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Chassés-Croisés. Artist Exchange Project
Lo scambio di atelier tra sei artiste di diversa provenienza intende creare una reale interazione di codici culturali concentrando la riflessione artistica sul rapporto tra collocazione geografica e cultura visuale.
Comunicato stampa
Segnala l'evento
L'espressione francese Chassés-Croisés che titola l’evento - promosso dal Centro d’Arte Piana dei Colli di Villa Alliata Cardillo (Palermo) in collaborazione con l’Universidad de Málaga - originariamente alludeva ad una figura di danza basata su una serie di passi incrociati, nel linguaggio corrente significa: “scambio reciproco e simultaneo di posto o situazione”.
Il progetto curato da Giulia Ingarao e María Jesús Martínez Silvente nasce proprio dall’intenzione di creare una reale interazione di codici culturali concentrando la riflessione artistica sul rapporto tra collocazione geografica e cultura visuale.
Il progetto ha proposto prima lo scambio di residenza/atelier tra sei artiste di diversa provenienza (Olanda: Esther Burger e Patricia Kaersenhout – Spagna: Laura Brinkmann e Ruth Morán Méndez – Italia: Anne-Clémence de Grolée e Marjolein Wortmann) e, in un secondo momento, l’organizzazione di due mostre collettive (Malaga e Palermo) delle opere prodotte dalle sei artiste durante o dopo il periodo di “scambio di residenza”.
“Lo scambio incrociato d’atelier e l’incontro con realtà diverse da quelle d’appartenenza - scrive nel testo in catalogo Giulia Ingarao - sperimentato dal progetto Chassés-Croisés, ha sollecitato declinazioni della relazione tra neocontesto e percezione/creazione del singolo e ha prodotto lavori dove è possibile leggere, più o meno esplicitamente, a seconda dei casi, una interazione col territorio di scambio, cioè una connettività reale”.
Breve presentazione delle artiste coinvolte
Tutte le descrizioni sono citazioni tratte dal testo in catalogo di Giulia Ingarao: G. Ingarao, Chassés-Croisés. Artist Exchange Residence in Giulia Ingarao e María Jesús Martínez Silvente (a cura di), Chassés-Croisés, Kalos edizioni, Palermo 2010.
Laura Brinkmann Reimann
1977 Malaga, Spagna (vive a Malaga)
“Laura Brinkmann, artista spagnola la cui famiglia ha origini tedesche, indaga l’artificialità della comunicazione quotidiana attraverso la reiterazione seriale. Nella serie Detergentes y Vitualla, l’oggetto comune – detersivi di vario genere e forma, pacchi di carta igienica, cassette di frutta e verdura – diventa icona: estraniato dal proprio contesto, avvolto in nuvole di fumo, viene disposto, come un’apparizione notturna e transitoria, su un denso sfondo nero. […] Laura Brinkmann crea una sintassi poetica del quotidiano sollecitando la riflessione sulla ricezione passiva della collettività, sia visiva che socio-culturale”.
Esther Burger
1967 Velbert, Germania (vive ad Amsterdam)
“Esther Burger, artista di origine tedesca che vive e lavora ad Amsterdam e spesso trascorre lunghi periodi di permanenza a Palermo, spiega come i materiali che ha raccolto a Palermo posseggano una loro peculiarità che senza dubbio ha influenzato la sua produzione.
I suoi paesaggi composti da ritagli di giornale, vecchie foto, frammenti di libri di botanica e anatomia, interamente avvolti da strisce di silicone, raccontano il sostrato culturale di un luogo attraverso il tipo di carta, i caratteri della stampa o i colori utilizzati. Esther Burger raccoglie tracce di storia per ricomporle e congelarle nell’ovattato rifugio del silicone; una riscrittura della realtà che dà vita ad un microuniverso dove coabitano elementi tra loro contrastanti”.
Anne-Clémence de Grolée
1963, Parigi – Francia (vive a Palermo)
“Diversa è l’esperienza di Anne-Clémence de Grolée, artista francese che vive a Palermo da più di dieci anni e che ha trascorso la sua residenza d’artista ad Amsterdam. L’indagine sul paesaggio contemporaneo e, in particolare, sugli ostacoli alla fruizione del paesaggio – tema su cui l’artista riflette da anni - conduce A. de Grolée ad una messa a fuoco del rapporto esistente tra potere politico-economico della città e tradizione locale, esemplificata da stereotipi universalmente riconosciuti come le mucche o i tulipani. […] La ricerca cinico-ironica sviluppata da Anne- Clémence de Grolée verte proprio sul paradosso della serialità industriale applicata alla tipicità locale”.
