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Cesare Gaspari – Antologica 2003 – 2011
La bellezza della sua fotografia è il dettaglio estrapolato dal paesaggio che quasi mai notiamo; il dettaglio, anche ordinario, diventa prevalente e, potenzialmente, può contenere tracce poetiche ed estetiche infinite
Comunicato stampa
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L’esposizione Cesare Gaspari Antologica 2003-2011 a cura di Giuseppe Bacci, mostra
fotografica pensata in tutta la sua complessità, presenta ottanta opere selezionate su carta
ai sali d’argento, dipanandosi in più sezioni, sia tematicamente che come consistenza di
attinenza all’attività dispiegatasi nell’ultimo decennio dall’autore nato nel 1957 ad Ascoli
Piceno. La bellezza della sua fotografia è il dettaglio estrapolato dal paesaggio e che quasi
mai notiamo; il dettaglio, anche ordinario, diventa prevalente e, potenzialmente, può
contenere tracce poetiche ed estetiche infinite.
L’allestimento delle opere segue in successione le sezioni del catalogo. Tracce, fotografie di
paesaggio in cui si evidenzia la ricerca dello studio del segno e si palesa maggiormente la
contaminazione con la pittura e, soprattutto, con la tecnica incisoria: il segno suscita lo
spazio, evoca la forma, calamita la luce in ogni sua opera, in ogni suo pensiero.
I segni della terra ci rivela che la natura, fin da epoche remote, offre un "abbecedario" di
simboli grafici; segni ancestrali in forma di croce, che si offrono alla nostra visione come
reliquie: la croce come segno e di-segno, vale a dire la croce segno artistico e religioso.
Nella sezione Anime del bosco del 2007-2009, l’artista marchigiano non può esimersi dal segnalare un triste
avvenimento, raccontandoci il ricordo di un bosco che brucia e le testimonianze che ne risultano ci appaiono come
lamenti silenziosi, mesti belati.
Sole sulla neve del 2009 è l’apoteosi del paesaggio collinare che, ammantato dalla neve, perde i propri connotati per
assumerne altri più esoterici e orientali, esaltando in questo le sculture e i giochi creati dalla neve. Nella sequenza
Acqua, sempre del 2009, e Sul fiume che scorre, del 2007-2010, le immagini estraniate dal contesto ampliano le
nostre potenzialità percettive, proponendoci autonome riflessioni. L'autore registra ogni minima variazione dell'acqua,
dalle correnti al moto irrequieto delle onde, dalle schiume agli schizzi e al conseguente vapore che invade l'atmosfera.
In un crescendo di vortici spumosi, l'acqua esprime dinamismo e agitazione, così che il suo irato spumeggiare
sorprende i nostri sensi: il rumore, nascendo da questi luoghi ameni, diventa percepibile fino a divenire sempre più
intenso al nostro udito. In Prima della notte del 2008-2010, la notte si presenta secondo una duplice veste: anticipa la
morte, al tramonto del Sole, ma prepara altresì alla nuova vita attraverso l’aurora, quindi la luce. Precede come
sezione quella delle Ombre di coevo periodo, dove gli elementi più celebrati che anticipano la notte, al calar del Sole,
sono le ombre. Esse popolano la notte, hanno l'aspetto di figure che a volte portano inquietudine e persino paura. Nel
ciclo Vite vengono colti gli aspetti più estetizzanti di questa sacra pianta. In queste fotografie il vigneto si presta ad
associarsi maggiormente al culto presso i Greci di Dionisio, alla conoscenza dei misteri della vita e della morte,
facendone della vite un simbolo funebre. Con i suoi pali di sostegno il vigneto è somigliante ad un cimitero con tante
croci allineate, fortemente geometrizzanti, fino a divenire, in vedute dall’alto, una campitura di linee e punti.
Nell’ultimo lavoro, Ai margini della strada del 2009-2011, l’artista analizza e fotografa prevalentemente il mondo
minerale, con tutto ciò che ne attiene. Nei sentieri in cui si inoltra, battuti o no, Cesare Gaspari ai margini della strada
viene attratto da pietre, rocce che lo affascinano, elementi che ripropone a noi caricandoli di suggestioni, dapprima in
fase di ripresa fotografica, successivamente nel buio della sua camera oscura, in fase di sviluppo e stampa, fino ad
evocare paesaggi lunari.
fotografica pensata in tutta la sua complessità, presenta ottanta opere selezionate su carta
ai sali d’argento, dipanandosi in più sezioni, sia tematicamente che come consistenza di
attinenza all’attività dispiegatasi nell’ultimo decennio dall’autore nato nel 1957 ad Ascoli
Piceno. La bellezza della sua fotografia è il dettaglio estrapolato dal paesaggio e che quasi
mai notiamo; il dettaglio, anche ordinario, diventa prevalente e, potenzialmente, può
contenere tracce poetiche ed estetiche infinite.
