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Chi è ancora austriaco?
In occasione dell’anniversario dei 700 anni dell’ordinamento della città di Merano, 5 artisti s’interrogano sulle mutazioni storiche e sociali che hanno interessato la città altoatesina.
Comunicato stampa
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In occasione del 700° anniversario dell’ordinamento della città di Merano, l’esposizione curata da Luigi Fassi, presenta le opere di cinque artisti - Nicolò Degiorgis, François-Xavier Gbré, Runo Lagomarsino, Sonia Leimer, Renato Leotta - che s’interrogano sulle mutazioni storiche e sociali che hanno interessato la città altoatesina.
Il titolo dell’esposizione s’ispira a quello dell’articolo - Bin ich ein Österreicher? - apparso il 20 agosto 1916 sulle pagine del giornale di guerra Tiroler Soldaten Zeitung. L’autore è lo scrittore Robert Musil, allora sottotenente dell’esercito austriaco, al quale è affidata la direzione del giornale. Nel suo pezzo, Musil si domanda di quale nazionalità si stia parlando.
“Sono austriaco, se ho diritto di cittadinanza a Vienna, Graz, Trieste o Trento?” “Domanda oziosa” mi si ribatterà, “certo che sei austriaco!” Eppure la domanda non è per nulla ingiustificata, perché, cosa strana, il concetto di “Austria” non è fissato espressamente per legge. Quindi, nemmeno i cittadini di quello Stato che legalmente dovrebbe chiamarsi “Austria” si riconoscono di fatto come “austriaci”. Prova a domandare a un contadino in Galizia, a un calzolaio in Carniola, a un avvocato in Boemia, a un maestro di scuola di Vienna, a un sacerdote del Tirolo settentrionale e a un giudice del Tirolo meridionale che cosa siano. Riceverai sicurissimamente come risposta: un polacco, uno sloveno, o forse un carniolano, un boemo-tedesco o un cèco, un basso-austriaco o comunque un austro-tedesco, un tirolese, un italiano. Nessuno, alla tua domanda così semplice, risponderà con altrettanta semplicità: “sono austriaco!” (Sono austriaco? In La guerra parallela, Trento, Reverdito, 1987, p. 23).
Il percorso prende proprio avvio dalla riflessione di Musil per riproporla oggi, a poco più di un secolo di distanza dalla sua pubblicazione, intrecciando tra loro storie, domande e interpretazioni legate alle mutazioni storiche e sociali che hanno interessato la città di Merano.
La rassegna è costruita attorno alle nuove opere realizzate appositamente per questo appuntamento da cinque artisti italiani e internazionali che hanno trascorso un periodo di soggiorno e residenza a Merano come ospiti di Merano Arte, dando avvio a una serie di ricerche e progetti ideati esplorando la città, la sua storia, la sua architettura, il paesaggio e il suo ambiente sociale.
In mostra molteplici prospettive di analisi si sommano e sovrappongono tra loro, dando vita a inediti paradigmi d’interpretazione del tempo presente. Il progetto non è dunque solo una mostra su Merano, ma una narrazione che prendendo avvio dalla storia recente della città, racconta i mutamenti epocali in atto nella società europea e nel mondo globale.
La storia meranese è storia di una costante ricerca di autonomia, quella perseguita dai territori sudtirolesi sotto il governo austro-ungarico, durante la lotta antinapoleonica e nel confronto politico per mantenere e ampliare le libertà amministrative e culturali dopo i due conflitti mondiali. Il contributo della storia meranese è quello di un cosmopolitismo naturale, costruito su autonomia, multilinguismo, dialogo geografico tra nord e sud, interazione tra cultura mitteleuropea e mediterranea. La vicenda di Merano è così una storia di permeabilità e confini porosi, determinata dal suo ruolo di Kurstadt (città di cura) nel corso dei secoli. In un momento storico in cui in Europa la crisi del concetto di stato-nazione non riesce ancora a risolversi in uno sviluppo condiviso verso un’idea di sovranazionalismo democratico, Wer ist noch Österreichisch? intende così esplorare l’eredità e la storia multiculturale di Merano, prendendola a modello di una più ampia riflessione sulla contemporaneità.
