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Cesare Lazzarini – Le sere i fantasmi gli strani pensieri
Organizzata alla Vittoria, la mostra si propone come la prima antologica dell’artista mantovano a poco più di tre anni dalla scomparsa. L’esposizione vuole offrire una prima rilettura dell’opera di Lazzarini (Mantova, 1931-2010) spaziando attraverso buona parte delle tematiche – il mito e la poesia, la storia e l’uomo, Dio – che gli sono state familiari lungo l’arco di una vita
Comunicato stampa
Segnala l'evento
L’Associazione Amici di Palazzo Te e dei Musei Mantovani, con la collaborazione
del Comune di Mantova e della Provincia di Mantova, che con l’Accademia
Nazionale Virgiliana hanno dato patrocinio, presenta dal 12 aprile al 18 maggio
2014, presso lo spazio espositivo di S. Maria della Vittoria, la mostra antologica
dell’artista Cesare Lazzarini, Le sere i fantasmi gli strani pensieri, a cura di
Renata Casarin e Isabella Lazzarini. Il catalogo, edizioni Il Rio di Giulio Girondi, è curato
da Renata Casarin, con schede di Renata Casarin e di Katia Ferrari. Il progetto allestivo è
dell’arch. Roberto Soggia.
Organizzata alla Vittoria, la mostra si propone come la prima antologica dell’artista
mantovano a poco più di tre anni dalla scomparsa. L’esposizione vuole offrire una prima
rilettura dell’opera di Lazzarini (Mantova, 1931-2010) spaziando attraverso buona parte
delle tematiche – il mito e la poesia, la storia e l’uomo, Dio – che gli sono state familiari
lungo l’arco di una vita. Le opere esposte – che vanno dal 1952 al 2008 – presentano
tecniche e sperimentazioni molto diverse: echi e rimandi le uniscono però nel lavorio
inesausto di elaborazione figurativa di alcuni nodi concettuali cruciali, il dolore, la
violenza, la natura umana, la poesia. Colore, linea, forma lavorano incessantemente
anche a distanza di decenni per esprimere l’inesprimibile, dare voce visiva alla parola che
ammutolisce.
Tra le opere, si annoverano esemplari già esposti e premiati in sedi prestigiose, come
il paliotto a sbalzo che ha partecipato alla XXVIII Biennale di Venezia (Omaggio a
Shakespeare, 1956) e le croci d’argento premiate a Vicenza nel 1959. Non poche di esse,
peraltro, non sono mai state esposte, come in particolare la grafica e le incisioni di grande
impatto degli anni cinquanta e dei primi anni sessanta (Omaggio a Shakespeare, Italia,
La ritirata di Russia, Senza titolo), o alcuni grandi pannelli a tecnica mista (Disgelo,
Informale, fine anni cinquanta) o a olio (come i due Autoritratti, della fine degli anni
settanta), o sono gli originali di edizioni poetiche degli anni sessanta-ottanta (Il pesce
gotico, Ed. Geiger, Bologna 1968, L’Eneide, Ed. Bottazzi, Suzzara-Mantova 1981).
Artista straordinariamente precoce e dal percorso personale, Lazzarini si affaccia alla
ribalta artistica nazionale e internazionale negli anni cinquanta. Nel 1967 si diploma in
scultura con Quinto Ghermandi all’Accademia di Belle Arti di Bologna, tornando poi a
Mantova, dove si dedica all’insegnamento di discipline storico-artistiche sino agli anni
ottanta. Dagli anni cinquanta le sue opere sono state esposte in rassegne personali e
collettive italiane e straniere: nel 1956 partecipa alla XXVIII Biennale Internazionale
di Venezia, nel 1957 alla Mostra Triennale di Milano, nel 1959 merita il primo premio
Crogiolo d’Oro di Vicenza, nel 1960 espone al Premio Internazionale di Pittura d’Albissola
Marina, nel 1961 espone al Premio nazionale Marzabotto della Resistenza. Negli anni
sessanta collabora a Bologna con il Gruppo 63, pubblicando per Scheiwiller e Geiger.
Impossibile elencare tutte le manifestazioni pure significative a cui Lazzarini è invitato
dagli anni settanta: basti rammentare che nel 1981 realizza interpretazioni artistiche
dell’Eneide, delle Bucoliche e delle Georgiche nell’ambito del Bimillenario Virgiliano
(esposte ed edite) e nel 1985 espone a Mantova (Palazzo della Ragione) la personale
Mantova: una città e la sua memoria. Sue sculture monumentali sono state realizzate
per Mantova e provincia: fra esse, va ricordato almeno il Monumento al Vecchio, statua in
bronzo realizzata nel 1990 per la Casa di riposo “Monsignor Mazzali”, a Mantova.
Refrattario a scuole o appartenenze, nel corso della sua vita Lazzarini affianca
costantemente la propria attività di scultore a quella di disegnatore e di pittore, ma anche
la poesia e la letteratura sono per lui campi di esercizio e di ricerca artistica. La vasta
gamma delle tecniche che Lazzarini padroneggia e la sua inesausta sperimentazione
formale gli consentono di esplorare con indiscutibile originalità espressioni artistiche
che spaziano dall’artigianato orafo all’arte sacra, dalla ricerca storica alla interpretazione
esistenziale e poetica. A tre anni dalla morte, questa antologica – integrata il 10 maggio
2014 da una giornata di studi a lui dedicata all’Accademia Nazionale Virgiliana di Mantova
– si propone di inaugurare la riconsiderazione di un artista poliedrico, difficile e spesso
scomodo, il cui percorso ha sofferto di un processo – in parte anche deliberato – di
rimozione e di oblio.
del Comune di Mantova e della Provincia di Mantova, che con l’Accademia
Nazionale Virgiliana hanno dato patrocinio, presenta dal 12 aprile al 18 maggio
2014, presso lo spazio espositivo di S. Maria della Vittoria, la mostra antologica
dell’artista Cesare Lazzarini, Le sere i fantasmi gli strani pensieri, a cura di
Renata Casarin e Isabella Lazzarini. Il catalogo, edizioni Il Rio di Giulio Girondi, è curato
da Renata Casarin, con schede di Renata Casarin e di Katia Ferrari. Il progetto allestivo è
dell’arch. Roberto Soggia.
