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Chetrit | Reus | Shaw-Town – Tactile Gaze
Il punto di partenza non è più la creazione: l’artista è colui che trasforma, combina, dispone, esplora le superfici in una “battaglia col linguaggio per farlo diventare il linguaggio delle cose, che parte dalle cose e torna a noi carico di tutto l’umano che abbiamo investito nelle cose(I.Calvino).
Comunicato stampa
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Un’attitudine minimalista, ovvero un lavoro di riduzione, sia delle forme, sia dei colori, alla ricerca di un linguaggio essenziale, è l’elemento che accomuna i tre artisti in mostra. Il punto di partenza non è più la creazione: l’artista è colui che trasforma, che combina, che si relaziona con lo spazio, che dispone, che esplora le superfici, che sfrutta la tecnologia per parlare di sé, in una “battaglia col linguaggio per farlo diventare il linguaggio delle cose, che parte dalle cose e torna a noi carico di tutto l’umano che abbiamo investito nelle cose” (I. Calvino).
Un elemento in bilico interrompe il ritmo regolare dell’intera composizione: un panno piegato sembra essere lasciato per terra distrattamente; il processo analogico della fotografia include la possibilità di cogliere qualcosa che l’occhio non ha colto.
Le foto di Talia Chetrit esplorano le possibilità della luce, dei colori, della conformazione luminosa dello spazio e indagano allo stesso tempo il medium della fotografia analogica. La pellicola sembra in grado di assorbire lo spazio circostante e di riconsegnare alla vista un aspetto segreto della sua densità.
Magali Reus indaga la possibile umanizzazione dell’oggetto attraverso il conferimento a materiali industriali, spesso asettici, di un coefficiente di imprevedibilità, di un elemento straniante che ne rivela la precarietà. Gli oggetti conservano la traccia di una funzionalità che ne giustifica l’esistenza e il nuovo valore estetico che assumono in rapporto allo spazio in cui si inseriscono.
I disegni dal fitto intreccio di Dan Shaw-Town sembrano riprodurre la consistenza di tessuti o tele. Le geometrie regolari, che il tratto della matita definisce, contrastano con la manualità dell’esecuzione. L’azione della grafite esaspera la carta, che diventa preziosa come un’antica pergamena, o una consunta mappa geografica.
Talia Chetrit (1982, Washington DC, USA) vive e lavora a New York, USA.
Magali Reus (1981, The Hague, The Netherlands) vive e lavora tra Londra e The Hague.
Dan Shaw-Town (1983, UK) vive e lavora a Brooklyn, New York, USA.
A minimalist attitude, a work of reduction, both in forms and colors, the search of an essential language are all elements the three artists have in common. The starting point is no longer creation: the artist is the one who transforms and relates to the space, the one who explores the surfaces and takes advantage of technology to convey a personal message, in a “battle to force language to become the language of things, starting from things and returning to us changed, with all the humanity we have invested in things” (I. Calvino).
An unstable element interrupts the regular rhythm of the whole composition; a folded cloth appears to have been distractedly left lying on the floor; the analog process of photography includes the possibility to catch something that the eye has missed.
The photographs by Talia Chetrit explore the possibilities of light, colors, luminous conformation of the space, while investigating the medium of analog photography. The film seems to absorb the surrounding space, returning to the viewer a secret aspect of its complexity.
Magali Reus investigates the possible humanization of the object by providing industrial materials, often sterile, of a coefficient of unpredictability, introducing an alienating element which reveals its precariousness. Objects keep trace of a functionality that justifies their existence and the new aesthetic value given by the relationship with the space in which they are now presented.
The dense pattern of the drawings by Dan Shaw-Town seems to reproduce the texture of fabrics or canvases. The regular geometries defined by the stroke of the pencil, contrast with the manual execution. The incessant action of the graphite exasperates the paper, which becomes as precious as an ancient parchment or an old geographic map.
