Create an account
Welcome! Register for an account
La password verrà inviata via email.
Recupero della password
Recupera la tua password
La password verrà inviata via email.
-
- container colonna1
- Categorie
- #iorestoacasa
- Agenda
- Archeologia
- Architettura
- Arte antica
- Arte contemporanea
- Arte moderna
- Arti performative
- Attualità
- Bandi e concorsi
- Beni culturali
- Cinema
- Contest
- Danza
- Design
- Diritto
- Eventi
- Fiere e manifestazioni
- Film e serie tv
- Formazione
- Fotografia
- Libri ed editoria
- Mercato
- MIC Ministero della Cultura
- Moda
- Musei
- Musica
- Opening
- Personaggi
- Politica e opinioni
- Street Art
- Teatro
- Viaggi
- Categorie
- container colonna2
- container colonna1
Cento Sicilie
in una selezione di quarantadue foto, ventuno fotografi dialogano con le pagine
di scrittori che si sono confrontati con la Sicilia dove, come ebbe a scrivere Gesualdo Bufalino nel volume da cui è tratto il titolo di questa mostra, l’identità è un eccesso
Comunicato stampa
Segnala l'evento
La Galleria Fotografica Luigi Ghirri di Caltagirone CT,
è una realtà culturale siciliana che da anni si confronta con l’universo infinito delle immagini fotografiche.
La mostra, presentata in questo mese di giugno, è una straordinaria collettiva di fotografi, per lo più siciliani, che provano a schizzare un ritratto collettivo di questa terra sulla falsariga di un testo letterario fatto di frammenti … di altri testi letterari, abilmente scelti e concatenati da chi questa isola ha amato e compreso.
E se la Sicilia resta – traslando i pensieri scritti di Gesualdo BUFALINO – l’isola dove “… dura poco l’allegria di sentirsi seduto sull’ombelico del mondo”, tentarne un ritratto attraverso le immagini di ventuno fotografi qui presentati in una selezione scelta da un progetto ben più ampio, pensato e realizzato dalla Galleria GHIRRI nel 2004, può apparire impresa ardua destinata a naufragare nell’oceano dei luoghi comuni.
Ma in principio era il verbo … quello umano, la parola degli scrittori che BUFALINO, e con lui Nunzio ZAGO, chiama a testimoniare in quel processo infinito che è il tentativo immane di ritrarre la terra del τρισκελής, il Triscele per antonomasia, l’essere a tre gambe che ininterrottamente da millenni identifica la Sicilia per cui, legare le immagini dei fotografi alle parole degli scrittori, appare, nel cortocircuito delle suggestioni possibili che questa terra dall’eccesso di Identità scatena, un tentativo credibile perché solo l’arte – e con essa la fotografia stessa – sa indagare quanto con aggettivi come dispari, ibrido, mischiato, cangiante, lo scrittore di Comiso identifica con la pluralità tutta siciliana.
Tante le Sicilie. Tanti i fotografi. Tanti gli sguardi di chi sa leggere oltre le apparenze.
Cento e oltre, perché cento è metafora dell’infinito. Indefinito e indefinibile resta quest’isola dove le genti, le culture e le loro storie hanno generato i sincretismi più estremi. Cento occhi per cento visioni ma, per fortuna, l’infinito è tale in quanto non si esaurisce, ancorché con una mostra, e, pur nelle sue sfuggenti chimere, chissà quante visioni ci regaleranno ancora i fotografi di questa terra?
Sebastiano FAVITTA e Attilio GERBINO
Galleria Fotografica Luigi GHIRRI
Caltagirone, aprile 2011
Montalbano si commosse.
Quella era l'amicizia siciliana, la vera, che si basa sul non detto, sull'intuito:
uno a un amico non ha bisogno di domandare, è l'altro che autonomamente capisce e agisce di conseguenza.
Andrea CAMMILLERI, Il ladro di merendine, 1996
IDENTIKIT TASCABILE DEL SICILIANO ECCELLENTE
1. Tendenza a surrogare il fare col dire. Pessimismo della volontà.
2. Razionalismo sofistico. Il sofismo vissuto come passione.
3. Spirito di complicità contro il potere, lo Stato, l’autorità, intesi come “straniero”.
4. Orgoglio e pudore in inestricabile nodo.
5. Sensibilità patologica al giudizio del prossimo.
6. Sentimento dell’onore offeso (ma spesso solo quando il disonore sia lampante e non prima).
7. Sentimento della malattia come colpa e vergogna.
8. Sentimento del teatro, spirito mistificatorio.
9. Gusto della comunicazione avara e cifrata (sino all’omertà) in alternativa all’estremismo orale e all’iperbole dei gesti.
