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Cesare Pietroiusti – Un certo numero di cose / A Certain Number of Things
L’idea dell’esposizione – la prima antologica dell’artista italiano in una istituzione museale – prende avvio da una riflessione sul concetto stesso di mostra retrospettiva e sulla effettiva possibilità di rappresentare un percorso di ricerca artistica in tale formato. Da questa indagine nasce l’idea-provocazione di Cesare Pietroiusti: autonarrarsi non solo attraverso le opere prodotte ma anche tramite oggetti, suggestioni, episodi, gesti, azioni, comportamenti, ricordi riferiti alla propria vita, a partire dall’anno di nascita, il 1955
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Arriva nella Sala delle Ciminiere del MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna, dal 4 ottobre 2019 al 6 gennaio 2020, con inaugurazione giovedì 3 ottobre alle h 18.30, Un certo numero di cose / A Certain Number of Things, un progetto di Cesare Pietroiusti, a cura di Lorenzo Balbi con l’assistenza curatoriale di Sabrina Samorì, promosso dal MAMbo, vincitore della IV edizione del bando Italian Council (2018), concorso ideato dalla Direzione Generale Arte e Architettura contemporanee e Periferie urbane (DGAAP) del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, per promuovere l’arte contemporanea italiana nel mondo.
L’idea dell’esposizione - la prima antologica dell’artista italiano in una istituzionale museale - prende avvio da una riflessione sul concetto stesso di mostra retrospettiva e sulla effettiva possibilità di rappresentare un percorso di ricerca artistica in tale formato. Da questa indagine nasce l’idea-provocazione di Cesare Pietroiusti: autonarrarsi non solo attraverso le opere prodotte ma anche tramite oggetti, suggestioni, episodi, gesti, azioni, comportamenti, ricordi riferiti alla propria vita, a partire dall’anno di nascita, il 1955.
Il percorso di visita nella Sala delle Ciminiere si articola attraverso l’esposizione di quelli che l’artista definisce “oggetti-anno” allestiti in ordine non rigorosamente cronologico. Si inizia
dalla foto del piccolo Cesare in braccio alla balia proteso verso un grappolo d’uva (1955) per proseguire fino al 1976 con documenti, foto, dischi, cassette (con i relativi supporti d’epoca per
la riproduzione) lettere, album di disegni, temi scolastici, storie, pagelle, tessere, libri, ricordi di viaggio, poesie che tracciano una linea lungo la crescita del bambino, adolescente e giovane Cesare. A partire dal 1977 gli oggetti si spostano prevalentemente dalla sfera personale all’attività artistica, con lavori di Pietroiusti realizzati nell’arco di quarant’anni: disegni, fotografie, video, riviste, documentazione di diverse performance, pubblicazioni, i siti web www.pensieri-nonfunzionali.net / www.nonfunctionalthoughts.net e documenti legati a mostre, lezioni e conferenze. Ogni oggetto-anno è accompagnato da un racconto che lo inquadra e lo contestualizza in rapporto ai precedenti e ai successivi.
Gli oggetti che rappresentano gli anni dal 1955 al 2018 sono allestiti intorno all’ultimo oggetto-anno, relativo al 2019, che è collocato al centro della sala, in una struttura paragonabile a un
“ring” completamente visibile e in alcune occasioni accessibile al pubblico: si tratta di un’opera in fieri, che si realizza grazie a un laboratorio condotto da Pietroiusti su due sedi, al MAMbo e al Grazer Kunstverein di Graz (Austria). Il workshop coinvolge studenti e giovani artisti, con l’obiettivo di riprodurre insieme all’artista in forma fisica, performativa e narrativa, secondo
un meccanismo di mise en abyme della mostra stessa, tutti gli oggetti esposti, in una forma di co-autorialità che interessa anche la fase ideativa. Entro il mese di settembre sarà finalizzata
la realizzazione delle riproduzioni che andranno a costituire il lavoro centrale - un insieme disculture, dipinti, video, audio, fotografie, testi - cuore della mostra al MAMbo. Gioca un ruolo
importante lo scambio visivo tra gli originali allestiti intorno e le riproduzioni all’interno del “ring”.
