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Chiara Bernardin – Aedicula
personale di Chiara Bernardini, a cura di Rachele De Franco e Virginia Dal Magro presso lo spazio SERRA – Stazione di Milano Lancetti
Comunicato stampa
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L’Aedes è la casa e assume la duplice declinazione in “tempio” e “sepolcro” in virtù della
loro stessa funzione abitativa, delle divinità l’uno e dei morti l’altro. Aedicula è il
diminutivo di aedes e indica, in questi ultimi due casi, la nicchia in cui è riposta l’effige
della divinità, il cadavere o il vaso cinerario.
L’aedicula è il luogo di un’immagine, dunque, di un’immagine la cui funzione ultima è
quella di essere osservata in muta ammirazione. Così il calco in gesso, dall’estetica classica, di un corpo umano sempre visto di spalle e sistemato al centro dello spazio, crea un’immagine che si impone ma che al contempo si nega allo sguardo dello spettatore, a cui non sarà permesso di entrare.
Chiara Bernardini trasforma lo spazio SERRA in un’edicola votiva dedicata al passante
ignoto, le vetrate ricoperte da pellicole colorate accentuano il senso di sacralità e creano un mausoleo dall’aria altera in netto contrasto con il contesto suburbano di Lancetti.
Aedicula crea un momento di attesa, di contrizione. Bernardini delimita uno spazio sacro e impone uno sforzo fisico, richiede di fermarsi e tentare di trovare un volto a quella forma anonima che vuole essere contemplata ma si sottrae alla comprensione. La ricerca continua dell’immagine intera, l’impossibilità di raggiungere con il corpo l’oggetto anelato, la necessità di vagliare sempre diversi punti di vista: l’artista crea un momento di meditazione in un luogo privo di tempo.
loro stessa funzione abitativa, delle divinità l’uno e dei morti l’altro. Aedicula è il
diminutivo di aedes e indica, in questi ultimi due casi, la nicchia in cui è riposta l’effige
della divinità, il cadavere o il vaso cinerario.
L’aedicula è il luogo di un’immagine, dunque, di un’immagine la cui funzione ultima è
quella di essere osservata in muta ammirazione. Così il calco in gesso, dall’estetica classica, di un corpo umano sempre visto di spalle e sistemato al centro dello spazio, crea un’immagine che si impone ma che al contempo si nega allo sguardo dello spettatore, a cui non sarà permesso di entrare.
Chiara Bernardini trasforma lo spazio SERRA in un’edicola votiva dedicata al passante
ignoto, le vetrate ricoperte da pellicole colorate accentuano il senso di sacralità e creano un mausoleo dall’aria altera in netto contrasto con il contesto suburbano di Lancetti.
Aedicula crea un momento di attesa, di contrizione. Bernardini delimita uno spazio sacro e impone uno sforzo fisico, richiede di fermarsi e tentare di trovare un volto a quella forma anonima che vuole essere contemplata ma si sottrae alla comprensione. La ricerca continua dell’immagine intera, l’impossibilità di raggiungere con il corpo l’oggetto anelato, la necessità di vagliare sempre diversi punti di vista: l’artista crea un momento di meditazione in un luogo privo di tempo.
26
gennaio 2018
Chiara Bernardin – Aedicula
Dal 26 gennaio al 25 febbraio 2018
arte contemporanea
Location
SEDI VARIE – Milano
Milano, (Milano)
Milano, (Milano)
Orario di apertura
su appuntamento
Vernissage
26 Gennaio 2018, h 18.30
Autore
Curatore