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Charles Avery – Onomatopoeia. Part 1: Creeds
In mostra Charles Avery presenta, con una serie di disegni e sculture, “the Creeds” un capitolo dedicato ai vari credi di Onomatopoeia, la città dell’Isola in cui, come scrive lo stesso artista: “E’ possibile distinguere i credi dai differenti cappelli indossati; ciascuno stile designa una particolare fede. La cosa più divertente è che ai giorni nostri le sole persone che di norma indossano questi cappelli, sono i turisti…”.
Comunicato stampa
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La galleria è lieta di presentare la quarta personale di Charles Avery.
Questa è la sua seconda mostra da quando, nel 2004, ha incominciato l'avventura degli “Islanders”.
Charles Avery racconta che l'idea degli “Islanders” è arrivata come un'epifania, come il palesarsi di un cammino da intraprendere atteso, giusto e ineluttabile e al quale dedicarsi per tutta la vita.
Le innumerevoli storie che affollavano la sua mente sono finalmente confluite in un'opera dal carattere enciclopedico e i disegni hanno incominciato ad inscriversi in un piano più grandioso ed epico.
Con l'Isola e i suoi abitanti, Charles Avery ha inventato uno spazio e un luogo dove le idee, quasi platonicamente intese, si incarnassero nei racconti di mille personaggi con le loro storie bizzarre e la loro vita astrusa. Nel variegato mondo dell'Isola, persino il Noumenon, il mondo intelleggibile della metafisica di Platone, viene rappresentato come uno strano animale.
In mostra Charles Avery presenta, con una serie di disegni e sculture, “the Creeds” un capitolo dedicato ai vari credi di Onomatopoeia, la città dell'Isola in cui, come scrive lo stesso artista: "E' possibile distinguere i credi dai differenti cappelli indossati; ciascuno stile designa una particolare fede. La cosa più divertente è che ai giorni nostri le sole persone che di norma indossano questi cappelli, sono i turisti...".
Pur essendo completamente inventata, si ha l'impressione parlando con Charles Avery che l'Isola e i suoi abitanti siano reali e che la realtà sia parte di questo straordinario universo in cui lo spettatore diventa un turista, una sorta di esploratore visionario pronto a scoprire una "terra incognita"
Tutto ciò che Charles Avery produce (i disegni, le sculture e le storie) è in relazione all'Isola, ai personaggi che lo popolano e alla sua geografia. Ciascun personaggio ha un nome, una vita ed una storia.
I suoi disegni sono la testimonianza minuziosa di una struttura salda e potente, di una cosmogonia popolata da strani abitanti come gli Aleph, Mr Impossible, Stone Mice e ricca di simboli che ricorrono come i triangoli, le foreste, gli dei, i serpenti, le piramidi...
Nicolas Bourriaud ha scritto che Avery "E' come se scoprisse un territorio sconosciuto nel momento stesso in cui lo inventa". In un'epoca di GPS e satelliti, dove tutto è localizzabile e cronologicamente rintracciabile, Charles Avery crea uno spazio in cui la connotazione temporale esiste solo in quanto tessitura di miti, leggende e infiniti racconti.
Tra le recenti mostre: Altermodern: Fourth Tate Triennial curated by Nicolas Bourriaud at Tate Britain, London; National Museum of Scotland, Edinburgh, Scotland; The Islander An introduction, Boijmans Van Beuningen Museum, Rotterdam, Nederland; The Islander An introduction, Parasol Unit, London; 5th Liverpool Biennal, Liverpool; Scotland & Venice, 52nd Venice Biennale, Venice;
Throughout the bars and salons of Onomatopoeia, an epic dialogue endures.
Sometimes heated, always contentious, the Dialectic, as it is known, is one of the main tourist attractions of the Island.
No one can remember where it all began. As to wether it will have a conclusion, opinion is divided.
The Dialectic is characterized by several conflicting positions. which are embodied by the Dooks - charismatic and eloquent individuals who are the principal proponents of their respective
schools. Each Dook is identified with a particular establishment where they and their coterie - composed of an inner circle of like-minded philosophers, acolytes and groupies - will drink for free, due to the custom they attract.
