Create an account
Welcome! Register for an account
La password verrà inviata via email.
Recupero della password
Recupera la tua password
La password verrà inviata via email.
-
- container colonna1
- Categorie
- #iorestoacasa
- Agenda
- Archeologia
- Architettura
- Arte antica
- Arte contemporanea
- Arte moderna
- Arti performative
- Attualità
- Bandi e concorsi
- Beni culturali
- Cinema
- Contest
- Danza
- Design
- Diritto
- Eventi
- Fiere e manifestazioni
- Film e serie tv
- Formazione
- Fotografia
- Libri ed editoria
- Mercato
- MIC Ministero della Cultura
- Moda
- Musei
- Musica
- Opening
- Personaggi
- Politica e opinioni
- Street Art
- Teatro
- Viaggi
- Categorie
- container colonna2
- container colonna1
Cemento Armato Cantiere #2
Cemento armato – Cantiere # 2 fa riferimento a uno spazio-laboratorio che mostra i lavori di nove giovanissimi artisti alla loro prima esperienza espositiva. Un cantiere dove si sperimentano linguaggi e costruiscono utopie realizzabili, un processo di creazione che si confronta con città sospese…
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Scuola Arti Visive NABA presenta
C E M E N T O A R M A T O
C A N T I E R E # 2
CEMENTO ARMATO - Cantiere # 2 fa riferimento a uno spazio-laboratorio che mostra i lavori di nove giovanissimi artisti alla loro prima esperienza espositiva. Un cantiere dove si sperimentano linguaggi e costruiscono utopie realizzabili, un processo di creazione che si confronta con città sospese, mobili, in costante trasformazione.
La mostra, ospitata dalla Galleria ARTRA di Milano, costituisce la seconda tappa di un ciclo espositivo iniziato nel 2008 e nasce all'interno dell'esperienza didattica condotta da Marcello Maloberti nel corso di Arti Visive della NABA, Nuova Accademia Belle Arti di Milano.
L’installazione di Sara Raggini apre la mostra allargandosi al centro della sala espositiva. La costruzione e’ visibilmente precaria, un assemblaggio di materiali poveri. La composizione bizzarra dei piani abbozza una forma ambigua: come una in miniatura di un cantiere urbano in opera di costruzione gia abbandonato. Delle lastre fotografiche riproducono delle stanze vuote, ambienti privati, interni immobili. Uniche presenze di un vissuto quotidiano, seppur nel loro silenzio, le immagini inseguono l’idea dell’abitazione di un luogo.
Sullo sfondo della galleria i grandi poster di Sara Miegge articolano assemblaggi visionari di città disegnate. Superfici bianche, spazi melanconici e personaggi incantati si fondono in un paesaggio totale - Univesal Landscape, appunto - dove tutto si mescola: frammenti di periferie, campi nomadi, luna park, cantieri. In questo universo di immaginari frammentati, la realtà stessa assume la forma di un “carillon di carnevale” che gira all’infinito.
Tijuana, Baja California è la città natale di Fernanda Uribe. Il suo lavoro parte dall’analisi di uno dei lati più cupi della grande città di frontiera messicana. Dall’archivio CEMEFO dell’obitorio della città, l’artista ha estrapolato tutti i casi di morte per ferite associate al narcotraffico. I luoghi del ritrovamento dei corpi sono riportati visivamente con dei segni su una
grande mappa di Tijuana. Una costellazione di croci rosse visualizza in un istante non solo l’entità e la vitalità del commercio illegale di droga tra Sudamerica e Stati Uniti ma anche la violenza estrema delle tecniche di controllo adottate dalla polizia di frontiera per sconfiggerlo.
I lavori di Sara Saini offrono invece uno sguardo più intimistico sui luoghi dell’abitare e del vivere quotidiano. Nel video Consigli di estetica una serie di inquadrature close-up si muovono veloci tra le pagine di un quaderno datato 1965. Parole dalla calligrafia elegante si susseguono a piccoli disegni di oggetti d’uso quotidiano: sono vecchie lezioni di estetica appuntate dalla madre dell’artista durante il corso di segretaria d’azienda. La trasposizione contemporanea di un ideale femminile passato ironizza sui modi di pensare e sui luoghi comuni di un’epoca ormai lontana. In questo passaggio il video è una sottile allusione critica ai modi e costumi femminili che ancora oggi vengono spesso culturalmente imposti.
