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Cesare Biratoni – Nessuno è più stupido di un pittore
Una mostra dedicata alla pittura e alla “stupidità” che la regge.
Stupidità nella sua accezione originaria, la quale ha a che fare con lo stupore. E’ lo stupore che tesse le trame di una voracità visiva di cui si nutre il fare del pittore.
Comunicato stampa
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“Bête comme un peintre”, scriveva Marcel Duchamp, e questa mostra è dedicata alla pittura e alla stupidità che la regge.
Stupidità nella sua accezione originaria, la quale ha a che fare con lo stupore. E’ lo stupore che tesse le trame di una voracità visiva di cui si nutre il fare del pittore. Ma prima ancora che le immagini costituiscano le basi di nuove immagini, qui sono rincorse principalmente per il loro potere seduttivo, come valore in sé. Niente di “eroico” il più delle volte, o di particolarmente enfatico. Spesso si tratta di un’applicazione anche pedissequa, meticolosa, quasi amatoriale, fatta di suggestioni che conducono ad altre suggestioni, entro un bisogno di raccolta.
E raccogliere immagini come fine, è perdere tempo. Alla base vi è l’insensatezza ossessiva del collezionista o il senso acuito del rabdomante; in ogni caso è un’applicazione tanto reiteratamente scrupolosa quanto disutile, anche perché ammesso che si trovi l’acqua, l’acqua non serve ora e qui.
Questa mostra prescinde dall’acqua, ma espone il cammino: un insieme dilatato di passi; un elenco esteso di frammenti visivi. Un archivio che ha le caratteristiche della lista ma manca dell’autorità dell’Arconte, del potere ermeneutico che deriva in fondo dalla “nobiltà” del fine.
Le immagini raccolte non sono un prima che si legittima in un dopo ma esse sono già il dopo. Rispetto al dopo che siamo abituati a riconoscere come tale assumono il valore di un equivalente sincronico.
Esse mettono a dimora un’intimità e implicitamente ne segnano un passaggio istituzionale dal privato al pubblico: per questo hanno il valore di un “quadro”; né più né meno.
“Non c’è niente che mi infastidisca più delle immagini”, mi diceva Cesare Biratoni.
Ermanno Cristini
Stupidità nella sua accezione originaria, la quale ha a che fare con lo stupore. E’ lo stupore che tesse le trame di una voracità visiva di cui si nutre il fare del pittore. Ma prima ancora che le immagini costituiscano le basi di nuove immagini, qui sono rincorse principalmente per il loro potere seduttivo, come valore in sé. Niente di “eroico” il più delle volte, o di particolarmente enfatico. Spesso si tratta di un’applicazione anche pedissequa, meticolosa, quasi amatoriale, fatta di suggestioni che conducono ad altre suggestioni, entro un bisogno di raccolta.
E raccogliere immagini come fine, è perdere tempo. Alla base vi è l’insensatezza ossessiva del collezionista o il senso acuito del rabdomante; in ogni caso è un’applicazione tanto reiteratamente scrupolosa quanto disutile, anche perché ammesso che si trovi l’acqua, l’acqua non serve ora e qui.
Questa mostra prescinde dall’acqua, ma espone il cammino: un insieme dilatato di passi; un elenco esteso di frammenti visivi. Un archivio che ha le caratteristiche della lista ma manca dell’autorità dell’Arconte, del potere ermeneutico che deriva in fondo dalla “nobiltà” del fine.
Le immagini raccolte non sono un prima che si legittima in un dopo ma esse sono già il dopo. Rispetto al dopo che siamo abituati a riconoscere come tale assumono il valore di un equivalente sincronico.
Esse mettono a dimora un’intimità e implicitamente ne segnano un passaggio istituzionale dal privato al pubblico: per questo hanno il valore di un “quadro”; né più né meno.
“Non c’è niente che mi infastidisca più delle immagini”, mi diceva Cesare Biratoni.
Ermanno Cristini
12
gennaio 2013
Cesare Biratoni – Nessuno è più stupido di un pittore
Dal 12 al 31 gennaio 2013
arte contemporanea
Location
ERMANNO CRISTINI STUDIO
Varese, Via San Pedrino, 4, (Varese)
Varese, Via San Pedrino, 4, (Varese)
Orario di apertura
tutti i giorni su appuntamento al 3358051151
Vernissage
12 Gennaio 2013, ore 18
Autore
Curatore