L’opera scaturente dal workshop avrà come istituzione di destinazione il Madre · museo d’arte contemporanea Donnaregina di Napoli. La ricerca artistica di Cesare Pietroiusti, fin dal 1977, si è sviluppata fuori dalle logiche di gallerie, musei e mercato, con estrema indipendenza. Interprete originale della pratica performativa e relazionale, l’artista si è mosso tra sperimentazione linguistica e riflessione concettuale, dimostrando un particolare interesse per situazioni e oggetti apparentemente poco significativi, paradossali, normalmente non considerati meritevoli di attenzione, indagine o rappresentazione, probabilmente in ragione della sua formazione di medico psichiatra. Il tema della relazione nella pratica artistica, intesa come scambio bilaterale o multilaterale, è trasversale al suo lavoro, in opposizione all’autorialità a senso unico. Il suo agire è quindi sempre sociale, interattivo, teso alla costruzione di reti: è il caso, ad esempio, dell’esperienza di Oreste, cui il MAMbo ha recentemente dedicato una mostra negli spazi della Project Room. A partire dagli anni 2000 il lavoro di Pietroiusti si è rivolto in particolare alla riflessione sulle logiche del mercato, dello scambio denaro/merce, dei paradossi che attraversano il sistema sociale occidentale basato sul capitalismo: l’artista ha irreversibilmente trasformato banconote altrui, ha regalato migliaia di disegni originali e firmati, ha organizzato mostre in cui le opere possono essere cedute in cambio di idee, venduto storie, ingerito banconote per poi restituirle ai proprietari dopo l’evacuazione. Alcune di queste azioni sono avvenute anche al MAMbo, dove l’artista, nel 2008, insieme a Stefano Arienti, è stato protagonista del progetto Regali e Regole.
Prendere, dare, sbirciare nel museo, che indagava le caratteristiche del museo d'arte contemporanea e le pratiche che possono consentirgli di rispondere adeguatamente alle questioni riguardanti l'autorialità, il valore dell'opera d'arte, la sua distribuzione e la sua conservazione, il rapporto con il collezionismo e la partecipazione del pubblico.
In concomitanza con Un certo numero di cose / A Certain Number of Things, è in uscita una pubblicazione edita da NERO con testi di Cesare Pietroiusti che ripercorrono e arricchiscono i densi contenuti degli oggetti-anno esposti al MAMbo, corredato da immagini e da una postfazione di Lorenzo Balbi.
L’esposizione sarà inoltre accompagnata dall’attività di mediazione del Dipartimento educativo
MAMbo per una migliore fruizione del percorso.
Il bando Italian Council, grazie al quale il progetto di Cesare Pietroiusti riceve il sostegno della
Direzione Generale Arte e Architettura contemporanee e Periferie urbane del MiBAC, prevede il
finanziamento di attività che promuovano la produzione, la conoscenza e la disseminazione del-
la creazione contemporanea italiana nel campo delle arti visive, attraverso la produzione di
nuove opere d’arte contemporanea italiane destinate a incrementare le collezioni pubbliche di
musei statali, regionali e civici. I progetti vincitori, ai quali sono state assegnate, per la quarta
edizione (2018), risorse per oltre 1 milione di euro, presentano l'attività di artisti provenienti
da tutta Italia e prevedono la realizzazione di opere che, ideate in relazione ai luoghi ospitanti
o ispirate da riflessioni sui cambiamenti sociali e culturali del tempo, spaziano dalla fotografia
alla scultura fino a installazioni e video-arte. In questo contesto, il MAMbo è risultato destinata-
rio del contributo di 145.000 euro, a fronte di un costo complessivo del progetto di 200.000
euro.
L’idea dell’esposizione - la prima antologica dell’artista italiano in una istituzionale museale - prende avvio da una riflessione sul concetto stesso di mostra retrospettiva e sulla effettiva possibilità di rappresentare un percorso di ricerca artistica in tale formato. Da questa indagine nasce l’idea-provocazione di Cesare Pietroiusti: autonarrarsi non solo attraverso le opere prodotte ma anche tramite oggetti, suggestioni, episodi, gesti, azioni, comportamenti, ricordi riferiti alla propria vita, a partire dall’anno di nascita, il 1955.
Il percorso di visita nella Sala delle Ciminiere si articola attraverso l’esposizione di quelli che l’artista definisce “oggetti-anno” allestiti in ordine non rigorosamente cronologico. Si inizia
dalla foto del piccolo Cesare in braccio alla balia proteso verso un grappolo d’uva (1955) per proseguire fino al 1976 con documenti, foto, dischi, cassette (con i relativi supporti d’epoca per
la riproduzione) lettere, album di disegni, temi scolastici, storie, pagelle, tessere, libri, ricordi di viaggio, poesie che tracciano una linea lungo la crescita del bambino, adolescente e giovane Cesare. A partire dal 1977 gli oggetti si spostano prevalentemente dalla sfera personale all’attività artistica, con lavori di Pietroiusti realizzati nell’arco di quarant’anni: disegni, fotografie, video, riviste, documentazione di diverse performance, pubblicazioni, i siti web www.pensieri-nonfunzionali.net / www.nonfunctionalthoughts.net e documenti legati a mostre, lezioni e conferenze. Ogni oggetto-anno è accompagnato da un racconto che lo inquadra e lo contestualizza in rapporto ai precedenti e ai successivi.