Amongst the principal groups are the Atomists, the Monoists, the Solipsists , the Empiricists, the Dualists, the Kleins, The Significantes (whom the Urbane Wit described as 'A bunch of school girls') and the infamous Metas , a gang of thugs, with no establishment , who have 'relinquished the dialectic in favour of violence' ( being as the purest form of language), and go around beating up rival groups.
Encounters are arranged, and promoted, whereby rival factions will have showdowns. Posters will be billed around the town and tickets sold.
This kind of publicity is frowned upon by the the more esoteric groups; the peripatetic salons shift location constantly to stay one step ahead of the tourists, and as such are considered particularly delectable to the cognoscente.
One will often be approached by surreptitious characters on the pier , who esteeming one to be a connoisseur, will claim to know the latest venue of some such meeting, and offer to lead you there for a fee.
Of course, its hard to find out quickly upon entering a bar, whether it is the dialectic you are witnessing or just some drunks arguing, by which time your chaperone will have melted into the alleyways.
It used to be possible to distinguish the creeds by the different hats worn; each style designating a particular allegiance.
The funny thing is nowadays the only people who actually wear these hats are the tourists, eager to commit to a position at least for the duration of their stay, and the Dooks themselves. The middle orders consider the hats
'vulgar'. Which leads to the amusing situation whereby several tourists will find themselves in the same bar throwing each other meaningful glances, and engaging one another in jejune dialogue, thinking themselves very sophisticated.
among recent exhibitions: Altermodern, Fourth Tate Triennial curated by Nicolas Bourriaud at Tate Britain, London; National Museum of Scotland, The Islander An introduction, Edinburgh, Scotland; The Islander An introduction, Boijmans Van Beuningen Museum, Rotterdam, Nederland; The Islander An introduction, Parasol Unit, London; 5th Liverpool Biennal, Liverpool; Scotland & Venice, Venice Biennale, Venice.
Questa è la sua seconda mostra da quando, nel 2004, ha incominciato l'avventura degli “Islanders”.
Charles Avery racconta che l'idea degli “Islanders” è arrivata come un'epifania, come il palesarsi di un cammino da intraprendere atteso, giusto e ineluttabile e al quale dedicarsi per tutta la vita.
Le innumerevoli storie che affollavano la sua mente sono finalmente confluite in un'opera dal carattere enciclopedico e i disegni hanno incominciato ad inscriversi in un piano più grandioso ed epico.
Con l'Isola e i suoi abitanti, Charles Avery ha inventato uno spazio e un luogo dove le idee, quasi platonicamente intese, si incarnassero nei racconti di mille personaggi con le loro storie bizzarre e la loro vita astrusa. Nel variegato mondo dell'Isola, persino il Noumenon, il mondo intelleggibile della metafisica di Platone, viene rappresentato come uno strano animale.
In mostra Charles Avery presenta, con una serie di disegni e sculture, “the Creeds” un capitolo dedicato ai vari credi di Onomatopoeia, la città dell'Isola in cui, come scrive lo stesso artista: "E' possibile distinguere i credi dai differenti cappelli indossati; ciascuno stile designa una particolare fede. La cosa più divertente è che ai giorni nostri le sole persone che di norma indossano questi cappelli, sono i turisti...".
Pur essendo completamente inventata, si ha l'impressione parlando con Charles Avery che l'Isola e i suoi abitanti siano reali e che la realtà sia parte di questo straordinario universo in cui lo spettatore diventa un turista, una sorta di esploratore visionario pronto a scoprire una "terra incognita"
Tutto ciò che Charles Avery produce (i disegni, le sculture e le storie) è in relazione all'Isola, ai personaggi che lo popolano e alla sua geografia. Ciascun personaggio ha un nome, una vita ed una storia.
