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Chan Park – BamboleParty
mostra di bambole erotiche
Comunicato stampa
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CHAN PARK, ARTISTA POLIEDRICO
Chan Park nasce a Seoul la vigilia di Natale del 1973, da madre coreana e padre giapponese. Tre mesi dopo la famiglia si trasferisce a Yokohama e, giovanissimo, inizia a dilettarsi con la pittura ed il cucito. Adolescente, studia animazione e grafica 3D per poi iniziare la sua carriera professionale come grafico per IBM. Nel 1998 vola negli Stati Uniti, destinazione California, e si specializza nel multimedia. Dopo una breve parentesi di nuovo in Giappone, a Tokyo, dove lavora come 3D Art Director per Sony Playstation, inizia una collaborazione con Mattel Corea, disegnando abiti per Barbie. Veste la più celebre tra le bambole con una collezione di modelli unici, interamente realizzati a mano, che lo spingono sempre più verso la moda. È il momento dell’Italia e di Milano. Arrivato nel nostro paese, Chan Park frequenta l’Istituto Carlo Secoli e in breve le sue creazioni iniziano ad attrarre interesse e consensi. Oggi è stilista, si diletta con successo nella pittura e colleziona bambole. Vive a Milano e potete contattarlo direttamente presso lo showroom di Pier Pour Hom.
INTERVISTA
D: Carnevale. Non a caso parliamo di travestimenti.
R: La mostra organizzata da Pier Pour Hom nasce proprio dalla voglia di dare una visione insolita del Carnevale, più accattivante e più provocatoria. Un’esposizione incentrata sul rapporto tra vestire e travestire.
D: Conflitto che le tue bambole portano all’estremo.
R: Diciamo che l’impatto emotivo è forte. Le bambole sono vere, quasi vive. I loro vestiti, ogni accessorio, i loro atteggiamenti e la loro sensualità non rimangono più in un contesto giocoso, ma vanno ad identificarsi nella realtà quotidiana. Il risultato è una serie di personaggi idealizzati, ma al tempo stesso impressionantemente reali.
D: Come è nata questa idea?
R: Ho sempre avuto la passione per la moda e anche più in generale per il design. Ho imparato a cucire da bambino, guardando mia nonna all’opera. Poi ho avuto l’occasione di vestire le Barbie per un progetto esclusivo della Mattel e da lì ho sempre pensato di realizzare una mia collezione di bambole. Oggi, semplicemente, la presento al pubblico.
D: Borsette di pochi millimetri, cerniere e fibbie microscopiche, bottoni grandi come spilli. Cosa c’è dietro?
R: Ore ed ore di lavoro e di ricerca. Prima studio ogni modello e poi lo vesto da capo a piedi. Utilizzo di tutto: dalla pelle al cotone, dai pizzi alle pellicce a dei piccolissimi cristalli Swarovski. Ovviamente le dimensioni sono molto ridotte e quindi è fondamentale l’attenzione ai dettagli.
D: Anche nelle parti intime?
R: Certamente. La sessualità è fondamentale nelle mie bambole.
D: Raccontaci il tuo stile.
R: Io stesso sono il frutto di due culture diverse, quella coreana e quella giapponese. Penso che questa miscela si intraveda anche nelle mie creazioni, assieme ovviamente agli influssi della moda italiana e della mia esperienza nel settore grafico. Cerco di utilizzare tutte le mie competenze per dare libero sfogo alle idee.
D: Come sei arrivato in Italia?
R: Nel mio percorso professionale ho spesso cambiato settore e indirizzo. Sono passato dal Giappone agli Stati Uniti seguendo principalmente l’istinto. Ricordo di aver visto una sfilata di John Galliano sul canale satellitare della moda e ho pensato che quello era il mio palcoscenico ideale. Il mese successivo ero già a Milano, iscritto all’Istituto Carlo Secoli per seguire, come sempre, i miei sogni.
D: Progetti per il futuro?
R: Il mio presente è l’Italia, la moda e tutte le collaborazioni che ho sviluppato in questi mesi. Quello che sarà il futuro non lo so, bisognerebbe chiederlo alla mia immaginazione, che sta sempre molti passi avanti.
D: Cosa c’è di Chan Park in questa esposizione?
R: Tutto. Metto in mostra me stesso.