Gli oggetti che rappresentano gli anni dal 1955 al 2018 sono allestiti intorno all’ultimo oggetto-anno, relativo al 2019, che è collocato al centro della sala, in una struttura paragonabile a un
“ring” completamente visibile e in alcune occasioni accessibile al pubblico: si tratta di un’opera in fieri, che si realizza grazie a un laboratorio condotto da Pietroiusti su due sedi, al MAMbo e al Grazer Kunstverein di Graz (Austria). Il workshop coinvolge studenti e giovani artisti, con l’obiettivo di riprodurre insieme all’artista in forma fisica, performativa e narrativa, secondo
un meccanismo di mise en abyme della mostra stessa, tutti gli oggetti esposti, in una forma di co-autorialità che interessa anche la fase ideativa. Entro il mese di settembre sarà finalizzata
la realizzazione delle riproduzioni che andranno a costituire il lavoro centrale - un insieme disculture, dipinti, video, audio, fotografie, testi - cuore della mostra al MAMbo. Gioca un ruolo
importante lo scambio visivo tra gli originali allestiti intorno e le riproduzioni all’interno del “ring”.
L’opera scaturente dal workshop avrà come istituzione di destinazione il Madre · museo d’arte contemporanea Donnaregina di Napoli. La ricerca artistica di Cesare Pietroiusti, fin dal 1977, si è sviluppata fuori dalle logiche di gallerie, musei e mercato, con estrema indipendenza. Interprete originale della pratica performativa e relazionale, l’artista si è mosso tra sperimentazione linguistica e riflessione concettuale, dimostrando un particolare interesse per situazioni e oggetti apparentemente poco significativi, paradossali, normalmente non considerati meritevoli di attenzione, indagine o rappresentazione, probabilmente in ragione della sua formazione di medico psichiatra. Il tema della relazione nella pratica artistica, intesa come scambio bilaterale o multilaterale, è trasversale al suo lavoro, in opposizione all’autorialità a senso unico. Il suo agire è quindi sempre sociale, interattivo, teso alla costruzione di reti: è il caso, ad esempio, dell’esperienza di Oreste, cui il MAMbo ha recentemente dedicato una mostra negli spazi della Project Room. A partire dagli anni 2000 il lavoro di Pietroiusti si è rivolto in particolare alla riflessione sulle logiche del mercato, dello scambio denaro/merce, dei paradossi che attraversano il sistema sociale occidentale basato sul capitalismo: l’artista ha irreversibilmente trasformato banconote altrui, ha regalato migliaia di disegni originali e firmati, ha organizzato mostre in cui le opere possono essere cedute in cambio di idee, venduto storie, ingerito banconote per poi restituirle ai proprietari dopo l’evacuazione. Alcune di queste azioni sono avvenute anche al MAMbo, dove l’artista, nel 2008, insieme a Stefano Arienti, è stato protagonista del progetto Regali e Regole.
Prendere, dare, sbirciare nel museo, che indagava le caratteristiche del museo d'arte contemporanea e le pratiche che possono consentirgli di rispondere adeguatamente alle questioni riguardanti l'autorialità, il valore dell'opera d'arte, la sua distribuzione e la sua conservazione, il rapporto con il collezionismo e la partecipazione del pubblico.
In concomitanza con Un certo numero di cose / A Certain Number of Things, è in uscita una pubblicazione edita da NERO con testi di Cesare Pietroiusti che ripercorrono e arricchiscono i densi contenuti degli oggetti-anno esposti al MAMbo, corredato da immagini e da una postfazione di Lorenzo Balbi.
L’esposizione sarà inoltre accompagnata dall’attività di mediazione del Dipartimento educativo
MAMbo per una migliore fruizione del percorso.
Il bando Italian Council, grazie al quale il progetto di Cesare Pietroiusti riceve il sostegno della
Direzione Generale Arte e Architettura contemporanee e Periferie urbane del MiBAC, prevede il
finanziamento di attività che promuovano la produzione, la conoscenza e la disseminazione del-
la creazione contemporanea italiana nel campo delle arti visive, attraverso la produzione di
nuove opere d’arte contemporanea italiane destinate a incrementare le collezioni pubbliche di
musei statali, regionali e civici. I progetti vincitori, ai quali sono state assegnate, per la quarta
edizione (2018), risorse per oltre 1 milione di euro, presentano l'attività di artisti provenienti
da tutta Italia e prevedono la realizzazione di opere che, ideate in relazione ai luoghi ospitanti
o ispirate da riflessioni sui cambiamenti sociali e culturali del tempo, spaziano dalla fotografia
alla scultura fino a installazioni e video-arte. In questo contesto, il MAMbo è risultato destinata-
rio del contributo di 145.000 euro, a fronte di un costo complessivo del progetto di 200.000
euro.
03
ottobre 2019
Cesare Pietroiusti – Un certo numero di cose / A Certain Number of Things
Dal 03 ottobre 2019 al 06 gennaio 2020
arte contemporanea
Location
MAMBO – MUSEO D’ARTE MODERNA DI BOLOGNA
Bologna, Via Don Giovanni Minzoni, 14, (Bologna)
Bologna, Via Don Giovanni Minzoni, 14, (Bologna)
Vernissage
3 Ottobre 2019, ore 18.30
Autore
Curatore