Patricia Kaersenhout
1966 Den Helder, Paesi Bassi (vive ad Amsterdam)
“Patricia Kaersenhout è nata a Den Helder (1966), in Olanda, mentre entrambi i genitori sono originari della colonia olandese Suriname. Tutta la sua produzione artistica è strettamente vincolata al tema “essere neri” e, attraverso diversi mezzi di espressione – pittura, disegno, collage, ricamo, tecniche miste su carta, fotografia - , riflette sulla identità geo-politica e sulla necessità di appartenenza a un territorio culturale. […] Nella serie Zio Tom Project il volto dei soggetti fotografati è interamente coperto dal libro La capanna dello zio Tom – un’antica edizione comprata dall’artista in una bancarella di libri usati a Palermo – mentre il contesto d’appartenenza acquista centralità restituendo l’identità, l’anima del ritrattato”.
Ruth Morán Méndez
1976 Badajoz, Spagna (vive a Siviglia)
“Ruth Morán Mendez la quale, come in una partitura musicale, crea installazioni di disegni dalla trama sottile - ricami di colore su carta, ossessivi ed ipnotici – che, in una lettura d’insieme, danno vita ad un canto corale ritmato da forti contrasti tonali. […] Protagonista dalla sua opera è la Natura, dal micro al macrocosmo; i suoi palinsesti segnici ne raccontano il mistero, l’indefinibilità. In Sicilia Morrán ha scelto il mare come fonte di ispirazione: dalle onde della spiaggia di Mondello è nata la serie Trinaquia: disegni di piccolo formato dove quelli che - a totale insaputa dell’artista - sono i colori della squadra di calcio del Palermo, importante simbolo d’appartenenza sociale, campeggiano protagonisti”.
Marjolein Wortmann
1958, Groningen, Paesi Bassi (vive a Palermo)
“Marjolein Wortmann, artista olandese che da tempo vive a Palermo, ha scelto Siviglia come luogo di scambio per esplorare un’ulteriore declinazione delle culture mediterranee, dopo aver vissuto a lungo in Sicilia e in Tunisia. Wortmann riflette da tempo sul ruolo della madre in queste culture, ne studia con nordica curiosità usi e costumi, individuando nella tipica “vestaglina” – così intitola molte delle sue serie (vestaglie smanicate con inserti creativi ma anche sagome di stoffa da ricomporre in forma installativa), il simbolo del regno materno da indossare nella sicura intimità della casa come nella vita di quartiere. Con ironia e delicatezza segna i confini e le estensioni di questo spazio di dominio casalingo, enucleando e trasponendo nell’immaginario religioso una delle fondamentali dinamiche sociali di relazione: il rapporto madre-figlio”.
Il progetto curato da Giulia Ingarao e María Jesús Martínez Silvente nasce proprio dall’intenzione di creare una reale interazione di codici culturali concentrando la riflessione artistica sul rapporto tra collocazione geografica e cultura visuale.
Il progetto ha proposto prima lo scambio di residenza/atelier tra sei artiste di diversa provenienza (Olanda: Esther Burger e Patricia Kaersenhout – Spagna: Laura Brinkmann e Ruth Morán Méndez – Italia: Anne-Clémence de Grolée e Marjolein Wortmann) e, in un secondo momento, l’organizzazione di due mostre collettive (Malaga e Palermo) delle opere prodotte dalle sei artiste durante o dopo il periodo di “scambio di residenza”.
“Lo scambio incrociato d’atelier e l’incontro con realtà diverse da quelle d’appartenenza - scrive nel testo in catalogo Giulia Ingarao - sperimentato dal progetto Chassés-Croisés, ha sollecitato declinazioni della relazione tra neocontesto e percezione/creazione del singolo e ha prodotto lavori dove è possibile leggere, più o meno esplicitamente, a seconda dei casi, una interazione col territorio di scambio, cioè una connettività reale”.
Breve presentazione delle artiste coinvolte
Tutte le descrizioni sono citazioni tratte dal testo in catalogo di Giulia Ingarao: G. Ingarao, Chassés-Croisés. Artist Exchange Residence in Giulia Ingarao e María Jesús Martínez Silvente (a cura di), Chassés-Croisés, Kalos edizioni, Palermo 2010.
Laura Brinkmann Reimann
1977 Malaga, Spagna (vive a Malaga)
“Laura Brinkmann, artista spagnola la cui famiglia ha origini tedesche, indaga l’artificialità della comunicazione quotidiana attraverso la reiterazione seriale. Nella serie Detergentes y Vitualla, l’oggetto comune – detersivi di vario genere e forma, pacchi di carta igienica, cassette di frutta e verdura – diventa icona: estraniato dal proprio contesto, avvolto in nuvole di fumo, viene disposto, come un’apparizione notturna e transitoria, su un denso sfondo nero. […] Laura Brinkmann crea una sintassi poetica del quotidiano sollecitando la riflessione sulla ricezione passiva della collettività, sia visiva che socio-culturale”.