10. Sentimento impazzito delle proprie ragioni, della giustizia offesa.
11. Vanagloria virile festa e tristezza negli usi del sesso.
12. Soggezione al clan familiare, specialmente alla madre padrona.
13. Sentimento proprietario della terra e della casa come artificiale prolungamento di sé e sussidiaria immortalità.
14. Sentimento pungente della vita e della morte, del sole e della tenebra che vi si annida.
Gesualdo BUFALINO, Quella difficile anagrafe, in La luce e il lutto, Sellerio 1988
Si, si, lì …
Sicilia bedda mia
Sicilia bedda.
Chi stranu e cumplicatu sintimentu
gnonnu ti l'aia diri
li mo peni
cu sapi si si in gradu di capiri
no sacciu comu mai
ti uogghiu beni.
Franco BATTIATO, Veni l’autunnu, 1988
E se perfino SHAKESPEARE fosse siciliano? La suggestiva ipotesi, avvallata da Andrea CAMILLERI e dal regista Giuseppe DI PASQUALE, è forse solo una divertita provocazione (nel 1500 un esule siciliano, tale Crollalanza ovvero “Shake speare”, si sarebbe trasferito a Nord, dalla Trinacria al Regno Unito?), ma seduce pensare, per chi la ama, alla Sicilia come a un centro di gravità, un’isola baricentrica nel cuore del Mediterraneo.
Cento Sicilie, ovvero tutto e il contrario e il tutto, ulivi e terra riarsa, vigne e lava, arabi e normanni, mafia e FALCONE e BORSELLINO.
Sicilia greca, e poi romana, bizantina, araba, normanna, sveva, angioina, aragonese, … infine americana: ora italiana, ma fiera della sua storia, della sua identità. Da VERGA a CAPUANA a PIRANDELLO, a TOMASI DI LAMPEDUSA, a QUASIMODO, SCIASCIA, BUFALINO e CAMILLERI, da BELLINI a BATTIATO, da GUTTUSO a FIUME a ATTARDI, da Don STURZO a Elvira SELLERIO, molti intellettuali hanno marchiato del loro segno la storia della nostra cultura italiana.
Una panoramica dell’Isola, attraverso testi e immagini, viene riproposta oggi alla Galleria GHIRRI di Caltagirone, e ci consente di cogliere le infinite sfaccettature di cui riluce questa gemma mediterranea.
La Sicilia è viva, e ferve di un febbrile fermento culturale; accusati talvolta di immobilismo o idee retrò, per paradosso i Siciliani si sono trovati ad anticipare nella Storia, con produzioni talora in controtendenza alle mode imperanti, il senso di ciò che sarebbe venuto.
Cerco un centro di gravità permanente
che non mi faccia mai cambiare idea sulle cose sulla gente
avrei bisogno di …
Neppure i Siciliani sanno forse ciò che cercano, come recita Franco BATTIATO, forse perché già si trovano al centro, senza saperlo.
Siamo isole
lontane,
arcipelago nel mare.
E nel mare, c’inseguiamo noi.
Olivia SELLERIO , Agrodolce, 2008
La Galleria GHIRRI con la sua proposta artistica, ci offre un tour grazie al quale ci è consentito immergerci e sperderci nel siciliano arcipelago dei contrasti, e il naufragar ci è dolce in questo mare, e ci induce a fantasticare, in una circolarità che ci riporta al punto di partenza, William SHAKESPEARE:
Noi siamo fatti della stessa materia dei sogni
e da un sogno è coronata la nostra breve vita.
William SHAKESPEARE, La tempesta, 1611
Non sono splendide e oniriche le immagini dell’invisibile portantino nascosto in un fiore di sedie, forse uscito di scena dall’ultimo atto dell’espoliato salone barocco, dal quale ci osserva una Gattopardiana Nobildonna siciliana?
Marina BENEDETTO
Galleria Fotografica Luigi GHIRRI
Savona, marzo 2010
L'intera Sicilia è una dimensione fantastica.
Come si fa a viverci senza Immaginazione?
Leonardo SCIASCIA
Cento ritratti
II titolo è mutuato da un lavoro letterario, "Cento Sicilie", scritto a quattro mani da Gesualdo BUFALINO e Nunzio ZAGO.
Si tratta di una serie di testimonianze letterarie, antiche e moderne, umili e colte, per tentare quel ritratto dell'Isola che, nonostante il contributo di tanti, proprio per la molteplicità di aspetti, non appare ancora del tutto definito.