Artisti. Note biografiche
Nicolò Degiorgis (Bolzano 1985, vive e lavora a Bolzano). Dopo aver studiato Cinese all’Università Ca’ Foscari di Venezia, si trasferisce per lavoro ad Hong Kong e in seguito a Pechino per motivi di studio. Il suo lavoro con la fotografia nasce con uno stage alla Magnum Photos di Parigi e prosegue nel 2008 con il conseguimento di una borsa di studio a Fabrica, il centro di ricerca sulla comunicazione del gruppo Benetton. Nel 2009 inizia a lavorare come ricercatore nel campo dell’immigrazione presso la Facoltà di Scienze Politiche dell’Università degli Studi di Trieste e contemporaneamente gli viene assegnata una residenza d’artista presso la Fondazione d’arte Bevilacqua La Masa di Venezia. Ha insegnato fotografia alla Libera Università di Bolzano, membro del team curatoriale della galleria Foto-forum di Bolzano. La rivista statunitense "Photo District News" lo ha inserito tra i 30 migliori fotografi viventi al mondo ed è stato selezionato da Museion (Bolzano) quale curatore ospite per il 2017.
François-Xavier Gbré (Lille, Francia, 1978, vive e lavora a Abidjan, Côte D’Ivoire). François-Xavier Gbré si è laureato in Fotografia Artistica presso l'Ecole Supérieure des Métiers di Montpellier. La sua ricerca artistica evoca il linguaggio dell’architettura come testimonianza della memoria e dei cambiamenti sociali. François-Xavier Gbré esplora i territori e ne rivisita la storia, come nel caso dei retaggi di epoca coloniale ridefiniti dagli eventi più attuali. Tra i molti e prestigiosi riconoscimenti ottenuti, segnaliamo la serie di opere intitolata Swimming pool acquisita nel 2009 da parte del Centre Pompidou di Parigi e ora presente all’interno della sua collezione.
Runo Lagomarsino (Malmö, Svezia, 1977, vive e lavora a São Paulo, Brasile e Malmö, Svezia). Il lavoro dell’artista indaga i modelli storiografici, geografici e matematici che hanno informato il controllo coloniale del mondo da parte della modernità occidentale. Le ricerche di Lagomarsino partono da una prospettiva di analisi culturale comparata, suggerendo la possibilità di nuove forme di interpretazione culturale. Sue opere sono conservate in prestigiose collezioni quali il Guggenheim Museum (New York), la Fondazione Morra Greco (Napoli), Malmö Art Museum (Malmö), Collection Paulo A. W. Vieira (Rio de Janeiro and São Paulo), Nordic Contemporary Art Collection (Stoccolma), Coppel Collection (Mexico City), The National Museum of Art (Oslo).
Sonia Leimer (Merano 1977, vive e lavora a Vienna, Austria), ha studiato all’Accademia di Belle Arti di Vienna. I suoi lavori esprimono il contrasto tra spazio e tempo, interrogandosi sull’entità della percezione, le fondamenta che costituiscono l’esperienza storica, individuale. Ha vinto vari riconoscimenti internazionali, tra cui il Paul Flora Prize nel 2011, l’Audi Award for New Positions a Colonia nel 2010. Tra le recenti mostre personali: Träger, Artotek Köln, Colonia (2012); Undefiniertes Bauvorhaben, BIG, Salisburgo (2013); Bend a bow, MAK Center Garage Space, Los Angeles (2012); Lungo quelle linee, Museion, Bolzano (2013). Ha partecipato a varie mostre
collettive: al Parachute Pavilion di New York (2005), alla Galerie ar/ge Kunst di Bolzano, al Museum for Art di Pori, Finlandia (2010) e al Freies Museum di Berlino (2012).
Renato Leotta (Torino 1982, vive e lavora a Torino) Volta a esplorare i confini e i limiti della bidimensionalità dell’immagine, la sua ricerca artistica si serve di molteplici mezzi espressivi, spesso combinati l’uno con l’altro, spaziando dal linguaggio fotografico tradizionale al video, dalla pittura al recupero di materiali d’archivio: elementi differenti che hanno come comune incontro lo studio dell’installazione spaziale. Dal 2008 affianca alla sua ricerca artistica un percorso di sperimentazione curatoriale attraverso il progetto CRIPTA747 con base a Torino.
