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Cesare Baglioni – Tracce colorate
Cesare Baglioni, pittore senese fra i più attenti alle problematiche della Pop art e della Nuova figurazione, si presenta con una nuova personale nel suggestivo spazio della Chiesa della Rosa. La mostra, estremamente sobria, con pochi quadri posti negli altari barocchi, impone una domanda immediata: l’arte contemporanea può essere realizzata per gli stessi contesti di quella antica?
Comunicato stampa
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Cesare Baglioni, pittore senese fra i più attenti alle problematiche della Pop art e della Nuova figurazione, si presenta con una nuova personale nel suggestivo spazio della Chiesa della Rosa. La mostra, estremamente sobria, con pochi quadri posti negli altari barocchi, impone una domanda immediata: l'arte contemporanea può essere realizzata per gli stessi contesti di quella antica? I quadri di Baglioni formati da linee colorate, da campiture dai contorni circonflessi, da sagome umane in tenere tonalità, si sposano benissimo con gli altari monocromi barocchetti ideati e realizzati dai fratelli Cremoni, ticinesi trapiantati a Siena nel tardo Seicento. Il risultato direi che è sorprendente e chiude la bocca a quanti pensano che l'arte contemporanea sia un'espressione nuova per niente dipendente dal passato e destinata a contesti modernissimi. Riportare l'arte nei luoghi ad essa predisposti per destinazione significa riavvicinarla alla gente comune,
significa evitare quel fastidioso isolamento prodotto da espressioni che vivono artificialmente nelle 'serre' delle gallerie e che nessuno riesce a comprendere senza l'ausilio delle spiegazioni di un critico. Manifestazioni queste che fanno perdere di vista l'autentica finalità dell'opera d'arte che è quella di esprimere vicende e concetti in forme e modi non superficiali, ma profondi, che permettano la più alta riflessione. Con l'arte si sono celebrate le idee, i fatti, i personaggi, si è denunciata la condizione umana, ma si è anche celebrato un paesaggio, si è trovata la poesia in ogni aspetto del mondo, insomma si sono stimolati il sentimento e la speranza. Troppa arte oggi trascende dal suo fine ed evita i soggetti, ossia ciò che per convenzione millenaria permette al fruitore di comprendere un'opera. Baglioni è perfettamente consapevole di quale è il compito supremo di un artista. La sua ricerca non è mai fine a sé stessa, anzi si può
affermare, senza rischio di essere contraddetti, che Baglioni è un artista sociale. Ama parlare delle vicende drammatiche della contemporaneità, ma sempre con il filo della speranza. La denuncia per le guerre è espressa dalla serie di dipinti “Cortei e bandiere di pace”, nella quale l'intento pacifista dà vita a forme colorate che simulano il movimento delle bandiere. Un auspicio di solidarietà verso i derelitti è il quadro “Clandestini”, che sintetizza le fasi principali di un salvataggio di profughi in mare. Nell'opera “Libertà” un intreccio di forme chiuse e aperte, di linee, fasce e colori, simboleggia l’informazione che si libera dal monolito del potere e si indirizza liberamente in ogni direzione. “Riciclo è vita” intende dimostrare che attraverso la raccolta differenziata si può produrre nuove sostanze utili per la società, cosi la montagna di rifiuti genera un nuovo albero della vita.
La ricerca di Baglioni parte dalle esperienze quotidiane, che non derivano solo dal disagio della società. Nella sua opera c'è spazio anche per la contemplazione della natura. In “Nuvola rosa al tramonto” il pittore stilizza dinamicamente le forme di una nuvola rosa, che appare come un'immagine pubblicitaria avvolta da un alone di raggi, sul profilo di un paesaggio senese.
Marco Ciampolini
significa evitare quel fastidioso isolamento prodotto da espressioni che vivono artificialmente nelle 'serre' delle gallerie e che nessuno riesce a comprendere senza l'ausilio delle spiegazioni di un critico. Manifestazioni queste che fanno perdere di vista l'autentica finalità dell'opera d'arte che è quella di esprimere vicende e concetti in forme e modi non superficiali, ma profondi, che permettano la più alta riflessione. Con l'arte si sono celebrate le idee, i fatti, i personaggi, si è denunciata la condizione umana, ma si è anche celebrato un paesaggio, si è trovata la poesia in ogni aspetto del mondo, insomma si sono stimolati il sentimento e la speranza. Troppa arte oggi trascende dal suo fine ed evita i soggetti, ossia ciò che per convenzione millenaria permette al fruitore di comprendere un'opera. Baglioni è perfettamente consapevole di quale è il compito supremo di un artista. La sua ricerca non è mai fine a sé stessa, anzi si può
affermare, senza rischio di essere contraddetti, che Baglioni è un artista sociale. Ama parlare delle vicende drammatiche della contemporaneità, ma sempre con il filo della speranza. La denuncia per le guerre è espressa dalla serie di dipinti “Cortei e bandiere di pace”, nella quale l'intento pacifista dà vita a forme colorate che simulano il movimento delle bandiere. Un auspicio di solidarietà verso i derelitti è il quadro “Clandestini”, che sintetizza le fasi principali di un salvataggio di profughi in mare. Nell'opera “Libertà” un intreccio di forme chiuse e aperte, di linee, fasce e colori, simboleggia l’informazione che si libera dal monolito del potere e si indirizza liberamente in ogni direzione. “Riciclo è vita” intende dimostrare che attraverso la raccolta differenziata si può produrre nuove sostanze utili per la società, cosi la montagna di rifiuti genera un nuovo albero della vita.
La ricerca di Baglioni parte dalle esperienze quotidiane, che non derivano solo dal disagio della società. Nella sua opera c'è spazio anche per la contemplazione della natura. In “Nuvola rosa al tramonto” il pittore stilizza dinamicamente le forme di una nuvola rosa, che appare come un'immagine pubblicitaria avvolta da un alone di raggi, sul profilo di un paesaggio senese.
Marco Ciampolini
13
agosto 2011
Cesare Baglioni – Tracce colorate
Dal 13 agosto al 28 settembre 2011
arte contemporanea
Location
SALA ROSA – UNIVERSITA’ DI SIENA
Siena, Via Pier Andrea Mattioli, 1, (Siena)
Siena, Via Pier Andrea Mattioli, 1, (Siena)
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