Un altro forte e preciso richiamo letterario è l'opera di Leonardo SCIASCIA, "Delle cose di Sicilia": una raccolta di documenti rari e particolari della storia e del costume dell'isola, quasi a voler scavare fra le testimonianze per rivivere la difficile identità della Sicilia.
La Galleria Fotografica Luigi GHIRRI di Caltagirone, (…) intende contribuire attraverso le opere fotografiche a rendere più visibile il lascito letterario di quanti hanno onorato questa terra e chi l'abita, con la poesia, il teatro, il racconto. E non per offrire un supporto visivo alle loro pagine ed al loro canto (ed anche alle loro maledizioni) quanto, e piuttosto, un contributo per completare "quel ritratto" della Sicilia e renderlo, se possibile, più definito, Con questo intendimento gli autori in mostra vogliono ricollegarsi, umilmente ma con assoluta consapevolezza, a quella grande tradizione di fotografi siciliani che da CAPUANA si congiunge con l'attuale ricerca. Fotografi, che facendo interagire la parola con l'immagine, hanno reso possibile una maggiore intelligenza della gente e delle cose di Sicilia.
In queste immagini è lecito cercare l'eco di parole, versi, canti, preghiere, invocazioni; ma anche scoperte e sorprese; chi vorrà potrà vedervi il colore della gioia, della fatica, della speranza.
Cento cose di Sicilia, di oggi e di ieri, ascoltate sull'argine di un fiume, dall'alto di un colle, dentro un castello o sui gradini di una chiesa; ascoltate nei paesi della Sicilia ma anche oltre il mare, oltre il vulcano, oltre lo stretto. Cento ritratti per recuperare uno specchio, a forma di triangolo, nel quale guardarci. Già ospitata, su invito, al Festival della Letteratura di Mantova del 2004, la mostra presenta (in origine) le immagini di trentadue fotografi, con il supporto letterario dato da brani tratti dalle opere degli scrittori siciliani. Alla loro vitalità, in ogni caso, contribuiscono gli sguardi fotografici che spingono la “bella rappresentazione” verso il documento di una vicenda nuova che riesce a raccogliere gli elementi di un paesaggio ancora bellissimo, l’umano contesto urbano che un tempo ebbe un senso anche in funzione di una processione, una comunità che intende ritornare protagonista della propria esistenza, e i simboli, tanti simboli, senza i quali saremmo costretti a fare sempre domande, troppe domande.
Pippo PAPPALARDO
per la Galleria Fotografica Luigi GHIRRI
Catania, aprile 2006
Giusto è che questa terra,
di tante bellezze superba,
alle genti si addìti e molto si ammiri,
opulenta d'invidiati beni e ricca di nobili spiriti
LUCREZIO, De Rerum Natura, I sec. a.C.
è una realtà culturale siciliana che da anni si confronta con l’universo infinito delle immagini fotografiche.
La mostra, presentata in questo mese di giugno, è una straordinaria collettiva di fotografi, per lo più siciliani, che provano a schizzare un ritratto collettivo di questa terra sulla falsariga di un testo letterario fatto di frammenti … di altri testi letterari, abilmente scelti e concatenati da chi questa isola ha amato e compreso.
E se la Sicilia resta – traslando i pensieri scritti di Gesualdo BUFALINO – l’isola dove “… dura poco l’allegria di sentirsi seduto sull’ombelico del mondo”, tentarne un ritratto attraverso le immagini di ventuno fotografi qui presentati in una selezione scelta da un progetto ben più ampio, pensato e realizzato dalla Galleria GHIRRI nel 2004, può apparire impresa ardua destinata a naufragare nell’oceano dei luoghi comuni.
Ma in principio era il verbo … quello umano, la parola degli scrittori che BUFALINO, e con lui Nunzio ZAGO, chiama a testimoniare in quel processo infinito che è il tentativo immane di ritrarre la terra del τρισκελής, il Triscele per antonomasia, l’essere a tre gambe che ininterrottamente da millenni identifica la Sicilia per cui, legare le immagini dei fotografi alle parole degli scrittori, appare, nel cortocircuito delle suggestioni possibili che questa terra dall’eccesso di Identità scatena, un tentativo credibile perché solo l’arte – e con essa la fotografia stessa – sa indagare quanto con aggettivi come dispari, ibrido, mischiato, cangiante, lo scrittore di Comiso identifica con la pluralità tutta siciliana.
Tante le Sicilie. Tanti i fotografi. Tanti gli sguardi di chi sa leggere oltre le apparenze.