Il titolo dell’esposizione s’ispira a quello dell’articolo - Bin ich ein Österreicher? - apparso il 20 agosto 1916 sulle pagine del giornale di guerra Tiroler Soldaten Zeitung. L’autore è lo scrittore Robert Musil, allora sottotenente dell’esercito austriaco, al quale è affidata la direzione del giornale. Nel suo pezzo, Musil si domanda di quale nazionalità si stia parlando.
“Sono austriaco, se ho diritto di cittadinanza a Vienna, Graz, Trieste o Trento?” “Domanda oziosa” mi si ribatterà, “certo che sei austriaco!” Eppure la domanda non è per nulla ingiustificata, perché, cosa strana, il concetto di “Austria” non è fissato espressamente per legge. Quindi, nemmeno i cittadini di quello Stato che legalmente dovrebbe chiamarsi “Austria” si riconoscono di fatto come “austriaci”. Prova a domandare a un contadino in Galizia, a un calzolaio in Carniola, a un avvocato in Boemia, a un maestro di scuola di Vienna, a un sacerdote del Tirolo settentrionale e a un giudice del Tirolo meridionale che cosa siano. Riceverai sicurissimamente come risposta: un polacco, uno sloveno, o forse un carniolano, un boemo-tedesco o un cèco, un basso-austriaco o comunque un austro-tedesco, un tirolese, un italiano. Nessuno, alla tua domanda così semplice, risponderà con altrettanta semplicità: “sono austriaco!” (Sono austriaco? In La guerra parallela, Trento, Reverdito, 1987, p. 23).
Il percorso prende proprio avvio dalla riflessione di Musil per riproporla oggi, a poco più di un secolo di distanza dalla sua pubblicazione, intrecciando tra loro storie, domande e interpretazioni legate alle mutazioni storiche e sociali che hanno interessato la città di Merano.
La rassegna è costruita attorno alle nuove opere realizzate appositamente per questo appuntamento da cinque artisti italiani e internazionali che hanno trascorso un periodo di soggiorno e residenza a Merano come ospiti di Merano Arte, dando avvio a una serie di ricerche e progetti ideati esplorando la città, la sua storia, la sua architettura, il paesaggio e il suo ambiente sociale.
In mostra molteplici prospettive di analisi si sommano e sovrappongono tra loro, dando vita a inediti paradigmi d’interpretazione del tempo presente. Il progetto non è dunque solo una mostra su Merano, ma una narrazione che prendendo avvio dalla storia recente della città, racconta i mutamenti epocali in atto nella società europea e nel mondo globale.
La storia meranese è storia di una costante ricerca di autonomia, quella perseguita dai territori sudtirolesi sotto il governo austro-ungarico, durante la lotta antinapoleonica e nel confronto politico per mantenere e ampliare le libertà amministrative e culturali dopo i due conflitti mondiali. Il contributo della storia meranese è quello di un cosmopolitismo naturale, costruito su autonomia, multilinguismo, dialogo geografico tra nord e sud, interazione tra cultura mitteleuropea e mediterranea. La vicenda di Merano è così una storia di permeabilità e confini porosi, determinata dal suo ruolo di Kurstadt (città di cura) nel corso dei secoli. In un momento storico in cui in Europa la crisi del concetto di stato-nazione non riesce ancora a risolversi in uno sviluppo condiviso verso un’idea di sovranazionalismo democratico, Wer ist noch Österreichisch? intende così esplorare l’eredità e la storia multiculturale di Merano, prendendola a modello di una più ampia riflessione sulla contemporaneità.
Artisti. Note biografiche
Nicolò Degiorgis (Bolzano 1985, vive e lavora a Bolzano). Dopo aver studiato Cinese all’Università Ca’ Foscari di Venezia, si trasferisce per lavoro ad Hong Kong e in seguito a Pechino per motivi di studio. Il suo lavoro con la fotografia nasce con uno stage alla Magnum Photos di Parigi e prosegue nel 2008 con il conseguimento di una borsa di studio a Fabrica, il centro di ricerca sulla comunicazione del gruppo Benetton. Nel 2009 inizia a lavorare come ricercatore nel campo dell’immigrazione presso la Facoltà di Scienze Politiche dell’Università degli Studi di Trieste e contemporaneamente gli viene assegnata una residenza d’artista presso la Fondazione d’arte Bevilacqua La Masa di Venezia. Ha insegnato fotografia alla Libera Università di Bolzano, membro del team curatoriale della galleria Foto-forum di Bolzano. La rivista statunitense "Photo District News" lo ha inserito tra i 30 migliori fotografi viventi al mondo ed è stato selezionato da Museion (Bolzano) quale curatore ospite per il 2017.