A story teller è la serie fotografica di Sanja Lasic. Concepito come un gioco di piani e specchi, le inquadrature si riflettono in spazi speculari al di là delle pareti. L’artista si ritrae ripetutamente al loro interno offrendoci una visione universale, un’idea di quotidianità in crisi, in bilico tra la creazione e cancellazione di un’identità.
Nel cortile interno della galleria ha luogo la videoinstallazione SuperMassa di Emanuele Klemp. Sulla grande parete è proiettata l’inquadratura fissa di un landscape urbano. Apparentemente organico e uniforme, è in realtà il risultato di un collage di punti di vista differenti. L’immagine, nel suo costante divenire altro da sé, destabilizza il punto di osservazione del fruitore creando una forte sensazione di dilatazione temporale.
Il video Promemoriadivolo di Nicoletta Dalfino offre una visione sdoppiata di un volo sopra la città di Londra. Installato su due schermi adiacenti si compone di una successione di brevi paesaggi dove la durata delle azioni è scandita dall’attraversamento di un aereo da una parte all’altra di un’inquadratura. Il lavoro è una narrazione condensata che esprime una temporalità distorta e una sensazione di ciclica ineluttabilità.
La grande foto di Daniela Brenna è un insolito ritratto di famiglia. Fermi in una tipica posa, i parenti sono integralmente coperti da un cellofan sul quale l’artista è intervenuta scarabocchiando dei segni che ne snaturano la parvenza. Tra il denigratorio e l’inquietante, l’immaginario famigliare classico si trova ad essere stravolto da un’azione pseudo-infantile, acuta e ricca di pura energia dissacrante.
Domanda è l’opera che presenta Martina Antonioni. Sculture-vestiti, che perdono la facilità di essere indossati, diventano un bagaglio da portarsi dietro, come un ricordo, un’idea o una domanda. Presentati attraverso scatti unici, istantanei (polaroid), acquistano forma occupando uno spazio importante nell’ambiente, che non potrebbe esistere senza lo scatto precedente o quello successivo.
In uno sguardo complessivo, i lavori esposti dialogano fra loro intessendo un discorso coinvolgente, carico di una giovane vitalità in grado di aprire le porte a profonde riflessioni sul modo di vivere contemporaneo.
Si ringrazia Serena Porrati per la preziosa collaborazione.
C E M E N T O A R M A T O
C A N T I E R E # 2
CEMENTO ARMATO - Cantiere # 2 fa riferimento a uno spazio-laboratorio che mostra i lavori di nove giovanissimi artisti alla loro prima esperienza espositiva. Un cantiere dove si sperimentano linguaggi e costruiscono utopie realizzabili, un processo di creazione che si confronta con città sospese, mobili, in costante trasformazione.
La mostra, ospitata dalla Galleria ARTRA di Milano, costituisce la seconda tappa di un ciclo espositivo iniziato nel 2008 e nasce all'interno dell'esperienza didattica condotta da Marcello Maloberti nel corso di Arti Visive della NABA, Nuova Accademia Belle Arti di Milano.
L’installazione di Sara Raggini apre la mostra allargandosi al centro della sala espositiva. La costruzione e’ visibilmente precaria, un assemblaggio di materiali poveri. La composizione bizzarra dei piani abbozza una forma ambigua: come una in miniatura di un cantiere urbano in opera di costruzione gia abbandonato. Delle lastre fotografiche riproducono delle stanze vuote, ambienti privati, interni immobili. Uniche presenze di un vissuto quotidiano, seppur nel loro silenzio, le immagini inseguono l’idea dell’abitazione di un luogo.
Sullo sfondo della galleria i grandi poster di Sara Miegge articolano assemblaggi visionari di città disegnate. Superfici bianche, spazi melanconici e personaggi incantati si fondono in un paesaggio totale - Univesal Landscape, appunto - dove tutto si mescola: frammenti di periferie, campi nomadi, luna park, cantieri. In questo universo di immaginari frammentati, la realtà stessa assume la forma di un “carillon di carnevale” che gira all’infinito.
