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Cesare Lucchini – Quel che rimane
Il Museo Cantonale d’Arte riapre al pubblico il 17 gennaio 2009, dopo i lavori di ristrutturazione, con un progetto espositivo dedicato a Cesare Lucchini, esponente di spicco della scena artistica ticinese. La mostra dal titolo “Quel che rimane”, realizzata in collaborazione con le Kunstsammlungen Chemnitz, dove è stata ospitata dal 18 ottobre 2008 al 4 gennaio 2009, presenta negli spazi del pianterreno e del primo piano circa 40 opere di grande formato. Gli olii su tela e su carta documentano le fasi più recenti della ricerca di Lucchini restituendone la complessità dell’universo pittorico.
Comunicato stampa
Segnala l'evento
L’attuale fase creativa di Cesare Lucchini – costituita principalmente da dipinti di grande formato successivi
all’anno 2000 – mostra un intrico di linee energiche e leggeri accenti di colore stesi sulla tela con gesti
espressivi astratti. Solo di rado gli oggetti rappresentati sono chiaramente identificabili come cose o creature
del quotidiano. A renderli ancora meno riconoscibili è la mancanza di confini distinti tra gli oggetti e
l’ambiente circostante. I passaggi sono sfumati, gran parte delle superfici pittoriche sono offuscate da
velature. Gli oggetti perdono la propria autonomia e la profondità dell’immagine si chiude in una superficie
impenetrabile.
Lucchini non esita a svelarci l’origine dei suoi soggetti, afferma infatti: “Lo spunto per realizzare un dipinto
nasce di solito dalle riflessioni che mi suscitano alcuni avvenimenti, drammatici, della vita quotidiana. Certe
realtà mi provocano forti emozioni, in alcuni casi rabbia e possono, di conseguenza, diventare una ragione
per iniziare un’esperienza pittorica. In altri casi, invece, sono determinati stati d’animo più privati che
possono essere degli incentivi per un inizio di un’altra ricerca pittorica.”
Il corpus di opere che compone l’esposizione ci confronta con una pittura in grado di attivare pregnanti
percorsi di lettura che, pur muovendo da incipit figurativi labili, offrono spunti di riflessione su temi inerenti la
realtà contemporanea. La maturità del linguaggio artistico di Lucchini gli consente di evitare ogni retorica o
tentazione narrativa, egli utilizza, per esprimere la sua visione del mondo, le peculiarità degli strumenti della
pittura, sicuramente i più adeguati per illustrare quello stadio del pensiero descritto da Dubuffet, dove le
forme sono “quasi”, mai definite in modo finito e univoco. All’osservatore rimane la libertà di completare, con
la propria immaginazione e sensibilità, il percorso di lettura dei dipinti.
Le opere su tela e su carta presentate negli spazi prima di Chemnitz e ora di Lugano restituiscono la
straordinaria intensità di questa nuova stagione creativa dell’artista. Colore, tratto e materia emanano una
potenza espressiva di forte suggestione, dove il complesso rapporto fra astrazione e figurazione costituisce
una sfida sempre rinnovata.
Mostra a cura di
Ingrid Mössinger, direttrice Kunstsammlungen Chemnitz
Marco Franciolli, direttore Museo Cantonale d'Arte, Lugano
Catalogo
La mostra è accompagnata dal catalogo Cesare Lucchini. Quel che rimane, Kerber Art, Bielefeld, 2008.
Introduzioni di Marco Franciolli e Ingrid Mössinger, saggio critico di Matthias Frehner, direttore del
Kunstmuseum, Bern. 30 x 24 cm, 120 pagine. In italiano, tedesco e inglese.
Biografia
Cesare Lucchini nasce a Bellinzona il 10 luglio 1941. Conclusi gli studi alla Scuola Cantonale di Commercio,
si iscrive all'Accademia di Belle Arti di Milano dove si diploma nel 1965.
A partire da questa data, pur tenendo uno studio anche in Ticino, vive e lavora nella capitale lombarda; nel
frattempo inizia ad esporre regolarmente e compie numerosi viaggi di studio nei paesi europei.
Già a partire dagli ultimi anni Sessanta la sua produzione si caratterizza come sequenza di cicli quali la serie
degli Interni (1975-80), di scabra essenzialità e carichi di una marcata connotazione esistenziale, o quella
degli Atelier (1980-85), caratterizzata dal vistoso ampliamento dei formati, di norma orizzontali, e dal
conseguente rinnovamento sia dello schema compositivo sia del colore, che si fa più libero e mentale.
Lasciato definitivamente lo studio di Milano nel 1988, apre un secondo atelier prima a Düsseldorf e poi a
Colonia, alternando con regolarità periodi di lavoro in Germania ad altri in cui ritorna nell’atelier di Lugano.