François-Xavier Gbré (Lille, Francia, 1978, vive e lavora a Abidjan, Côte D’Ivoire). François-Xavier Gbré si è laureato in Fotografia Artistica presso l'Ecole Supérieure des Métiers di Montpellier. La sua ricerca artistica evoca il linguaggio dell’architettura come testimonianza della memoria e dei cambiamenti sociali. François-Xavier Gbré esplora i territori e ne rivisita la storia, come nel caso dei retaggi di epoca coloniale ridefiniti dagli eventi più attuali. Tra i molti e prestigiosi riconoscimenti ottenuti, segnaliamo la serie di opere intitolata Swimming pool acquisita nel 2009 da parte del Centre Pompidou di Parigi e ora presente all’interno della sua collezione.
Runo Lagomarsino (Malmö, Svezia, 1977, vive e lavora a São Paulo, Brasile e Malmö, Svezia). Il lavoro dell’artista indaga i modelli storiografici, geografici e matematici che hanno informato il controllo coloniale del mondo da parte della modernità occidentale. Le ricerche di Lagomarsino partono da una prospettiva di analisi culturale comparata, suggerendo la possibilità di nuove forme di interpretazione culturale. Sue opere sono conservate in prestigiose collezioni quali il Guggenheim Museum (New York), la Fondazione Morra Greco (Napoli), Malmö Art Museum (Malmö), Collection Paulo A. W. Vieira (Rio de Janeiro and São Paulo), Nordic Contemporary Art Collection (Stoccolma), Coppel Collection (Mexico City), The National Museum of Art (Oslo).
Sonia Leimer (Merano 1977, vive e lavora a Vienna, Austria), ha studiato all’Accademia di Belle Arti di Vienna. I suoi lavori esprimono il contrasto tra spazio e tempo, interrogandosi sull’entità della percezione, le fondamenta che costituiscono l’esperienza storica, individuale. Ha vinto vari riconoscimenti internazionali, tra cui il Paul Flora Prize nel 2011, l’Audi Award for New Positions a Colonia nel 2010. Tra le recenti mostre personali: Träger, Artotek Köln, Colonia (2012); Undefiniertes Bauvorhaben, BIG, Salisburgo (2013); Bend a bow, MAK Center Garage Space, Los Angeles (2012); Lungo quelle linee, Museion, Bolzano (2013). Ha partecipato a varie mostre
collettive: al Parachute Pavilion di New York (2005), alla Galerie ar/ge Kunst di Bolzano, al Museum for Art di Pori, Finlandia (2010) e al Freies Museum di Berlino (2012).
Renato Leotta (Torino 1982, vive e lavora a Torino) Volta a esplorare i confini e i limiti della bidimensionalità dell’immagine, la sua ricerca artistica si serve di molteplici mezzi espressivi, spesso combinati l’uno con l’altro, spaziando dal linguaggio fotografico tradizionale al video, dalla pittura al recupero di materiali d’archivio: elementi differenti che hanno come comune incontro lo studio dell’installazione spaziale. Dal 2008 affianca alla sua ricerca artistica un percorso di sperimentazione curatoriale attraverso il progetto CRIPTA747 con base a Torino.
28
aprile 2017
Chi è ancora austriaco?
Dal 28 aprile al 09 luglio 2017
arte contemporanea
Location
KUNST MERAN/O ARTE
Merano, Via Portici, 163, (Bolzano)
Merano, Via Portici, 163, (Bolzano)
Biglietti
Intero € 6; ridotto € 5
Orario di apertura
da martedì a sabato ore 10 - 18
Domenica ore 11 - 18
Vernissage
28 Aprile 2017, ore 19.00
Autore
Curatore