innsbruck quale seguito naturale della mostra in Roma gli artisti sono chiamati a presentare le opere che hanno realizzato per il Complesso Monumentale di San Michele e a fornire, assieme agli scienziati autori dei testi, istanze fondamentali ai fini del tema principale che è la società, la nostra società. Le posizioni di partenza rispettivamente di arte e scienza, diverse tra loro, promettono contrasti, disarmonie ovvero punti di comunione appassionanti
Trafiletto/breve comunicato stampa
La mostra “cella” nel Complesso Monumentale di San Michele a Trastevere riunisce importanti artisti di grande fama internazionale in un progetto entusiasmante. Le opere di Pipilotti Rist, Matthew Barney, Jannis Kounellis, Giuseppe Penone, Gerwald Rockenschaub, Lois Weinberger, Milica Tomic, Lucilla Catania, Daniel Richter, Flatz e Gregor Schneider sono solo alcune delle tante create appunto per “cella”. Da diversi decenni a questa parte a Roma non era dato di vedere tanti nomi di prestigio riuniti in una sola mostra. L’ex casa di correzione di Carlo Fontana è la sede ideale per occuparsi delle questioni relative al disciplinamento, all’emarginazione sociale ed alle strategie di sorveglianza. L’organizzatore della mostra che si tiene dal 6 al 28 novembre 2009 (martedì-domenica, dalle 11,00 alle 19,00 con ingresso gratuito) è l’Istituto di Storia dell’Arte dell’Università di Innsbruck.
Cella – Progetto di allestimento
Foyer: opera audio-video di Ingrid Wildi. Monitor a sé stante/autonomo, diverse casse per l’audio – va montato.
Fila sinistra:
Prima finestra: libera
Seconda finestra: installazione di Fatima Bornemissza, la parete non viene toccata, proiettore autonomo
Terza finestra: parete di legno autoportante, pittura di Daniel Richter
Quarta finestra: installazione di Marcel Hiller, la parete non viene toccata
Quinta finestra: installazione di Maria Kristof, la parete non viene toccata, proiettore autonomo.
Navata centrale o atrio centrale:
Videoproiezione di Milica Tomic, installazione di parete di legno senza che le pareti ne siano interessate
Installazione di Morto da Goffezza il giovane, autonoma, la parete non ne viene toccata
Installazione di Gottfried Bechtold, la parete non ne viene toccata
Modello di cella di Alfredo Pirri, la parete non ne viene toccata
Fila destra:
Prima finestra: oggetto di Zenita Komad, teso tra i pilastri
Seconda finestra: installazione di Angelo Aligia, la parete non ne viene interessata, l’uscita d’emergenza rimane libera
Terza finestra: parete di legno autoportante, autonoma, pittura di Ingmar Alge
Quarta finestra: installazione internet di Wachter/Jud, allestimento a base di cubi di legno, la parete non ne viene toccata
Quinta finestra: video di Rainer Ganahl, proiettore autonomo.
Alcune finestre vengono oscurate con appositi teloni oscuranti da museo.
L’opera audio di Ingrid Wildi accompagna il visitatore al primo piano.
Atrio: vessillo dello sponsor principale
Sala Clementina:
Fila sinistra:
Cella 1: installazione di Pietro Perrone, pigmenti di colore, oggetto, la parete non ne viene interessata
Cella 2: installazione di Morto da Goffezza, oggetti, alla parete vengono fissate cartoline a mezzo di puntine
Cella 3: Installazione di Gerwald Rockenschaub: la parete non ne viene interessata
Cella 4: Installazione di Platino: la parete non ne viene interessata
Cella 5: Installazione di Giuseppe Penone, pittura parietale su foglio, va fissata in due soli punti.
Transetto: due video di Schneider e Barney: monitor autonomo, coro: video di Pipilotti Rist
Cella 6: opera audio di Margret Wibmer, la parete non ne viene interessata
Cella 7: installazione di Yoonsook, la parete non ne viene interessata
Cella 8: video di Annja Krautgasser, proiettore autonomo
Cella 9: installazione di Christine Prantauer, la parete non ne viene interessata
Cella 10: installazione di Esther Stocker, la parete non ne viene interessata
Fila destra:
Cella 1: installazione di Yves Netzhammer, la parete non ne viene interessata, proiettore autonomo
Cella 2: oggetto di Lois Weinberger, la parete non ne viene interessata
Cella 3: oggetto di Thomas Feuerstein, la parete non ne viene interessata
Cella 4: performance di Flatz, letto e tavolo, vive nella cella cella, la parete non ne viene interessata
Cella 5: installazione di Jannis Kounellis, non sono ancora disponibili dati
Cella 6: installazione di Lucilla Catania, la parete non ne viene interessata
Cella 7: libera
Cella 8: installazione di Carla Mattii, la parete non ne viene interessata
Cella 9: oggetto di Heidrun Sandbichler, fogli fissati alla parete a mezzo di puntine
Cella 10: installazione di Cloti Riccardi, la parete non ne viene interessata
2 celle al secondo livello, non accessibili al pubblico:
Flatz: opera audio; video di Eva Schlagen con proiezione nello spazio.
05
novembre 2009
Cella. Strutture di emarginazione e disciplinamento
Dal 05 al 28 novembre 2009
arte contemporanea
Location
COMPLESSO MONUMENTALE DI SAN MICHELE IN RIPA – EX CASA DI CORREZIONE DI CARLO FONTANA
Roma, Via Di San Michele, 25, (Roma)
Roma, Via Di San Michele, 25, (Roma)
Orario di apertura
martedì – domenica : 11.00 – 19.00
Vernissage
5 Novembre 2009, ore 18 e Ore 19.00: Performance di Tania Bruguera
Sito web
www.uibk.ac.at/kunstgeschichte
Autore
Curatore