Tra le numerose mostre personali si segnalano in particolare quelle alla Pinacoteca Casa Rusca di Locarno
e al Musée d'Art et d'Histoire di Neuchâtel nel 1992, al Palazzo dei Diamanti di Ferrara nel 1993; al Museo
Villa Ciani di Lugano nel 2001 e al Centro Culturale Svizzero nel 2005.
all’anno 2000 – mostra un intrico di linee energiche e leggeri accenti di colore stesi sulla tela con gesti
espressivi astratti. Solo di rado gli oggetti rappresentati sono chiaramente identificabili come cose o creature
del quotidiano. A renderli ancora meno riconoscibili è la mancanza di confini distinti tra gli oggetti e
l’ambiente circostante. I passaggi sono sfumati, gran parte delle superfici pittoriche sono offuscate da
velature. Gli oggetti perdono la propria autonomia e la profondità dell’immagine si chiude in una superficie
impenetrabile.
Lucchini non esita a svelarci l’origine dei suoi soggetti, afferma infatti: “Lo spunto per realizzare un dipinto
nasce di solito dalle riflessioni che mi suscitano alcuni avvenimenti, drammatici, della vita quotidiana. Certe
realtà mi provocano forti emozioni, in alcuni casi rabbia e possono, di conseguenza, diventare una ragione
per iniziare un’esperienza pittorica. In altri casi, invece, sono determinati stati d’animo più privati che
possono essere degli incentivi per un inizio di un’altra ricerca pittorica.”
Il corpus di opere che compone l’esposizione ci confronta con una pittura in grado di attivare pregnanti
percorsi di lettura che, pur muovendo da incipit figurativi labili, offrono spunti di riflessione su temi inerenti la
realtà contemporanea. La maturità del linguaggio artistico di Lucchini gli consente di evitare ogni retorica o
tentazione narrativa, egli utilizza, per esprimere la sua visione del mondo, le peculiarità degli strumenti della
pittura, sicuramente i più adeguati per illustrare quello stadio del pensiero descritto da Dubuffet, dove le
forme sono “quasi”, mai definite in modo finito e univoco. All’osservatore rimane la libertà di completare, con
la propria immaginazione e sensibilità, il percorso di lettura dei dipinti.
Le opere su tela e su carta presentate negli spazi prima di Chemnitz e ora di Lugano restituiscono la
straordinaria intensità di questa nuova stagione creativa dell’artista. Colore, tratto e materia emanano una
potenza espressiva di forte suggestione, dove il complesso rapporto fra astrazione e figurazione costituisce
una sfida sempre rinnovata.
Mostra a cura di
Ingrid Mössinger, direttrice Kunstsammlungen Chemnitz
Marco Franciolli, direttore Museo Cantonale d'Arte, Lugano
Catalogo
La mostra è accompagnata dal catalogo Cesare Lucchini. Quel che rimane, Kerber Art, Bielefeld, 2008.
Introduzioni di Marco Franciolli e Ingrid Mössinger, saggio critico di Matthias Frehner, direttore del
Kunstmuseum, Bern. 30 x 24 cm, 120 pagine. In italiano, tedesco e inglese.
Biografia
Cesare Lucchini nasce a Bellinzona il 10 luglio 1941. Conclusi gli studi alla Scuola Cantonale di Commercio,
si iscrive all'Accademia di Belle Arti di Milano dove si diploma nel 1965.
A partire da questa data, pur tenendo uno studio anche in Ticino, vive e lavora nella capitale lombarda; nel
frattempo inizia ad esporre regolarmente e compie numerosi viaggi di studio nei paesi europei.
Già a partire dagli ultimi anni Sessanta la sua produzione si caratterizza come sequenza di cicli quali la serie
degli Interni (1975-80), di scabra essenzialità e carichi di una marcata connotazione esistenziale, o quella
degli Atelier (1980-85), caratterizzata dal vistoso ampliamento dei formati, di norma orizzontali, e dal
conseguente rinnovamento sia dello schema compositivo sia del colore, che si fa più libero e mentale.
Lasciato definitivamente lo studio di Milano nel 1988, apre un secondo atelier prima a Düsseldorf e poi a
Colonia, alternando con regolarità periodi di lavoro in Germania ad altri in cui ritorna nell’atelier di Lugano.
Tra le numerose mostre personali si segnalano in particolare quelle alla Pinacoteca Casa Rusca di Locarno
e al Musée d'Art et d'Histoire di Neuchâtel nel 1992, al Palazzo dei Diamanti di Ferrara nel 1993; al Museo
Villa Ciani di Lugano nel 2001 e al Centro Culturale Svizzero nel 2005.
16
gennaio 2009
Cesare Lucchini – Quel che rimane
Dal 16 gennaio al primo marzo 2009
arte contemporanea
Location
MUSEO CANTONALE D’ARTE
Lugano, Via Canova, 10, (Lugano)
Lugano, Via Canova, 10, (Lugano)
Biglietti
Fr. 10.-, € 7.-; AVS, studenti, gruppi Fr. 7.-, € 5.
Orario di apertura
martedì 14-17, da mercoledì a domenica 10-17, lunedì chiuso
Vernissage
16 Gennaio 2009, ore 18,30
Autore
Curatore