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Chantal Michel – Die Klinik
Il soggetto principale delle sue opere, qualunque sia il mezzo scelto, è sempre l’artista stessa. A volte messa in evidenza, a volte stranamente nascosta dove nessuno la potrà disturbare.
Comunicato stampa
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La Rebecca Container Gallery presenta, dal 28 ottobre al 29 novembre 2003, presso lo spazio di piazza Grillo Cattaneo 2r - Genova, ''Die Klinik'' di Chantal Michel, una serie di lavori fotografici dell'artista svizzera.
L'opera di Chantal Michel si declina secondo tre modi di espressione, intimamente legati e sviluppati simultaneamente. La fotografia di grande formato, che le permette di paralizzare una situazione predeterminata. Predilige anche il video, che utilizza senza eccessi di tecnologia e che presenta prevalentemente sotto forma di proiezione. Infine la performance, spesso in rapporto diretto con le sue fotografie e i suoi video, che le consente di annullare qualsiasi barriera temporale tra l'opera e il pubblico.
Il soggetto principale delle sue opere, qualunque sia il mezzo scelto, è sempre l'artista stessa. A volte messa in evidenza, a volte stranamente nascosta dove nessuno la potrà disturbare.
Seguendo l'esempio di numerosi artisti contemporanei della nuova generazione, la padronanza dell'immagine di cui ha dato prova l'artista, indica chiaramente la funzione di vettore privilegiato assunta nella creazione attuale di Chantal Michel.
In quanto alla fotografia, il mito del clichè istantaneo si presta ad una lettura molto veloce. Chantal Michel però non cerca affatto un approccio formale o analitico del mezzo: entra senza difficoltà in un universo in cui l'apparente evidenza la autorizza ad appropiarsene in ogni modo. Chantal Michel sceglie la fotografia per la porosità che sembra lasciare, ancora più del video, alla barriera che separa l'arte da ciò che non lo è.
Se è vero che i suoi precedenti lavori fotografici erano semplici composizioni arrangiate attraverso una dimensione piatta e rigida, dalle nuove immagini emerge direttamente la vita. Ogni fotografia di ''Die Klinik'' si rivela come uno scatto silenzioso tratto da un film: la frontiera tra fotografia e video sfuma.
Come scrive Norberto Gramaccini : ''Prima si sforza per essere una marionetta alla ricerca di possibili attitudini, poi comincia ad abituarsi, a conquistare lo spazio, e finalmente lo invade con tutto il corpo. I muri non rinchiudono né respingono, sono al contrario parte costituente e indissociabile della sua esistenza. Sono delle superfici di attrito, come tante altre, contro le quali si sperimenta. [.] Quale è il senso profondo, se ne esiste uno? Si è tentati di riconoscere nelle sue immagini dei propositi sulla condizione umana ed in particolare della donna: un essere autista e favoloso che si ribella contro le oppressioni attraverso un universo di oggetti impiegati con gioco e ironia. Sono porte per uscire dal quotidiano, come possono esserlo l'arte e l'infanzia. Tutt'e due hanno un potere di trasformazione, ma senza provocare la violenza degli oggetti. L'estraneità delle cose e il distacco stesso sono accettati con leggerezza. Chantal Michel non vorrebbe né dominare né fuggire la banalità e la disperazione dei luoghi ai quali si adatta. Piuttosto che combatterli, preferisce fondersi in essi. L'arte glielo permette perfettamente. Tutto è un gioco, ma un gioco calcolato fino al minimo dettaglio - e questo funziona.''
L'opera di Chantal Michel si declina secondo tre modi di espressione, intimamente legati e sviluppati simultaneamente. La fotografia di grande formato, che le permette di paralizzare una situazione predeterminata. Predilige anche il video, che utilizza senza eccessi di tecnologia e che presenta prevalentemente sotto forma di proiezione. Infine la performance, spesso in rapporto diretto con le sue fotografie e i suoi video, che le consente di annullare qualsiasi barriera temporale tra l'opera e il pubblico.
Il soggetto principale delle sue opere, qualunque sia il mezzo scelto, è sempre l'artista stessa. A volte messa in evidenza, a volte stranamente nascosta dove nessuno la potrà disturbare.
Seguendo l'esempio di numerosi artisti contemporanei della nuova generazione, la padronanza dell'immagine di cui ha dato prova l'artista, indica chiaramente la funzione di vettore privilegiato assunta nella creazione attuale di Chantal Michel.
In quanto alla fotografia, il mito del clichè istantaneo si presta ad una lettura molto veloce. Chantal Michel però non cerca affatto un approccio formale o analitico del mezzo: entra senza difficoltà in un universo in cui l'apparente evidenza la autorizza ad appropiarsene in ogni modo. Chantal Michel sceglie la fotografia per la porosità che sembra lasciare, ancora più del video, alla barriera che separa l'arte da ciò che non lo è.
Se è vero che i suoi precedenti lavori fotografici erano semplici composizioni arrangiate attraverso una dimensione piatta e rigida, dalle nuove immagini emerge direttamente la vita. Ogni fotografia di ''Die Klinik'' si rivela come uno scatto silenzioso tratto da un film: la frontiera tra fotografia e video sfuma.
Come scrive Norberto Gramaccini : ''Prima si sforza per essere una marionetta alla ricerca di possibili attitudini, poi comincia ad abituarsi, a conquistare lo spazio, e finalmente lo invade con tutto il corpo. I muri non rinchiudono né respingono, sono al contrario parte costituente e indissociabile della sua esistenza. Sono delle superfici di attrito, come tante altre, contro le quali si sperimenta. [.] Quale è il senso profondo, se ne esiste uno? Si è tentati di riconoscere nelle sue immagini dei propositi sulla condizione umana ed in particolare della donna: un essere autista e favoloso che si ribella contro le oppressioni attraverso un universo di oggetti impiegati con gioco e ironia. Sono porte per uscire dal quotidiano, come possono esserlo l'arte e l'infanzia. Tutt'e due hanno un potere di trasformazione, ma senza provocare la violenza degli oggetti. L'estraneità delle cose e il distacco stesso sono accettati con leggerezza. Chantal Michel non vorrebbe né dominare né fuggire la banalità e la disperazione dei luoghi ai quali si adatta. Piuttosto che combatterli, preferisce fondersi in essi. L'arte glielo permette perfettamente. Tutto è un gioco, ma un gioco calcolato fino al minimo dettaglio - e questo funziona.''
28
ottobre 2003
Chantal Michel – Die Klinik
Dal 28 ottobre al 29 novembre 2003
arte contemporanea
Location
REBECCA CONTAINER GALLERY
Genova, Piazza Grillo Cattaneo, 2R, (Genova)
Genova, Piazza Grillo Cattaneo, 2R, (Genova)
Vernissage
28 Ottobre 2003, dalle 19 alle 22