I suoi disegni sono la testimonianza minuziosa di una struttura salda e potente, di una cosmogonia popolata da strani abitanti come gli Aleph, Mr Impossible, Stone Mice e ricca di simboli che ricorrono come i triangoli, le foreste, gli dei, i serpenti, le piramidi...
Nicolas Bourriaud ha scritto che Avery "E' come se scoprisse un territorio sconosciuto nel momento stesso in cui lo inventa". In un'epoca di GPS e satelliti, dove tutto è localizzabile e cronologicamente rintracciabile, Charles Avery crea uno spazio in cui la connotazione temporale esiste solo in quanto tessitura di miti, leggende e infiniti racconti.
Tra le recenti mostre: Altermodern: Fourth Tate Triennial curated by Nicolas Bourriaud at Tate Britain, London; National Museum of Scotland, Edinburgh, Scotland; The Islander An introduction, Boijmans Van Beuningen Museum, Rotterdam, Nederland; The Islander An introduction, Parasol Unit, London; 5th Liverpool Biennal, Liverpool; Scotland & Venice, 52nd Venice Biennale, Venice;
Throughout the bars and salons of Onomatopoeia, an epic dialogue endures.
Sometimes heated, always contentious, the Dialectic, as it is known, is one of the main tourist attractions of the Island.
No one can remember where it all began. As to wether it will have a conclusion, opinion is divided.
The Dialectic is characterized by several conflicting positions. which are embodied by the Dooks - charismatic and eloquent individuals who are the principal proponents of their respective
schools. Each Dook is identified with a particular establishment where they and their coterie - composed of an inner circle of like-minded philosophers, acolytes and groupies - will drink for free, due to the custom they attract.
Amongst the principal groups are the Atomists, the Monoists, the Solipsists , the Empiricists, the Dualists, the Kleins, The Significantes (whom the Urbane Wit described as 'A bunch of school girls') and the infamous Metas , a gang of thugs, with no establishment , who have 'relinquished the dialectic in favour of violence' ( being as the purest form of language), and go around beating up rival groups.
Encounters are arranged, and promoted, whereby rival factions will have showdowns. Posters will be billed around the town and tickets sold.
This kind of publicity is frowned upon by the the more esoteric groups; the peripatetic salons shift location constantly to stay one step ahead of the tourists, and as such are considered particularly delectable to the cognoscente.
One will often be approached by surreptitious characters on the pier , who esteeming one to be a connoisseur, will claim to know the latest venue of some such meeting, and offer to lead you there for a fee.
Of course, its hard to find out quickly upon entering a bar, whether it is the dialectic you are witnessing or just some drunks arguing, by which time your chaperone will have melted into the alleyways.
It used to be possible to distinguish the creeds by the different hats worn; each style designating a particular allegiance.
The funny thing is nowadays the only people who actually wear these hats are the tourists, eager to commit to a position at least for the duration of their stay, and the Dooks themselves. The middle orders consider the hats
'vulgar'. Which leads to the amusing situation whereby several tourists will find themselves in the same bar throwing each other meaningful glances, and engaging one another in jejune dialogue, thinking themselves very sophisticated.
among recent exhibitions: Altermodern, Fourth Tate Triennial curated by Nicolas Bourriaud at Tate Britain, London; National Museum of Scotland, The Islander An introduction, Edinburgh, Scotland; The Islander An introduction, Boijmans Van Beuningen Museum, Rotterdam, Nederland; The Islander An introduction, Parasol Unit, London; 5th Liverpool Biennal, Liverpool; Scotland & Venice, Venice Biennale, Venice.
07
novembre 2009
Charles Avery – Onomatopoeia. Part 1: Creeds
Dal 07 novembre 2009 al 30 gennaio 2010
arte contemporanea
disegno e grafica
disegno e grafica
Location
GALLERIA SONIA ROSSO
Torino, Via Giulia Di Barolo, 11H, (Torino)
Torino, Via Giulia Di Barolo, 11H, (Torino)
Orario di apertura
dal martedì al sabato, dalle 14 alle 19 o su appuntamento
Vernissage
7 Novembre 2009, h 21.30
Autore