Organizzata alla Vittoria, la mostra si propone come la prima antologica dell’artista
mantovano a poco più di tre anni dalla scomparsa. L’esposizione vuole offrire una prima
rilettura dell’opera di Lazzarini (Mantova, 1931-2010) spaziando attraverso buona parte
delle tematiche – il mito e la poesia, la storia e l’uomo, Dio – che gli sono state familiari
lungo l’arco di una vita. Le opere esposte – che vanno dal 1952 al 2008 – presentano
tecniche e sperimentazioni molto diverse: echi e rimandi le uniscono però nel lavorio
inesausto di elaborazione figurativa di alcuni nodi concettuali cruciali, il dolore, la
violenza, la natura umana, la poesia. Colore, linea, forma lavorano incessantemente
anche a distanza di decenni per esprimere l’inesprimibile, dare voce visiva alla parola che
ammutolisce.
Tra le opere, si annoverano esemplari già esposti e premiati in sedi prestigiose, come
il paliotto a sbalzo che ha partecipato alla XXVIII Biennale di Venezia (Omaggio a
Shakespeare, 1956) e le croci d’argento premiate a Vicenza nel 1959. Non poche di esse,
peraltro, non sono mai state esposte, come in particolare la grafica e le incisioni di grande
impatto degli anni cinquanta e dei primi anni sessanta (Omaggio a Shakespeare, Italia,
La ritirata di Russia, Senza titolo), o alcuni grandi pannelli a tecnica mista (Disgelo,
Informale, fine anni cinquanta) o a olio (come i due Autoritratti, della fine degli anni
settanta), o sono gli originali di edizioni poetiche degli anni sessanta-ottanta (Il pesce
gotico, Ed. Geiger, Bologna 1968, L’Eneide, Ed. Bottazzi, Suzzara-Mantova 1981).
Artista straordinariamente precoce e dal percorso personale, Lazzarini si affaccia alla
ribalta artistica nazionale e internazionale negli anni cinquanta. Nel 1967 si diploma in
scultura con Quinto Ghermandi all’Accademia di Belle Arti di Bologna, tornando poi a
Mantova, dove si dedica all’insegnamento di discipline storico-artistiche sino agli anni
ottanta. Dagli anni cinquanta le sue opere sono state esposte in rassegne personali e
collettive italiane e straniere: nel 1956 partecipa alla XXVIII Biennale Internazionale
di Venezia, nel 1957 alla Mostra Triennale di Milano, nel 1959 merita il primo premio
Crogiolo d’Oro di Vicenza, nel 1960 espone al Premio Internazionale di Pittura d’Albissola
Marina, nel 1961 espone al Premio nazionale Marzabotto della Resistenza. Negli anni
sessanta collabora a Bologna con il Gruppo 63, pubblicando per Scheiwiller e Geiger.
Impossibile elencare tutte le manifestazioni pure significative a cui Lazzarini è invitato
dagli anni settanta: basti rammentare che nel 1981 realizza interpretazioni artistiche
dell’Eneide, delle Bucoliche e delle Georgiche nell’ambito del Bimillenario Virgiliano
(esposte ed edite) e nel 1985 espone a Mantova (Palazzo della Ragione) la personale
Mantova: una città e la sua memoria. Sue sculture monumentali sono state realizzate
per Mantova e provincia: fra esse, va ricordato almeno il Monumento al Vecchio, statua in
bronzo realizzata nel 1990 per la Casa di riposo “Monsignor Mazzali”, a Mantova.
Refrattario a scuole o appartenenze, nel corso della sua vita Lazzarini affianca
costantemente la propria attività di scultore a quella di disegnatore e di pittore, ma anche
la poesia e la letteratura sono per lui campi di esercizio e di ricerca artistica. La vasta
gamma delle tecniche che Lazzarini padroneggia e la sua inesausta sperimentazione
formale gli consentono di esplorare con indiscutibile originalità espressioni artistiche
che spaziano dall’artigianato orafo all’arte sacra, dalla ricerca storica alla interpretazione
esistenziale e poetica. A tre anni dalla morte, questa antologica – integrata il 10 maggio
2014 da una giornata di studi a lui dedicata all’Accademia Nazionale Virgiliana di Mantova
– si propone di inaugurare la riconsiderazione di un artista poliedrico, difficile e spesso
scomodo, il cui percorso ha sofferto di un processo – in parte anche deliberato – di
rimozione e di oblio.
12
aprile 2014
Cesare Lazzarini – Le sere i fantasmi gli strani pensieri
Dal 12 aprile al 18 maggio 2014
arte contemporanea
Location
MUSEO MADONNA DELLA VITTORIA
Mantova, Via Claudio Monteverdi, 1, (Mantova)
Mantova, Via Claudio Monteverdi, 1, (Mantova)
Orario di apertura
giovedì e venerdì pomeriggio, ore 16.00-18.30
sabato e domenica: ore 10.00-12.30; 16.00-18.30
Vernissage
12 Aprile 2014, ore 17
Autore
Curatore