L’allestimento delle opere segue in successione le sezioni del catalogo. Tracce, fotografie di
paesaggio in cui si evidenzia la ricerca dello studio del segno e si palesa maggiormente la
contaminazione con la pittura e, soprattutto, con la tecnica incisoria: il segno suscita lo
spazio, evoca la forma, calamita la luce in ogni sua opera, in ogni suo pensiero.
I segni della terra ci rivela che la natura, fin da epoche remote, offre un "abbecedario" di
simboli grafici; segni ancestrali in forma di croce, che si offrono alla nostra visione come
reliquie: la croce come segno e di-segno, vale a dire la croce segno artistico e religioso.
Nella sezione Anime del bosco del 2007-2009, l’artista marchigiano non può esimersi dal segnalare un triste
avvenimento, raccontandoci il ricordo di un bosco che brucia e le testimonianze che ne risultano ci appaiono come
lamenti silenziosi, mesti belati.
Sole sulla neve del 2009 è l’apoteosi del paesaggio collinare che, ammantato dalla neve, perde i propri connotati per
assumerne altri più esoterici e orientali, esaltando in questo le sculture e i giochi creati dalla neve. Nella sequenza
Acqua, sempre del 2009, e Sul fiume che scorre, del 2007-2010, le immagini estraniate dal contesto ampliano le
nostre potenzialità percettive, proponendoci autonome riflessioni. L'autore registra ogni minima variazione dell'acqua,
dalle correnti al moto irrequieto delle onde, dalle schiume agli schizzi e al conseguente vapore che invade l'atmosfera.
In un crescendo di vortici spumosi, l'acqua esprime dinamismo e agitazione, così che il suo irato spumeggiare
sorprende i nostri sensi: il rumore, nascendo da questi luoghi ameni, diventa percepibile fino a divenire sempre più
intenso al nostro udito. In Prima della notte del 2008-2010, la notte si presenta secondo una duplice veste: anticipa la
morte, al tramonto del Sole, ma prepara altresì alla nuova vita attraverso l’aurora, quindi la luce. Precede come
sezione quella delle Ombre di coevo periodo, dove gli elementi più celebrati che anticipano la notte, al calar del Sole,
sono le ombre. Esse popolano la notte, hanno l'aspetto di figure che a volte portano inquietudine e persino paura. Nel
ciclo Vite vengono colti gli aspetti più estetizzanti di questa sacra pianta. In queste fotografie il vigneto si presta ad
associarsi maggiormente al culto presso i Greci di Dionisio, alla conoscenza dei misteri della vita e della morte,
facendone della vite un simbolo funebre. Con i suoi pali di sostegno il vigneto è somigliante ad un cimitero con tante
croci allineate, fortemente geometrizzanti, fino a divenire, in vedute dall’alto, una campitura di linee e punti.
Nell’ultimo lavoro, Ai margini della strada del 2009-2011, l’artista analizza e fotografa prevalentemente il mondo
minerale, con tutto ciò che ne attiene. Nei sentieri in cui si inoltra, battuti o no, Cesare Gaspari ai margini della strada
viene attratto da pietre, rocce che lo affascinano, elementi che ripropone a noi caricandoli di suggestioni, dapprima in
fase di ripresa fotografica, successivamente nel buio della sua camera oscura, in fase di sviluppo e stampa, fino ad
evocare paesaggi lunari.
07
maggio 2011
Cesare Gaspari – Antologica 2003 – 2011
Dal 07 maggio al 26 giugno 2011
fotografia
Location
MUSEO STAUROS D’ARTE SACRA CONTEMPORANEA
Isola Del Gran Sasso D'italia, Via San Gabriele, (Teramo)
Isola Del Gran Sasso D'italia, Via San Gabriele, (Teramo)
Orario di apertura
9.30-12.30 e 14-19(tutti i giorni chiuso il Lunedì)
Vernissage
7 Maggio 2011, ore 18
Autore
Curatore