Talia Chetrit (1982, Washington DC, USA) lives and works in New York.
Magali Reus (1981, The Hague, The Netherlands) lives and works between London and The Hague.
Dan Shaw-Town (1983, UK) lives and works in Brooklyn, New York.
Un elemento in bilico interrompe il ritmo regolare dell’intera composizione: un panno piegato sembra essere lasciato per terra distrattamente; il processo analogico della fotografia include la possibilità di cogliere qualcosa che l’occhio non ha colto.
Le foto di Talia Chetrit esplorano le possibilità della luce, dei colori, della conformazione luminosa dello spazio e indagano allo stesso tempo il medium della fotografia analogica. La pellicola sembra in grado di assorbire lo spazio circostante e di riconsegnare alla vista un aspetto segreto della sua densità.
Magali Reus indaga la possibile umanizzazione dell’oggetto attraverso il conferimento a materiali industriali, spesso asettici, di un coefficiente di imprevedibilità, di un elemento straniante che ne rivela la precarietà. Gli oggetti conservano la traccia di una funzionalità che ne giustifica l’esistenza e il nuovo valore estetico che assumono in rapporto allo spazio in cui si inseriscono.
I disegni dal fitto intreccio di Dan Shaw-Town sembrano riprodurre la consistenza di tessuti o tele. Le geometrie regolari, che il tratto della matita definisce, contrastano con la manualità dell’esecuzione. L’azione della grafite esaspera la carta, che diventa preziosa come un’antica pergamena, o una consunta mappa geografica.
Talia Chetrit (1982, Washington DC, USA) vive e lavora a New York, USA.
Magali Reus (1981, The Hague, The Netherlands) vive e lavora tra Londra e The Hague.
Dan Shaw-Town (1983, UK) vive e lavora a Brooklyn, New York, USA.
A minimalist attitude, a work of reduction, both in forms and colors, the search of an essential language are all elements the three artists have in common. The starting point is no longer creation: the artist is the one who transforms and relates to the space, the one who explores the surfaces and takes advantage of technology to convey a personal message, in a “battle to force language to become the language of things, starting from things and returning to us changed, with all the humanity we have invested in things” (I. Calvino).
An unstable element interrupts the regular rhythm of the whole composition; a folded cloth appears to have been distractedly left lying on the floor; the analog process of photography includes the possibility to catch something that the eye has missed.
The photographs by Talia Chetrit explore the possibilities of light, colors, luminous conformation of the space, while investigating the medium of analog photography. The film seems to absorb the surrounding space, returning to the viewer a secret aspect of its complexity.
Magali Reus investigates the possible humanization of the object by providing industrial materials, often sterile, of a coefficient of unpredictability, introducing an alienating element which reveals its precariousness. Objects keep trace of a functionality that justifies their existence and the new aesthetic value given by the relationship with the space in which they are now presented.
The dense pattern of the drawings by Dan Shaw-Town seems to reproduce the texture of fabrics or canvases. The regular geometries defined by the stroke of the pencil, contrast with the manual execution. The incessant action of the graphite exasperates the paper, which becomes as precious as an ancient parchment or an old geographic map.
Talia Chetrit (1982, Washington DC, USA) lives and works in New York.
Magali Reus (1981, The Hague, The Netherlands) lives and works between London and The Hague.
Dan Shaw-Town (1983, UK) lives and works in Brooklyn, New York.
14
aprile 2010
Chetrit | Reus | Shaw-Town – Tactile Gaze
Dal 14 aprile al 15 maggio 2010
arte contemporanea
Location
1/9 – UNOSUNOVE ARTE CONTEMPORANEA
Roma, Via Degli Specchi, 20, (Roma)
Roma, Via Degli Specchi, 20, (Roma)
Orario di apertura
da martedì a venerdì ore 11-19
sabato ore 15-19 (o su appuntamento)
Vernissage
14 Aprile 2010, ore 19
Autore