Esther Burger
1967 Velbert, Germania (vive ad Amsterdam)
“Esther Burger, artista di origine tedesca che vive e lavora ad Amsterdam e spesso trascorre lunghi periodi di permanenza a Palermo, spiega come i materiali che ha raccolto a Palermo posseggano una loro peculiarità che senza dubbio ha influenzato la sua produzione.
I suoi paesaggi composti da ritagli di giornale, vecchie foto, frammenti di libri di botanica e anatomia, interamente avvolti da strisce di silicone, raccontano il sostrato culturale di un luogo attraverso il tipo di carta, i caratteri della stampa o i colori utilizzati. Esther Burger raccoglie tracce di storia per ricomporle e congelarle nell’ovattato rifugio del silicone; una riscrittura della realtà che dà vita ad un microuniverso dove coabitano elementi tra loro contrastanti”.
Anne-Clémence de Grolée
1963, Parigi – Francia (vive a Palermo)
“Diversa è l’esperienza di Anne-Clémence de Grolée, artista francese che vive a Palermo da più di dieci anni e che ha trascorso la sua residenza d’artista ad Amsterdam. L’indagine sul paesaggio contemporaneo e, in particolare, sugli ostacoli alla fruizione del paesaggio – tema su cui l’artista riflette da anni - conduce A. de Grolée ad una messa a fuoco del rapporto esistente tra potere politico-economico della città e tradizione locale, esemplificata da stereotipi universalmente riconosciuti come le mucche o i tulipani. […] La ricerca cinico-ironica sviluppata da Anne- Clémence de Grolée verte proprio sul paradosso della serialità industriale applicata alla tipicità locale”.
Patricia Kaersenhout
1966 Den Helder, Paesi Bassi (vive ad Amsterdam)
“Patricia Kaersenhout è nata a Den Helder (1966), in Olanda, mentre entrambi i genitori sono originari della colonia olandese Suriname. Tutta la sua produzione artistica è strettamente vincolata al tema “essere neri” e, attraverso diversi mezzi di espressione – pittura, disegno, collage, ricamo, tecniche miste su carta, fotografia - , riflette sulla identità geo-politica e sulla necessità di appartenenza a un territorio culturale. […] Nella serie Zio Tom Project il volto dei soggetti fotografati è interamente coperto dal libro La capanna dello zio Tom – un’antica edizione comprata dall’artista in una bancarella di libri usati a Palermo – mentre il contesto d’appartenenza acquista centralità restituendo l’identità, l’anima del ritrattato”.
Ruth Morán Méndez
1976 Badajoz, Spagna (vive a Siviglia)
“Ruth Morán Mendez la quale, come in una partitura musicale, crea installazioni di disegni dalla trama sottile - ricami di colore su carta, ossessivi ed ipnotici – che, in una lettura d’insieme, danno vita ad un canto corale ritmato da forti contrasti tonali. […] Protagonista dalla sua opera è la Natura, dal micro al macrocosmo; i suoi palinsesti segnici ne raccontano il mistero, l’indefinibilità. In Sicilia Morrán ha scelto il mare come fonte di ispirazione: dalle onde della spiaggia di Mondello è nata la serie Trinaquia: disegni di piccolo formato dove quelli che - a totale insaputa dell’artista - sono i colori della squadra di calcio del Palermo, importante simbolo d’appartenenza sociale, campeggiano protagonisti”.
Marjolein Wortmann
1958, Groningen, Paesi Bassi (vive a Palermo)
“Marjolein Wortmann, artista olandese che da tempo vive a Palermo, ha scelto Siviglia come luogo di scambio per esplorare un’ulteriore declinazione delle culture mediterranee, dopo aver vissuto a lungo in Sicilia e in Tunisia. Wortmann riflette da tempo sul ruolo della madre in queste culture, ne studia con nordica curiosità usi e costumi, individuando nella tipica “vestaglina” – così intitola molte delle sue serie (vestaglie smanicate con inserti creativi ma anche sagome di stoffa da ricomporre in forma installativa), il simbolo del regno materno da indossare nella sicura intimità della casa come nella vita di quartiere. Con ironia e delicatezza segna i confini e le estensioni di questo spazio di dominio casalingo, enucleando e trasponendo nell’immaginario religioso una delle fondamentali dinamiche sociali di relazione: il rapporto madre-figlio”.
18
novembre 2010
Chassés-Croisés. Artist Exchange Project
Dal 18 novembre al 09 dicembre 2010
arte contemporanea
Location
VILLA ALLIATA CARDILLO – CENTRO D’ARTE PIANA DEI COLLI
Palermo, Via Faraone, 2, (Palermo)
Palermo, Via Faraone, 2, (Palermo)
Orario di apertura
da mercoledì a sabato dalle 16:00 alle 20:00
Vernissage
18 Novembre 2010, ore 19
Editore
KALOS
Autore
Curatore