Cento e oltre, perché cento è metafora dell’infinito. Indefinito e indefinibile resta quest’isola dove le genti, le culture e le loro storie hanno generato i sincretismi più estremi. Cento occhi per cento visioni ma, per fortuna, l’infinito è tale in quanto non si esaurisce, ancorché con una mostra, e, pur nelle sue sfuggenti chimere, chissà quante visioni ci regaleranno ancora i fotografi di questa terra?
Sebastiano FAVITTA e Attilio GERBINO
Galleria Fotografica Luigi GHIRRI
Caltagirone, aprile 2011
Montalbano si commosse.
Quella era l'amicizia siciliana, la vera, che si basa sul non detto, sull'intuito:
uno a un amico non ha bisogno di domandare, è l'altro che autonomamente capisce e agisce di conseguenza.
Andrea CAMMILLERI, Il ladro di merendine, 1996
IDENTIKIT TASCABILE DEL SICILIANO ECCELLENTE
1. Tendenza a surrogare il fare col dire. Pessimismo della volontà.
2. Razionalismo sofistico. Il sofismo vissuto come passione.
3. Spirito di complicità contro il potere, lo Stato, l’autorità, intesi come “straniero”.
4. Orgoglio e pudore in inestricabile nodo.
5. Sensibilità patologica al giudizio del prossimo.
6. Sentimento dell’onore offeso (ma spesso solo quando il disonore sia lampante e non prima).
7. Sentimento della malattia come colpa e vergogna.
8. Sentimento del teatro, spirito mistificatorio.
9. Gusto della comunicazione avara e cifrata (sino all’omertà) in alternativa all’estremismo orale e all’iperbole dei gesti.
10. Sentimento impazzito delle proprie ragioni, della giustizia offesa.
11. Vanagloria virile festa e tristezza negli usi del sesso.
12. Soggezione al clan familiare, specialmente alla madre padrona.
13. Sentimento proprietario della terra e della casa come artificiale prolungamento di sé e sussidiaria immortalità.
14. Sentimento pungente della vita e della morte, del sole e della tenebra che vi si annida.
Gesualdo BUFALINO, Quella difficile anagrafe, in La luce e il lutto, Sellerio 1988
Si, si, lì …
Sicilia bedda mia
Sicilia bedda.
Chi stranu e cumplicatu sintimentu
gnonnu ti l'aia diri
li mo peni
cu sapi si si in gradu di capiri
no sacciu comu mai
ti uogghiu beni.
Franco BATTIATO, Veni l’autunnu, 1988
E se perfino SHAKESPEARE fosse siciliano? La suggestiva ipotesi, avvallata da Andrea CAMILLERI e dal regista Giuseppe DI PASQUALE, è forse solo una divertita provocazione (nel 1500 un esule siciliano, tale Crollalanza ovvero “Shake speare”, si sarebbe trasferito a Nord, dalla Trinacria al Regno Unito?), ma seduce pensare, per chi la ama, alla Sicilia come a un centro di gravità, un’isola baricentrica nel cuore del Mediterraneo.
Cento Sicilie, ovvero tutto e il contrario e il tutto, ulivi e terra riarsa, vigne e lava, arabi e normanni, mafia e FALCONE e BORSELLINO.
Sicilia greca, e poi romana, bizantina, araba, normanna, sveva, angioina, aragonese, … infine americana: ora italiana, ma fiera della sua storia, della sua identità. Da VERGA a CAPUANA a PIRANDELLO, a TOMASI DI LAMPEDUSA, a QUASIMODO, SCIASCIA, BUFALINO e CAMILLERI, da BELLINI a BATTIATO, da GUTTUSO a FIUME a ATTARDI, da Don STURZO a Elvira SELLERIO, molti intellettuali hanno marchiato del loro segno la storia della nostra cultura italiana.
Una panoramica dell’Isola, attraverso testi e immagini, viene riproposta oggi alla Galleria GHIRRI di Caltagirone, e ci consente di cogliere le infinite sfaccettature di cui riluce questa gemma mediterranea.
La Sicilia è viva, e ferve di un febbrile fermento culturale; accusati talvolta di immobilismo o idee retrò, per paradosso i Siciliani si sono trovati ad anticipare nella Storia, con produzioni talora in controtendenza alle mode imperanti, il senso di ciò che sarebbe venuto.
Cerco un centro di gravità permanente
che non mi faccia mai cambiare idea sulle cose sulla gente
avrei bisogno di …
Neppure i Siciliani sanno forse ciò che cercano, come recita Franco BATTIATO, forse perché già si trovano al centro, senza saperlo.
Siamo isole
lontane,
arcipelago nel mare.
E nel mare, c’inseguiamo noi.