Tijuana, Baja California è la città natale di Fernanda Uribe. Il suo lavoro parte dall’analisi di uno dei lati più cupi della grande città di frontiera messicana. Dall’archivio CEMEFO dell’obitorio della città, l’artista ha estrapolato tutti i casi di morte per ferite associate al narcotraffico. I luoghi del ritrovamento dei corpi sono riportati visivamente con dei segni su una
grande mappa di Tijuana. Una costellazione di croci rosse visualizza in un istante non solo l’entità e la vitalità del commercio illegale di droga tra Sudamerica e Stati Uniti ma anche la violenza estrema delle tecniche di controllo adottate dalla polizia di frontiera per sconfiggerlo.
I lavori di Sara Saini offrono invece uno sguardo più intimistico sui luoghi dell’abitare e del vivere quotidiano. Nel video Consigli di estetica una serie di inquadrature close-up si muovono veloci tra le pagine di un quaderno datato 1965. Parole dalla calligrafia elegante si susseguono a piccoli disegni di oggetti d’uso quotidiano: sono vecchie lezioni di estetica appuntate dalla madre dell’artista durante il corso di segretaria d’azienda. La trasposizione contemporanea di un ideale femminile passato ironizza sui modi di pensare e sui luoghi comuni di un’epoca ormai lontana. In questo passaggio il video è una sottile allusione critica ai modi e costumi femminili che ancora oggi vengono spesso culturalmente imposti.
A story teller è la serie fotografica di Sanja Lasic. Concepito come un gioco di piani e specchi, le inquadrature si riflettono in spazi speculari al di là delle pareti. L’artista si ritrae ripetutamente al loro interno offrendoci una visione universale, un’idea di quotidianità in crisi, in bilico tra la creazione e cancellazione di un’identità.
Nel cortile interno della galleria ha luogo la videoinstallazione SuperMassa di Emanuele Klemp. Sulla grande parete è proiettata l’inquadratura fissa di un landscape urbano. Apparentemente organico e uniforme, è in realtà il risultato di un collage di punti di vista differenti. L’immagine, nel suo costante divenire altro da sé, destabilizza il punto di osservazione del fruitore creando una forte sensazione di dilatazione temporale.
Il video Promemoriadivolo di Nicoletta Dalfino offre una visione sdoppiata di un volo sopra la città di Londra. Installato su due schermi adiacenti si compone di una successione di brevi paesaggi dove la durata delle azioni è scandita dall’attraversamento di un aereo da una parte all’altra di un’inquadratura. Il lavoro è una narrazione condensata che esprime una temporalità distorta e una sensazione di ciclica ineluttabilità.
La grande foto di Daniela Brenna è un insolito ritratto di famiglia. Fermi in una tipica posa, i parenti sono integralmente coperti da un cellofan sul quale l’artista è intervenuta scarabocchiando dei segni che ne snaturano la parvenza. Tra il denigratorio e l’inquietante, l’immaginario famigliare classico si trova ad essere stravolto da un’azione pseudo-infantile, acuta e ricca di pura energia dissacrante.
Domanda è l’opera che presenta Martina Antonioni. Sculture-vestiti, che perdono la facilità di essere indossati, diventano un bagaglio da portarsi dietro, come un ricordo, un’idea o una domanda. Presentati attraverso scatti unici, istantanei (polaroid), acquistano forma occupando uno spazio importante nell’ambiente, che non potrebbe esistere senza lo scatto precedente o quello successivo.
In uno sguardo complessivo, i lavori esposti dialogano fra loro intessendo un discorso coinvolgente, carico di una giovane vitalità in grado di aprire le porte a profonde riflessioni sul modo di vivere contemporaneo.
Si ringrazia Serena Porrati per la preziosa collaborazione.
04
marzo 2009
Cemento Armato Cantiere #2
Dal 04 al 14 marzo 2009
arte contemporanea
giovane arte
giovane arte
Location
GALLERIA ARTRA
Milano, Via Francesco Burlamacchi, 1, (Milano)
Milano, Via Francesco Burlamacchi, 1, (Milano)
Orario di apertura
da martedì a sabato ore 10.30-13.00 e 15.00-19.00
Vernissage
4 Marzo 2009, ore 18.30
Autore
Curatore