Chan Park nasce a Seoul la vigilia di Natale del 1973, da madre coreana e padre giapponese. Tre mesi dopo la famiglia si trasferisce a Yokohama e, giovanissimo, inizia a dilettarsi con la pittura ed il cucito. Adolescente, studia animazione e grafica 3D per poi iniziare la sua carriera professionale come grafico per IBM. Nel 1998 vola negli Stati Uniti, destinazione California, e si specializza nel multimedia. Dopo una breve parentesi di nuovo in Giappone, a Tokyo, dove lavora come 3D Art Director per Sony Playstation, inizia una collaborazione con Mattel Corea, disegnando abiti per Barbie. Veste la più celebre tra le bambole con una collezione di modelli unici, interamente realizzati a mano, che lo spingono sempre più verso la moda. È il momento dell’Italia e di Milano. Arrivato nel nostro paese, Chan Park frequenta l’Istituto Carlo Secoli e in breve le sue creazioni iniziano ad attrarre interesse e consensi. Oggi è stilista, si diletta con successo nella pittura e colleziona bambole. Vive a Milano e potete contattarlo direttamente presso lo showroom di Pier Pour Hom.
INTERVISTA
D: Carnevale. Non a caso parliamo di travestimenti.
R: La mostra organizzata da Pier Pour Hom nasce proprio dalla voglia di dare una visione insolita del Carnevale, più accattivante e più provocatoria. Un’esposizione incentrata sul rapporto tra vestire e travestire.
D: Conflitto che le tue bambole portano all’estremo.
R: Diciamo che l’impatto emotivo è forte. Le bambole sono vere, quasi vive. I loro vestiti, ogni accessorio, i loro atteggiamenti e la loro sensualità non rimangono più in un contesto giocoso, ma vanno ad identificarsi nella realtà quotidiana. Il risultato è una serie di personaggi idealizzati, ma al tempo stesso impressionantemente reali.
D: Come è nata questa idea?
R: Ho sempre avuto la passione per la moda e anche più in generale per il design. Ho imparato a cucire da bambino, guardando mia nonna all’opera. Poi ho avuto l’occasione di vestire le Barbie per un progetto esclusivo della Mattel e da lì ho sempre pensato di realizzare una mia collezione di bambole. Oggi, semplicemente, la presento al pubblico.
D: Borsette di pochi millimetri, cerniere e fibbie microscopiche, bottoni grandi come spilli. Cosa c’è dietro?
R: Ore ed ore di lavoro e di ricerca. Prima studio ogni modello e poi lo vesto da capo a piedi. Utilizzo di tutto: dalla pelle al cotone, dai pizzi alle pellicce a dei piccolissimi cristalli Swarovski. Ovviamente le dimensioni sono molto ridotte e quindi è fondamentale l’attenzione ai dettagli.
D: Anche nelle parti intime?
R: Certamente. La sessualità è fondamentale nelle mie bambole.
D: Raccontaci il tuo stile.
R: Io stesso sono il frutto di due culture diverse, quella coreana e quella giapponese. Penso che questa miscela si intraveda anche nelle mie creazioni, assieme ovviamente agli influssi della moda italiana e della mia esperienza nel settore grafico. Cerco di utilizzare tutte le mie competenze per dare libero sfogo alle idee.
D: Come sei arrivato in Italia?
R: Nel mio percorso professionale ho spesso cambiato settore e indirizzo. Sono passato dal Giappone agli Stati Uniti seguendo principalmente l’istinto. Ricordo di aver visto una sfilata di John Galliano sul canale satellitare della moda e ho pensato che quello era il mio palcoscenico ideale. Il mese successivo ero già a Milano, iscritto all’Istituto Carlo Secoli per seguire, come sempre, i miei sogni.
D: Progetti per il futuro?
R: Il mio presente è l’Italia, la moda e tutte le collaborazioni che ho sviluppato in questi mesi. Quello che sarà il futuro non lo so, bisognerebbe chiederlo alla mia immaginazione, che sta sempre molti passi avanti.
D: Cosa c’è di Chan Park in questa esposizione?
R: Tutto. Metto in mostra me stesso.
24
febbraio 2007
Chan Park – BamboleParty
Dal 24 febbraio al 10 marzo 2007
arte contemporanea
Location
PIER POUR HOM
Milano, Viale Gorizia, 8, (Milano)
Milano, Viale Gorizia, 8, (Milano)
Orario di apertura
dal lunedì a venerdì: dalle 14:00 alle 20:00
Sabato e domenica: dalle 11:00 alle 20:00
Vernissage
24 Febbraio 2007, ore 17
Ufficio stampa
6X6
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