Olivia SELLERIO , Agrodolce, 2008
La Galleria GHIRRI con la sua proposta artistica, ci offre un tour grazie al quale ci è consentito immergerci e sperderci nel siciliano arcipelago dei contrasti, e il naufragar ci è dolce in questo mare, e ci induce a fantasticare, in una circolarità che ci riporta al punto di partenza, William SHAKESPEARE:
Noi siamo fatti della stessa materia dei sogni
e da un sogno è coronata la nostra breve vita.
William SHAKESPEARE, La tempesta, 1611
Non sono splendide e oniriche le immagini dell’invisibile portantino nascosto in un fiore di sedie, forse uscito di scena dall’ultimo atto dell’espoliato salone barocco, dal quale ci osserva una Gattopardiana Nobildonna siciliana?
Marina BENEDETTO
Galleria Fotografica Luigi GHIRRI
Savona, marzo 2010
L'intera Sicilia è una dimensione fantastica.
Come si fa a viverci senza Immaginazione?
Leonardo SCIASCIA
Cento ritratti
II titolo è mutuato da un lavoro letterario, "Cento Sicilie", scritto a quattro mani da Gesualdo BUFALINO e Nunzio ZAGO.
Si tratta di una serie di testimonianze letterarie, antiche e moderne, umili e colte, per tentare quel ritratto dell'Isola che, nonostante il contributo di tanti, proprio per la molteplicità di aspetti, non appare ancora del tutto definito.
Un altro forte e preciso richiamo letterario è l'opera di Leonardo SCIASCIA, "Delle cose di Sicilia": una raccolta di documenti rari e particolari della storia e del costume dell'isola, quasi a voler scavare fra le testimonianze per rivivere la difficile identità della Sicilia.
La Galleria Fotografica Luigi GHIRRI di Caltagirone, (…) intende contribuire attraverso le opere fotografiche a rendere più visibile il lascito letterario di quanti hanno onorato questa terra e chi l'abita, con la poesia, il teatro, il racconto. E non per offrire un supporto visivo alle loro pagine ed al loro canto (ed anche alle loro maledizioni) quanto, e piuttosto, un contributo per completare "quel ritratto" della Sicilia e renderlo, se possibile, più definito, Con questo intendimento gli autori in mostra vogliono ricollegarsi, umilmente ma con assoluta consapevolezza, a quella grande tradizione di fotografi siciliani che da CAPUANA si congiunge con l'attuale ricerca. Fotografi, che facendo interagire la parola con l'immagine, hanno reso possibile una maggiore intelligenza della gente e delle cose di Sicilia.
In queste immagini è lecito cercare l'eco di parole, versi, canti, preghiere, invocazioni; ma anche scoperte e sorprese; chi vorrà potrà vedervi il colore della gioia, della fatica, della speranza.
Cento cose di Sicilia, di oggi e di ieri, ascoltate sull'argine di un fiume, dall'alto di un colle, dentro un castello o sui gradini di una chiesa; ascoltate nei paesi della Sicilia ma anche oltre il mare, oltre il vulcano, oltre lo stretto. Cento ritratti per recuperare uno specchio, a forma di triangolo, nel quale guardarci. Già ospitata, su invito, al Festival della Letteratura di Mantova del 2004, la mostra presenta (in origine) le immagini di trentadue fotografi, con il supporto letterario dato da brani tratti dalle opere degli scrittori siciliani. Alla loro vitalità, in ogni caso, contribuiscono gli sguardi fotografici che spingono la “bella rappresentazione” verso il documento di una vicenda nuova che riesce a raccogliere gli elementi di un paesaggio ancora bellissimo, l’umano contesto urbano che un tempo ebbe un senso anche in funzione di una processione, una comunità che intende ritornare protagonista della propria esistenza, e i simboli, tanti simboli, senza i quali saremmo costretti a fare sempre domande, troppe domande.
Pippo PAPPALARDO
per la Galleria Fotografica Luigi GHIRRI
Catania, aprile 2006
Giusto è che questa terra,
di tante bellezze superba,
alle genti si addìti e molto si ammiri,
opulenta d'invidiati beni e ricca di nobili spiriti
LUCREZIO, De Rerum Natura, I sec. a.C.
04
giugno 2011
Cento Sicilie
Dal 04 al 26 giugno 2011
fotografia
Location
GALLERIA FOTOGRAFICA LUIGI GHIRRI
Caltagirone, Via Duomo, 11, (Catania)
Caltagirone, Via Duomo, 11, (Catania)
Orario di apertura
mar./dom. 9.30 -12.30, 16.00 -19.00
Vernissage
4 Giugno 2011, ore 18.30
Autore
Curatore